Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

EX ZUCCHERIFICIO ERIDANIA

Scheda Opera

  • Vista esterni - fronte strada
  • Vista esterni - fronte strada
  • Comune: Ferrara
  • Denominazione: EX ZUCCHERIFICIO ERIDANIA
  • Indirizzo: Via Giuseppe Saragat, N.1
  • Data: 1985 - 2012
  • Tipologia: Interventi di recupero e trasformazione
  • Autori principali: Stefano Marini
Descrizione

L’ex Zuccherificio Agricolo Ferrarese, posto in zona sud-ovest rispetto al centro storico, prossimo alla riva destra del Po di Volano, è un esempio di valorizzazione di strutture architettoniche di archeologia industriale.
Il progetto originario, inaugurato nel 1900 con il nome di “Zuccherificio Agricolo Ferrarese” - per opera dell’ingegnere Pietro Fortini e architetto Antonio Mazza – presentava le caratteristiche tipiche degli edifici industriali: serialità e regolarità nella disposizione degli elementi strutturali, eccezionalità delle dimensioni, uso di ferro, cemento e muratura a vista. In seguito all’ammodernamento della lavorazione, vennero realizzati diversi ampliamenti, anche in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, che resero necessari degli interventi di ricostruzione e l’aggiunta della sopraelevazione di un piano (il terzo), tutt’ora presente.
Tuttavia, nel 1968, la fabbrica fu completamente abbandonata a causa dello spostamento della produzione in altri siti della Regione e la città di Ferrara si trovò ad affrontare, tra le prime in Italia, il problema della riconversione urbanistica di un’ampia area di circa venti ettari, situata appena fuori dalle mura, e separata da queste dal corso degradato del Po di Volano.
Dopo circa vent’anni di abbandono, nel 1985 fu redatto il “Progetto per struttura espositiva del complesso dell’ex Zuccherificio Eridania”, per opera dell'architetto Stefano Marini. Lo scopo era quello di realizzare un intervento di archeologia industriale per ottenere una struttura fieristica in prossimità di un importante nodo infrastrutturale di accesso alla città, nel rispetto delle tipologie edilizie esistenti, di riorganizzare le aree esterne per il collegamento con la città, parcheggi e aree ricreative.
Il progetto, elaborato dall’UTECO (Ufficio Tecnico Cooperativo) nel 1985, vide l’avvio dei lavori del primo stralcio nel 1987, per conto del Comune di Ferrara proprietario del complesso.
Con esso si prevedeva il restauro di tipo scientifico degli edifici esistenti, da destinare ad attività fieristiche ed espositive, rendendo disponibili circa 6.000 mq coperti e 15 ha di terreno circostante, da adibire ad aree verdi, parcheggi ed esposizioni all’aperto.
Per via delle complesse implicazioni del progetto, l’UTECO e il Comune di Ferrara decisero di avvalersi di personalità di spicco del mondo accademico e professionale: l’architetto Giuseppe Gambirasio, insieme ai professori Loris Macci e Guglielmo Zambrini.
“Il progetto avrebbe dovuto risolvere una serie complessa di problemi, che andavano oltre il semplice recupero del patrimonio edilizio di archeologia industriale, per sviluppare un nuovo rapporto tra la città ed il suo territorio, coinvolgendo dunque la sistemazione delle aree limitrofe e buona parte della rete stradale circostante.
Il primo tema da affrontare consisteva nel rivitalizzare, come «continuum» urbano, una parte della città che dopo essere stata in passato troppo «specializzata» in senso industriale, con la chiusura dell’attività si trovava improvvisamente emarginata. Perciò, lo sforzo maggiore del progetto fu rivolto al superamento della separatezza dell’area, per instaurare un nuovo rapporto sia col vicino centro storico sia con le espansioni a sud del Po di Volano, verso Foro Boario e Via Bologna.
Il secondo punto d’interesse riguardava la possibilità di effettuare una concreta sperimentazione di recupero di questo grande parco di archeologia industriale, del quale il progetto proponeva un rigoroso restauro, sia dei manufatti edilizi che dei “segni” del paesaggio industriale.
Infine, il terzo punto d’interesse riguardava il tentativo di rimettere a «sistema urbano» parti distinte (e fino ad oggi autonome) della città: l’area ex Eridania, le nuove espansioni residenziali, il centro storico, le diverse infrastrutture di viabilità e di trasporto, le nuove funzioni urbane di uso pubblico: espositive, turistiche e per il tempo libero, per la ricerca avanzata, culturali, per la riorganizzazione della mobilità, ecc.” (A. Guzzon, 2009).
Negli anni Ottanta, il progetto di recupero architettonico venne realizzato, ma l’obiettivo iniziale di dotare la città di un centro fieristico non decollava, e per diversi anni il complesso rimase sostanzialmente inutilizzato.
Al fine di tutelare l’intervento dallo stato di abbandono precedente, nel 1990 il complesso di proprietà del Comune di Ferrara venne ceduto all’Università di Ferrara, per realizzare inizialmente la nuova sede della facoltà di Ingegneria (1995), avviando così la trasformazione di una zona ormai periferica in un centro di alta formazione e di ricerca: l’attuale Polo Scientifico-tecnologico.
Il progetto per la nuova Università vide la demolizione di alcuni edifici strettamente legati alla produzione e, successivamente all’inaugurazione della nuova sede di Ingegneria nell’ottobre del 1995, iniziò la costruzione di nuovi volumi. Infatti, con l’insediamento di Ingegneria si ebbe la conferma delle ottime potenzialità di sviluppo di quell’area anche come polo scientifico-tecnologico, così che in essa si pensò di collocare anche una serie di tre edifici destinati ad ospitare uffici e laboratori, oltre a quelli del le grandi attrezzature scientifiche per l’acustica e le prove dei materiali: uno fu destinato al Dipartimento di Fisica (IFN), un altro a Scienze della Terra, Informatica e al Consorzio Ferrara Ricerche e un terzo al Dipartimento di Ingegneria. Ad essi si doveva poi affiancare l’Incubatore di impresa – completato nel 2008 – destinato ad ospitare una decina di società spin-off dell’Ateneo e supportarle nella fase di avvio delle loro attività.
Il terremoto del maggio 2012 ha danneggiato gravemente gli edifici del complesso, soprattutto la ciminiera, e la Direzione Regionale del MiBACT ha autorizzato l'Università a mettere in sicurezza la struttura.
Attualmente l'ex complesso industriale è costituito da diversi edifici opportunamente riprogettati, ristrutturati e restaurati per essere destinati alle nuove funzioni dell'Università di Ferrara.
Tra questi, in particolare si cita "Agorà", situato nell'area centrale dell'ex complesso industriale. Si tratta di una grande piazza aperta, a pianta rettangolare, attualmente priva di copertura. La struttura, costituita in muratura portante faccia a vista, rimanda chiaramente alla natura industriale del luogo.
Il perimetro dell’Agorà, distribuito su due livelli separati da un’ampia scala, è caratterizzato da grandi aperture di forma regolare con architrave ad arco a spicchi e cornice – esternamente in mattoni faccia a vista e internamente rivestite con intonaco.
In conclusione, si può affermare che il progetto dell’Ex Zuccherificio Eridania rappresenta un esempio riuscito di restauro che, oltre a testimoniare la validità della metodologia dell’archeologia industriale, può essere apprezzato anche come progetto culturale di rispetto del territorio e della sua storia, di memoria sociale di una cultura produttiva-industriale, simbolo del rapporto nascente tra città storica e periferia.

Info
  • Progetto: 1985 - 2007
  • Esecuzione: 1987 - 2012
  • Tipologia Specifica: Polo Scientifico-tecnologico Università di Ferrara
  • Committente: Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara, Università di Ferrara
  • Proprietà: proprietà Ente pubblico territoriale
  • Destinazione originaria: Complesso industriale
  • Destinazione attuale: Polo scientifico universitario
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Giuseppe Gambirasio Collaboratore Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=21417&RicProgetto=architetti NO
Roberto Leoni Progetto architettonico Progetto NO
Loris G. Macci Collaboratore Progetto Visualizza Profilo https://www.studiomacciarchitetti.com/chi-siamo/ NO
Stefano Marini Progetto architettonico Progetto SI
Davide Rubbini Progetto architettonico Progetto NO
Edilfrair Costruzioni Generali S.p.A. Impresa esecutrice Esecuzione NO
Guglielmo Zambrini Collaboratore Progetto NO
  • Strutture: Mista – cemento armato, muratura portante;
  • Materiale di facciata: Mattoni faccia a vista;
  • Coperture: Falde inclinate
  • Serramenti: Alluminio
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Discreto
  • Stato Coperture: Buono
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Tuttavia, nel 1968, la fabbrica fu completamente abbandonata a causa dello spostamento della produzione in altri siti della Regione e la città di Ferrara si trovò ad affrontare, tra le prime in Italia, il problema della riconversione urbanistica di un’ampia area di circa venti ettari, situata appena fuori dalle mura, e separata da queste dal corso degradato del Po di Volano.
Dopo circa vent’anni di abbandono, nel 1985 fu redatto il “Progetto per struttura espositiva del complesso dell’ex Zuccherificio Eridania”, per opera dell'architetto Stefano Marini. Lo scopo era quello di realizzare un intervento di archeologia industriale per ottenere una struttura fieristica in prossimità di un importante nodo infrastrutturale di accesso alla città, nel rispetto delle tipologie edilizie esistenti, di riorganizzare le aree esterne per il collegamento con la città, parcheggi e aree ricreative.
Il progetto, elaborato dall’UTECO (Ufficio Tecnico Cooperativo) nel 1985, vide l’avvio dei lavori del primo stralcio nel 1987, per conto del Comune di Ferrara proprietario del complesso. 
Con esso si prevedeva il restauro di tipo scientifico degli edifici esistenti, da destinare ad attività fieristiche ed espositive, rendendo disponibili circa 6.000 mq coperti e 15 ha di terreno circostante, da adibire ad aree verdi, parcheggi ed esposizioni all’aperto. 
Per via delle complesse implicazioni del progetto, l’UTECO e il Comune di Ferrara decisero di avvalersi di personalità di spicco del mondo accademico e professionale: l’architetto Giuseppe Gambirasio, insieme ai professori Loris Macci e Guglielmo Zambrini. 
“Il progetto avrebbe dovuto risolvere una serie complessa di problemi, che andavano oltre il semplice recupero del patrimonio edilizio di archeologia industriale, per sviluppare un nuovo rapporto tra la città ed il suo territorio, coinvolgendo dunque la sistemazione delle aree limitrofe e buona parte della rete stradale circostante. 
Il primo tema da affrontare consisteva nel rivitalizzare, come «continuum» urbano, una parte della città che dopo essere stata in passato troppo «specializzata» in senso industriale, con la chiusura dell’attività si trovava improvvisamente emarginata. Perciò, lo sforzo maggiore del progetto fu rivolto al superamento della separatezza dell’area, per instaurare un nuovo rapporto sia col vicino centro storico sia con le espansioni a sud del Po di Volano, verso Foro Boario e Via Bologna. 
Il secondo punto d’interesse riguardava la possibilità di effettuare una concreta sperimentazione di recupero di questo grande parco di archeologia industriale, del quale il progetto proponeva un rigoroso restauro, sia dei manufatti edilizi che dei “segni” del paesaggio industriale. 
Infine, il terzo punto d’interesse riguardava il tentativo di rimettere a «sistema urbano» parti distinte (e fino ad oggi autonome) della città: l’area ex Eridania, le nuove espansioni residenziali, il centro storico, le diverse infrastrutture di viabilità e di trasporto, le nuove funzioni urbane di uso pubblico: espositive, turistiche e per il tempo libero, per la ricerca avanzata, culturali, per la riorganizzazione della mobilità, ecc.” (A. Guzzon, 2009).
Negli anni Ottanta, il progetto di recupero architettonico venne realizzato, ma l’obiettivo iniziale di dotare la città di un centro fieristico non decollava, e per diversi anni il complesso rimase sostanzialmente inutilizzato. 
Al fine di tutelare l’intervento dallo stato di abbandono precedente, nel 1990 il complesso di proprietà del Comune di Ferrara venne ceduto all’Università di Ferrara, per realizzare inizialmente la nuova sede della facoltà di Ingegneria (1995), avviando così la trasformazione di una zona ormai periferica in un centro di alta formazione e di ricerca: l’attuale Polo Scientifico-tecnologico.
Il progetto per la nuova Università vide la demolizione di alcuni edifici strettamente legati alla produzione e, successivamente all’inaugurazione della nuova sede di Ingegneria nell’ottobre del 1995, iniziò la costruzione di nuovi volumi. Infatti, con l’insediamento di Ingegneria si ebbe la conferma delle ottime potenzialità di sviluppo di quell’area anche come polo scientifico-tecnologico, così che in essa si pensò di collocare anche una serie di tre edifici destinati ad ospitare uffici e laboratori, oltre a quelli del le grandi attrezzature scientifiche per l’acustica e le prove dei materiali: uno fu destinato al Dipartimento di Fisica (IFN), un altro a Scienze della Terra, Informatica e al Consorzio Ferrara Ricerche e un terzo al Dipartimento di Ingegneria. Ad essi si doveva poi affiancare l’Incubatore di impresa – completato nel 2008 – destinato ad ospitare una decina di società spin-off dell’Ateneo e supportarle nella fase di avvio delle loro attività.
Il terremoto del maggio 2012 ha danneggiato gravemente gli edifici del complesso, soprattutto la ciminiera, e la Direzione Regionale del MiBACT ha autorizzato l'Università a mettere in sicurezza la struttura.
Attualmente l'ex complesso industriale è costituito da diversi edifici opportunamente riprogettati, ristrutturati e restaurati per essere destinati alle nuove funzioni dell'Università di Ferrara. 
Tra questi, in particolare si cita "Agorà", situato nell'area centrale dell'ex complesso industriale. Si tratta di una grande piazza aperta, a pianta rettangolare, attualmente priva di copertura. La struttura, costituita in muratura portante faccia a vista, rimanda chiaramente alla natura industriale del luogo. 
Il perimetro dell’Agorà, distribuito su due livelli separati da un’ampia scala, è caratterizzato da grandi aperture di forma regolare con architrave ad arco a spicchi e cornice – esternamente in mattoni faccia a vista e internamente rivestite con intonaco. 
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 158
  • Particella: 1030

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Giovanni Guerzoni, Roberto Roda 1992 Il tempo delle ciminiere: censimento fotografico del patrimonio storico industriale della provincia di Ferrara Padova No
Lucio Scardino 1995 Itinerari di Ferrara moderna Alinea Editrice Firenze No
Alberto Guzzon 2009 L'ex zuccherificio Eridania, simbolo di un nuovo rapporto tra città e periferia La pianura: rivista economica della Camera di commercio, industria e agricoltura di Ferrara, n. 3 Ferrara No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
"L'ex zuccherificio Eridania, simbolo di un nuovo rapporto tra città e periferia" Alberto Guzzon in
"L'ex zuccherificio Eridania, simbolo di un nuovo rapporto tra città e periferia" Alberto Guzzon in "La Pianura, n.9", 2009
"L'ex zuccherificio Eridania, simbolo di un nuovo rapporto tra città e periferia" Alberto Guzzon in "La Pianura, n.9", 2009
"L'ex zuccherificio Eridania, simbolo di un nuovo rapporto tra città e periferia" Alberto Guzzon in "La Pianura, n.9", 2009
"L'ex zuccherificio Eridania, simbolo di un nuovo rapporto tra città e periferia" Alberto Guzzon in "La Pianura, n.9", 2009
Vista esterni - fronte strada Vista esterni - fronte strada
Vista esterni - fronte strada Vista esterni - fronte strada

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGCC - Segretariato Regionale Emilia-Romagna
Titolare della ricerca: Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da
creata il 19/04/2022
ultima modifica il 04/03/2024