Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASE A TORRE PER L'INA IN VIALE ETIOPIA

Scheda Opera

  • Planimetria generale
  • Vista esterna da via dei Galla e Sidama
  • Vista esterna da piazza Amba Alagi
  • Particolare facciate
  • Comune: Roma
  • Località: Trieste
  • Denominazione: CASE A TORRE PER L'INA IN VIALE ETIOPIA
  • Indirizzo: Viale Etiopia, via Tripolitania, via dei Galla e Sidama, via Adua
  • Data: 1949 - 1955
  • Tipologia: Edilizia residenziale pubblica
  • Autori principali: Mario Ridolfi, Wolfgang Frankl
Descrizione

Nel secondo dopoguerra Roma subisce una forte espansione, dovuta anche all'immigrazione di masse contadine attratte dal mito e dalle opportunità di lavoro offerte dalla capitale. Si viene a delineare perciò un legame tra architettura e immigrati, che rappresentavano allo stesso tempo forza lavoro e i principali beneficiari degli interventi di edilizia economico-popolare. L’intervento di Ridolfi e Frankl non è riconducibile ai più noti piani INA-Casa, ma fa parte di un investimento immobiliare a grande scala dell’INA-Assicurazioni, in cui il carattere sociale è del tutto secondario (è previsto un canone agevolato per i dipendenti dell'istituto), e la tipologia abitativa è quella economica, non popolare.

Questo complesso è un simbolo dell’Italia del dopoguerra in fervente ricostruzione ed è stato definito da Paolo Portoghesi “il capolavoro dell’architettura italiana del dopoguerra”, probabilmente perché rappresenta l’espressione più compiuta del neorealismo in architettura. I progettisti ricevono l’incarico di progettare un edificio tipo, ripetibile in serie, e che sfrutti al massimo la volumetria possibile nei 12.000 mq a disposizione, con limiti di altezza di 31 m; viene scelta perciò la tipologia della torre, che garantisce un’alta densità, mantenendo un soleggiamento adeguato e lasciando spazio ad ampi spazi verdi al piano terra e ad una fascia di negozi lungo Via Tripolitania.

Il complesso si compone di 8 torri di forma rettangolare di nove o dieci piani, profonde 14 e lunghe dai 23 ai 33 m con spigoli smussati e tetto a falde; ogni piano ospita quattro appartamenti nelle torri grandi e tre in quelle piccole. La distribuzione degli alloggi è regolare su tutti i livelli, tranne il quinto e il decimo dove sono arretrati rispetto al filo esterno del prospetto, il piano seminterrato accoglie le cantine mentre la sommità spiovente ospita le lavanderie e i locali stenditoi. Il piano terra è sopraelevato di circa un metro in modo da poter ospitare anch’esso alcune unità abitative. Gli appartamenti sono composti da un numero variabile di ambienti, da 1 a 3 stanze più una camera di servizio.

Le particolarità di questo progetto sono visibili soprattutto nelle facciate: la struttura messa a nudo che si tramuta in paramento decorativo, la studiata rastrematura delle travi usate come gocciolatoio per le finestre sottostanti e di quella dei pilastri che si restringono di 5 cm per piano, ingrossandosi invece nei due piani loggiati per non far perdere di massa la muratura, la smussatura degli spigoli degli edifici, utilizzata per creare un unicum urbano, la varietà delle campate che crea un ritmo mai monotono nella composizione del prospetto.

Altro interessante dettaglio sono i parapetti delle aperture trattati con un rivestimento in maioliche colorate, che si combinano in 14 diverse combinazioni.
La copertura ha un’inclinazione di circa 55° ed è formata da lastre di calcestruzzo armato e laterizi rivestiti con pannelli di eternit. Le scale interne sono illuminate da elementi circolari di vetrocemento mentre le cantine da finestre a bocca di lupo. Gli infissi sono stati disegnati in otto variabili, e le ringhiere sono piegate in modo da poter alloggiare i vasi. Il verde condominiale è disegnato secondo i principi del giardino alla romana di Raffaele de Vico.

Un aspetto interessante è la conservazione dei materiali con cui sono state costruite le torri, che sono ben conservate ancora oggi, in special modo il cemento armato, solitamente il più sensibile al passaggio del tempo. In questo caso non ci sono grandi danni perché i progettisti hanno deciso di tenere un copriferro piuttosto spesso, in un momento in cui la tecnica del cemento si andava perfezionando e molte regole, oggi consolidate, erano da mettere a punto.
Risulta evidente quindi, da parte degli autori, la particolare attenzione al disegno come strumento di controllo assoluto del progetto in ogni sua fase ed elemento favorendo quindi la perfetta esecuzione.

Info
  • Progetto: 1949 - 1952
  • Esecuzione: 1951 - 1955
  • Committente: INA - Istituto Nazionale Assicurazioni
  • Proprietà: Proprietà privata
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Arrigo Carè Progetto strutturale Esecuzione NO
Luigi Caroli Direzione lavori Esecuzione NO
Wolfgang Frankl Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=40722 SI
Mario Ridolfi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=32832 SI
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: intonaco, materiali ceramici, calcestruzzo a faccia vista
  • Coperture: mista
  • Serramenti: metallo
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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Questo complesso è un simbolo dell’Italia del dopoguerra in fervente ricostruzione ed è stato definito da Paolo Portoghesi “il capolavoro dell’architettura italiana del dopoguerra”, probabilmente perché rappresenta l’espressione più compiuta del neorealismo in architettura. I progettisti ricevono l’incarico di progettare un edificio tipo, ripetibile in serie, e che sfrutti al massimo la volumetria possibile nei 12.000 mq a disposizione, con limiti di altezza di 31 m; viene scelta perciò la tipologia della torre, che garantisce un’alta densità, mantenendo un soleggiamento adeguato e lasciando spazio ad ampi spazi verdi al piano terra e ad una fascia di negozi lungo Via Tripolitania.

Il complesso si compone di 8 torri di forma rettangolare di nove o dieci piani, profonde 14 e lunghe dai 23 ai 33 m con spigoli smussati e tetto a falde; ogni piano ospita quattro appartamenti nelle torri grandi e tre in quelle piccole. La distribuzione degli alloggi è regolare su tutti i livelli, tranne il quinto e il decimo dove sono arretrati rispetto al filo esterno del prospetto, il piano seminterrato accoglie le cantine mentre la sommità spiovente ospita le lavanderie e i locali stenditoi. Il piano terra è sopraelevato di circa un metro in modo da poter ospitare anch’esso alcune unità abitative. Gli appartamenti sono composti da un numero variabile di ambienti, da 1 a 3 stanze più una camera di servizio.

Le particolarità di questo progetto sono visibili soprattutto nelle facciate: la struttura messa a nudo che si tramuta in paramento decorativo, la studiata rastrematura delle travi usate come gocciolatoio per le finestre sottostanti e di quella dei pilastri che si restringono di 5 cm per piano, ingrossandosi invece nei due piani loggiati per non far perdere di massa la muratura, la smussatura degli spigoli degli edifici, utilizzata per creare un unicum urbano, la varietà delle campate che crea un ritmo mai monotono nella composizione del prospetto.

Altro interessante dettaglio sono i parapetti delle aperture trattati con un rivestimento in maioliche colorate, che si combinano in 14 diverse combinazioni.
La copertura ha un’inclinazione di circa 55° ed è formata da lastre di calcestruzzo armato e laterizi rivestiti con pannelli di eternit. Le scale interne sono illuminate da elementi circolari di vetrocemento mentre le cantine da finestre a bocca di lupo. Gli infissi sono stati disegnati in otto variabili, e le ringhiere sono piegate in modo da poter alloggiare i vasi. Il verde condominiale è disegnato secondo i principi del giardino alla romana di Raffaele de Vico.

Un aspetto interessante è la conservazione dei materiali con cui sono state costruite le torri, che sono ben conservate ancora oggi, in special modo il cemento armato, solitamente il più sensibile al passaggio del tempo. In questo caso non ci sono grandi danni perché i progettisti hanno deciso di tenere un copriferro piuttosto spesso, in un momento in cui la tecnica del cemento si andava perfezionando e molte regole, oggi consolidate, erano da mettere a punto.
Risulta evidente quindi, da parte degli autori, la particolare attenzione al disegno come strumento di controllo assoluto del progetto in ogni sua fase ed elemento favorendo quindi la perfetta esecuzione.
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Cronologia
gennaio 1949: prime ipotesi di progetto
maggio 1949: elaborazione della soluzione definitiva
1 luglio 1949: presentazione del progetto per l’approvazione comunale  
20 luglio 1950: incarico per la progettazione esecutiva del lotto II (3 blocchi)
21 novembre 1950: consegna del progetto esecutivo 
7 febbraio 1951: rilascio della concessione edilizia 
23 aprile 1951: inizio dei lavori di costruzione del lotto II e prosecuzione della progettazione esecutiva
9 luglio 1951: consegna del progetto del cinematografo
aprile-agosto 1952: progettazione lotto III (5 blocchi)
21 maggio 1952: completamento delle coperture del lotto II
novembre 1952: completamento progetto lotto III
gennaio 1953: completamento dei lavori del lotto II
marzo 1953: presentazione progetto lotto III per approvazione comunale
aprile 1953: completamento negozi lotto II e inizio lavori lotto III
6 settembre 1954: conclusione ufficiale dei lavori
febbraio 1955: completamento delle sistemazioni dei giardini e dei viali
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  • Vincolo: Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Dichiarazione di notevole interesse
  • Data Provvedimento: D.C.R. 04/04/2011 modificato con DCR 26/06/2018 per modifica particella catastale
  • Riferimento Normativo: D.Lgs. 42/2004, art. 10 c.3 lett. d
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Gli appartamenti dovevano essere affittati al prezzo di 9.000 lire all'anno per locale utile, mentre era previsto un canone molto più contenuto per i funzionari dell'istituto. Cronologia gennaio 1949: prime ipotesi di progetto maggio 1949: elaborazione della soluzione definitiva 1 luglio 1949: presentazione del progetto per l’approvazione comunale 20 luglio 1950: incarico per la progettazione esecutiva del lotto II (3 blocchi) 21 novembre 1950: consegna del progetto esecutivo 7 febbraio 1951: rilascio della concessione edilizia 23 aprile 1951: inizio dei lavori di costruzione del lotto II e prosecuzione della progettazione esecutiva 9 luglio 1951: consegna del progetto del cinematografo aprile-agosto 1952: progettazione lotto III (5 blocchi) 21 maggio 1952: completamento delle coperture del lotto II novembre 1952: completamento progetto lotto III gennaio 1953: completamento dei lavori del lotto II marzo 1953: presentazione progetto lotto III per approvazione comunale aprile 1953: completamento negozi lotto II e inizio lavori lotto III 6 settembre 1954: conclusione ufficiale dei lavori febbraio 1955: completamento delle sistemazioni dei giardini e dei viali

Bibliografia
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Cellini Francesco, D'Amato Claudio 2003 Mario Ridolfi all'Accademia di S. Luca Graffiti Roma 93-106 Si
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Rossi Piero Ostilio 2012 Roma. Guida all'architettura moderna 1909-2011 (IV ed.) Laterza Roma-Bari Scheda n. 96 Si
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Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Ridolfi Frankl Malagricci Mario Ridolfi, Wolfgang Frankl Accademia Nazionale di San Luca, Roma Edifici a torre INA Assicurazioni a Roma

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Planimetria generale Planimetria generale
Vista esterna da via dei Galla e Sidama Vista esterna da via dei Galla e Sidama
Vista esterna da piazza Amba Alagi Vista esterna da piazza Amba Alagi
Particolare facciate Particolare facciate

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Edifici a torre INA Assicurazioni a Roma Visualizza
Fondo Ridolfi-Frankl-Malagricci Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Mario Ridolfi Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Mario Ridolfi Visualizza
Enciclopedia Treccani - Mario Ridolfi Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Direzione Regionale per il Lazio
Titolare della ricerca: Università degli studi di Roma "Sapienza"
Responsabile scientifico: Piero Ostilio Rossi


Scheda redatta da
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 28/02/2025

Revisori:

Alberto Coppo 2022