Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

PISCINA SANTA BONA

Scheda Opera

  • Prospetto nord-est, dettaglio delle scale esterne nei pressi delle tribune della piscina all'aperto
  • Planimetria di progetto e sezione longitudinale
  • Vista dell'interno
  • Foto di cantiere
  • Vista del prospetto sud-est, dettaglio
  • Interno, dettaglio della copertura sulla vasca
  • Comune: Treviso
  • Denominazione: PISCINA SANTA BONA
  • Indirizzo: Viale Europa, N. 40
  • Data: 1968 - 1972
  • Tipologia: Attrezzature sportive
  • Autori principali: Giuseppe Davanzo
Descrizione

Il progetto si inserisce a completamento del Quartiere Coordinato, poi chiamato San Liberale, sorto nel 1958 all'interno del piano INA-Casa . Gli edifici residenziali sono completati nel 1963 e nel 1967 inizia l'iter amministrativo per il completamento dell'intervento con strutture di servizio per la collettività tra cui il complesso natatorio. Il lotto prescelto è collocato a nord ovest della città di Treviso e a nord del Quartiere Coordinato in un'area che il comune aveva già destinato ad impianti sportivi e risultava già integrata nella rete dei servizi urbani. Approvato il capitolato speciale d'appalto nel 1968, il comune invita 29 imprese ad associarsi a gruppi di progettazione per proporre progetti esecutivi che comprendano: due piscine coperte, un piscina olimpionica scoperta, un campo per la pallacanestro e un solarium. Tra i cinque progetti concorrenti è scelto quello dell'impresa Antoniazzi di Vittorio Veneto che apre i lavori nel 1970. Il 29 maggio 1981 l'architetto Giuseppe Davanzo con l'architetto Giuliano Gemin, l'ingegnere Giandomenico Cocco e il geometra Primo Rudatis, presentano al comune una proposta per l'ampliamento della palestra che non troverà approvazione.
Il progetto dispone nel lotto in successione, da ovest a est, due corpi di fabbrica, ovvero la palestra polifunzionale e la piscina coperta, cui si affianca la piscina scoperta. La palestra, delle dimensioni adatte al gioco della pallacanestro e della pallavolo, poteva ospitare 1200 spettatori sui due ordini di gradinate, disposte sui lati più lunghi del campo. Gli spazi al disotto della gradinate consentono la collocazione di spogliatoi, magazzino e anche dell'alloggio del custode. La piscina ospita una vasca a otto corsie, una vasca-scuola per principianti e un bar in comunicazione diretta con l'esterno; inoltre condivide gli spogliatoi con l'adiacente piscina scoperta. Completa il progetto a sud-est un'area a verde attrezzato (con un solarium e campi da tennis) che non venne realizzata.
La struttura è realizzata interamente in calcestruzzo armato faccia a vista, gettato in opera per i setti perimetrali e prefabbricato-precompresso per le travi di copertura e per le gradinate. L'involucro esterno è caratterizzato dalla posa dei setti in c.a. accostati ai pilastri con sezione a C, concavi verso l'esterno; le concavità generano fasce verticali ombreggiate che si alternano alle superfici scabre dei setti gettati in opera. I pilastri sono punto di appoggio di grandi travi trapezoidali cave, disposte sul lato minore. La scelta di Davanzo permette, tra l'orditura principale di copertura e l'orditura secondaria, la posa di lucernari per l'illuminazione indiretta dall'alto dei campi da gioco. Il sistema principale di copertura corre parallelo alla facciata d'ingresso e si colloca ad altezze diverse in funzione dell'articolazione degli spazi sottostanti (ad es. le gradinate).
La mancanza di manutenzione e le necessità di adeguamento impiantistico hanno portato alla chiusura dell'impianto nel 1996. Dopo aver discusso anche una proposta di demolizione, il comune ha intrapreso tra il 2003 e il 2004 lavori di manutenzione straordinaria, che hanno compreso anche la costruzione di una nuova vasca esterna, l'ampliamento degli spogliatoi e la realizzazione di un nuovo fabbricato d'ingresso con bar e biglietteria addossato all'estremità del prospetto nord. I lavori hanno introdotto alterazioni sul fabbricato rilevabili anche all'esterno, come la colorazione di porzioni del calcestruzzo in bianco o azzurro.

Info
  • Progetto: 1968 - 1971
  • Esecuzione: 1970 - 1972
  • Committente: Comune di Treviso
  • Proprietà: Proprietà pubblica
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Impresa Antoniazzi (Vittorio Veneto) Impresa esecutrice Esecuzione NO
Giandomenico Cocco Progetto architettonico Progetto NO
Giandomenico Cocco Progetto strutturale Progetto NO
Giuseppe Davanzo Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=58232 SI
Luciano Gemin Progetto architettonico Progetto NO
Primo Rudatis Collaboratore Progetto NO
  • Strutture: calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: calcestruzzo a vista
  • Coperture: calcestruzzo armato precompresso prefabbricato
  • Serramenti: metallici
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Discreto
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Ottimo

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Il progetto dispone nel lotto in successione, da ovest a est, due corpi di fabbrica, ovvero la palestra polifunzionale e la piscina coperta, cui si affianca la piscina scoperta. La palestra, delle dimensioni adatte al gioco della pallacanestro e della pallavolo, poteva ospitare 1200 spettatori sui due ordini di gradinate, disposte sui lati più lunghi del campo. Gli spazi al disotto della gradinate consentono la collocazione di spogliatoi, magazzino e anche dell'alloggio del custode. La piscina ospita una vasca a otto corsie, una vasca-scuola per principianti e un bar in comunicazione diretta con l'esterno; inoltre condivide gli spogliatoi con l'adiacente piscina scoperta. Completa il progetto a sud-est un'area a verde attrezzato (con un solarium e campi da tennis) che non venne realizzata.
La struttura è realizzata interamente in calcestruzzo armato faccia a vista, gettato in opera per i setti perimetrali e prefabbricato-precompresso per le travi di copertura e per le gradinate. L'involucro esterno è caratterizzato dalla posa dei setti in c.a. accostati ai pilastri con sezione a C, concavi verso l'esterno; le concavità  generano fasce verticali ombreggiate che si alternano alle superfici scabre dei setti gettati in opera. I pilastri sono punto di appoggio di grandi travi trapezoidali cave, disposte sul lato minore. La scelta di Davanzo permette, tra l'orditura principale di copertura e l'orditura secondaria,  la posa di lucernari per l'illuminazione indiretta dall'alto dei campi da gioco. Il sistema principale di copertura corre parallelo alla facciata d'ingresso e si colloca ad altezze diverse in funzione dell'articolazione degli spazi sottostanti (ad es. le gradinate).
La mancanza di manutenzione e le necessità di adeguamento impiantistico hanno portato alla chiusura dell'impianto nel 1996. Dopo aver discusso anche una proposta di demolizione, il comune ha intrapreso tra il 2003 e il 2004 lavori di manutenzione straordinaria, che hanno compreso anche la costruzione di una nuova vasca esterna, l'ampliamento degli spogliatoi e la realizzazione di un nuovo fabbricato d'ingresso con bar e biglietteria addossato all'estremità del prospetto nord. I lavori hanno introdotto alterazioni sul fabbricato rilevabili anche all'esterno, come la colorazione di porzioni del calcestruzzo in bianco o azzurro.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Gregotti Vittorio 1958 Quartiere sovvenzionato a Treviso «Casabella continuità», n. 221 23-32 Si
Santini Pier Carlo 1968 Immagini di architettura veneta «Ottagono», III, n. 9 100-105 No
1968 Giunti in municipio i progetti per i nuovi impianti natatori «Gazzettino Treviso», 13 dicembre 4 Si
1969 Il complesso sportivo di Santa Bona colma una grave lacuna nella città «Tarvisium», I, n. 3 1-4 Si
Màdaro Adriano 1969 Treviso: una piscina da mezzo miliardo «Avvenire», 6 marzo 8 No
1969 Tre piscine e una palestra per colmare un'annosa lacuna «Gazzettino, Treviso», 2 marzo 4 No
Santini Pier Carlo 1972 Architetture di Giuseppe Davanzo «Ottagono», VII, n. 24 63-73 Si
Santini Pier Carlo, Riva Gianna 1978 Complesso sportivo a Treviso «L'industria italiana del cemento», XLVIII, n. 7-8 519-534 Si
Ceccato Ermenegildo, Polo Guglielmo 1979 Santa Bona di Treviso Cassa di Risparmio della marca Trevigiana Treviso No
Santini Pier Carlo 1979 Breve viaggio nelle Venezie «Ottagono», XIV, n. 54 41-47 No
Brunetta Ernesto 2003 Storia di Treviso. L'età contemporanea Marsilio Venezia No
Antico Maria 2005 Giuseppe Davanzo, il mestiere dell'architetto Skira Milano 66-69 Si
Ferrario Viviana 2012 Urbanistica e pianificazione nel Veneto 1972-1992 Marsilio Venezia No
Visti Navone Annalisa (a cura di) 2017 Giuseppe Davanzo. A margine del mestiere Il Poligrafo Padova 95-127 Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Prospetto nord-est, dettaglio delle scale esterne nei pressi delle tribune della piscina all'aperto Prospetto nord-est, dettaglio delle scale esterne nei pressi delle tribune della piscina all'aperto tratto da - Antico 2005
Planimetria di progetto e sezione longitudinale Planimetria di progetto e sezione longitudinale tratto da - Antico 2005
Vista dell'interno Vista dell'interno tratto da - Antico 2005
Foto di cantiere Foto di cantiere tratto da - Visti Navone 2017
Vista del prospetto sud-est, dettaglio Vista del prospetto sud-est, dettaglio tratto da - Visti Navone 2017
Interno, dettaglio della copertura sulla vasca Interno, dettaglio della copertura sulla vasca tratto da - Visti Navone 2017

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGCC - Segretariato Regionale per il Veneto
Titolare della ricerca: Università di Padova - Dipartimento Beni Culturali
Responsabile scientifico: Elena Svalduz; Stefano Zaggia


Scheda redatta da Paola Placentino
creata il 17/01/2022
ultima modifica il 16/04/2024