QUARTIERE INA CASA

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    [informazioni_architettoniche] => Tra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ’50 Giuseppe Samonà è incaricato di redigere diversi progetti di complessi residenziali nell’ambito del Piano Fanfani, il grande programma di edilizia pubblica che prevedeva la costruzione di alloggi popolari su tutto il territorio nazionale. Nei cantieri per la realizzazione delle nuove case poteva essere occupata gran parte di quella popolazione indigente che aveva perso il lavoro durante la seconda guerra mondiale. La Sicilia non fece eccezione e in particolare a Sciacca fu destinata allo scopo un’area di tre ettari attraversata da Via dei Cappuccini, nella parte nord della cittadina: qui il progettista concepì un insediamento composito nel quale edifici tipologicamente diversi generano uno spazio urbano in cui le dimensioni pubbliche e private convivono equilibratamente. Nella parte ovest del quartiere alle case a due piani con impianto a “T”, prospettanti su Via dei Cappuccini, sono contrapposte, verso l’interno, due stecche centrali parallele di case a schiera a una elevazione fuori terra, con piante a “L”; queste ultime presentano fronti chiusi verso la strada da un lato, mentre dall'altro si affacciano su piccoli giardini di pertinenza esclusiva per ciascun alloggio. A concludere il quadrante occidentale vi sono tre palazzine a tre e quattro elevazioni fuori terra, una delle quali con impianto a trifoglio; quella posta più a sud, ad accentuato sviluppo turrito, si contraddistingue per la particolare scala aperta con tavolieri a sbalzo verso la strada. Il nucleo a est di Via dei Cappuccini si compone invece di una coppia di caseggiati paralleli a due piani e di altre due palazzine, a meridione, del tipo a torre con scala aperta. La presenza di tetti inclinati e talvolta sporgenti, su tutti i corpi di fabbrica, gli spazi “semi-pubblici” dei cortili e delle piazzette interne, l’impiego di materiali tradizionali - come la pietra calcarea adoperata per la zoccolatura degli edifici, quasi a sollevare il complesso su una sorta di podio - rientrano nel tentativo di promuovere il radicamento nella tradizione costruttiva locale, assecondando la scelta di cantieri a bassa meccanizzazione e alto impiego di mano d’opera, promossa soprattutto nel primo settennio del piano INA-Casa.
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