Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

SOPRAELEVAZIONE DI CASE POPOLARI

Scheda Opera

  • Disegni a pastello
  • Dettagli - facciata
  • Dettagli - volumi
  • Dettagli - volumi
  • Vista esterni - fronte strada
  • Vista esterni - fronte strada
  • Dettagli - Struttura
  • Vista esterni - volume
  • Dettagli - struttura
  • Dettagli - struttura
  • Dettagli - struttura
  • Comune: Cesena
  • Denominazione: SOPRAELEVAZIONE DI CASE POPOLARI
  • Indirizzo: Viale Guglielmo Oberdan, Via Alcide De Gasperi, Via Dante Alighieri
  • Data: 1977 -
  • Tipologia: Interventi di recupero e trasformazione
  • Autori principali: Bruno Minardi, Giuseppe Grossi
Descrizione

L’intervento rappresenta l’esito del concorso bandito dall’Amministrazione Comunale di Cesena nel 1978, per la ristrutturazione e sopraelevazione di due edifici in linea, nell’ambito della legge 457 del 1978 sul recupero edilizio. Il progetto vincitore, ad opera dell’architetto Bruno Minardi, Giuseppe Grossi, Mascia Casadio e Lele Dardozzi, interviene pertanto su costruzioni esistenti, del 1923, destinate a case popolari.
I blocchi, lunghi complessivamente 240 metri, situati parallelamente alla prima circonvallazione est della città, fanno parte di un gruppo di case popolari di proprietà comunale edificato nel 1923, all’epoca della costruzione isolato tra città e campagna in seguito poi, negli anni ’60 e ’70, oggetto di un’espansione urbana.
Il progetto nasce in un’ipotesi di crescita edilizia controllata intesa come razionalizzazione dell’esistente, visibile anche nello sfruttamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria già presenti e seguono lo stile semplice e razionale dei primi progetti abitativi: con la loro chiarezza strutturale rappresentano il razionalismo costruttivo e l'urbanistica progressista.
L’estremo rigore dell’impianto insediativo e tipologico, caratterizzato dal netto allineamento stradale e dalle pertinenze di aree verdi private al piano terra, vengono mantenuti nel nuovo intervento come fattori che permettono di identificare in questo “pezzo di città”, una chiara identità.
Inoltre, ulteriore tema fondamentale alla base delle scelte progettuali è stato il rispetto degli edifici originali, mantenendone la propria integrità e differenziando, per carattere e autonomia, la nuova aggiunta.
Infatti, proprio tale valenza urbana determina la scelta di non aggiungere volumetria fuori dal sedime dei blocchi esistenti ma di mantenerne l’impronta a terra costruendo il nuovo volume sopra il piano di copertura – un ampliamento in elevazione.
In questo modo, il principio di mantenimento del blocco esistente non ha impedito di operare secondo una netta distinzione delle due parti che fa risultare la nuova parte autonoma dal punto di vista figurativo, pur riproponendo gli stessi principi formali di quella sottostante.
Al fine di non sovraccaricare le fondamenta esistenti, l'ampliamento è sostenuto da alti portali in ferro posti all'esterno dell'edificio pubblico, che creano una sorta di doppio arco intorno al vecchio edificio.
L'uso di tamponamenti in cemento armato prefabbricato, sostenuti da profili verticali HE e IPE in acciaio lasciati in vista, oltre a garantire tempi di costruzione più rapidi data l’esecuzione a secco, mette in risalto il nuovo ampliamento rispetto le abitazioni sottostanti.
Pertanto, il fronte principale dell’edificio è scandito da un porticato formato da ampi portali in ferro, in cui i pilastri si distanziano in maniera proporzionata dal fronte e creano un portico davanti ai piani del vecchio edificio.
La scansione delle aperture in facciata rispecchia nuovamente il rapporto tra il preesistente e l’ampliamento che governa tutto il progetto, mediante l’adozione di finestre in asse con quelle esistenti sottostanti e l’introduzione di una serie di logge intermedie che uniscono le due parti e modulano la grande altezza dell’edificio. L’intervento effettuato è differenziato dall’esistente espressivamente sia come idea concettuale che cromaticamente e materialmente: il nuovo mantiene i colori delle pannellature in calcestruzzo e il bianco delle travi in acciaio, mentre per l’esistente è stato ripristinato l’originale giallo vivo per le pareti, bianco per gli infissi e terra di Siena per le persiane. Il secondo blocco, invece, presenta ai primi due piani una colorazione grigio scura che stacca nettamente con il giallo dei pilastri in metallo.
Il tema architettonico non riguarda quindi un solo elemento ma si riflette sull’intero edificio.

Info
  • Progetto: 1977 - 1979
  • Esecuzione: -
  • Tipologia Specifica: Edilizia residenziale pubblica
  • Committente: Comune di Cesena
  • Proprietà: Proprietà pubblico-privata
  • Destinazione originaria: Residenze popolari
  • Destinazione attuale: Residenze popolari
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Mascia Casadei Progetto architettonico Progetto NO
Lele Dardozzi Progetto architettonico Progetto NO
Giuseppe Grossi Progetto architettonico Progetto SI
Bruno Minardi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://www.brunominardi.it/bruno_minardi.htm?v_lingua=ITA&v_menu_lista=METOP-MET01-PRF01 SI
  • Strutture: Telaio acciaio, tamponamenti pannelli sandwich cemento armato
  • Materiale di facciata: Mista – intonaco, telaio acciaio a vista;
  • Coperture: Piana - pannelli prefabbricati;
  • Serramenti: Misti – alluminio, legno, PVC;
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Discreto
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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I blocchi, lunghi complessivamente 240 metri, situati parallelamente alla prima circonvallazione est della città, fanno parte di un gruppo di case popolari di proprietà comunale edificato nel 1923, all’epoca della costruzione isolato tra città e campagna in seguito poi, negli anni ’60 e ’70, oggetto di un’espansione urbana. 
Il progetto nasce in un’ipotesi di crescita edilizia controllata intesa come razionalizzazione dell’esistente, visibile anche nello sfruttamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria già presenti e seguono lo stile semplice e razionale dei primi progetti abitativi: con la loro chiarezza strutturale rappresentano il razionalismo costruttivo e l'urbanistica progressista. 
L’estremo rigore dell’impianto insediativo e tipologico, caratterizzato dal netto allineamento stradale e dalle pertinenze di aree verdi private al piano terra, vengono mantenuti nel nuovo intervento come fattori che permettono di identificare in questo “pezzo di città”, una chiara identità. 
Inoltre, ulteriore tema fondamentale alla base delle scelte progettuali è stato il rispetto degli edifici originali, mantenendone la propria integrità e differenziando, per carattere e autonomia, la nuova aggiunta.
Infatti, proprio tale valenza urbana determina la scelta di non aggiungere volumetria fuori dal sedime dei blocchi esistenti ma di mantenerne l’impronta a terra costruendo il nuovo volume sopra il piano di copertura – un ampliamento in elevazione. 
In questo modo, il principio di mantenimento del blocco esistente non ha impedito di operare secondo una netta distinzione delle due parti che fa risultare la nuova parte autonoma dal punto di vista figurativo, pur riproponendo gli stessi principi formali di quella sottostante.
Al fine di non sovraccaricare le fondamenta esistenti, l'ampliamento è sostenuto da alti portali in ferro posti all'esterno dell'edificio pubblico, che creano una sorta di doppio arco intorno al vecchio edificio. 
L'uso di tamponamenti in cemento armato prefabbricato, sostenuti da profili verticali HE e IPE in acciaio lasciati in vista, oltre a garantire tempi di costruzione più rapidi data l’esecuzione a secco, mette in risalto il nuovo ampliamento rispetto le abitazioni sottostanti.
Pertanto, il fronte principale dell’edificio è scandito da un porticato formato da ampi portali in ferro, in cui i pilastri si distanziano in maniera proporzionata dal fronte e creano un portico davanti ai piani del vecchio edificio.
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  • Foglio Catastale: 111
  • Particella: 208

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Emilio Battisti 1985 Il mestiere di architetto: la macchina per abitare: catalogo della mostra di Palazzo Massari Ferrara 23 marzo-5 maggio 1985 Ordine degli architetti dell’Emilia-Romagna No
Luca Capacci 2012 Tesi “Composizione e Percezione: Il sistema visivo come metodo di progetto” Alma Mater Studiorum - Università Di Bologna 155-156 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Disegni a pastello Disegni a pastello Bruno Minardi
Dettagli - facciata Dettagli - facciata
Dettagli - volumi Dettagli - volumi
Dettagli - volumi Dettagli - volumi
Vista esterni - fronte strada Vista esterni - fronte strada
Vista esterni - fronte strada Vista esterni - fronte strada
Dettagli - Struttura Dettagli - Struttura
Vista esterni - volume Vista esterni - volume
Dettagli - struttura Dettagli - struttura
Dettagli - struttura Dettagli - struttura
Dettagli - struttura Dettagli - struttura

Criteri
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGCC - Segretariato Regionale Emilia-Romagna
Titolare della ricerca: Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da
creata il 28/06/2022
ultima modifica il 23/04/2024