VILLINO IN VIA GIAN FRANCESCO ALBANI

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    [informazioni_architettoniche] => La scelta del progettista è di non occupare l'intero lotto disponibile, di forma quasi rettangolare, ma di inserire nell’area a disposizione un edificio dalla pianta a L molto articolata, caratterizzata da forme dinamiche, che conferisce all'opera un impianto fortemente innovativo: "l'organismo bloccato della palazzina romana è sconvolto da una pianta a L, a sua volta contestata dagli aggetti dei soggiorni. È qui che l’impostazione ‘integrata’ ad una ricerca organica trova, malgrado tutto, la sua controprova. Fin dalla lieve rampa d’accesso, per tutto il gioco dei balconi e dei blocchi verticali si riconosce l’intento di conferire un respiro alla casa"(Podio, 1962). Una pianta complessa, giocata su rientranze e avanzamenti, consente una  duplice circolazione: da un lato quella data dai corridoi di distribuzione e dall'altro quella generata dalle logge, dai terrazzi e dai soggiorni. L'ingombro del volume rispetto all'isolato consente la creazione di ampi spazi comuni aperti. L'edificio si sviluppa per 5 piani fuori terra e gode di un ampio tetto giardino. I volumi aguzzi rispettivamente del vano scala e dei camini, che percorrono verticalmente le facciate, amplificano il dinamismo alla composizione. Dal punto di vista materico, gli autori optano per un rivestimento di intonaco bicromo (bianco e terra di Siena), che concorre alla resa plastica dei volumi.
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