Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

MONASTERO DEL CARMELO DI BONMOSCHETTO

Scheda Opera

  • Vista del propsetto sud
  • Vista del propsetto nord
  • Vista del propsetto verso il chiostro
  • La chiesa
  • I corridoi interni
  • Le scale
  • Prospetto sud
  • Ingresso alla chiesa
  • Vista generale da ovest
  • Interno della chiesa
  • Piano terra
  • Pianta della Chiesa
  • Comune: Sanremo
  • Denominazione: MONASTERO DEL CARMELO DI BONMOSCHETTO
  • Indirizzo: Via Padre Semeria N. 191
  • Data: 1955 - 1958
  • Tipologia: Edifici per il culto
  • Autori principali: Studio Ponti Fornaroli Rosselli
Descrizione

Il monastero, situato sulle panoramiche alture della città in un luogo probabilmente scelto per le caratteristiche di isolamento e silenzio fondamentali per un ordine basato sulla spiritualità mistica e ascetica, è uno dei più felici esempi di architettura sacra contemporanea. Ponti attribuì a questo progetto un valore 'eccezionale' nella sua lunga e ricca carriera di architetto. Si tratta della prima di una serie di opere religiose dello stesso autore in cui la smaterializzazione dell'architettura raggiunge effetti particolarmente interessanti. L’edificio del convento è caratterizzato da una marcata simmetria, linee semplici ed essenziali e copertura a doppia falda. La chiesa, poco visibile dall’esterno, dove è indicata solo con una doppia vetrata stretta e lunga in vetrocemento con croci bianche, è protetta da un lungo muro dal tracciato irregolare e si apre inaspettata in un sagrato esterno. Una serie di setti murari orientati che sostengono il tetto, quasi fossero sottili quinte teatrali, consente a chi entra in chiesa di percepire la cortina come continua e immergersi in una dimensione di profondo raccoglimento e, al tempo stesso, crea un effetto di smaterializzazione delle pareti per chi si rivolge alla comunità dall’altare. Tra i setti murari si aprono, infatti, ampie vetrate che consentono la vista sul sagrato esterno e sul cielo. L’interno della chiesa è bianco con alcuni sapienti elementi di vetro blu, e racchiude diverse opere interessanti tra cui il dipinto della ‘Madonna della Misericordia’ e un pannello in smalto, eseguito da Romano Ruiz, che rappresenta le tappe fondamentali della vita del profeta Elia. Al centro del convento sia apre un chiostro il cui porticato ha, al posto delle colonne, semplici croci di legno. Il simbolismo della croce è ripetuto numerose volte in tutto il convento, dalle intelaiature delle finestre della chiesa alle inferriate delle finestre del convento.
Il lungo muro bianco, che ricorda le architetture mediterranee, è punteggiato da elementi in pietra che, nel progetto dell’autore, avrebbero dovuto accogliere piante rampicanti, infatti secondo Ponti “questa architettura ha bisogno del tempo e della pioggia e del sole e soprattutto del crescere degli alberi, delle erbe, dei rampicanti per essere quale è stata immaginata”. In realtà il “folto e invadente verde” previsto dai progettisti non è mai stato realizzato e il monastero spicca bianco sul fondo verde della collina. Attualmente il monastero ospita circa trenta suore dell’ordine delle monache Carmelitane Scalze e si compone di una parte conventuale di clausura, di una chiesa e spazi per la meditazione. Le monache hanno conservato l'arredo originario sia fisso (altare) sia mobile (le sedie sono disegnate dallo stesso Ponti).

Info
  • Progetto: 1955 -
  • Esecuzione: - 1958
  • Tipologia Specifica: Monastero
  • Proprietà: Nessuna opzione
  • Destinazione originaria: monastero
  • Destinazione attuale: monastero
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Antonio Fornaroli Progetto architettonico Progetto NO
Gio Ponti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=20138 NO
Studio Ponti Fornaroli Rosselli Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.gioponti.org/it/archivio/scheda-dell-opera/dd_161_6036/studio-ponti-fornaroli-rosselli-in-via-dezza SI

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Il lungo muro bianco, che ricorda le architetture mediterranee, è punteggiato da elementi in pietra che, nel progetto dell’autore, avrebbero dovuto accogliere piante rampicanti, infatti secondo Ponti “questa architettura ha bisogno del tempo e della pioggia e del sole e soprattutto del crescere degli alberi, delle erbe, dei rampicanti per essere quale è stata immaginata”. In realtà il “folto e invadente verde” previsto dai progettisti non è mai stato realizzato e il monastero spicca bianco sul fondo verde della collina. Attualmente il monastero ospita circa trenta suore dell’ordine delle monache Carmelitane Scalze e si compone di una parte conventuale di clausura, di una chiesa e spazi per la meditazione. Le monache hanno conservato l'arredo originario sia fisso (altare) sia mobile (le sedie sono disegnate dallo stesso Ponti). 
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti: D.M. 24 aprile 1985, n.143 Area del Monte Bignone e Alture della Valle Armea comprendente gli abitati antichi di Ceriana Bussana Vecchia Poggio Pigna di Sanremo e Seborga D.Lgs. 42/2004, art. 136
  • Foglio Catastale: Fogli
  • Particella: Parti
Opere D'Arte:
Codice ICCd Ubicazione Tipologia Soggetto Autore Materia Tecnica Stato di Conservazione Restauri
Cappella, presbiterio pittura Romano Ruiz


Note

Rilevanza storica; rilevanza in rapporto al contesto urbano; rilevanza in rapporto al contesto paesaggistico; rilevanza in rapporto al tipo edilizio; rilevanza in rapporto a materiali e tecniche costruttive; rilevanza in rapporto all'autore; rilevanza in rapporto al dibattito disciplinare e cultura; rilevanza in rapporto alla fortuna critica/ Non c'è alcuna ricerca di un rapporto con il tessuto circostante, all'epoca molto rarefatto in questa zona, bensì una naturale introversione trattandosi di un monastero di clausura. Secondo Ponti “questa architettura ha bisogno del tempo e della pioggia e del sole e soprattutto del crescere degli alberi, delle erbe, dei rampicanti per essere quale è stata immaginata”. In realtà il “folto e invadente verde” previsto dai progettisti non è mai stato realizzato e il monastero spicca bianco sul fondo verde della collina. Da ricordare la presenza dell'edificio, pensato come temporaneo, antistante il monastero/ costituisce elemento di un panorama - costituisce punto da cui si gode un panorama

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Gio Ponti 1959 Il Carmelo di Bonmoschetto, monastero delle Carmelitane scalze in San Remo “Domus”, n. 361 12 - 19 Si
1962 ll Carmelo di Bonmoschetto, monastero delle Carmelitane scalze in San Remo Domus n. 395 12-19 No
Fulvio Irace 1988 Gio Ponti, la casa italiana Electa Milano 199 Si
Lisa licitra ponti 1990 Giò Ponti. L'opera Leonardo Milano 200 Si
Sergio Polano, Marco Mulazzani (a cura di) 1991 Guida all'architettura italiana del secondo Novecento Electa Milano 301 Si
Silvia Barisione, Matteo Fochessati, Gianni Franzone, Andrea Canziani (a cura di) 2004 Architetture in Liguria dagli anni venti agli anni cinquanta Abitare Segesta Edizioni Milano 184 Si
Carlo Capponi 2006 Il monastero carmelitano di Sant’Elia, Sanremo (Imperia) 1957-1959, in Maria Antonietta Crippa, Carlo Capponi ( a cura di),Gio Ponti e l'architettura sacra Silvana Cinisello Balsamo 136 - 147 Si
Giovanna Franco, Stefano Francesco Musso 2016 Architetture in Liguria dopo il 1945 De Ferrari Editore Genova 432 Si
Sergio Pace 2019 Convento di Bonmoschetto Sanremo, 1957-1959, in Fulvio Irace, Maristella Casciato (a cura di), Gio ponti. Amare l'architettura Forma Milano 200 -205 Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista del propsetto sud Vista del propsetto sud Carla Arcolao - 2010
Vista del propsetto nord Vista del propsetto nord Carla Arcolao - 2010
Vista del propsetto verso il chiostro Vista del propsetto verso il chiostro Carla Arcolao - 2010
La chiesa La chiesa Carla Arcolao - 2010
I corridoi interni I corridoi interni Carla Arcolao - 2010
Le scale Le scale Carla Arcolao - 2010
Prospetto sud Prospetto sud Tratta da - Domus n. 395, 1962
Ingresso alla chiesa Ingresso alla chiesa Tratta da - Domus n. 395, 1962
Vista generale da ovest Vista generale da ovest Tratta da - Domus n. 395, 1962
Interno della chiesa Interno della chiesa Tratta da - Domus n. 395, 1962
Piano terra Piano terra Tratta da - Domus n. 395, 1962
Pianta della Chiesa Pianta della Chiesa Tratta da - Domus n. 395, 1962

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
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Enciclopedia Treccani - Gio Ponti Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Gio Ponti Visualizza
Fondo Archivistico Sistema Museale dell’Università di Parma - Gio Ponti Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Direzione Regionale per la Liguria
Titolare della ricerca: Università degli studi di Genova – Dipartimento di Scienze per l’Architettura
Responsabile scientifico: Stefano Musso, Giovanna Franco


Scheda redatta da Lorenza Comino, Simona Lanzu
creata il 31/12/2009
ultima modifica il 13/03/2024

Revisori:

Mezzino Davide 2022 

Luciano Antonino Scuderi 2022