Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CENTRO INTERNAZIONALE LORIS MALAGUZZI EX AREA LOCATELLI

Scheda Opera

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  • Vista esterni - facciata preesistenza
  • Vista esterni - facciata preesistenza
  • Comune: Reggio nell'Emilia
  • Località: Santa Croce
  • Denominazione: CENTRO INTERNAZIONALE LORIS MALAGUZZI EX AREA LOCATELLI
  • Indirizzo: Viale Bernardino Ramazzini, N.72
  • Data: 1999 - 2013
  • Tipologia: Interventi di recupero e trasformazione
  • Autori principali: Tullio Zini, Michele Zini, Mattia Parmiggiani, Alessandro Ansaloni
Descrizione

Il Centro Internazionale Loris Malaguzzi è nato dal recupero degli edifici ex-Locatelli, marchio agroindustriale di riferimento per la città, posto nella zona nord di Reggio Emilia, a ridosso della stazione ferroviaria, nel quartiere di Santa Croce. Il complesso è costituito dalla Palazzina principale a due piani con motivi ornamentali in stile Liberty, due fabbricati adibiti a magazzino di maturazione del formaggio, la casa del custode. È un luogo rivolto sia ai bambini che agli adulti, destinato alla ricerca, un luogo in grado di supportare e stimolare i singoli e differenti percorsi di crescita, che viene plasmato dalla attività e dalla progettualità dei bambini, degli insegnanti, dei ricercatori.
Gli edifici Locatelli, chiaro esempio di intelligente architettura industriale degli anni ‘20, da magazzini di stagionatura del formaggio sono stati acquistati dal Comune di Reggio Emilia per essere destinati a Centro Internazionale dell’infanzia, quale coronamento di un percorso sociale e di impegno di tutti i cittadini e delle istituzioni pubbliche locali.
Il Centro si inserisce dunque in un quartiere destinato per un lungo periodo ad area industriale, caratterizzato da ampie trasformazioni urbane e sociali. La progettazione è stata assegnata grazie alla vittoria del concorso nazionale di idee indetto dal Comune di Reggio Emilia nel 1999, successivamente all’acquisizione delle aree nel 1998.
Il centro - dedicato al pedagogista Loris Malaguzzi e inaugurato in parte nel febbraio 2006 – ospita la sede di Reggio Children e una serie di spazi destinati ad atelier, comunicazione multimediale, luoghi per la formazione e la ricerca, zone ludiche, un ristorante e una sala convegni modulare da 400 posti, per una superficie complessiva di circa 12000 mq.
Sotto l’aspetto urbanistico il nuovo Centro Internazionale si trova in una situazione ottimale, vista la vicinanza con la stazione ferroviaria, con quella degli autobus ed al grande parcheggio scambiatore da 900 auto che serve le due stazioni. È facilmente raggiungibile sia a livello locale, nazionale ed anche internazionale, potenziato, inoltre, dal nuovo sottopasso della stazione che crea un accesso diretto anche dal centro storico della città.
Uno degli obiettivi progettuali è stato il forte rispetto del patrimonio industriale, miscelando segni contemporanei con l’identità degli edifici esistenti. Il progetto infatti cerca di fare risaltare la dignità architettonica dell’area Locatelli – esempio di cura dei luoghi industriali – e al tempo stesso di pulire, valorizzare e inserire, come un ospite dialogante, il mondo del contemporaneo e dell’infanzia.
Il progetto, fondante sul tema della polisensorialità e la flessibilità degli spazi necessari ad un ambiente per l’infanzia, con un occhio all’asciuttezza e alla linearità del luogo, ha portato un nuovo linguaggio dry pop, connotato da segni freschi, espressivi e semplici, colori puliti, a vasta campitura, con intorni cromatici sempre limitati all’interno di ogni ambiente.
La tecnologia è presente ma volutamente nascosta: il digitale consente di fornire servizi senza vincoli funzione-forma, rispettando i decori e i vincoli della preesistenza Liberty.
Il complesso industriale esistente presentava un impianto organizzativo molto chiaro e razionale: una serie parallela di gallerie servivano i depositi del formaggio disposti a pettine. Si trattava di un sistema lineare, con una testata direzionale, la villa, e la serie delle gallerie e dei depositi.
L’intervento sfrutta questa chiarezza d’impianto mutando la distribuzione complessiva, inserendo un grande atrio di ingresso nel cortile centrale. Da questo nuovo spazio baricentrico si diramano tutti i percorsi che connettono le varie attività. Pertanto, il progetto, basandosi sullo schema elementare di partenza, fatto di gallerie parallele collegate tra di loro da percorsi esterni, crea una maglia tridimensionale di percorsi ortogonali tutti all’interno degli edifici, che li connettono sia orizzontalmente che verticalmente. Questo complesso sistema di percorsi permette di connettere tutte le attività e al tempo stesso di utilizzarle in modo separato per ottimizzarne l’uso. Tale flessibilità, che è prevista anche nell’organizzazione separata degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, non solo rende autonome le diverse attività, ma consente di dilatare i tempi di utilizzo delle strutture ai tempi serali, come per il ristorante, la sala riunioni o le mostre, con evidenti vantaggi in termini di gestione.
In stretta connessione con il progetto pedagogico, l’intervento d’interni si è basato sulla possibilità di restituire un ambiente ricco dal punto di vista sensoriale, stimolante, di supporto ai processi cognitivi dei bambini.
Materiali con grana, ruvidi e tramati affiancati a materiali lisci, finiture lucide e opache, finiture antiche (le colonne in cemento, i mattoni dei muri, le capriate in legno) e contemporanee, colori iconici e filmici.
La tavolozza dei colori si allontana dai colori accesi e utilizza tinte che si armonizzano con il legno e la pietra esistenti, colori luminosi, presenti in una sorta di bicromia tra colore-materiali e colore filmico.
Le luci sono pensate per aggiungere morbidezza, con caratteristiche luminose diverse, per fornire diversi tipi di colore di luce e generare diversi tipi di ombre.
Di fianco ai laboratori sono previsti spazi per il lavoro all’aperto, protetti con strutture in legno, recintati da piccoli giardini pensati in modo da offrire, nel corso delle stagioni, colori e profumi diversi.
Il piccolo parco a nord-est prevede un verde “costruito” con quadri di essenze diverse per consistenza ed altezza, che creano una serie di percorsi e slarghi destinati ad ospitare i piccoli monumenti prodotti dai bambini dentro i laboratori. La terrazza al primo piano della villa principale è stata pensata come un giardino pensile, con aiuole, panche, piccoli gazebo, destinato al relax degli operatori e alle feste di ricevimento.

Info
  • Progetto: 1999 - 2011
  • Esecuzione: 2002 - 2013
  • Tipologia Specifica: Edificio scolastico, culturale
  • Committente: Comune di Reggio Emilia - Istituzione Nidi e Scuole d’Infanzia
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: Capannone industriale
  • Destinazione attuale: Centro internazionale per l’infanzia
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Alessandro Ansaloni Progetto Impianti Progetto SI
Andrea Branzi Consulente Progetto NO
Pablo H. Burgos Progetto architettonico Progetto NO
Sara Callioni Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://zpz-partners.squarespace.com/about-1 NO
Pier Luigi Cigarini Progetto strutturale Progetto NO
Serena Costruzioni Impresa esecutrice Esecuzione NO
Claudio Gobbi Progetto Impianti Progetto NO
Gabriele Lottici Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://gabrielelottici.it/ NO
Mattia Parmiggiani Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.mparchitects.it/it/mpa/ SI
Massimo Piacentini Progetto Impianti Progetto NO
Consart Soc. Coop. a.r.l. Impresa esecutrice Esecuzione NO
Davide Tavani Computista Progetto NO
Tullio Zini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://www.tulliozini.it/ SI
Michele Zini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://zpz-partners.squarespace.com/about-1 SI
Claudia Zoboli Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://zpz-partners.squarespace.com/about-1 NO
  • Strutture: Mista – Cemento armato, pareti portanti legno;
  • Materiale di facciata: Mista – Intonaco, policarbonato, pannelli sandwich;
  • Coperture: Capriate lignee;
  • Serramenti: Alluminio;
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Buono

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Gli edifici Locatelli, chiaro esempio di intelligente architettura industriale degli anni ‘20, da magazzini di stagionatura del formaggio sono stati acquistati dal Comune di Reggio Emilia per essere destinati a Centro Internazionale dell’infanzia, quale coronamento di un percorso sociale e di impegno di tutti i cittadini e delle istituzioni pubbliche locali.
Il Centro si inserisce dunque in un quartiere destinato per un lungo periodo ad area industriale, caratterizzato da ampie trasformazioni urbane e sociali. La progettazione è stata assegnata grazie alla vittoria del concorso nazionale di idee indetto dal Comune di Reggio Emilia nel 1999, successivamente all’acquisizione delle aree nel 1998. 
Il centro - dedicato al pedagogista Loris Malaguzzi e inaugurato in parte nel febbraio 2006 – ospita la sede di Reggio Children e una serie di spazi destinati ad atelier, comunicazione multimediale, luoghi per la formazione e la ricerca, zone ludiche, un ristorante e una sala convegni modulare da 400 posti, per una superficie complessiva di circa 12000 mq.
Sotto l’aspetto urbanistico il nuovo Centro Internazionale si trova in una situazione ottimale, vista la vicinanza con la stazione ferroviaria, con quella degli autobus ed al grande parcheggio scambiatore da 900 auto che serve le due stazioni. È facilmente raggiungibile sia a livello locale, nazionale ed anche internazionale, potenziato, inoltre, dal nuovo sottopasso della stazione che crea un accesso diretto anche dal centro storico della città.
Uno degli obiettivi progettuali è stato il forte rispetto del patrimonio industriale, miscelando segni contemporanei con l’identità degli edifici esistenti. Il progetto infatti cerca di fare risaltare la dignità architettonica dell’area Locatelli – esempio di cura dei luoghi industriali – e al tempo stesso di pulire, valorizzare e inserire, come un ospite dialogante, il mondo del contemporaneo e dell’infanzia. 
Il progetto, fondante sul tema della polisensorialità e la flessibilità degli spazi necessari ad un ambiente per l’infanzia, con un occhio all’asciuttezza e alla linearità del luogo, ha portato un nuovo linguaggio dry pop, connotato da segni freschi, espressivi e semplici, colori puliti, a vasta campitura, con intorni cromatici sempre limitati all’interno di ogni ambiente.
La tecnologia è presente ma volutamente nascosta: il digitale consente di fornire servizi senza vincoli funzione-forma, rispettando i decori e i vincoli della preesistenza Liberty.
Il complesso industriale esistente presentava un impianto organizzativo molto chiaro e razionale: una serie parallela di gallerie servivano i depositi del formaggio disposti a pettine. Si trattava di un sistema lineare, con una testata direzionale, la villa, e la serie delle gallerie e dei depositi. 
L’intervento sfrutta questa chiarezza d’impianto mutando la distribuzione complessiva, inserendo un grande atrio di ingresso nel cortile centrale. Da questo nuovo spazio baricentrico si diramano tutti i percorsi che connettono le varie attività. Pertanto, il progetto, basandosi sullo schema elementare di partenza, fatto di gallerie parallele collegate tra di loro da percorsi esterni, crea una maglia tridimensionale di percorsi ortogonali tutti all’interno degli edifici, che li connettono sia orizzontalmente che verticalmente. Questo complesso sistema di percorsi permette di connettere tutte le attività e al tempo stesso di utilizzarle in modo separato per ottimizzarne l’uso. Tale flessibilità, che è prevista anche nell’organizzazione separata degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, non solo rende autonome le diverse attività, ma consente di dilatare i tempi di utilizzo delle strutture ai tempi serali, come per il ristorante, la sala riunioni o le mostre, con evidenti vantaggi in termini di gestione.
In stretta connessione con il progetto pedagogico, l’intervento d’interni si è basato sulla possibilità di restituire un ambiente ricco dal punto di vista sensoriale, stimolante, di supporto ai processi cognitivi dei bambini.
Materiali con grana, ruvidi e tramati affiancati a materiali lisci, finiture lucide e opache, finiture antiche (le colonne in cemento, i mattoni dei muri, le capriate in legno) e contemporanee, colori iconici e filmici. 
La tavolozza dei colori si allontana dai colori accesi e utilizza tinte che si armonizzano con il legno e la pietra esistenti, colori luminosi, presenti in una sorta di bicromia tra colore-materiali e colore filmico. 
Le luci sono pensate per aggiungere morbidezza, con caratteristiche luminose diverse, per fornire diversi tipi di colore di luce e generare diversi tipi di ombre.
Di fianco ai laboratori sono previsti spazi per il lavoro all’aperto, protetti con strutture in legno, recintati da piccoli giardini pensati in modo da offrire, nel corso delle stagioni, colori e profumi diversi. 
Il piccolo parco a nord-est prevede un verde “costruito” con quadri di essenze diverse per consistenza ed altezza, che creano una serie di percorsi e slarghi destinati ad ospitare i piccoli monumenti prodotti dai bambini dentro i laboratori. La terrazza al primo piano della villa principale è stata pensata come un giardino pensile, con aiuole, panche, piccoli gazebo, destinato al relax degli operatori e alle feste di ricevimento. 
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- il ciclo della scuola primaria si è completato nell'anno scolastico 20013-14;
- l'ampliamento è stato realizzato nell'anno scolastico 2016-17;
Il primo corpo della scuola è frutto del recupero dell'edificio industriale di inizio Novecento, la Locatelli, ora sede del Centro internazionale, progettato dall'architetto Tullio Zini. A seguire è stata realizzata una progettazione di interior design, curata da ZPZ partners.
L’ampliamento della scuola, realizzato nel 2016-2017, invece, è stato progettato da EcosistemaUrbano, uno studio di architettura di Madrid. Questo progetto si è generato dopo un concorso bandito dalla Fondazione Reggio Children su invito a studi di giovani progettisti internazionali. Il gruppo di architetti vincitori del bando ha dato forma a un concept coerente con il corpo della scuola già esistente e al contempo con una interpretazione dello spazio e dei materiali costruttivi di linguaggio diverso.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela:
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 128
  • Particella: 76

Note

Il centro può essere definito una scuola “cantiere”, per la sua esperienza pedagogica e per la sua crescita progressiva nella conoscenza e negli spazi: - l'apertura nel febbraio 2009, con tre sezioni di scuola d'infanzia e la prima classe di primaria; - il ciclo della scuola primaria si è completato nell'anno scolastico 20013-14; - l'ampliamento è stato realizzato nell'anno scolastico 2016-17; Il primo corpo della scuola è frutto del recupero dell'edificio industriale di inizio Novecento, la Locatelli, ora sede del Centro internazionale, progettato dall'architetto Tullio Zini. A seguire è stata realizzata una progettazione di interior design, curata da ZPZ partners. L’ampliamento della scuola, realizzato nel 2016-2017, invece, è stato progettato da EcosistemaUrbano, uno studio di architettura di Madrid. Questo progetto si è generato dopo un concorso bandito dalla Fondazione Reggio Children su invito a studi di giovani progettisti internazionali. Il gruppo di architetti vincitori del bando ha dato forma a un concept coerente con il corpo della scuola già esistente e al contempo con una interpretazione dello spazio e dei materiali costruttivi di linguaggio diverso.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
2001 Atelier 3. Arredi per l'infanzia Reggio Children No
Michele Zini; Claudia Zoboli; Carla Rinaldi; Vea Vecchi; 2001 Atelier 3 furnishings for young children Grafitalia Reggio Emilia No
Reggio Children International Center 2006 Reggio Children Resources No
Luca Molinari (a cura di) 2007 Reggio Emilia. Scenari di qualità urbana Skira Milano No
Andrea Branzi 2009 Niños, espacios, relaciones Red Solare de School of Art and Comunication No
Michele Zini 2010 Colore e soft qualities il progetto colore negli ambienti per l’infanzia Architettare, n.7 No
Giulio Ceppi, Michele Zini (a cura di) 2011 Bambini, spazi, relazioni Reggio Children, Domus Academy No
Eva Minguet (a cura di) 2014 Kids Design Monsa No
Paola Cagliari, Marina Castagnetti (a cura di) 2016 Loris Malaguzzi and the schools of Reggio Emilia Routledge No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Dettagli - Interni Dettagli - Interni Gabriele Lottici
Dettagli - Interni Dettagli - Interni Gabriele Lottici
Dettagli - Interni Dettagli - Interni Gabriele Lottici
Dettagli - Capriate Dettagli - Capriate Gabriele Lottici
Vista esterni - volumi Vista esterni - volumi ZPZ Partners
Dettagli - Interni Dettagli - Interni ZPZ Partners
Dettagli - Interni Dettagli - Interni ZPZ Partners
Dettagli - Interni Dettagli - Interni ZPZ Partners
Elaborati - Prospetto Est Elaborati - Prospetto Est Gabriele Lottici
Vista esterni - facciata preesistenza Vista esterni - facciata preesistenza Mattia Parmiggiani
Vista esterni - facciata preesistenza Vista esterni - facciata preesistenza Mattia Parmiggiani

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGCC - Segretariato Regionale Emilia-Romagna
Titolare della ricerca: Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da
creata il 31/03/2022
ultima modifica il 05/03/2024