Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

ESATTORIA COMUNALE

Scheda Opera

  • prospetto su largo Firenze
  • facciata su via Boccaccio
  • ingresso principale
  • parte centrale della facciata su largo Firenze
  • soluzione dell’angolo tra via Boccaccio e largo Firenze
  • apertura sulla facciata di via Boccaccio
  • ingresso principale e vista su via Mariani
  • esempio di connessione dell’edificio con la preesistenza
  • corpo di connessione tra il nuovo edificio e l’edificio su via Mariani. Parte  superiore
  • corpo di connessione tra il nuovo edificio e l’edificio su via Mariani. Parte  inferiore
  • vista completa dell’edificio da via Mariani su via Boccaccio
  • Comune: Ravenna
  • Denominazione: ESATTORIA COMUNALE
  • Indirizzo: Via Giovanni Boccaccio N. 5
  • Data: 1962 - 1968
  • Tipologia: Istituti di credito e assicurativi
  • Autori principali: Ludovico Quaroni
Descrizione

L’edificio viene commissionato dalla Cassa di Risparmio di Ravenna, nel momento in cui Ludovico Quaroni è impegnato alla redazione del nuovo Piano Regolatore Generale di Ravenna insieme agli stessi progettisti con i quali realizza l’ex-Esattoria Comunale, opera che costituisce il suo lavoro più significativo a Ravenna, tra i numerosi che affronta in città. Tra la prima e l’ultima versione del progetto, assai travagliato per le difficoltà del momento di dare una risposta al rapido sviluppo urbano, Quaroni è, infatti, impegnato in altri lavori per committenze pubbliche e private, come il piano particolareggiato per il centro storico, il piano per l’area del porto, alcune lottizzazioni e, infine, la scuola elementare nell’area dantesca, fortemente modificata in fase di realizzazione rispetto al progetto originale. Nel confronto con una realtà di provincia, nelle scelte dell’architetto romano, si legge la volontà di abbandonare una figuratività astratta del disegno urbano, in favore di un linguaggio che rivela l’assenza di accenti ideologici e il carattere artigianale dell’opera, come fattore da perseguire per una qualità diffusa dell’architettura.
Il sito su cui sorge l’edificio, inserito nel regolare tessuto urbano ravennate, è caratterizzato da confini imprecisi e da preesistenze moderne e antiche, che disegnano una cornice irregolare, dominata dal profilo circolare dell’abside di San Francesco. Il nuovo edificio della banca si dispone tra le facciate di mattoni del retro della chiesa medievale e il bugnato neorinascimentale della vecchia sede della Cassa di Risparmio, ponendosi con rigore, come il completamento di un isolato che mantiene il suo aspetto monumentale anche nell’assetto della nuova piazza.
Il tal senso va anche la scelta di rivestire l’involucro in mattoni, in analogia con gli edifici che la circondano e giocando sul contrasto tra antico e moderno, monumento e luogo destinato ai servizi, interno ed esterno. Si leggono, nelle intenzioni dello stesso Quaroni, riferimenti al lavoro di Scarpa e Michelucci.
I contrasti riescono a fondersi nell’edificio fino a comporre un insieme unitario, accurato sia nel disegno che nell’esecuzione dei dettagli e dei materiali. Lo si vede nella grande parete vetrata, nelle doppie travi aggettanti, nell’uso dei comuni ferri industriali e negli ingressi decentrati, che conferiscono un’autonomia e modernità al linguaggio, integrata agli aspetti riferibili al classico palazzo tripartito. Tra questi: la geometria regolare del volume che si stacca dagli edifici adiacenti, il pronunciato cornicione che corona il tetto tradizionale a quattro falde, l’ordine della facciata scandito dai pilastri in cemento e in ferro al piano superiore, il basamento in calcestruzzo e le ampie superfici in cotto.
Il progetto semplifica la soluzione di facciata innalzando il basamento continuo fino all’altezza del primo solaio e regolarizzando la tessitura delle superfici vetrate dei due piani superiori, recuperando così l’originaria scansione della facciata del vecchio edificio della Cassa.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

Info
  • Progetto: 1962 - 1962
  • Esecuzione: 1968 - 1968
  • Tipologia Specifica: banca
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: esattoria comunale
  • Destinazione attuale: banca
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Adolfo De Carlo Progetto architettonico Progetto NO
Pierluigi Giordani Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=263829&force=1 NO
Ludovico Quaroni Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=51865 SI
Claudio Salmoni Progetto architettonico Progetto NO
Paolo Salmoni Progetto architettonico Progetto NO
  • Strutture: cemento armato, ferro
  • Materiale di facciata: calcestruzzo, mattoni faccia a vista, ferro, vetro, cotto
  • Coperture: a falde, coppi, tegole di laterizio
  • Serramenti: metallo
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
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Il sito su cui sorge l’edificio, inserito nel regolare tessuto urbano ravennate, è caratterizzato da confini imprecisi e da preesistenze moderne e antiche, che disegnano una cornice irregolare, dominata dal profilo circolare dell’abside di San Francesco. Il nuovo edificio della banca si dispone tra le facciate di mattoni del retro della chiesa medievale e il bugnato neorinascimentale della vecchia sede della Cassa di Risparmio, ponendosi con rigore, come il completamento di un isolato che mantiene il suo aspetto monumentale anche nell’assetto della nuova piazza. 
Il tal senso va anche la scelta di rivestire l’involucro in mattoni, in analogia con gli edifici che la circondano e giocando sul contrasto tra antico e moderno, monumento e luogo destinato ai servizi, interno ed esterno. Si leggono, nelle intenzioni dello stesso Quaroni, riferimenti al lavoro di Scarpa e Michelucci.
I contrasti riescono a fondersi nell’edificio fino a comporre un insieme unitario, accurato sia nel disegno che nell’esecuzione dei dettagli e dei materiali. Lo si vede nella grande parete vetrata, nelle doppie travi aggettanti, nell’uso dei comuni ferri industriali e negli ingressi decentrati, che conferiscono un’autonomia e modernità al linguaggio, integrata agli aspetti riferibili al classico palazzo tripartito. Tra questi: la geometria regolare del volume che si stacca dagli edifici adiacenti, il pronunciato cornicione che corona il tetto tradizionale a quattro falde, l’ordine della facciata scandito dai pilastri in cemento e in ferro al piano superiore, il basamento in calcestruzzo e le ampie superfici in cotto. 
Il progetto semplifica la soluzione di facciata innalzando il basamento continuo fino all’altezza del primo solaio e regolarizzando la tessitura delle superfici vetrate dei due piani superiori, recuperando così l’originaria scansione della facciata del vecchio edificio della Cassa. 

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

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Ludovico Quaroni (Roma, 1911-1987) 
Studia presso l'Istituto di architettura dell'Università di Roma, dove è allievo di Enrico Del Debbio e Marcello Piacentini e si laurea nel 1934, mentre prende l'abilitazione professionale di architetto presso il Politecnico di Milano. Sempre in quell'anno partecipa a diversi concorsi nazionali e internazionali con Fariello e Muratori, come quelli per l'Auditorium di Roma (1935), per il Piano di Aprilia e per le Preture romane unificate (1936), per il Palazzo dei Congressi e la Piazza Imperiale all'E42 a Roma (1938). Questi concorsi si svolgono in concomitanza con la realizzazione di alcune opere come padiglioni di mostre e la casa d'abitazione a piazza Istria a Roma nel 1938. È un periodo in cui si moltiplicano i gruppi professionali come il Gruppo Urbanisti Romani a Roma, di cui faranno parte Marcello Piacentini e Luigi Piccinato, il sodalizio artistico tra Luigi Figini e Gino Pollini e lo studio BBPR di Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers a Milano.
Durante la guerra, Quaroni è per cinque anni prigioniero in India da dove torna nel 1946. Nell'immediato dopoguerra è tra i soci dell'A.P.A.O., l'Associazione per l'Architettura Organica, fondata da Bruno Zevi nel 1945, e partecipa con Ridolfi al concorso per la Stazione Termini a Roma (1947). In quegli anni l'attività progettuale è fortemente caratterizzata dalla partecipazione al dibattito politico, che avviene sia attraverso l'impegno e la produzione di saggi e interventi sia con la realizzazione di progetti esemplari, come il quartiere Ina-Casa del Tiburtino a Roma, eseguito con Ridolfi (1947), emblema della ricostruzione italiana e una delle opere più importanti del Neorealismo architettonico, che ha caratterizzato il Movimento Moderno in Italia.
Dal 1947 al 1951 è vicepresidente dell'Istituto Nazionale di Urbanistica e sviluppa il suo impegno nella redazione di alcuni piani urbanistici, come quelli di Ivrea (1952), Roma (1954), Ravenna (1956-57), Cortona (1957) e Bari (1965). Nel 1948 realizza la chiesa di Santa Maria Maggiore a Francavilla al Mare.
Tra il 1951 e il 1954, egli si lega al gruppo di studiosi guidati da Friedrich G. Friedmann nell'intervento di costruzione dei sobborghi UNRRA-Casas intorno a Matera per il villaggio contadino di La Martella nel 1951, e aderisce a esperienze politico-partecipative, prima tra tutte quella comunitaria di Adriano Olivetti, sancita con la firma sulla Dichiarazione Politica del Movimento Comunità nel 1953. Nel 1960 partecipa inoltre al progetto del quartiere delle Barene di San Giuliano a Mestre.
Agli inizi degli anni Settanta fa parte del gruppo di artisti e architetti chiamati da Ludovico Corrao a dare nuova vita alla cittadina di Gibellina, distrutta dal terremoto del Belice, dove progetta la Chiesa Madre, realizzata nel 1972. Nel 1979 realizza gli uffici FIAT a Borgo San Paolo a Torino.
Oltre al lavoro di architetto e urbanista, Quadroni è impegnato nell'insegnamento universitario prima a Roma, poi a Napoli (1951-55) e a Firenze (dal 1957 al 1964). La sua carriera accademica si consolida infine a Roma, dove insegna dal 1965 al 1981, e dove forma diverse generazioni di architetti e urbanisti. Studioso e un pubblicista importante per le riviste “Metron”, “Urbanistica”, “Comunità”, “Casabella”, “Architettura d'oggi”, “La casa”, “Architettura: cronache e storia”, nelle sue pubblicazioni affronta soprattutto il tema della relazione tra architettura, urbanistica e sociologia. Una delle sue ultime opere è il progetto per l’ampliamento e ristrutturazione del Teatro dell’Opera a Roma nel 1983.
Quaroni fu influenzato da correnti razionaliste e dalle rivisitazioni del classicismo dell'architettura degli anni Trenta, in tutta la sua attività ha portato l’architettura italiana ad integrarsi e ad allinearsi con l’architettura europea, approfondendo la ricerca sulle problematiche più attuali. 
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Targa Inarch per il miglior progetto in Emilia-Romagna nel 1969. L’edificio non presenta, ad oggi, importanti segni di invecchiamento, mentre la piazza su cui si affaccia è soggetta a un progressivo abbandono a causa della mancata realizzazione dei progetti di sistemazione e recupero dello spazio, tra i quali, quello del gruppo di Carlo Aymonino vincitore di un concorso nel 1983. Ludovico Quaroni (Roma, 1911-1987) Studia presso l'Istituto di architettura dell'Università di Roma, dove è allievo di Enrico Del Debbio e Marcello Piacentini e si laurea nel 1934, mentre prende l'abilitazione professionale di architetto presso il Politecnico di Milano. Sempre in quell'anno partecipa a diversi concorsi nazionali e internazionali con Fariello e Muratori, come quelli per l'Auditorium di Roma (1935), per il Piano di Aprilia e per le Preture romane unificate (1936), per il Palazzo dei Congressi e la Piazza Imperiale all'E42 a Roma (1938). Questi concorsi si svolgono in concomitanza con la realizzazione di alcune opere come padiglioni di mostre e la casa d'abitazione a piazza Istria a Roma nel 1938. È un periodo in cui si moltiplicano i gruppi professionali come il Gruppo Urbanisti Romani a Roma, di cui faranno parte Marcello Piacentini e Luigi Piccinato, il sodalizio artistico tra Luigi Figini e Gino Pollini e lo studio BBPR di Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers a Milano. Durante la guerra, Quaroni è per cinque anni prigioniero in India da dove torna nel 1946. Nell'immediato dopoguerra è tra i soci dell'A.P.A.O., l'Associazione per l'Architettura Organica, fondata da Bruno Zevi nel 1945, e partecipa con Ridolfi al concorso per la Stazione Termini a Roma (1947). In quegli anni l'attività progettuale è fortemente caratterizzata dalla partecipazione al dibattito politico, che avviene sia attraverso l'impegno e la produzione di saggi e interventi sia con la realizzazione di progetti esemplari, come il quartiere Ina-Casa del Tiburtino a Roma, eseguito con Ridolfi (1947), emblema della ricostruzione italiana e una delle opere più importanti del Neorealismo architettonico, che ha caratterizzato il Movimento Moderno in Italia. Dal 1947 al 1951 è vicepresidente dell'Istituto Nazionale di Urbanistica e sviluppa il suo impegno nella redazione di alcuni piani urbanistici, come quelli di Ivrea (1952), Roma (1954), Ravenna (1956-57), Cortona (1957) e Bari (1965). Nel 1948 realizza la chiesa di Santa Maria Maggiore a Francavilla al Mare. Tra il 1951 e il 1954, egli si lega al gruppo di studiosi guidati da Friedrich G. Friedmann nell'intervento di costruzione dei sobborghi UNRRA-Casas intorno a Matera per il villaggio contadino di La Martella nel 1951, e aderisce a esperienze politico-partecipative, prima tra tutte quella comunitaria di Adriano Olivetti, sancita con la firma sulla Dichiarazione Politica del Movimento Comunità nel 1953. Nel 1960 partecipa inoltre al progetto del quartiere delle Barene di San Giuliano a Mestre. Agli inizi degli anni Settanta fa parte del gruppo di artisti e architetti chiamati da Ludovico Corrao a dare nuova vita alla cittadina di Gibellina, distrutta dal terremoto del Belice, dove progetta la Chiesa Madre, realizzata nel 1972. Nel 1979 realizza gli uffici FIAT a Borgo San Paolo a Torino. Oltre al lavoro di architetto e urbanista, Quadroni è impegnato nell'insegnamento universitario prima a Roma, poi a Napoli (1951-55) e a Firenze (dal 1957 al 1964). La sua carriera accademica si consolida infine a Roma, dove insegna dal 1965 al 1981, e dove forma diverse generazioni di architetti e urbanisti. Studioso e un pubblicista importante per le riviste “Metron”, “Urbanistica”, “Comunità”, “Casabella”, “Architettura d'oggi”, “La casa”, “Architettura: cronache e storia”, nelle sue pubblicazioni affronta soprattutto il tema della relazione tra architettura, urbanistica e sociologia. Una delle sue ultime opere è il progetto per l’ampliamento e ristrutturazione del Teatro dell’Opera a Roma nel 1983. Quaroni fu influenzato da correnti razionaliste e dalle rivisitazioni del classicismo dell'architettura degli anni Trenta, in tutta la sua attività ha portato l’architettura italiana ad integrarsi e ad allinearsi con l’architettura europea, approfondendo la ricerca sulle problematiche più attuali.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Pedio Renato 1969 Ampliamento della Cassa di Risparmio di Ravenna L'Architettura. Cronache e storia n. 159 636-647 Si
Terranova Antonino (a cura di) 1985 Ludovico Quaroni: architetture per cinquant’anni Gangemi Reggio Calabria No
Ciorra Pippo 1987 Ludovico Quaroni 1911-1987 Electa Milano 124-128 Si
Muratore Giorgio, Capuano Alessandra, Garofalo Francesco, Pellegrini Ettore (a cura di) 1988 Italia, gli ultimi trent’anni Zanichelli Bologna 259 Si
Polano Sergio, Mulazzani Marco (a cura di) 1991 Guida all'architettura italiana del Novecento Electa Milano 337 Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
prospetto su largo Firenze prospetto su largo Firenze Ilaria Cattabriga
facciata su via Boccaccio facciata su via Boccaccio Ilaria Cattabriga
ingresso principale ingresso principale Ilaria Cattabriga
parte centrale della facciata su largo Firenze parte centrale della facciata su largo Firenze Ilaria Cattabriga
soluzione dell’angolo tra via Boccaccio e largo Firenze soluzione dell’angolo tra via Boccaccio e largo Firenze Ilaria Cattabriga
apertura sulla facciata di via Boccaccio apertura sulla facciata di via Boccaccio Ilaria Cattabriga
ingresso principale e vista su via Mariani ingresso principale e vista su via Mariani Ilaria Cattabriga
esempio di connessione dell’edificio con la preesistenza esempio di connessione dell’edificio con la preesistenza Ilaria Cattabriga
corpo di connessione tra il nuovo edificio e l’edificio su via Mariani. Parte  superiore corpo di connessione tra il nuovo edificio e l’edificio su via Mariani. Parte superiore Ilaria Cattabriga
corpo di connessione tra il nuovo edificio e l’edificio su via Mariani. Parte  inferiore corpo di connessione tra il nuovo edificio e l’edificio su via Mariani. Parte inferiore Ilaria Cattabriga
vista completa dell’edificio da via Mariani su via Boccaccio vista completa dell’edificio da via Mariani su via Boccaccio Ilaria Cattabriga

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
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SAN Archivi degli Architetti - Ludovico Quaroni Visualizza
Archivio digitale Olivetti – Ludovico Quaroni Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 19/04/2024

Revisori:

Setti Stefano 2022