TAGLIERIA DEL PELO DELLA FABBRICA BORSALINO
Scheda Opera
- Comune: Alessandria
- Denominazione: TAGLIERIA DEL PELO DELLA FABBRICA BORSALINO
- Indirizzo: Corso XX settembre N. 6
- Data: - 1946
- Tipologia: Edifici per attività produttive
- Autori principali: Ignazio Gardella
Descrizione
1. Opera originaria
«La struttura dell’edificio è in c.a. Il primo piano, dove si svolgono le principali fasi di lavorazione, è completamente libero da pilastri. Per la copertura sono state adottate capriate in c.a., le quali sono state gettate coricate su un’impalcatura costruita a livello dell’intradosso, in modo da avere la catena già disposta secondo la linea di posa finale; per rialzarle è bastata una semplice operazione di rotazione. La monta delle capriate ha costituito uno degli elementi determinanti l’interasse dei pilastri. I due orizzontamenti di calpestio e di copertura della sopraelevazione parziale, dove avviene la selezione delle pelli, sono costituiti da due travi a T, della portata di m. 16,50, che appoggiano su due pilastri perimetrali aggettanti rispetto agli altri della facciata. Le catene delle capriate sono collegate da una soletta leggera in laterizio e lo spazio di sottotetto, oltre ad avere una funzione di isolamento, permette il passaggio delle tubazioni per la ventilazione degli ambienti e l’aspirazione dei sottoprodotti. Al piano terreno è stata inserita, tra le due perimetrali, una fila intermedia di pilastri; nei magazzini sottostanti, due file intermedie. Il solaio di copertura del piano terreno è stato realizzato interamente in c.a., con nervature allargate all’incastro e una soletta di collegamento tra trave e trave di 6 cm. La forma delle travi allargate all’incastro anziché configurate a mensola, è stata scelta allo scopo di avere un piano orizzontale di corsa per tutte le numerose tubazioni a servizio delle macchine disposte nel sovrastante piano di lavorazione. La soletta di piccolo spessore tra una nervatura e l’altra permette la facile apertura di fori nel caso di aggiunte o spostamenti di macchine. La struttura verticale in vista in c.a. è rifinita con intonaco di graniglia bianco; le pareti di chiusura esterne sono rivestite in mattoni normali scelti. I serramenti sono in ferro, verniciati color rosso prugna scuro; nello stesso colore è verniciata la lamiera che copre i canali e i frontali delle travi. Il tetto è ricoperto in lastre di eternit grigio ondulato. La scala ha le pedate in piastrelle di grès e le alzate in pietra; le pareti sono rivestite con intonaco Emalux grigio. Tutti i locali sono pavimentati in grès rosso ed intonacati a civile con tinte chiare, mentre i macchinari sono verniciati in diversi colori in relazione all’uso (parti in movimento, parti pericolose, ecc.) secondo il sistema Mayer. Lo studio del progetto è stato condotto in stretta collaborazione con gli uffici tecnici della Ditta committente. La soluzione definitiva corrisponde ad un diagramma di lavorazione nel quale i trasporti da una fase all’altra sono parzialmente, ma non totalmente, meccanizzati. L’edificio è adibito alla lavorazione delle pelli di coniglio per la produzione del pelo destinato all’industria del cappello. L’organismo consta di due piani interrati, destinati al magazzinaggio delle pelli; di un piano terreno rialzato, dove avviene lo scarico delle pelli e il carico dei prodotti finali, nonché la raccolta di tutti i sottoprodotti della lavorazione; di un primo piano, in cui si effettua la lavorazione successiva delle pelli e il taglio finale; infine di un piano sopraelevato per la selezione delle pelli. All’estremità sud del fabbricato, in corrispondenza del piano terreno e al primo piano sono disposti tre piani sfalsati dei servizi e gli spogliatoi degli operai. Al primo piano sulla facciata ovest è situato lo ufficio del caporeparto che sorveglia sia l’interno che il piazzale di arrivo» (Renato Pedio, Due nuove opere di Ignazio Gardella, in «L’architettura. Cronache e storia», n. 29, marzo 1958, 735-741). Traduzione inglese: sì
«L’edificio è adibito alla lavorazione delle pelli di coniglio per la preparazione del pelo destinato all’industria del cappello. Lo studio del progetto è stato condotto in stretta collaborazione con gli uffici tecnici della ditta committente. La soluzione corrisponde a un diagramma di lavorazione nel quale i trasporti da una fase all’altra sono in parte meccanizzati. I due piani interrati sono destinati al magazzinaggio delle pelli, al carico dei prodotti finiti e alla raccolta dei sottoprodotti, il primo piano alla lavorazione vera e propria delle pelli e il piano sopraelevato alla loro selezione. La struttura dell’edificio è in cemento armato, con alcune caratteristiche inerenti alle necessità della lavorazione. Il primo piano, che è quello dove si svolgono le principali fasi della lavorazione e dove vi è quindi la necessità di minori ingombri, anche per l’eventualità di aggiunte o spostamenti di macchine, è completamente libero da pilastri. Per la copertura sono state adottate delle capriate in cemento armato, gettate sul piano dell’intradosso finale, in modo da avere la catena già disposta secondo la giacitura definitiva: per rialzarla è bastata poi una semplice rotazione. La monta delle capriate ha contribuito a determinare l’interasse dei pilastri. I due orizzontamenti di pavimento e di soffitto della sopraelevazione parziale sono costituiti da due travi a T, che poggiano su due pilastri perimetrali aggettanti rispetto agli altri della facciata. Lo spazio di sottotetto, oltre ad avere una funzione di isolamento, permette anche il passaggio delle tubazioni per la ventilazione dell’ambiente sottostante. Al piano terreno, dove non era necessario avere l’ambiente completamente libero, è stata inserita una fila intermedia di pilastri. Il solaio di copertura è interamente in cemento armato, con nervatura allargata all’incastro e soletta di collegamento di piccolo spessore. La forma delle travi allargate all’incastro, anziché configurata a mensola, permette un piano orizzontale di corsa per le numerose tubazioni, mentre la soletta di piccolo spessore consente la facile apertura di fori nel caso di aggiunta o spostamento delle macchine. All’estremità nord del fabbricato sono disposti, su tre piani sfalsati, gli spogliatoi per gli operai. Al primo piano, in un bow-window aggettante sulla facciata est, è situato l’ufficio del capo-reparto, che può sorvegliare sia l’ambiente di lavoro che il piazzale di arrivo. La struttura verticale in vista in cemento armato è intonacata di graniglia bianca. Le pareti di chiusura esterne sono in mattoni normali a vista. I serramenti sono in ferro color rosso, come pure la lamiera che copre i canali e le testate delle travi. Il tetto è in lastre di eternit». (Giulio Carlo Argan, Ignazio Gardella, Edizioni di Comunità, Milano 1959, p. 149) Traduzione inglese: sì
«[…] Ancora per la Borsalino, con il noto reparto Taglieria del pelo (1949-56), l’architetto coniuga la sensibilità alle esigenze sensoriali e psicologiche dell’uomo con la necessità del lavoro nell’ambito dell’organizzazione industriale della produzione. Il programma del progetto, elaborato in stretto collegamento con la direzione tecnica della ditta, si basa sulle esigenze delle lavorazioni, ma non rinuncia a fare della luce e dell’aria gli elementi principali dell’integrazione tra interno ed esterno, nella ricerca di un’ambiente salubre e stimolante. Le ampie aperture, le articolazioni del volume e gli aggetti delle pensiline sono sviluppati dal progettista milanese anche in altri edifici del periodo legati all’industria, come la nota Mensa Olivetti, inserita nel verde a Ivrea (1953-59), ma qui i semplici materiali di finitura diventano protagonisti di soluzioni funzionali e decorative giocate sull’accostamento di texture e di colore. Il laterizio traforato, i serramenti in ferrofinestra di colore rosso, gli intonaci bianchi delle fasce marcapiano e delle cornici delle aperture sembrano sottolineare “l’incontro fra un potere economico (la Borsalino storica) e un grande artista moderno (Gardella), uniti in una progettualità realizzativa che ha finito per delineare un’immagine forte dell’Alessandria del Novecento, di cui oggi si inizia a prendere coscienza” […]». (Marco Casamonti (a cura di), Ignazio Gardella architetto 1905-1999: costruire la modernità, Electa, Milano 2006, pp. 109, 112)
«La costruzione del nuovo reparto fa parte dei programmi di ampliamento e affinamento specialistico della produzione Borsalino, interessando il settore di lavorazione del pellame per cappelli. L’edificio sorge sul sito del canale Carlo Alberto che corre interrato al di sotto, in prossimità del complesso industriale. Pensato in collaborazione con i tecnici della fabbrica, riflette il meccanismo di organizzazione dell’intero processo: selezione delle pelli, lavorazione, magazzinaggio, carico dei prodotti finiti, raccolta dei sottoprodotti, uffici. Struttura portante e copertura a capriate di cemento armato consentono ambienti unici, liberi da pilastri intermedi, come il piano primo destinato alla lavorazione. La sincerità costruttiva, portata al limite, qualifica l’architettura dell’edificio, caratterizzato dal grande pilastro dominante che si collega al solaio sopraelevato di copertura, formando una sorta di portale trilitico che collabora all’equilibrio strutturale dell’intera intelaiatura». (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, p. 88) Traduzione inglese: sì
2. Consistenza dell’opera al 2019/Stato attuale
L’edificio presenta un buono stato di conservazione, attualmente è sede di uffici e del Collegio costruttori edili e affini della Provincia di Alessandria. Ha subito interventi di restauro negli anni 2000.
(Scheda a cura di Carolina Crozzolin, Guido Pavia con Gentucca Canella, DAD - Politecnico di Torino)
1. Original Work
The building is located near the Carlo Alberto’s canal that runs below. Designed together with the factory technicians, it reflects the organization of the entire process (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, 2008)
«This building was intended for the working of rabbit skin to be used in the preparing of rabbit's hair for the hat industry. […] The two underground floors are to be used for: the storing of skins, the loading of finished products and the collection of by-products; the first floor is given over to the actual task of working the skins, and the raised floor to their selection.
The structure of the building is in reinforced concrete. […]
The first floor, where the main phases of the leather working are carried out, and where there is consequently need for considerable space, is completely without pilasters.
The roofing is supported by trusses in reinforced concrete, cast on the level of the final soffit […] The two horizontal elements, the floor and ceiling of the partial raising, are made up of two T-shaped beams supported by two perimetrical pilasters which overhang in respect of the others of the façade.
Besides its purpose as insulation, the under-roof space provides room for ducts needed for the ventilation of the area below.
Inasmuch as the ground floor area did not have to be completely free, an intermediate line of pilasters was constructed. The floor covering is completely in reinforced concrete, with widened ribbing at the fixed joint and the rather thin connecting slab. The shape of the beams widened at the fixed joints instead of corbel-shaped, allows for a horizontal run of the numerous tubes while the thin slabs permit the boring of holes in case machines are added or shifted.
At the northern end of the factory we find the workers’ locker rooms, on three staggered floors.
On the first storey, in a bow-window projecting from the east façade, we find the office of the foreman, which overlooks both the work area and the entrance yard.
The reinforced concrete structure is plastered in white grit. The external walls are in common brick. The iron window frames are in plum red, as is the plate covering the grooves and the headpieces of the beams. The roofing is in asbestos panels» (Giulio Carlo Argan, 1959).
2. Current state in 2019
The building is in a good state of conservation and actually houses some offices of the “Collegio dei costruttori edili” and related builders of the Province of Alessandria. It was restored in the 2000s.
(English version by Alessia Federica Gigliotti, DAD-Politecnico di Torino)
Info
- Progetto: -
- Esecuzione: 1945 - 1946
- Committente: Ditta Borsalino
- Proprietà: Proprietà privata
- Destinazione originaria: Produzione industriale
- Destinazione attuale: Terziario e uffici
Autori
Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
---|---|---|---|---|---|---|
Ignazio | Gardella | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=60047 | SI |
- Strutture: I due orizzontamenti di calpestio e di copertura della sopraelevazione parziale, dove avviene la selezione delle pelli, sono costituiti da due travi a T, della portata di m. 16,50, che appoggiano su due pilastri perimetrali aggettanti rispetto agli altri
- Materiale di facciata: Le pareti di chiusura esterne sono rivestite in mattoni normali scelti. Gli intonaci bianchi delle fasce marcapiano e delle cornici delle aperture
- Coperture: Per la copertura sono state adottate capriate in c.a., le quali sono state gettate coricate su un’impalcatura costruita a livello dell’intradosso, in modo da avere la catena già disposta secondo la linea di posa finale; per rialzarle è bastata una sempli
- Serramenti: I serramenti sono in ferro, verniciati color rosso prugna scuro
- Stato Strutture: Buono
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Buono
- Stato Serramenti: Buono
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: -
- Particella: -
Note
-
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
---|---|---|---|---|---|---|
Pedio Renato | 1958 | Due nuove opere di Ignazio Gardella | L’architettura. Cronache e storia n. 29 | 735-741 | No | |
Argan Giulio Carlo | 1959 | Ignazio Gardella | Edizioni di Comunità | Milano | 148-153 | No |
Samonà Alberto | 1981 | Ignazio Gardella e il professionismo italiano | Officina | Roma | 146-148 | No |
Mantelli Mario | 1993 | L’utopia sulla circonvallazione. Piccolo itinerario per incontrare le architetture di Ignazio Gardella ad Alessandria | Ritratti di architetture | Alessandria | 17-18 | No |
Comoli Vera (a cura di) | 2000 | Alessandria e Borsalino. Città, architettura, industria | Cassa di Risparmio di Alessandria Spa – Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria | Alessandria | 50 | No |
Casamonti Marco (a cura di) | 2006 | Ignazio Gardella architetto 1905-1999: costruire la modernità | Electa | Milano | 109, 112, 115 | No |
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa | 2008 | Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) | Allemandi | Torino | 86 | No |
Montanari Guido (a cura di) | 2008 | 1900-1996 I Gardella ad Alessandria | Astigrafica | Asti | No | |
Boidi Sergio | 2009 | Tre generazioni di architetti per una città: i Gardella ad Alessandria, in «’ANANKE», n. 56, 2009 | 150-163 | No |
Allegati
Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale. | |
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale. | |
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale, | |
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale. | |
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive. | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo | Url |
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Dizionario biografico degli Italiani - Ignazio Gardella | Visualizza |
Enciclopedia Treccani - Ignazio Gardella | Visualizza |
SAN Archivi degli Architetti - Ignazio Gardella | Visualizza |
Archivio Storico Fondazione Fiera Milano - Ignazio Gardella | Visualizza |
Sistema Museale dell’Università di Parma - Ignazio Gardella | Visualizza |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il PiemonteTitolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)
Scheda redatta da Carolina Crozzolin, Guido Pavia con Gentucca Canella
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 22/03/2024
Revisori:
Mezzino Davide 2021