Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

EX SEDE BANCA CATTOLICA DEL VENETO

Scheda Opera

  • Prospetto, via Catullo
  • Dettaglio portale d'ingresso, via Catullo
  • Atrio d'accesso di palazzo Mosconi
  • Facciata di palazzo Mosconi
  • Pavimentazione su via del Guasto
  • Accessi su via del Guasto
  • Prospetto su via del Guasto
  • Dettaglio su via del Guasto
  • Canna fumaria
  • Pianta piano terra
  • Pianta piano primo
  • Pianta piano secondo
  • Sezione
  • Spacato assonometrico della parte ricostruita
  • Scala elicaidale
  • Interno
  • Interno con la scala elicoidale
  • Interno
  • Vista dall'alto della scala; Interno con la vista verso il cortile
  • Comune: Verona
  • Località: Verona
  • Denominazione: EX SEDE BANCA CATTOLICA DEL VENETO
  • Indirizzo: Corte Farina, N. 4
  • Data: 1968 - 1973
  • Tipologia: Istituti di credito e assicurativi
  • Autori principali: Libero Cecchini
Descrizione

L'architetto Libero Cecchini progetta nel 1968 la parziale ricostruzione del palazzo Mosconi, in corte Farina a Verona, su commissione della Banca Cattolica del Veneto, che aveva richiesto al progettista l'adeguamento funzionale dell'immobile come sede dell'istituto bancario. Il corpo di fabbrica antico soggetto a vincolo monumentale, il 5 gennaio 1930, ai sensi della legge 164 del 20 giugno 1909, poi rinnovato, il 21 aprile 1952, ai sensi dell’art. 71 della legge n. 1089 dell’1 giugno 1939, era stato costruito sul finire del Cinquecento, ma completato su progetto di Adriano Cristofali al termine del XVIII secolo. Il palazzo Mosconi sorge su preesistenze romane, medievali e cinquecentesche costituendo nel suo insieme un’insula nel cuore del centro storico cittadino.
A seguito dei bombardamenti del 4 gennaio 1945 sono crollati l’ala nord del palazzo su via Catullo e il corpo di fabbrica di epoca medievale con affaccio sulla corte Farina, innalzato sopra le mura romane (mappale 173 soggetto a vincolo archeologico dal 29.4.1987). Un primo intervento sull'edificio venne commissionato dalla proprietaria, la contessa Teresa Mosconi Fogaroli, all’ingegner Aristide De Mori nel 1949 per la ricostruzione dell’ala sinistra del palazzo, ma i lavori si erano interrotti al piano terreno e il cantiere abbandonato. Dopo l'acquisizione da parte della Banca Cattolica del Veneto nel 1952 l'immobile rimase fermo alla situazione del '49 fino alla fine degli anni Sessanta. Dunque il progetto affidato a Libero Cecchini nel 1968 doveva assolvere sia al restauro di quanto era rimasto integro dopo i bombardamenti del 1945, sia alla ricostruzione dell'ala nord e della porzione sulla corte. Libero Cecchini impostò un progetto conservativo della porzione superstite dell'immobile, insieme alla ricostruzione filologica sia del corpo di fabbrica medievale su Corte Farina, che del fronte settecentesco su via Catullo, in modo da ricomporre la quinta urbana esterna. Il distributivo interno della parte riedificata è composto secondo i dettami dell’architettura del secondo Novecento allo scopo di adeguare l'immobile alla nuova destinazione d’uso, nonché alla funzione di rappresentanza in base a quanto richiesto dalla committenza.
L'intervento proposto da Cecchini per la parte di nuova edificazione si dimostra in linea con la storia materiale dell'edificio, che per addizione porta i segni degli interventi realizzati in epoche diverse. Dunque il progettista imposta un monolite giustapposto alla facciata storica, che si distingue nettamente nella forma e nella facies dal corpo antico del palazzo, pur restando ad esso vincolato nella nuova funzione. All’interno del volume a pianta rettangolare si inseriscono scansioni verticali ed orizzontali, integrate in una sistema architettonico aperto senza solai o pareti divisorie. Le linee curve segnano l'andamento dei soppalchi e delle balaustre, mentre le bucature che definiscono la forometria della facciata verso la corte sono definite da cerchi perfetti, che si accordano alla forma elicoidale delle scale (che raccordano verticalmente i diversi livelli dell'edificio). Le due scale poste su due dei quattro angoli della pianta, vogliono chiaramente richiamare la forma in chiave moderna della scala del palazzo vecchio.
Parte del progetto ha riguardato l'allestimento museale dei ritrovamenti archeologici rinvenuti in fase di cantiere, che interessano una porzione delle mura romane, lasciata a vista, di 610 mq. Il piano di ricostruzione dell’ala nord del palazzo ha visto l'introduzione di tecniche sperimentali e soluzioni tecnologiche nell’ambito dell’utilizzo del calcestruzzo armato precompresso per la realizzazione dei solai e delle scale, inserendo così nuovi valori architettonici nel tessuto edilizio preesistente. L’impiego del calcestruzzo e del cemento armato è stato l'elemento costitutivo sia per la parte del progetto strutturale, sia per la resa del linguaggio architettonico. Il materiale cementizio impiegato a faccia a vista ha esplicitato le integrazioni rispetto alle strutture originarie. Il progetto strutturale affidato all’ingegnere Silvano Zorzi ha posto in opera soluzioni sperimentali con elementi in cemento armato precompresso, facendo dell’intervento su palazzo Mosconi un riferimento anche per le Soprintendenze. In tal senso è stato presentato dal Soprintendente ai Monumenti di Verona, arch. Pietro Gazzola, al Symposium dell’ICOMOS a Budapest nell’anno 1967. (Vedi rivista Monumentum n. XI-XII). Inoltre venne selezionato a partecipare al “Premio Cembureau 1975” per l’Anno Europeo del Patrimonio Architettonico relativamente ad “edifici ed opere in calcestruzzo che meglio si inseriscono in un ambiente storico” e successivamente pubblicato in numerosi articoli, volumi e tesi di laurea. Oggetto di approfondimento da parte della sezione di Verona di Italia Nostra l'edificio, cessata l’attività della Banca Cattolica nel 2000, dopo successive compravendite, ha subito interventi di adattamento ai nuovi usi residenziali che sino al 2018 non avevano interessato l’ala nord del palazzo, lasciata in stato di abbandono. Da questa data una volta messo all’asta l'immobile è stato frazionato per la vendita sul mercato immobiliare, ponendo a rischio il complesso nella sua interezza e in particolare rispetto all'intervento di Libero Cecchini.

Info
  • Progetto: 1968 - 1969
  • Esecuzione: 1970 - 1973
  • Tipologia Specifica: Edificio bancario
  • Committente: Banca Cattolica del Veneto
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Banca Cattolica del Veneto
  • Destinazione attuale: Residenziale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Libero Cecchini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo SI
Silvano Zorzi Progetto strutturale Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=21209 NO
  • Strutture: muratura; calcestruzzo; calcestruzzo armato precompresso
  • Materiale di facciata: intonaco; pietra veronese
  • Coperture: a falda
  • Serramenti: metallici; legno
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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A seguito dei bombardamenti del 4 gennaio 1945 sono crollati l’ala nord del palazzo su via Catullo e il corpo di fabbrica di epoca medievale con affaccio sulla corte Farina, innalzato sopra le mura romane (mappale 173 soggetto a vincolo archeologico dal 29.4.1987). Un primo intervento sull'edificio venne commissionato dalla proprietaria, la contessa Teresa Mosconi Fogaroli, all’ingegner Aristide De Mori nel 1949 per la ricostruzione dell’ala sinistra del palazzo, ma i lavori si erano interrotti al piano terreno e il cantiere abbandonato. Dopo l'acquisizione da parte della Banca Cattolica del Veneto nel 1952 l'immobile rimase fermo alla situazione del '49 fino alla fine degli anni Sessanta. Dunque il progetto affidato a Libero Cecchini nel 1968 doveva assolvere sia al restauro di quanto era rimasto integro dopo i bombardamenti del 1945, sia alla ricostruzione dell'ala nord e della porzione sulla corte. Libero Cecchini impostò un progetto conservativo della porzione superstite dell'immobile, insieme alla ricostruzione filologica sia del corpo di fabbrica medievale su Corte Farina, che del fronte settecentesco su via Catullo, in modo da ricomporre la quinta urbana esterna. Il distributivo interno della parte riedificata è composto secondo i dettami dell’architettura del secondo Novecento allo scopo di adeguare l'immobile alla nuova destinazione d’uso, nonché alla funzione di rappresentanza in base a quanto richiesto dalla committenza. 
L'intervento proposto da Cecchini per la parte di nuova edificazione si dimostra in linea con la storia materiale dell'edificio, che per addizione porta i segni degli interventi realizzati in epoche diverse. Dunque il progettista imposta un monolite giustapposto alla facciata storica, che si distingue nettamente nella forma e nella facies dal corpo antico del palazzo, pur restando ad esso vincolato nella nuova funzione. All’interno del volume a pianta rettangolare si inseriscono scansioni verticali ed orizzontali, integrate in una sistema architettonico aperto senza solai o pareti divisorie. Le linee curve segnano l'andamento dei soppalchi e delle balaustre, mentre le bucature che definiscono la forometria della facciata verso la corte sono definite da cerchi perfetti, che si accordano alla forma elicoidale delle scale (che raccordano verticalmente i diversi livelli dell'edificio). Le due scale poste su due dei quattro angoli della pianta, vogliono chiaramente richiamare la forma in chiave moderna della scala del palazzo vecchio.
Parte del progetto ha riguardato l'allestimento museale dei ritrovamenti archeologici rinvenuti in fase di cantiere, che interessano una porzione delle mura romane, lasciata a vista, di 610 mq. Il piano di ricostruzione dell’ala nord del palazzo ha visto l'introduzione di tecniche sperimentali e soluzioni tecnologiche nell’ambito dell’utilizzo del calcestruzzo armato precompresso per la realizzazione dei solai e delle scale, inserendo così nuovi valori architettonici nel tessuto edilizio preesistente. L’impiego del calcestruzzo e del cemento armato è stato l'elemento costitutivo sia per la parte del progetto strutturale, sia per la resa del linguaggio architettonico. Il materiale cementizio impiegato a faccia a vista ha esplicitato le integrazioni rispetto alle strutture originarie. Il progetto strutturale affidato all’ingegnere Silvano Zorzi ha posto in opera soluzioni sperimentali con elementi in cemento armato precompresso, facendo dell’intervento su palazzo Mosconi un riferimento anche per le Soprintendenze. In tal senso è stato presentato dal Soprintendente ai Monumenti di Verona, arch. Pietro Gazzola, al Symposium dell’ICOMOS a Budapest nell’anno 1967. (Vedi rivista Monumentum n. XI-XII). Inoltre venne selezionato a partecipare al “Premio Cembureau 1975” per l’Anno Europeo del Patrimonio Architettonico relativamente ad “edifici ed opere in calcestruzzo che meglio si inseriscono in un ambiente storico” e successivamente pubblicato in numerosi articoli, volumi e tesi di laurea. Oggetto di approfondimento da parte della sezione di Verona di Italia Nostra l'edificio, cessata l’attività della Banca Cattolica nel 2000, dopo successive compravendite, ha subito interventi di adattamento ai nuovi usi residenziali che sino al 2018 non avevano interessato l’ala nord del palazzo, lasciata in stato di abbandono. Da questa data una volta messo all’asta l'immobile è stato frazionato per la vendita sul mercato immobiliare, ponendo a rischio il complesso nella sua interezza e in particolare rispetto all'intervento di Libero Cecchini. 
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Data Provvedimento:
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  • Altri Provvedimenti: 5 gennaio 1930, legge 164, del 20 giugno 1909; poi rinnovato il 21 aprile 1952, ai sensi dell’art. 71 della legge n. 1089 dell’1 giugno 1939
  • Foglio Catastale: 9
  • Particella: 441

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Brugnoli Pierpaolo, Guizzardi Alberto 1975 Libero Cecchini. La nuova sede della Banca Cattolica del Veneto a Verona «L'Industria italiana del cemento», n. 1 31-42 Si
Carbonara Giovanni 1981 Restauro e cemento in architettura A.I.T.E.C. Roma 116-117 Si
Vecchiato Maristella (a cura di) 2006 Il palazzo Mosconi, in Verona la guerra e la ricostruzione La Grafica Verona 254-260 Si
Vecchiato Maristella 2007 Verona. La guerra e la ricostruzione Rotary Club Verona Nord Verona 254 No
Marconato Lorenzo 2007 La demolizione e la costruzione del moderno nella città antica: cinque casi esemplari a Verona «ArchitettiVerona», n. 80 26-31 Si
Borgoni Barbara (a cura di) 2009 Libero Cecchini. Natura e archeologia al fondamento dell’architettura Alinea editrice Firenze 30-55 Si
Longhi Davide 2012 Architetture e città del Veneto Il Poligrafo Padova 984 No
Borgoni Barbara, Ottaviani Giorgia 2013 Il valore e il ruolo dell’architettura moderna, tra conservazione, indifferenza e distruzione. Il caso di Palazzo Mosconi a Verona (1969-1973), in “Strategie e programmazione della conservazione e trasmissibilità del patrimonio culturale Edizioni Scientifiche Fidei Signa - Roma 80-87 Si
Donisi Nicola 2014 Un museo per le tradizioni e la cultura di Verona. Proposta di valorizzazione e tutela del patrimonio veronese in Palazzo Mosconi” Nicola Donisi, tesi di laurea magistrale al PoliMI (relatore Prof.ssa Barbara Bogoni) - 2014 Politecnico di Milano No
Ottaviani Giorgia (laurenda) 2016 Libero Cecchini architetto a Verona dal secondo dopoguerra agli anni ottanta, Giorgia Ottaviani tesi di dottorato di Ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici al PoliMI (relatori Prof.ssa M.A. Crippa, Prof. F. Doglioni) - 2016 Politecnico di Milano No
Cavarzere Alessia, Dal Cengio Francesca (Laurende) 2018 Palazzo Mosconi a Verona: recupero dell'innesto Novecentesco e valorizzazione delle stratificazioni architettoniche / laureande Alessia Cavarzere, Francesca Dal Cengio ; relatrice Sara Di Resta ; correlatore Paolo Faccio ; collaboratori Giorgio Danesi, Enrico Toniato Università Iuav Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Prospetto, via Catullo Prospetto, via Catullo Paola Placentino
Dettaglio portale d'ingresso, via Catullo Dettaglio portale d'ingresso, via Catullo Paola Placentino
Atrio d'accesso di palazzo Mosconi Atrio d'accesso di palazzo Mosconi Paola Placentino
Facciata di palazzo Mosconi Facciata di palazzo Mosconi Paola Placentino
Pavimentazione su via del Guasto Pavimentazione su via del Guasto Paola Placentino
Accessi su via del Guasto Accessi su via del Guasto Paola Placentino
Prospetto su via del Guasto Prospetto su via del Guasto Paola Placentino
Dettaglio su via del Guasto Dettaglio su via del Guasto Paola Placentino
Canna fumaria Canna fumaria Paola Placentino
Pianta piano terra Pianta piano terra
Pianta piano primo Pianta piano primo
Pianta piano secondo Pianta piano secondo
Sezione Sezione
Spacato assonometrico della parte ricostruita Spacato assonometrico della parte ricostruita Associazione Culturale Architetto Libero Cecchini
Scala elicaidale Scala elicaidale Associazione Culturale Architetto Libero Cecchini
Interno Interno Associazione Culturale Architetto Libero Cecchini
Interno con la scala elicoidale Interno con la scala elicoidale Associazione Culturale Architetto Libero Cecchini
Interno Interno Associazione Culturale Architetto Libero Cecchini
Vista dall'alto della scala; Interno con la vista verso il cortile Vista dall'alto della scala; Interno con la vista verso il cortile Associazione Culturale Architetto Libero Cecchini

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGCC - Segretariato Regionale per il Veneto
Titolare della ricerca: Università di Padova - Dipartimento Beni Culturali
Responsabile scientifico: Elena Svalduz, Stefano Zaggia


Scheda redatta da Martina Massaro
creata il 09/11/2021
ultima modifica il 13/06/2024