Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CHIESA PARROCCHIALE DI SANTA MARIA ASSUNTA

Scheda Opera

  • Vista dell’interno dell’edificio
  • Vista del portico a lato dell’edificio
  • Vista Sud-Ovest del prospetto posteriore
  • Vista dell’ingresso posteriore
  • Vista Nord-Est della chiesa e del campanile
  • Vista Nord dell’edificio
  • Comune: Vergato
  • Località: Riola
  • Denominazione: CHIESA PARROCCHIALE DI SANTA MARIA ASSUNTA
  • Indirizzo: Piazza Alvar Aalto N. 1
  • Data: 1966 - 1978
  • Tipologia: Edifici per il culto
  • Autori principali: Alvar Aalto
Descrizione

L’edificio viene realizzato nella località appenninica di Riola, in un’area di sviluppo adiacente al centro storico del piccolo paese, incastonata tra la riva del fiume e l’abitato, zona di collegamento tra le due porzioni di città e il paesaggio naturale.
Nell’ambito del generale rinnovamento degli edifici sacri, che Bologna conosce in quegli anni, la chiesa di Riola rappresenta un caso tra i più emblematici. Il cardinale Lercaro e l’Ufficio Nuove Chiese commissionano infatti il progetto ad uno dei maestri dell’architettura moderna internazionale, l’architetto finlandese Alvar Aalto, che realizza uno dei suoi rari progetti in Italia, laddove ad esempio, non riuscì a Le Corbusier, anch’egli incaricato del progetto di una chiesa dagli stessi committenti.
I lavori dopo varie modifiche e un lungo iter di realizzazione, si conclude nel 1998, a quasi trent’anni dalla morte non solo di Lercaro, ma anche di Aalto.
La continuità del rapporto esterno-interno, tra paesaggio ed edificio guida la stesura del progetto.
La parete sud, inclinata, sale verso il cielo trasformandosi in copertura che, raggiunto il suo punto più alto, scende verso il fiume con un andamento a ventaglio, figura tipica del repertorio formale dell’architetto scandinavo. Su questa parete si aprono quattro grandi vetrate a nastro, che permettono di illuminare l’ambiente interno per tutta la sua lunghezza, mentre all’esterno, riflettono il paesaggio circostante.
Un’ampia porta pieghevole consente, dal sagrato, di accedere alla navata principale, che presenta delle dimensioni poco accentuate in lunghezza per favorire la creazione di uno spazio interno raccolto, in cui non si percepisce una gerarchia di ruoli tra altare e uditorio, ma che conferisce ai due spazi la medesima importanza; solo una lieve accentuazione prospettica indirizza verso l’altare. A destra, il battistero è posto in continuità con il presbiterio, in modo che il fonte sia orientato verso il fiume; quest’asse tra la chiesa e il corso d’acqua viene rivelato da un taglio verticale nella parete che permette la vista della natura circostante. Il contatto visivo continua grazie alla copertura vetrata che sormonta il volume del battistero: quest’ultimo si configura come un corpo staccato piramidale, incuneato tra il volume della chiesa e il muro di contenimento della scarpata sul fiume. La chiesa arriva a lambire la riva del Reno grazie ai sistemi di terrazzamento che si concludono in una passeggiata parallela al corso del fiume.
La struttura della chiesa è una rilettura della tipologia strutturale utilizzata da Aalto nel Politecnico di Otaniemi nel 1955, ed è costituita da una serie di travi a cavalletto in calcestruzzo armato prefabbricati, su cui si innestano le vele della copertura a shed, di cemento armato come gli arconi, ma rivestite di una sottile lastra di rame. Quest’ultimo è l’unico materiale proprio del vocabolario aaltiano: la restante parte dei materiali è sceltra fra quelli locali, dal rivestimento delle facciate in arenaria di Montovolo sino al cotto per le pavimentazioni. Entrambe le scelte di realizzare gli arconi in stabilimento e di utilizzare materiali di immediata reperibilità perché prodotti nelle vicinanze del cantiere, concorrono a ridurre i costi dell’opera.
L’intero ambiente interno è invece trattato con solo intonaco bianco, che mette in risalto il legno dorato delle panche; quest’ultimo prevale anche sul marmo scuro del presbiterio, a sottolineare l’importanza ritrovata dell’uditorio, come parte attiva della funzione religiosa.
Seguendo il profilo delle strutture, una parete scorrevole, poi non realizzata, consentiva la suddivisione dello spazio interno in due ambienti, creandone uno di dimensione minore dotato di ingresso separato per le celebrazioni feriali, come già sperimentato da Aalto nella chiesa di Imatra.
L’area della chiesa è completata dalle opere parrocchiali e dal campanile. L’insieme è collegato da due piazzali, uno anteriore e uno posteriore alla chiesa, uniti da un porticato e da un percorso coperto che collega la casa del parroco con aule e sale parrocchiali terminando sulla strada. Esso ha il compito di unificare le facciate e fungere da completamento al sagrato, configurandosi così come luogo di incontro e accoglienza. La struttura portante è in pilastrini a sezione circolare in ferro brunito, elemento ricorrente del repertorio aaltiano, mentre la copertura è composta da una struttura in ferro verniciato rivestita da un soffitto in doghe di legno di abete.
Il campanile si colloca nel punto stabilito da Aalto in fase di progetto, in posizione disassata rispetto alla chiesa. Esso è costituito da una serie di setti in cemento armato gettato in opera, sfalsati tra loro, che collegano i due livelli del piazzale antistante: il piano a filo strada, adibito a parcheggio, e quello pedonale sopraelevato che degrada verso la chiesa.
(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

Info
  • Progetto: 1966 - 1976
  • Esecuzione: 1976 - 1978
  • Tipologia Specifica: Chiesa
  • Committente: Ufficio Nuove Chiese, Bologna
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: chiesa parrocchiale
  • Destinazione attuale: chiesa parrocchiale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Elissa Aalto Direzione lavori Esecuzione NO
Alvar Aalto Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.alvaraalto.fi/en/information/ SI
Hector Duran, Ferdinando Forlay, Ottorino Gentilini, Marco Bruni, Vittorio Angelo Becchelli, Eliseo Zanasi, Coordinatore Esecuzione NO
Glauco Gresleri Coordinatore Esecuzione Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/glauco-gresleri/ NO
Grandi Lavori S.p.A. Direzione lavori Esecuzione NO
Vezio Nava Direzione lavori Esecuzione NO
Giorgio Trebbi Coordinatore Esecuzione NO
  • Strutture: calcestruzzo armato prefabbricato
  • Materiale di facciata: arenaria di Montovolo, lamiera di rame, vetro
  • Coperture: calcestruzzo armato, membrana di fibra dicartone catramato, lamiera di rame
  • Serramenti: metallo, vetro
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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Nell’ambito del generale rinnovamento degli edifici sacri, che Bologna conosce in quegli anni, la chiesa di Riola rappresenta un caso tra i più emblematici. Il cardinale Lercaro e l’Ufficio Nuove Chiese commissionano infatti il progetto ad uno dei maestri dell’architettura moderna internazionale, l’architetto finlandese Alvar Aalto, che realizza uno dei suoi rari progetti in Italia, laddove ad esempio, non riuscì a Le Corbusier, anch’egli incaricato del progetto di una chiesa dagli stessi committenti.
I lavori dopo varie modifiche e un lungo iter di realizzazione, si conclude nel 1998, a quasi trent’anni dalla morte non solo di Lercaro, ma anche di Aalto. 
La continuità del rapporto esterno-interno, tra paesaggio ed edificio guida la stesura del progetto. 
La parete sud, inclinata, sale verso il cielo trasformandosi in copertura che, raggiunto il suo punto più alto, scende verso il fiume con un andamento a ventaglio, figura tipica del repertorio formale dell’architetto scandinavo. Su questa parete si aprono quattro grandi vetrate a nastro, che permettono di illuminare l’ambiente interno per tutta la sua lunghezza, mentre all’esterno, riflettono il paesaggio circostante.
Un’ampia porta pieghevole consente, dal sagrato, di accedere alla navata principale, che presenta delle dimensioni poco accentuate in lunghezza per favorire la creazione di uno spazio interno raccolto, in cui non si percepisce una gerarchia di ruoli tra altare e uditorio, ma che conferisce ai due spazi la medesima importanza; solo una lieve accentuazione prospettica indirizza verso l’altare. A destra, il battistero è posto in continuità con il presbiterio, in modo che il fonte sia orientato verso il fiume; quest’asse tra la chiesa e il corso d’acqua viene rivelato da un taglio verticale nella parete che permette la vista della natura circostante. Il contatto visivo continua grazie alla copertura vetrata che sormonta il volume del battistero: quest’ultimo si configura come un corpo staccato piramidale, incuneato tra il volume della chiesa e il muro di contenimento della scarpata sul fiume. La chiesa arriva a lambire la riva del Reno grazie ai sistemi di terrazzamento che si concludono in una passeggiata parallela al corso del fiume.
La struttura della chiesa è una rilettura della tipologia strutturale utilizzata da Aalto nel Politecnico di Otaniemi nel 1955, ed è costituita da una serie di travi a cavalletto in calcestruzzo armato prefabbricati, su cui si innestano le vele della copertura a shed, di cemento armato come gli arconi, ma rivestite di una sottile lastra di rame. Quest’ultimo è l’unico materiale proprio del vocabolario aaltiano: la restante parte dei materiali è sceltra fra quelli locali, dal rivestimento delle facciate in arenaria di Montovolo sino al cotto per le pavimentazioni. Entrambe le scelte di realizzare gli arconi in stabilimento e di utilizzare materiali di immediata reperibilità perché prodotti nelle vicinanze del cantiere, concorrono a ridurre i costi dell’opera. 
L’intero ambiente interno è invece trattato con solo intonaco bianco, che mette in risalto il legno dorato delle panche; quest’ultimo prevale anche sul marmo scuro del presbiterio, a sottolineare l’importanza ritrovata dell’uditorio, come parte attiva della funzione religiosa. 
Seguendo il profilo delle strutture, una parete scorrevole, poi non realizzata, consentiva la suddivisione dello spazio interno in due ambienti, creandone uno di dimensione minore dotato di ingresso separato per le celebrazioni feriali, come già sperimentato da Aalto nella chiesa di Imatra.
L’area della chiesa è completata dalle opere parrocchiali e dal campanile. L’insieme è collegato da due piazzali, uno anteriore e uno posteriore alla chiesa, uniti da un porticato e da un percorso coperto che collega la casa del parroco con aule e sale parrocchiali terminando sulla strada. Esso ha il compito di unificare le facciate e fungere da completamento al sagrato, configurandosi così come luogo di incontro e accoglienza. La struttura portante è in pilastrini a sezione circolare in ferro brunito, elemento ricorrente del repertorio aaltiano, mentre la copertura è composta da una struttura in ferro verniciato rivestita da un soffitto in doghe di legno di abete.
Il campanile si colloca nel punto stabilito da Aalto in fase di progetto, in posizione disassata rispetto alla chiesa. Esso è costituito da una serie di setti in cemento armato gettato in opera, sfalsati tra loro, che collegano i due livelli del piazzale antistante: il piano a filo strada, adibito a parcheggio, e quello pedonale sopraelevato che degrada verso la chiesa.
(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

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Alvar Aalto (Kuortane 1898- Helsinki 1976)
Nel 1921 si laurea in Architettura al Politecnico di Helsinki. Due anni dopo apre il primo studio privato a Jyväskylä, che mantiene fino al 1927. Nel 1924 sposa l’architetto Aino Marsio, con cui collabora fino alla morte di lei, che avviene nel 1945. Tre anni dopo apre un nuovo studio privato a Turku, per poi trasferire definitivamente l’attività professionale a Helsinki.
Dal 1934 al 1958 è presidente dell’Associazione degli architetti finlandesi, mentre dal 1946 al 1948 è professore al Massachusetts Institute of  Technology. Nel 1952 sposa l’architetto Elissa Mäkiniemi. Dal 1955 diviene membro dell’Accademia di Finlandia, di cui è presidente per il periodo 1963-1968.
La produzione di Aalto attraversa molteplici periodi espressivi, ma tutta la sua carriera è segnata da alcune tematiche di fondo che permangono a prescindere dai cambiamenti di linguaggio architettonico. Nel suo primo periodo del classicismo si ritrovano ispirazioni provenienti dal mondo contadino e influenze dell’architettura “mediterranea” o delle grandi civiltà della storia dell’architettura. Anche nel primo periodo della sua carriera, in cui progetta in affinità con il funzionalismo europeo, il suo approccio risulta distante dall’applicazione dei codici del modernismo, favorendo contaminazioni con le sensibilità personali e di carattere ambientale e con la dimensione psico-fisica dell’architettura sulla percezione umana. 
Il legno, il mattone rosso e il rame, materiali della tradizione costruttiva finlandese, costituiscono parte del suo repertorio formale che esprime il senso di un “regionalismo finnico”, secondo cui i materiali locali divengono mezzo d’espressione di immagini emotive e riferimenti storici miscelati da un linguaggio moderno. I suoi interessi e lavori spaziano dall’architettura alla pittura al design: nel 1932 fonda insieme ad Aino la ditta Artek, produttrice di mobili. Nel 1937 il padiglione della Finlandia all’esposizione di Parigi lo elegge a figura di riferimento dell’architettura organica. In questo periodo partecipa ai CIAM ed è tra i fondatori della Carta di Atene.
Tra gli anni Quaranta e Cinquanta la percezione psico-fisica dello spazio, la riscoperta di materiali naturali e sull’uso di forme aperte e ancora, l’integrazione fra architettura e ambiente circostante, diventano i tratti distintivi del suo lavoro e influenzano il modo di fare architettura dei suoi contemporanei e delle generazioni future.
Alla fine degli anni Cinquanta riceve moltissimi riconoscimenti tra cui la medaglia d'oro del Royal Institute of Britsh Architects nel 1957 e la laurea ad honorem conferitagli dal Politecnico di Milano.
Alla fine del decennio le sue architetture presentano caratteri nuovi, come la predilezione per la dimensione monumentale degli spazi e l’utilizzo di motivi e materiali non sempre locali.
Tra le sue opere si ricordano il sanatorio a Paimio (1929-33), la fabbrica a Oulu (1930), la biblioteca a Viipuri (1932-34), la casa a Munkkiniemi (1936), la Villa Mairea (1938), i padiglioni della Finlandia alle esposizioni di Parigi (1937) e di New York (1939), i piani regolatori regionali in Svezia e in Finlandia (valle del f. Kokemäki, 1942-43; Rovaniemi, 1945-48; isola di Säynätsalo, 1949-52, ecc.), la Casa dello studente a Cambridge, Mass. (1947-49), lo Stadio di Otaniemi (1954), il padiglione finlandese alla Biennale diVenezia (1956), l'Università a Jyväskylä (1953-57), la Casa della cultura a Helsinki (1955-58), la casa a torre di Neue Vahr a Brema (1959-62), il Palazzo per concerti e congressi a Helsinki (1971), il  Museo d'arte dello Jütland sett. ad Aalborg (1969-73), la chiesa di Riola, Bologna (1966-76).
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 49
  • Particella: 74

Note

Esistono due versioni di progetto della chiesa. La prima, del 1966, prevede la facciata principale disposta su fronte strada e una lunghezza maggiore della navata principale. La seconda versione del progetto, quella definitiva, viene approntata per arretrare il fronte verso ovest per via delle fasce di rispetto imposte dai vincoli urbanistici. Il rispetto delle norme viene guadagnato a scapito della tensione originaria del rapporto chiesa-osservatore. L’arretramento produce inoltre uno spazio di risulta antistante al complesso parrocchiale, che viene adibito a parcheggio. Alvar Aalto (Kuortane 1898- Helsinki 1976) Nel 1921 si laurea in Architettura al Politecnico di Helsinki. Due anni dopo apre il primo studio privato a Jyväskylä, che mantiene fino al 1927. Nel 1924 sposa l’architetto Aino Marsio, con cui collabora fino alla morte di lei, che avviene nel 1945. Tre anni dopo apre un nuovo studio privato a Turku, per poi trasferire definitivamente l’attività professionale a Helsinki. Dal 1934 al 1958 è presidente dell’Associazione degli architetti finlandesi, mentre dal 1946 al 1948 è professore al Massachusetts Institute of Technology. Nel 1952 sposa l’architetto Elissa Mäkiniemi. Dal 1955 diviene membro dell’Accademia di Finlandia, di cui è presidente per il periodo 1963-1968. La produzione di Aalto attraversa molteplici periodi espressivi, ma tutta la sua carriera è segnata da alcune tematiche di fondo che permangono a prescindere dai cambiamenti di linguaggio architettonico. Nel suo primo periodo del classicismo si ritrovano ispirazioni provenienti dal mondo contadino e influenze dell’architettura “mediterranea” o delle grandi civiltà della storia dell’architettura. Anche nel primo periodo della sua carriera, in cui progetta in affinità con il funzionalismo europeo, il suo approccio risulta distante dall’applicazione dei codici del modernismo, favorendo contaminazioni con le sensibilità personali e di carattere ambientale e con la dimensione psico-fisica dell’architettura sulla percezione umana. Il legno, il mattone rosso e il rame, materiali della tradizione costruttiva finlandese, costituiscono parte del suo repertorio formale che esprime il senso di un “regionalismo finnico”, secondo cui i materiali locali divengono mezzo d’espressione di immagini emotive e riferimenti storici miscelati da un linguaggio moderno. I suoi interessi e lavori spaziano dall’architettura alla pittura al design: nel 1932 fonda insieme ad Aino la ditta Artek, produttrice di mobili. Nel 1937 il padiglione della Finlandia all’esposizione di Parigi lo elegge a figura di riferimento dell’architettura organica. In questo periodo partecipa ai CIAM ed è tra i fondatori della Carta di Atene. Tra gli anni Quaranta e Cinquanta la percezione psico-fisica dello spazio, la riscoperta di materiali naturali e sull’uso di forme aperte e ancora, l’integrazione fra architettura e ambiente circostante, diventano i tratti distintivi del suo lavoro e influenzano il modo di fare architettura dei suoi contemporanei e delle generazioni future. Alla fine degli anni Cinquanta riceve moltissimi riconoscimenti tra cui la medaglia d'oro del Royal Institute of Britsh Architects nel 1957 e la laurea ad honorem conferitagli dal Politecnico di Milano. Alla fine del decennio le sue architetture presentano caratteri nuovi, come la predilezione per la dimensione monumentale degli spazi e l’utilizzo di motivi e materiali non sempre locali. Tra le sue opere si ricordano il sanatorio a Paimio (1929-33), la fabbrica a Oulu (1930), la biblioteca a Viipuri (1932-34), la casa a Munkkiniemi (1936), la Villa Mairea (1938), i padiglioni della Finlandia alle esposizioni di Parigi (1937) e di New York (1939), i piani regolatori regionali in Svezia e in Finlandia (valle del f. Kokemäki, 1942-43; Rovaniemi, 1945-48; isola di Säynätsalo, 1949-52, ecc.), la Casa dello studente a Cambridge, Mass. (1947-49), lo Stadio di Otaniemi (1954), il padiglione finlandese alla Biennale diVenezia (1956), l'Università a Jyväskylä (1953-57), la Casa della cultura a Helsinki (1955-58), la casa a torre di Neue Vahr a Brema (1959-62), il Palazzo per concerti e congressi a Helsinki (1971), il  Museo d'arte dello Jütland sett. ad Aalborg (1969-73), la chiesa di Riola, Bologna (1966-76).

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1966 Alvar Aalto, complesso parrocchiale di Riola (Bologna) Chiesa e Quartiere n. 40 10-25 Si
Gresleri Giuliano 1967 Il discorso religioso di Alvar Aalto e il progetto per Riola Studi Cattolici n. 71 52-55 Si
1967 La chiesa italiana di Alvar Aalto. Il progetto della chiesa di Riola Domus n. 447 1-6 Si
1977 Architettura: la chiesa di Riola Parametro n. 62 8-13 Si
Grandi Lavori spa (a cura di) 1978 Chiesa di Riola s.l., s.e. stampa No
1978 Alvar Aalto in Italia, la chiesa di Riola Domus n. 587 8-13 Si
Lupi Italo 1978 La chiesa di Riola Abitare n. 169 10-15 Si
Gresleri Giuliano 1983 Storia e immagine di un luogo dell'architettura moderna. Riola di Aalto Strenna storica bolognese n. 33 139-159 Si
Bernabei Giancarlo, Gresleri Giuliano, Zagnoni Stefano 1984 Bologna moderna. 1860-1980 Pàtron Bologna 232-234 Si
De Witt Dennis J., De Witt Elizabeth 1987 Modern architecture in Europe. A guide to buildings since the industrial revolution E. P. Dutton New York 238 No
Daffarra Simonetta 1994 Riola, verso il completamento del progetto di Alvar Aalto Parametro n. 202 2-3 No
Pirkko Tuukkanen (a cura di) 1994 A contatto con Alvar Aalto: museo Alvar Aalto 1994 F. G. Lönnberg Helsinki 118 No
Trebbi Giorgio 1997 Il segno dei tempi. Trace of the times Parametro n. 218 8-9 Si
Gresleri Glauco 1998 La chiesa di Alvar Aalto a Riola nell'epopea lercariana di metà secolo a Bologna Parametro n. 222 45-47 Si
Gresleri Glauco, Gresleri Giuliano, Bettazzi Maria Beatrice (a cura di) 2004 Alvar Aalto. La chiesa di Riola Compositori Bologna Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Bettazzi, M. Beatrice 2005 La chiesa di Aalto L'architettura. Cronache e storia n. 591 51 Si
Cappelletti Claudio 2009 Nel centenario della nascita di Alvar Aalto, in Cappelletti Claudio, La mia Grizzana Tinarelli Bologna 124-128 No
Gentilini Ottorino 2012 Chiesa di Alvar Aalto Riola: non solo architettura Riola : Associazione Riola di più - amici per lo sviluppo del paese No
Martorelli Roberto 2013 Arte e storia a Bologna nel Novecento. Un percorso per immagini, in Zangheri Renato (a cura di), Storia di Bologna, vol. 4., tomo 2., Bologna in età contemporanea 1915-2000, a cura di Angelo Varni Bononia University Press Bologna 1164 No
Pagnini Maria Camilla 2013 Un architetto in montagna. Alvar Aalto e la chiesa di Riola, in Zagnoni Renzo (a cura di), Itinerari d’arte in Appennino Gruppo di studi Alta valle del Reno - Pistoia, Società pistoiese di storia patria 97-104 Si
Zanarini Valerio 2016 La costruzione della chiesa di Riola raccontata da uno dei protagonisti. Giulio Gianni Nuèter n. 2 316-320 Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista dell’interno dell’edificio Vista dell’interno dell’edificio R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del portico a lato dell’edificio Vista del portico a lato dell’edificio R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista Sud-Ovest del prospetto posteriore Vista Sud-Ovest del prospetto posteriore R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista dell’ingresso posteriore Vista dell’ingresso posteriore R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista Nord-Est della chiesa e del campanile Vista Nord-Est della chiesa e del campanile R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista Nord dell’edificio Vista Nord dell’edificio R. Vlahov. Courtesy IBC

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Margherita Merendino
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 23/04/2024

Revisori:

Setti Stefano 2021