Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CHIESA DELLA BEATA VERGINE DELLA CERTOSA

Scheda Opera

  • Vista del prospetto laterale su via Adolfo De Carolis
  • Vista del prospetto laterale su via Piero della Francesca
  • Vista Sud-Ovest del prospetto laterale
  • Particolare dell’accesso al sagrato interno e della grande fontana
  • Vista Sud-Est dell’edificio
  • Comune: Bologna
  • Località: Certosa
  • Denominazione: CHIESA DELLA BEATA VERGINE DELLA CERTOSA
  • Indirizzo: Via Piero della Francesca N. 3
  • Data: 1956 - 1961
  • Tipologia: Edifici per il culto
  • Autori principali: Glauco Gresleri
Descrizione

Pensato come centro della vita pulsante di un quartiere mai realizzato, l’edificio oggi spicca all’interno di un contesto di espansione disordinato e privo di carattere identificativo.
È comunque visibile nell’edificio, il carattere di forte sperimentazione appartenente all’esperienza di rinnovamento dell’architettura sacra condotta dal Cardinal Lercaro.
Realizzato dall’Ufficio nuove chiese di Bologna con cui Gresleri lavora fin dalla sua fondazione, la chiesa fa uso di un linguaggio dichiaratamente riferibile all’esperienza di Le Corbusier.
L’organizzazione interna è pensata per rivolgersi direttamente all’individuo, connotando lo spazio di una doppia valenza: da una parte la dimensione intima e spirituale del fedele, dall’altra, quella di luogo di incontro della comunità.
La “vita quotidiana” e quella spirituale sono concepite in una continua relazione reciproca, favorita dagli elementi dell’architettura come gli ingressi, concepiti come il punto di accesso ad una “casa” e presenti su tre lati della struttura. Quello principale sul prospetto est e l’altro ampio accesso sul lato nord, sono pensati per invitare ed accogliere chiunque voglia entrare. Il primo consente un contatto visivo diretto con l’altare maggiore, il secondo si pone in rapporto diretto con il battistero, luogo fondamentale della liturgia che diventa anche fulcro della composizione in pianta.
Sul lato est si trova l’accesso diretto alla cappella del Santissimo destinata alle funzioni feriali, mentre su quello ovest, l’ingresso mette in comunicazione la chiesa con il sagrato interno, su cui insiste il complesso di edifici a supporto del centro religioso, quali: l’asilo, la scuola e gli uffici parrocchiali.
All’interno le sedute sono disposte intorno all’altare coinvolgendo i partecipanti come parte attiva del rito.
La “schola” occupa il posto a fianco dell’organo, a rimarcare il ruolo di “portavoce” della comunità.
Nella cappella del Santissimo, l’ambiente diviene più intimo. Il contatto con il divino è più stretto, così lo spazio della collettività lascia il passo a quello del raccoglimento individuale. La penitenziera è lontana dai due presbiteri per accentuare la valenza personale del sacramento e trova il suo prolungamento naturale nella galleria del matroneo. Quest’ultima ritrova la luce e il contatto con l’esterno solo sul fondo, a simboleggiare il processo di liberazione dell’animo umano a seguito della confessione. Attento e studiato in funzione simbolica è il rapporto della luce con gli spazi. La navata è illuminata dal grande oculo “a pozzo” sull’altare maggiore. Un fascio di luce, come un faro, proviene dalla finestra “a cassetta” della cappella, analoga alle soluzioni architettoniche lecorbuseriane dei canons a lumière. I luoghi devozionali sono messi in risalto da una sorgente di luce naturale colorata che pervade la sagrestia. Il perimetro della chiesa è sottolineato, poi, dall’interruzione della continuità tra parete e solaio che crea una lama di luce che circonda l’edificio.
La struttura è formata da 4 portali doppi e traversi di collegamento impostata su un modulo di 5 m. Sotto di essa si dispiega la trama di foratoni imbottiti da un grosso strato di intonaco che veste le pareti perimetrali senza bisogno di cuciture.
I materiali impiegati, il cemento armato a vista, l’intonaco calcinato tirato a mano, il vetro, il legno e l’acciaio, dialogano tra loro restituendo un’immagine sobria e solida al tempo stesso, interprete dei valori di rinnovamento della comunità.

(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

Info
  • Progetto: 1956 - 1957
  • Esecuzione: 1958 - 1961
  • Tipologia Specifica: Chiesa
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: chiesa parrocchiale urbana
  • Destinazione attuale: chiesa parrocchiale urbana
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Giorgio Conti Progetto strutturale Progetto NO
Impresa fratelli Donati Direzione lavori Esecuzione NO
Ufficio tecnico Genio Civile Bologna (Luigi Riguzzi) Direzione lavori Esecuzione NO
Glauco Gresleri Progetto architettonico Esecuzione Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/glauco-gresleri/ SI
Goliardo Tubertini Direzione lavori Esecuzione NO
  • Strutture: struttura intelaiata, calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: cemento armato a vista, foratoni imbottiti da intonaco calcinato tirato a mano, vetro, legno, acciaio
  • Coperture: calcestruzzo armato
  • Serramenti: ferro e vetro
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Ottimo

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È comunque visibile nell’edificio, il carattere di forte sperimentazione appartenente all’esperienza di rinnovamento dell’architettura sacra condotta dal Cardinal Lercaro.
Realizzato dall’Ufficio nuove chiese di Bologna con cui Gresleri lavora fin dalla sua fondazione, la chiesa fa uso di un linguaggio dichiaratamente riferibile all’esperienza di Le Corbusier.
L’organizzazione interna è pensata per rivolgersi direttamente all’individuo, connotando lo spazio di una doppia valenza: da una parte la dimensione intima e spirituale del fedele, dall’altra, quella di luogo di incontro della comunità.
La “vita quotidiana” e quella spirituale sono concepite in una continua relazione reciproca, favorita dagli elementi dell’architettura come gli ingressi, concepiti come il punto di accesso ad una “casa” e presenti su tre lati della struttura. Quello principale sul prospetto est e l’altro ampio accesso sul lato nord, sono pensati per invitare ed accogliere chiunque voglia entrare. Il primo consente un contatto visivo diretto con l’altare maggiore, il secondo si pone in rapporto diretto con il battistero, luogo fondamentale della liturgia che diventa anche fulcro della composizione in pianta. 
Sul lato est si trova l’accesso diretto alla cappella del Santissimo destinata alle funzioni feriali, mentre su quello ovest, l’ingresso mette in comunicazione la chiesa con il sagrato interno, su cui insiste il complesso di edifici a supporto del centro religioso, quali: l’asilo, la scuola e gli uffici parrocchiali. 
All’interno le sedute sono disposte intorno all’altare coinvolgendo i partecipanti come parte attiva del rito. 
La “schola” occupa il posto a fianco dell’organo, a rimarcare il ruolo di “portavoce” della comunità. 
Nella cappella del Santissimo, l’ambiente diviene più intimo. Il contatto con il divino è più stretto, così lo spazio della collettività lascia il passo a quello del raccoglimento individuale. La penitenziera è lontana dai due presbiteri per accentuare la valenza personale del sacramento e trova il suo prolungamento naturale nella galleria del matroneo. Quest’ultima ritrova la luce e il contatto con l’esterno solo sul fondo, a simboleggiare il processo di liberazione dell’animo umano a seguito della confessione. Attento e studiato in funzione simbolica è il rapporto della luce con gli spazi. La navata è illuminata dal grande oculo “a pozzo” sull’altare maggiore. Un fascio di luce, come un faro, proviene dalla finestra “a cassetta” della cappella, analoga alle soluzioni architettoniche lecorbuseriane dei canons a lumière. I luoghi devozionali sono messi in risalto da una sorgente di luce naturale colorata che pervade la sagrestia. Il perimetro della chiesa è sottolineato, poi, dall’interruzione della continuità tra parete e solaio che crea una lama di luce che circonda l’edificio.
La struttura è formata da 4 portali doppi e traversi di collegamento impostata su un modulo di 5 m. Sotto di essa si dispiega la trama di foratoni imbottiti da un grosso strato di intonaco che veste le pareti perimetrali senza bisogno di cuciture.  
I materiali impiegati, il cemento armato a vista, l’intonaco calcinato tirato a mano, il vetro, il legno e l’acciaio, dialogano tra loro restituendo un’immagine sobria e solida al tempo stesso, interprete dei valori di rinnovamento della comunità. 

(Matteo Sintini, Margherita Merendino)
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All’esterno, invece, ideogrammi e scritte devozionali ad opera di Glauco Gresleri decorano le pareti perimetrali della chiesa. La tecnica di realizzazione consiste nell’incisione delle casseforme per il getto di calcestruzzo.

Glauco Gresleri (Bologna 1930 - 2016)
Si laurea in Architettura a Firenze nel 1956, con Adalberto Libera. Tappa fondamentale della sua formazione è  il rapporto personale con A. Aalto, Le Corbusier, M. Breuer, K. Tange, A. Sartoris, L. Figini, L. Quaroni e G. Michelucci, diventando una delle figure di contatto tra il mondo professionale bolognese e i maestri dell'Architettura moderna e uno dei principali animatori culturali del panorama. Nel 1970 fonda la rivista "Parametro", attiva fino al 2006, uno dei “luoghi” centrali di diffusione e divulgazione del dibattito architettonico della regione e non solo. Nel 1984 è tra i co-fondatori della rivista “Frames”.
Particolarmente importante è la sua attività nell’ambito dell’architettura sacra. 
Dal 1955 collabora all'organizzazione del Primo Congresso di Architettura Sacra e collabora continuativamente con il cardinal Lercaro per lo sviluppo del Centro di studio e informazione per l'architettura sacra e per la rivista "Chiesa e Quartiere". È cofondatore del “Centro di Studio e Informazione per l’Architettura Sacra” di Bologna (1956) e ¬delle riviste “Chiesa e Quartiere” (1955); “Inarcos” (1967).
A partire dalla metà degli anni Cinquanta è impegnato nel programma di realizzazione di chiese nelle periferie, progettando prima soluzioni provvisorie (San Vincenzo de' Paoli), poi edifici definitivi, di cui il primo è la Beata Vergine Immacolata alla Certosa. Tra le altre opere bolognesi  si segnalano la sede extra urbana dell’Oikos (1958-84), l’ex seminario Benedetto XV in collaborazione con G. Trebbi (1962-65) e le officine OM (1963).
È Medaglia d’Oro della Biennale di Salisburgo per l’Architettura Sacra (1962); Premio “InArch” dell’Istituto Nazionale di Architettura (1966; 1990); “Twentieth Century Engineering” del Museo d’Arte Moderna di New York (1966). 
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 145
  • Particella: -

Note

Al primo progetto dell’opera collaborano gli architetti Umberto Daini e Nevio Parmeggiani. All’interno della chiesa sono presenti diverse opere d’arte. Un crocifisso in legno viene scolpito da Giuliano Gresleri per essere posato sopra l’altare maggiore, ma è attualmente collocato nella cappella feriale. Il tabernacolo, collocato sulla parete del coro, è ad opera di Costantino Ruggeri, che realizza anche le vetrate dell’edificio. I portali sono invece ornati da bassorilievi, ad opera di Luciano Carnessali, che raffigurano la passione di Cristo. All’esterno, invece, ideogrammi e scritte devozionali ad opera di Glauco Gresleri decorano le pareti perimetrali della chiesa. La tecnica di realizzazione consiste nell’incisione delle casseforme per il getto di calcestruzzo. Glauco Gresleri (Bologna 1930 - 2016) Si laurea in Architettura a Firenze nel 1956, con Adalberto Libera. Tappa fondamentale della sua formazione è il rapporto personale con A. Aalto, Le Corbusier, M. Breuer, K. Tange, A. Sartoris, L. Figini, L. Quaroni e G. Michelucci, diventando una delle figure di contatto tra il mondo professionale bolognese e i maestri dell'Architettura moderna e uno dei principali animatori culturali del panorama. Nel 1970 fonda la rivista "Parametro", attiva fino al 2006, uno dei “luoghi” centrali di diffusione e divulgazione del dibattito architettonico della regione e non solo. Nel 1984 è tra i co-fondatori della rivista “Frames”. Particolarmente importante è la sua attività nell’ambito dell’architettura sacra. Dal 1955 collabora all'organizzazione del Primo Congresso di Architettura Sacra e collabora continuativamente con il cardinal Lercaro per lo sviluppo del Centro di studio e informazione per l'architettura sacra e per la rivista "Chiesa e Quartiere". È cofondatore del “Centro di Studio e Informazione per l’Architettura Sacra” di Bologna (1956) e ¬delle riviste “Chiesa e Quartiere” (1955); “Inarcos” (1967). A partire dalla metà degli anni Cinquanta è impegnato nel programma di realizzazione di chiese nelle periferie, progettando prima soluzioni provvisorie (San Vincenzo de' Paoli), poi edifici definitivi, di cui il primo è la Beata Vergine Immacolata alla Certosa. Tra le altre opere bolognesi si segnalano la sede extra urbana dell’Oikos (1958-84), l’ex seminario Benedetto XV in collaborazione con G. Trebbi (1962-65) e le officine OM (1963). È Medaglia d’Oro della Biennale di Salisburgo per l’Architettura Sacra (1962); Premio “InArch” dell’Istituto Nazionale di Architettura (1966; 1990); “Twentieth Century Engineering” del Museo d’Arte Moderna di New York (1966).

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Centro di studio e informazione per l'architettura sacra (a cura di) 1961 Chiesa e Quartiere: quaderni di architettura sacra n. 20 No
Gherardi Ludovico (a cura di) 1961 1958-1961. Chiesa parrocchiale della Beata Vergine. Immacolata sulla via della Certosa in Bologna UTOA Bologna Si
Smith Kidder 1964 Nuove chiese in Europa Comunità Milano No
Ciampani Giuseppina (a cura di) 1965 Architettura e liturgia Edizioni La Rocca Assisi No
Marini Giuseppe Luigi (a cura di) 1966 Chiesa e complesso parrocchiale della Beata Vergine Immacolata, in Catalogo Bolaffi dell'Architettura italiana, 1963-1966 Guido Bolaffi Editore Torino 293 Si
Marini Giuseppe Luigi (a cura di) 1968 La chiesa della Beata Vergine Immacolata a Bologna, in Catalogo Bolaffi dell’architettura moderna Bolaffi Torino No
Gresleri Giuliano 1983 Parole e linguaggio dell’architettura religiosa Edizioni Faenza Faenza No
Rosa Giancarlo 1988 Glauco Gresleri e l’ordine del progetto Edizioni Kappa Bologna No
Apollonio Fabrizio Ivan (a cura di) 1996 Architettura per lo spazio sacro. Mostra internazionale di architettura dello spazio sacro Allemandi Torino 147 No
Benedetti Sandro 2000 L’Architettura delle chiese contemporanee: il caso italiano Editoriale Jaca Book Milano 52 Si
Manenti Claudia (a cura di) 2010 Il Cardinale Lercaro e la città contemporanea Editrice Compositori, Bologna No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista del prospetto laterale su via Adolfo De Carolis Vista del prospetto laterale su via Adolfo De Carolis Margherita Merendino
Vista del prospetto laterale su via Piero della Francesca Vista del prospetto laterale su via Piero della Francesca Margherita Merendino
Vista Sud-Ovest del prospetto laterale Vista Sud-Ovest del prospetto laterale Margherita Merendino
Particolare dell’accesso al sagrato interno e della grande fontana Particolare dell’accesso al sagrato interno e della grande fontana Margherita Merendino
Vista Sud-Est dell’edificio Vista Sud-Est dell’edificio Margherita Merendino

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Margherita Merendino
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 23/04/2024

Revisori:

Setti Stefano 2021