Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

STABILIMENTO OLIVETTI, UFFICI - COMPRENSORIO DI SAN BERNARDO

Scheda Opera

  • Scorcio nord-ovest della palazzina uffici di Ottavio Cascio
  • La palazzina uffici, fronte est
  • Vista esterna, 2019
  • Vista esterna, dettaglio, 2019
  • Vista esterna, 2019
  • Vista esterna, dettaglio, 2019
  • Vista esterna, 2019
  • Vista esterna, dettaglio, 2019
  • Vista esterna, dettaglio, 2019
  • Vista esterna, dettaglio, 2019
  • Ortofoto, 2020
  • Comune: Ivrea
  • Località: San Bernardo
  • Denominazione: STABILIMENTO OLIVETTI, UFFICI - COMPRENSORIO DI SAN BERNARDO
  • Indirizzo: Via Torino N. 603
  • Data: 1967 - 1969
  • Tipologia: Edifici per attività produttive
  • Autori principali: Ottavio Cascio
Descrizione

1. Opera originaria

«A partire dai primi anni Sessanta, l’eredità progettuale di Eduardo Vittoria sul comprensorio di San Bernardo viene raccolta da Ottavio Cascio.
L’evoluzione dimensionale e qualitativa delle produzioni, fino a quel tempo ospitate nei fabbricati originari, generava continue necessità di servizi, uffici e locali accessori; ecco allora susseguirsi i completamenti, gli ampliamenti, i nuovi padiglioni che hanno sagomato e modificato l’aspetto dell’insediamento, sino alla realtà dei giorni nostri.
Primo fra tutti l’edificio della mensa, per poter soddisfare le esigenze degli oltre duemila dipendenti, venne ampliato verso nord, fino a coprire la vasca d’acqua della riserva antincendio.
I locali, disposti all’intorno di un grande patio a verde, e di due più piccoli, ospitarono così, oltre alle attività di cucina e di refezione vere e proprie, anche la biblioteca, le sale di lettura e le salette per i servizi sociali, precedentemente localizzate al primo piano dell’infermeria.
Poco più a sud, su pianta rettangolare, venne realizzata in due tempi la palazzina per uffici, disposta su due piani e protetta, sul lato ovest, da grandi frangisole bianchi ad elementi verticali.
All’estremo sud del comprensorio, in prosecuzione della primitiva falegnameria, si completano i locali delle officine e dei magazzini destinati alle lavorazioni più pesanti.
In tutti gli interventi sono chiari i richiami all’architettura di Eduardo Vittoria: pareti di facciata e zoccolature di base rivestite in clinker a tinte forti, come il giallo ocra ed il rosso porpora; serramenti con doppia tonalità di grigio e profili portanti blu scuro; lamiera grecata a rivestimento delle solette di copertura; elementi caratteristici, quelli citati, che concorrono a “legare” fra loro i diversi corpi di fabbrica, veri e propri “segni” che si rincorrono e si confrontano, fra le strade del comprensorio, rendendolo un organismo omogeneo pur nella sua complessità». (Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa, Pier Paride Vidari, Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica, Gangemi, Roma 1998, p. 73)

«L’edificio, a due piani fuori terra con pianta rettangolare fortemente allungata, ha due fronti principali caratterizzati da immagini profondamente diverse. Il fronte est, interno al complesso industriale, presenta una finestratura in leggero aggetto dalla facciata; il fronte ovest esterno è caratterizzato invece da una cortina di brise-soleil a tutta altezza che dona all’edificio una suggestiva immagine astratta. Ben risolte le testate dell’edificio dove si incontrano con precisione e semplicità di dettaglio la muratura foderata in klinker rosso, i serramenti e i brise-soleil. La struttura è in cemento armato, la copertura piana». (Patrizia Bonifazio, Enrico Giacopelli (a cura di), Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea, Allemandi, Torino 2007, p. 84)

2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale

L’edificio, oggi in disuso, si presenta in discreto stato di conservazione. Il rivestimento in klinker presenta delle lacune; parte dei telai di infissi e serramenti è arrugginita e mancano dei vetri. La vegetazione, non più curata e anzi ricca di specie infestanti, invade specialmente il fronte ovest e ha perso gli elementi che ne caratterizzavano la composizione, tanto da far attribuire all’edificio il nome di «palazzina delle rose».
Tuttavia, l’edificio presenta ancora tutti gli elementi e i colori originari, seppur sbiaditi dal sole.

(Scheda a cura di Marco Ferrari con Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1967 -
  • Esecuzione: - 1969
  • Tipologia Specifica: Uffici
  • Committente: Società Olivetti
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: uffici
  • Destinazione attuale: nessuna
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Pier Achille Caponago del Monte Direzione lavori Esecuzione NO
Ottavio Cascio Progetto architettonico Progetto SI
Aldo Sepa Direzione lavori Esecuzione NO
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: cortina di brise-soleil a tutta altezza e muratura foderata in klinker rosso
  • Coperture: piana
  • Serramenti: ferro-finestra con doppia tonalità di grigio e profili portanti blu scuro
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Mediocre

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«A partire dai primi anni Sessanta, l’eredità progettuale di Eduardo Vittoria sul comprensorio di San Bernardo viene raccolta da Ottavio Cascio.
L’evoluzione dimensionale e qualitativa delle produzioni, fino a quel tempo ospitate nei fabbricati originari, generava continue necessità di servizi, uffici e locali accessori; ecco allora susseguirsi i completamenti, gli ampliamenti, i nuovi padiglioni che hanno sagomato e modificato l’aspetto dell’insediamento, sino alla realtà dei giorni nostri.
Primo fra tutti l’edificio della mensa, per poter soddisfare le esigenze degli oltre duemila dipendenti, venne ampliato verso nord, fino a coprire la vasca d’acqua della riserva antincendio.
I locali, disposti all’intorno di un grande patio a verde, e di due più piccoli, ospitarono così, oltre alle attività di cucina e di refezione vere e proprie, anche la biblioteca, le sale di lettura e le salette per i servizi sociali, precedentemente localizzate al primo piano dell’infermeria.
Poco più a sud, su pianta rettangolare, venne realizzata in due tempi la palazzina per uffici, disposta su due piani e protetta, sul lato ovest, da grandi frangisole bianchi ad elementi verticali.
All’estremo sud del comprensorio, in prosecuzione della primitiva falegnameria, si completano i locali delle officine e dei magazzini destinati alle lavorazioni più pesanti.
In tutti gli interventi sono chiari i richiami all’architettura di Eduardo Vittoria: pareti di facciata e zoccolature di base rivestite in clinker a tinte forti, come il giallo ocra ed il rosso porpora; serramenti con doppia tonalità di grigio e profili portanti blu scuro; lamiera grecata a rivestimento delle solette di copertura; elementi caratteristici, quelli citati, che concorrono a “legare” fra loro i diversi corpi di fabbrica, veri e propri “segni” che si rincorrono e si confrontano, fra le strade del comprensorio, rendendolo un organismo omogeneo pur nella sua complessità». (Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa, Pier Paride Vidari, Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica, Gangemi, Roma 1998, p. 73)

«L’edificio, a due piani fuori terra con pianta rettangolare fortemente allungata, ha due fronti principali caratterizzati da immagini profondamente diverse. Il fronte est, interno al complesso industriale, presenta una finestratura in leggero aggetto dalla facciata; il fronte ovest esterno è caratterizzato invece da una cortina di brise-soleil a tutta altezza che dona all’edificio una suggestiva immagine astratta. Ben risolte le testate dell’edificio dove si incontrano con precisione e semplicità di dettaglio la muratura foderata in klinker rosso, i serramenti e i brise-soleil. La struttura è in cemento armato, la copertura piana». (Patrizia Bonifazio, Enrico Giacopelli (a cura di), Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea, Allemandi, Torino 2007, p. 84)

2.	Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale  

L’edificio, oggi in disuso, si presenta in discreto stato di conservazione. Il rivestimento in klinker presenta delle lacune; parte dei telai di infissi e serramenti è arrugginita e mancano dei vetri. La vegetazione, non più curata e anzi ricca di specie infestanti, invade specialmente il fronte ovest e ha perso gli elementi che ne caratterizzavano la composizione, tanto da far attribuire all’edificio il nome di «palazzina delle rose».
Tuttavia, l’edificio presenta ancora tutti gli elementi e i colori originari, seppur sbiaditi dal sole.

(Scheda a cura di Marco Ferrari con Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Boltri Daniele, Maggia Giovanni, Papa Enrico, Vidari Pier Paride 1998 Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica Gangemi Roma 72-73 No
Bonifazio Patrizia, Giacopelli Enrico (a cura di) 2007 Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea Allemandi Torino 82-85 No
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa 2008 Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) Allemandi Torino 177 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Scorcio nord-ovest della palazzina uffici di Ottavio Cascio Scorcio nord-ovest della palazzina uffici di Ottavio Cascio Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi 1998
La palazzina uffici, fronte est La palazzina uffici, fronte est Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi 1998
Vista esterna, 2019 Vista esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, dettaglio, 2019 Vista esterna, dettaglio, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, 2019 Vista esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, dettaglio, 2019 Vista esterna, dettaglio, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, 2019 Vista esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, dettaglio, 2019 Vista esterna, dettaglio, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, dettaglio, 2019 Vista esterna, dettaglio, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, dettaglio, 2019 Vista esterna, dettaglio, 2019 Tanja Marzi - 2019
Ortofoto, 2020 Ortofoto, 2020 Google maps - 2020

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Marco Ferrari con Tanja Marzi
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 28/01/2025

Revisori:

Mezzino Davide 2021