Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE PAOLO ORSI

Scheda Opera

  • Sezione sul settore introduttivo e pianta del primo livello
  • L'inserzione del nuovo museo archeologico nel sistema di parchi-attrezzature lungo la frattura paesistica est-ovest tutelata dal piano regolare
  • Progetto di massima del terzo livello
  • Progetto di massima del primo livello
  • L'opera del contesto urbano
  • Schizzo progettuale: relazione dell'opera con il parco
  • Plastico del progetto
  • Schizzo progettuale
  • Studi per i supporti espositivi
  • L'opera in corso di realizzazione
  • Veduta dall'interno
  • Veduta dall'interno
  • Sale interne
  • Dettaglio del soffitto
  • Veduta dell'ingresso
  • Veduta dall'esterno
  • Comune: Siracusa
  • Denominazione: MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE PAOLO ORSI
  • Indirizzo: Viale Teocrito 66
  • Data: 1961 - 1988
  • Tipologia: Musei e Aree archeologiche
  • Autori principali: Franco Minissi
Descrizione

La realizzazione del nuovo museo, intitolato alla nota figura di Paolo Orsi, si colloca in una stagione di riassetto e incremento delle storiche collezioni del Museo Civico di Siracusa, divenuto Museo Archeologico Nazionale, sotto la guida del Soprintendente alle Antichità della Sicilia Orientale Luigi Bernabò Brea.
Fallito l’originario progetto di ampliare la sede di piazza Duomo, nel centro storico di Ortigia, la scelta si orienta per la costruzione ex novo in prossimità della zona archeologica della Neapolis. L’area di progetto individuata è la Villa Landolina, oggetto di esproprio nel 1961, che con la sua estensione e il suo parco ricco di vegetazione si presta a un’idea innovativa di istituzione museale che dialoga con il contesto territoriale.
Il progetto architettonico e museografico viene affidato a Franco Minissi, figura di spicco della museografia con alle spalle una proficua attività in Sicilia, insieme a Vincenzo Cabianca, attivo nel panorama culturale e professionale aretuseo, mentre l’ordinamento scientifico delle collezioni è curato dallo stesso Bernabò Brea.
Approvato il progetto di massima nel 1962, vengono avviati dopo qualche anno i lavori di costruzione, finanziati dalla Cassa del Mezzogiorno e dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali, i quali si protraggono per circa un ventennio a causa della disponibilità dei fondi concessi in due lotti. Durante questo lungo periodo, i lavori vengono seguiti dai soprintendenti Paola Pelagatti e Giuseppe Voza. Frutto di un progetto di grande innovazione portato a termine esclusivamente da Minissi, il museo viene finalmente inaugurato nel gennaio del 1988.
Gli schizzi di progetto conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato evidenziano un iter progettuale coerente, in cui emergono sin da subito gli elementi salienti della composizione caratterizzata da un ambiente centrale baricentrico circondato da una corona di spazi satellitari. L'idea generatrice rimane sostanzialmente invariata fino alla realizzazione, rispondendo anche alle indicazioni di Bernabò Brea di mantenere uno sviluppo dell’opera prevalentemente orizzontale.
Il tema della relazione con il verde, già rilevante nella scelta dell’area di progetto, viene ulteriormente valorizzato dall’articolata definizione del perimetro del corpo con incavi e svuotamenti, dando vita a un rapporto calibrato di integrazione e permeabilità con il parco circostante. Nella soluzione definitiva, questo impianto planimetrico organico si arricchisce di una geometria di chiara derivazione wrightiana, contrassegnata da un modulo esagonale e da sotto moduli triangolari. Tali trame riecheggiano a più scale all’interno del museo, dalla forma delle vetrine alla maglia dei moduli del soffitto, definiti da un sistema di cilindri in laminato plastico a supporto dei corpi illuminanti. L’impianto strutturale trova nella figura del triangolo equilatero un modulo di base che viene ripetuto e sfruttato per creare sostegni puntiformi che consentono una configurazione fluida e flessibile – una nota distintiva del lavoro di Minissi – in cui il sistema espositivo, caratterizzato da una ricchezza di supporti e teche di varie dimensioni e configurazioni, fungono da elementi di articolazione dello spazio aperto in una sapiente complementarietà tra progetto architettonico e museografico. Il tema della trasparenza, tanto caro a Minissi, trova in quest’opera ulteriore sviluppo combinandosi con quello dell’illuminazione dall’alto attraverso l’espediente dei lucernari piramidali ricavati da strutture a telaio metallico a moduli esagonali di perspex e opachi, con un sistema a camera d’aria che integra gli impianti di smaltimento delle acque piovane e di refrigerazione.
L’esperienza del museo Paolo Orsi introduce una nuova concezione di museo come opera aperta, in cui al visitatore è data la possibilità di scegliere liberamente il percorso di fruizione. La decisione di esporre un cospicuo numero di reperti, guidata da un minuzioso lavoro preparatorio di disegno in scala di ciascun pezzo, risponde all’intenzione di creare un ambiente dinamico e dalle funzioni didattiche, in una visione estremamente attuale di museo come luogo non solo per turisti, ma anche per studiosi.

Info
  • Progetto: 1961 -
  • Esecuzione: 1969 - 1988
  • Committente: Soprintendenza Archeologica della Sicilia Orientale Regione Siciliana, Cassa per il Mezzogiorno
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: Museo archeologico nazionale
  • Destinazione attuale: Museo archeologico nazionale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Mario Aquilino Progetto strutturale Progetto NO
Luigi Bernabò Brea Progetto museologico Progetto NO
Vincenzo Cabianca Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.architettura.unict.it/it/content/archivio-dei-progetti-giuseppe-pagnano NO
Ugo Leone Vitale Progetto strutturale Progetto NO
Franco Minissi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=32028 SI
Franco Minissi Progetto museografico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=32028 NO
Franco Minissi Direzione lavori Esecuzione Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=32028 NO
Rosario Parasiliti Impresa esecutrice Esecuzione NO
  • Strutture: Scheletro indipendente in calcestruzzo armato con solai in latero-cemento e in lamiera gregata
  • Materiale di facciata: Intonaco grigio, tessitura di laterizi
  • Coperture: Tre tipi di strutture in calcestruzzo armato: strutture piane continue; strutture piane a maglia triangolare; strutture inclinate di forma piramidale
  • Serramenti: Fasce di vetrate di varia dimensione con infissi in alluminio, talvolta schermate da frangisole
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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Fallito l’originario progetto di ampliare la sede di piazza Duomo, nel centro storico di Ortigia, la scelta si orienta per la costruzione ex novo in prossimità della zona archeologica della Neapolis. L’area di progetto individuata è la Villa Landolina, oggetto di esproprio nel 1961, che con la sua estensione e il suo parco ricco di vegetazione si presta a un’idea innovativa di istituzione museale che dialoga con il contesto territoriale. 
Il progetto architettonico e museografico viene affidato a Franco Minissi, figura di spicco della museografia con alle spalle una proficua attività in Sicilia, insieme a Vincenzo Cabianca, attivo nel panorama culturale e professionale aretuseo, mentre l’ordinamento scientifico delle collezioni è curato dallo stesso Bernabò Brea.  
Approvato il progetto di massima nel 1962, vengono avviati dopo qualche anno i lavori di costruzione, finanziati dalla Cassa del Mezzogiorno e dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali, i quali si protraggono per circa un ventennio a causa della disponibilità dei fondi concessi in due lotti. Durante questo lungo periodo, i lavori vengono seguiti dai soprintendenti Paola Pelagatti e Giuseppe Voza. Frutto di un progetto di grande innovazione portato a termine esclusivamente da Minissi, il museo viene finalmente inaugurato nel gennaio del 1988.  
Gli schizzi di progetto conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato evidenziano un iter progettuale coerente, in cui emergono sin da subito gli elementi salienti della composizione caratterizzata da un ambiente centrale baricentrico circondato da una corona di spazi satellitari. L'idea generatrice rimane sostanzialmente invariata fino alla realizzazione, rispondendo anche alle indicazioni di Bernabò Brea di mantenere uno sviluppo dell’opera prevalentemente orizzontale.  
Il tema della relazione con il verde, già rilevante nella scelta dell’area di progetto, viene ulteriormente valorizzato dall’articolata definizione del perimetro del corpo con incavi e svuotamenti, dando vita a un rapporto calibrato di integrazione e permeabilità con il parco circostante. Nella soluzione definitiva, questo impianto planimetrico organico si arricchisce di una geometria di chiara derivazione wrightiana, contrassegnata da un modulo esagonale e da sotto moduli triangolari. Tali trame riecheggiano a più scale all’interno del museo, dalla forma delle vetrine alla maglia dei moduli del soffitto, definiti da un sistema di cilindri in laminato plastico a supporto dei corpi illuminanti. L’impianto strutturale trova nella figura del triangolo equilatero un modulo di base che viene ripetuto e sfruttato per creare sostegni puntiformi che consentono una configurazione fluida e flessibile – una nota distintiva del lavoro di Minissi – in cui il sistema espositivo, caratterizzato da una ricchezza di supporti e teche di varie dimensioni e configurazioni, fungono da elementi di articolazione dello spazio aperto in una sapiente complementarietà tra progetto architettonico e museografico. Il tema della trasparenza, tanto caro a Minissi, trova in quest’opera ulteriore sviluppo combinandosi con quello dell’illuminazione dall’alto attraverso l’espediente dei lucernari piramidali ricavati da strutture a telaio metallico a moduli esagonali di perspex e opachi, con un sistema a camera d’aria che integra gli impianti di smaltimento delle acque piovane e di refrigerazione.   
L’esperienza del museo Paolo Orsi introduce una nuova concezione di museo come opera aperta, in cui al visitatore è data la possibilità di scegliere liberamente il percorso di fruizione. La decisione di esporre un cospicuo numero di reperti, guidata da un minuzioso lavoro preparatorio di disegno in scala di ciascun pezzo, risponde all’intenzione di creare un ambiente dinamico e dalle funzioni didattiche, in una visione estremamente attuale di museo come luogo non solo per turisti, ma anche per studiosi.  
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 45
  • Particella: 1395

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Minissi Franco 1965 Due musei in “Musei e gallerie d’Italia”, nn. 25-26 3-12 Si
Voza Giuseppe 1987 Museo archeologico regionale Paolo Orsi Ediprint Siracusa Si
De Sessa Cesare 1990 Sei interventi museali dell’architetto Franco Minissi in "L'architettura. Cronache e storia", nn. 417-418 532-537 Si
Polano Sergio 1996 Guida all’architettura italiana del Novecento Electa Milano 87 No
Dezzi Bardeschi Marco 2004 Da Agrigento a Piazza Armerina: Franco Minissi o della modernità (a rischio) in "L'architettura. Cronache e storia", n. 588 744-748 Si
Dezzi Bardeschi Marco 2004 Dossier: salviamo Minissi a Piazza Armerina in "Ananke", n 44 36-97 No
Alagna Alessandra 2008 Franco Minissi. Restauro e musealizzazione dei siti archeologici in Sicilia Università degli studi di Napoli Federico II, Tesi di Dottorato No
Gianlongo Margareth 2010 "Una casa per Venere". Il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa. Dalla sede di Piazza Duomo al progetto di Franco Minissi Università degli studi di Catania, Tesi di Laurea Si
Vivio Beatrice 2010 Franco Minissi. Musei e restauri: la trasparenza come valore Gangemi Roma 140-142 No
Barbera Paola 2012 «Il fascino del distinto, l’attrazione per qualcosa che si vorrebbe essere e non si è». Echi della lezione wrigthiana in Sicilia in "Lexicon. Storie e architettura in Sicilia e nel Mediterraneo", nn. 14-15 55-66 No
Santagati Federica Maria Chiara 2019 Il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa: dalla fruizione tradizionale alle piattaforme digitali in "Il capitale culturale", Supplementi, n. 9, L'archeologia pubblica prima e dopo l'archeologia pubblica 273-305 Si
Bellanca Calogero 2022 Franco Minissi in Sicilia in Curzi Valter (a cura di), Musei italiani del dopoguerra (1946-1970). Ricognizioni storiche e prospettive future Milano 265-286 No

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Nuovo Museo Nazionale Archeologico Paolo Orsi Siracusa (1962 - 1980). Fondo Franco Minissi Franco Minissi Archivio Centrale dello Stato, Roma Materiale grafico e documenti relativi al progetto
Siracusa - Nuovo Museo Archeologico Nazionale. Fondo Vincenzo Cabianca Franco Minissi, Vincenzo Cabianca Archivio dei Progetti della Struttura Didattica Speciale (SDS) in Architettura e Patrimonio Culturale di Siracusa, Università degli studi di Catania Materiale grafico e documenti relativi al progetto

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Sezione sul settore introduttivo e pianta del primo livello Sezione sul settore introduttivo e pianta del primo livello Dezzi Bardeschi 2004, p. 86
L'inserzione del nuovo museo archeologico nel sistema di parchi-attrezzature lungo la frattura paesistica est-ovest tutelata dal piano regolare L'inserzione del nuovo museo archeologico nel sistema di parchi-attrezzature lungo la frattura paesistica est-ovest tutelata dal piano regolare Fondo Vincenzo Cabianca. Archivio dei Progetti della Struttura Didattica Speciale (SDS) in Architettura e Patrimonio Culturale di Siracusa, Università degli studi di Catania
Progetto di massima del terzo livello Progetto di massima del terzo livello Fondo Vincenzo Cabianca. Archivio dei Progetti della Struttura Didattica Speciale (SDS) in Architettura e Patrimonio Culturale di Siracusa, Università degli studi di Catania
Progetto di massima del primo livello Progetto di massima del primo livello Fondo Vincenzo Cabianca. Archivio dei Progetti della Struttura Didattica Speciale (SDS) in Architettura e Patrimonio Culturale di Siracusa, Università degli studi di Catania
L'opera del contesto urbano L'opera del contesto urbano De Sessa 1990, p. 532
Schizzo progettuale: relazione dell'opera con il parco Schizzo progettuale: relazione dell'opera con il parco Fondo Franco Minissi. Archivio centrale dello Stato
Plastico del progetto Plastico del progetto Fondo Franco Minissi. Archivio Centrale dello Stato
Schizzo progettuale Schizzo progettuale Fondo Franco Minissi. Archivio Centrale dello Stato
Studi per i supporti espositivi Studi per i supporti espositivi Dezzi Bardeschi 2004, p. 88
L'opera in corso di realizzazione L'opera in corso di realizzazione Fondo Franco Minissi. Archivio Centrale dello Stato
Veduta dall'interno Veduta dall'interno Margareth Gianlongo – 2010
Veduta dall'interno Veduta dall'interno Margareth Gianlongo – 2010
Sale interne Sale interne Margareth Gianlongo – 2010
Dettaglio del soffitto Dettaglio del soffitto Margareth Gianlongo – 2010
Veduta dell'ingresso Veduta dell'ingresso Margareth Gianlongo – 2010
Veduta dall'esterno Veduta dall'esterno Margareth Gianlongo – 2010

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Enciclopedia Treccani, Dizionario biografico degli italiani - Franco Minissi Visualizza
Servizio Archivistico Nazionale, Archivi degli architetti Visualizza
Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche - Franco Minissi Visualizza
Archivio Centrale dello Stato - Fondo Franco Minissi Visualizza
Ministero della Cultura, Museo archeologico regionale Paolo Orsi Visualizza
izi.TRAVEL - Museo Archeologico Regionale "Paolo Orsi" Visualizza
Google Street View – Progetto pilota Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: Direzione generale creatività contemporanea
Titolare della ricerca: Università degli studi di Catania
Responsabile scientifico: Paola Barbera


Scheda redatta da Deborah Sanzaro (Università degli studi di Catania)
creata il 08/07/2024
ultima modifica il 19/01/2025