Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

BOLOGNA SHOAH MEMORIAL

Scheda Opera

  • Elaborati - Planimetria generale
  • Elaborati - Sezioni
  • Vista esterni - piazza
  • Vista esterni - piazza
  • Vista laterale- memoriale
  • Dettagli - passaggio
  • Dettagli - passaggio interno
  • Dettagli - illuminazione
  • Vista esterni - notturna
  • Vista esterni - piazza
  • Comune: Bologna
  • Località: Navile
  • Denominazione: BOLOGNA SHOAH MEMORIAL
  • Indirizzo: Via Giacomo Matteotti / Via dè Carracci
  • Data: 2015 - 2016
  • Tipologia: Monumenti
  • Autori principali: Lorenzo Catena, Chiara Cucina, Onorato Di Manno, Andrea Tanci
Descrizione

Il Bologna Shoah Memorial è l’esito di un concorso internazionale bandito dalla comunità ebraica di Bologna nel 2015, patrocinato dal Consiglio nazionale degli architetti, con la giuria presieduta da Peter Eisenman, autore del memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa a Berlino.
L’opera è stata collocata nella piazza delineata dalla nuova stazione dell’Alta Velocità di Bologna - all’incrocio tra via de’ Carracci e ponte Matteotti, volutamente inserita in un grande spazio aperto come un segno di forte impatto emotivo, simbolo che invita tutti coloro che la vedono a riflettere sulla tragedia dell’Olocausto, e al tempo stesso con l’obiettivo di creare un nuovo polo connettivo nella città.
L'area, infatti, si è mostrata incline a una nuova identità ancora da plasmare e aperta al passaggio delle persone, in quanto non presenta le connotazioni tipiche di una piazza comune ma risulta un incrocio tra due grandi strade aperte alle auto, ai pedoni e alle biciclette, al confine del centro storico e alle porte di un quartiere multiculturale. Proprio per questo suo carattere di totale apertura, essendo una vera e propria terrazza sulla ferrovia, è una zona di grande visibilità e accessibilità oltre che un polo urbano in sviluppo.
L’esito del concorso ha visto come protagonista lo studio SET Architects: gruppo di giovani architetti (di età media di circa 30 anni) composto da Onorato di Manno, Andrea Tanci, Lorenzo Catena, Chiara Cucina.
Il monumento, alto complessivamente 10 metri e con un ingombro a terra pari a 4 x 10 metri, è composto da due blocchi parallelepipedi posizionati vicini tra loro e disposti perpendicolarmente alle mura preesistenti della piazza. I due elementi si fronteggiano lasciando spazio ad un passaggio interno, che diventa sempre più stretto: partendo, infatti, da una larghezza di 1,60 m arriva a restringersi a soli 80 cm. Questa drastica variazione di sezione ha lo scopo di incutere nel visitatore un senso di oppressione, e lo porta a ripercorrere e rievocare i luoghi di morte affinché non vengano dimenticate le atrocità del passato.
Inoltre, sulle facce interne del percorso è leggibile la griglia formata dall’incastro delle lamiere in acciaio corten che, saldate perpendicolarmente tra loro, formano moduli rettangolari di 180 x 125 centimetri. Tale scelta nasconde un valore fortemente simbolico poiché rimanda, in chiave architettonica, alle celle dei dormitori dei campi di concentramento.
Ogni sfumatura dell’intervento assume una valenza fortemente simbolica che giustifica le scelte progettuali adottate: i due blocchi sono rivestiti in pannelli di acciaio corten, adottato proprio per la sua caratteristica di ossidazione a contatto con l’aria, al fine di mostrare sulla sua superficie i segni e l’usura del tempo, a dimostrazione che tutto ha una sua storia e un passato da raccontare.
Le facce esterne - rivolte alla città - invece sono lisce e parallele, e su di esse sono proiettati i perimetri delle celle interne, attraverso lievi sporgenze in metallo, come a significare che le pagine di storia sono ancora da scrivere. Il percorso a terra si distingue da quello della piazza che diventa parte integrante del progetto. Tra i volumi convergenti la pavimentazione è realizzata con pietre frantumate ed elementi metallici, in ballast, il pietrisco di basalto tipico delle massicciate ferroviarie, in memoria della “Judenrampe” (rampa degli ebrei), al fine di rievocare la strada dei binari ferroviari che dal campo di Auschwitz I – Stammlager portava ad Auschwitz II – Birkenau.
Anche la luce gioca un ruolo essenziale nel progetto, divenendo parte integrante del forte valore simbolico che si intende trasmettere alla comunità: durante il giorno filtra fiocamente all’interno, lasciando il passaggio in penombra e creando un’atmosfera intima e di riflessione; mentre di notte le lampade, posizionate lungo il percorso interno, illuminano i volumi delle celle.
Da un punto di vista costruttivo, la struttura è stata realizzata in acciaio e assemblata in cantiere, per essere disposta prontamente nell’ubicazione scelta. Ciò ha consentito dei tempi realizzazione brevissimi: circa 40 giorni per il completamento dell’opera. Inoltre, la struttura è composta da lamiere di acciaio corten di spessore di 8 mm che scaricano il peso al solaio sottostante, formato da un sistema di travi in acciaio a graticcio.
Il monumento è stato inaugurato il 27 gennaio del 2016, in occasione del Giorno della Memoria.

Info
  • Progetto: 2015 - 2016
  • Esecuzione: 2016 - 2016
  • Tipologia Specifica: Memoriale alla Shoah
  • Committente: Comunità Ebraica di Bologna
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione attuale: Monumento memoriale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Lorenzo Catena Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.catenaarchitetture.com/about/ SI
Officina Cocchi Paolo Impresa esecutrice Esecuzione NO
Chiara Cucina Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.set-architects.com/studio.html SI
Onorato Di Manno Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.set-architects.com/studio.html SI
Erco Erco Progetto illuminotecnico Progetto NO
Andrea Imbrenda Progetto strutturale Esecuzione NO
Srl Sì Produzioni Impresa esecutrice Esecuzione NO
Andrea Tanci Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.set-architects.com/studio.html SI
  • Strutture: Acciaio, lamiera corten;
  • Materiale di facciata: Pannelli acciaio corten;
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  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono

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L’opera è stata collocata nella piazza delineata dalla nuova stazione dell’Alta Velocità di Bologna - all’incrocio tra via de’ Carracci e ponte Matteotti, volutamente inserita in un grande spazio aperto come un segno di forte impatto emotivo, simbolo che invita tutti coloro che la vedono a riflettere sulla tragedia dell’Olocausto, e al tempo stesso con l’obiettivo di creare un nuovo polo connettivo nella città.
L'area, infatti, si è mostrata incline a una nuova identità ancora da plasmare e aperta al passaggio delle persone, in quanto non presenta le connotazioni tipiche di una piazza comune ma risulta un incrocio tra due grandi strade aperte alle auto, ai pedoni e alle biciclette, al confine del centro storico e alle porte di un quartiere multiculturale. Proprio per questo suo carattere di totale apertura, essendo una vera e propria terrazza sulla ferrovia, è una zona di grande visibilità e accessibilità oltre che un polo urbano in sviluppo. 
L’esito del concorso ha visto come protagonista lo studio SET Architects: gruppo di giovani architetti (di età media di circa 30 anni) composto da Onorato di Manno, Andrea Tanci, Lorenzo Catena, Chiara Cucina. 
Il monumento, alto complessivamente 10 metri e con un ingombro a terra pari a 4 x 10 metri, è composto da due blocchi parallelepipedi posizionati vicini tra loro e disposti perpendicolarmente alle mura preesistenti della piazza. I due elementi si fronteggiano lasciando spazio ad un passaggio interno, che diventa sempre più stretto: partendo, infatti, da una larghezza di 1,60 m arriva a restringersi a soli 80 cm. Questa drastica variazione di sezione ha lo scopo di incutere nel visitatore un senso di oppressione, e lo porta a ripercorrere e rievocare i luoghi di morte affinché non vengano dimenticate le atrocità del passato.
Inoltre, sulle facce interne del percorso è leggibile la griglia formata dall’incastro delle lamiere in acciaio corten che, saldate perpendicolarmente tra loro, formano moduli rettangolari di 180 x 125 centimetri. Tale scelta nasconde un valore fortemente simbolico poiché rimanda, in chiave architettonica, alle celle dei dormitori dei campi di concentramento.
Ogni sfumatura dell’intervento assume una valenza fortemente simbolica che giustifica le scelte progettuali adottate: i due blocchi sono rivestiti in pannelli di acciaio corten, adottato proprio per la sua caratteristica di ossidazione a contatto con l’aria, al fine di mostrare sulla sua superficie i segni e l’usura del tempo, a dimostrazione che tutto ha una sua storia e un passato da raccontare. 
Le facce esterne - rivolte alla città - invece sono lisce e parallele, e su di esse sono proiettati i perimetri delle celle interne, attraverso lievi sporgenze in metallo, come a significare che le pagine di storia sono ancora da scrivere. Il percorso a terra si distingue da quello della piazza che diventa parte integrante del progetto. Tra i volumi convergenti la pavimentazione è realizzata con pietre frantumate ed elementi metallici, in ballast, il pietrisco di basalto tipico delle massicciate ferroviarie, in memoria della “Judenrampe” (rampa degli ebrei), al fine di rievocare la strada dei binari ferroviari che dal campo di Auschwitz I – Stammlager portava ad Auschwitz II – Birkenau. 
Anche la luce gioca un ruolo essenziale nel progetto, divenendo parte integrante del forte valore simbolico che si intende trasmettere alla comunità: durante il giorno filtra fiocamente all’interno, lasciando il passaggio in penombra e creando un’atmosfera intima e di riflessione; mentre di notte le lampade, posizionate lungo il percorso interno, illuminano i volumi delle celle.
Da un punto di vista costruttivo, la struttura è stata realizzata in acciaio e assemblata in cantiere, per essere disposta prontamente nell’ubicazione scelta. Ciò ha consentito dei tempi realizzazione brevissimi: circa 40 giorni per il completamento dell’opera. Inoltre, la struttura è composta da lamiere di acciaio corten di spessore di 8 mm che scaricano il peso al solaio sottostante, formato da un sistema di travi in acciaio a graticcio. 
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Data Provvedimento:
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  • Foglio Catastale: 160
  • Particella: 133

Note

Primo premio e realizzazione del Bologna Shoah Memorial (gennaio, 2016). Il lavoro dello studio e dei suoi componenti è stato esposto in importanti sedi ed eventi (MAXXI -Roma, Wuho Gallery - Los Angeles) oltre a prestigiose pubblicazioni (Domus, Archdaily, Divisare, Cityvision).

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
2016 E a Bologna la geometria di Auschwitz Espresso, n.12 No
2016 Bologna Shoah Memorial Area No
2016 SET architects resurrects history with the bologna shoah memorial Designboom No
Dimitra Panteli 2016 Condensed Symbolism: The Bologna Shoah Memorial by SET Architects Yatzer No
2016 Memoriale della Shoah Domus No
Alice Morby 2016 SET Architects installs towering steel Holocaust memorial in a Bologna square No
Luigi Bartolomei, Paola Bianco 2016 Bologna Shoah Memorial Il Giornale dell’Architettura No
Francesca Mugnai 2017 La costruzione della memoria Libria No
2017 The rebirth of Bolognina Abitare No
Giulia Mura 2017 Architetti “contro” resto del mondo. Parola a SET Architects Artribune No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Elaborati - Planimetria generale Elaborati - Planimetria generale SET Architects
Elaborati - Sezioni Elaborati - Sezioni SET Architects
Vista esterni - piazza Vista esterni - piazza Simone Bossi courtesy SET Architects
Vista esterni - piazza Vista esterni - piazza Simone Bossi courtesy SET Architects
Vista laterale- memoriale Vista laterale- memoriale Simone Bossi courtesy SET Architects
Dettagli - passaggio Dettagli - passaggio Simone Bossi courtesy SET Architects
Dettagli - passaggio interno Dettagli - passaggio interno Simone Bossi courtesy SET Architects
Dettagli - illuminazione Dettagli - illuminazione Simone Bossi courtesy SET Architects
Vista esterni - notturna Vista esterni - notturna Simone Bossi courtesy SET Architects
Vista esterni - piazza Vista esterni - piazza Simone Bossi courtesy SET Architects

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
SET Architects Visualizza
Visual Lab Bologna Visualizza
Museo Ebraico di Bologna Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGCC - Segretariato Regionale Emilia-Romagna
Titolare della ricerca: Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da
creata il 06/05/2022
ultima modifica il 27/02/2025