Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

SEDE DELLA CASSA DI RISPARMIO

Scheda Opera

  • Vista dell'edificio da Piazza Grande
  • Vista dell'edificio da Piazza Grande
  • Vista del lato su via Fancesco Selmi
  • Vista laterale del portico
  • Vista dell'edificio all'epoca della realizzazione
  • Proposta per il fronte dell'edificio poi non realizzato
  • Comune: Modena
  • Denominazione: SEDE DELLA CASSA DI RISPARMIO
  • Indirizzo: Piazza Grande, Via Luigi Albinelli, Via Francesco Selmi
  • Data: 1964 - 1968
  • Tipologia: Istituti di credito e assicurativi
  • Autori principali: Gio Ponti
Descrizione

"A distanza di quasi trent’anni dal concorso proposto per il sito di piazza Matteotti, nel 1960 la Cassa di Risparmio bandisce un'altra gara di progettazione per la realizzazione della sua sede, dopo il trasferimento dai locali del Palazzo Comunale.
Il progetto s’inserisce nell’ambito del Piano del 1958 che punta, per il centro storico, alla decongestione del traffico veicolare attraverso il decentramento di alcune funzioni direzionali e amministrative all’esterno.
Il sedime del lotto acquistato dall’istituto bancario sul lato sud di piazza Grande, riporta il principale spazio pubblico cittadino alle dimensioni esistenti precedentemente all’edificazione dell’umbertino Palazzo di Giustizia, demolito nel 1963.
A seguito del non soddisfacente esito della consultazione, si affida l‘incarico allo studio Gio Ponti, uno dei più importanti architetti italiani del Novecento, autore pochi anni prima del Grattacielo Pirelli di Milano.
La necessità di conciliare le prescrizioni imposte dalla Sovrintendenza e quelle della commissione nominata dal Comune, composta da alcuni dei più autorevoli progettisti dell’epoca: Franco Albini, Giovanni Michelucci, Ludovico Quaroni, produce un notevole ritardo nella stesura del progetto e l’abolizione di alcune interessanti soluzioni preliminari, che in linea con le ricerche e il linguaggio dell’architettura dell’autore milanese, propone un fronte composto da alte aperture al piano terra e finestre dalle forme esagonali e a diamante. La soluzione attuale, progettata nel 1966, è pensata per un maggior inserimento nel contesto, proponendo un rivestimento in mattoni faccia a vista, un portico ad archi a tutto sesto al piano terra in continuità con quello del Palazzo Comunale e il recupero dell’altezza corrispondente alla linea di gronda dell’adiacente palazzo comunale".

(Matteo Sintini in Mazzeri, Bulgarelli 2013)

Info
  • Progetto: 1964 - 1966
  • Esecuzione: 1966 - 1968
  • Committente: Cassa di Risparmio di Modena
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: sede della Cassa di Risparmio di Modena
  • Destinazione attuale: sede di Unicredit Banca
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Gio Ponti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=20138 SI
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: mattoni faccia a vista, marmo
  • Coperture: latero cemento a falde e coppi
  • Serramenti: metallici e lignei
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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A seguito del non soddisfacente esito della consultazione, si affida l‘incarico allo studio Gio Ponti, uno dei più importanti architetti italiani del Novecento, autore pochi anni prima del Grattacielo Pirelli di Milano. 
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(Matteo Sintini in Mazzeri, Bulgarelli 2013) 

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Dal 1928 è direttore della rivista “Domus”, fondata nello stesso anno, incarico che mantiene con continuità, ad eccezione della parentesi tra il 1941 e il 1947, in cui dirige “Stile”. Le riviste sono per Ponti organi di diffusione ed elaborazione delle nuove idee nel campo delle arti decorative e dell’arredamento, oltre che dell’architettura. Tramite questo mezzo, il suo pensiero si diffonde tanto da diventare un punto di riferimento per la cultura architettonica nazionale ed internazionale.
Con la progettazione della casa “doppia” Rasini ai Bastioni di Porta Venezia, nel 1933, si scioglie il sodalizio con Lancia e prende avvio una nuova fase progettuale accompagnata da una nuova sigla professionale con Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini. Nello stesso anno organizza a Milano la V Triennale. In questo periodo l’incontro con Persico, Donegani e Rudofsky, offre l’occasione per una maturazione ed un’evoluzione del suo lavoro verso una personale linea espressiva: a questo periodo appartiene, ad esempio, il primo palazzo Montecatini (1936), in cui emerge tutta la sua convinzione della necessaria convergenza tra arte e industria.
Nel 1952 si associa ad Alberto Rosselli, costituendo lo studio Ponti-Fornaroli-Rosselli (1952-1976): sono questi i decenni di massima notorietà, durante i quali estende la sua attività alla progettazione industriale, dell’arredamento e al design. Mentre nella prima parte della sua attività realizza opere in cui si allontana dai convenzionalismi neoclassici per una personale sperimentazione dell'architettura razionale come l'Istituto di matematica dell'università di Roma (1934) e la facoltà di lettere e il rettorato dell'università di Padova (1934-37), dall’inizio della sua attività presso lo studio Ponti-Rosselli-Fornaroli progetta edifici in ogni parte del mondo, tra cui, le principali, sono  l'Istituto italiano di cultura a Stoccolma, il Centro italo-brasiliano a San Paolo, Brasile (1953), il grattacielo Pirelli a Milano (1956-60), l'Auditorium all'ottavo piano del Time and Life Building a New York (1959), gli Uffici per la Philips a Roma (1960), il Pakistan House Hotel a Islamabad (1962), la facciata dei grandi magazzini Shui-Hing a Hongkong (1961-63), le facciate dei grandi magazzini Bijenkorf a Eindhoven (1966-69); il Museo d'arte di Denver (1972). Tra le sue ultime realizzazioni italiane si segnala la cattedrale di Taranto (1964-71).
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 142
  • Particella: 195

Note

Gio Ponti (Milano 1891 – Milano 1979) Si laurea presso il Politecnico di Milano nel 1921. Formatosi nel clima di rinnovamento della Milano degli anni venti, partecipa al raggruppamento dei giovani del gruppo “neoclassico”. Apre uno studio a Milano con gli architetti Mino Fiocchi ed Emiliano Lancia. In particolare con quest’ultimo si assocerà in una sigla professionale (Studio Ponti-Lancia, 1927-1933), cui si devono i primi successi. Questi anni sono d’altra parte cruciali per la formazione dell’architetto che avrà modo, sul finire degli anni venti, di sviluppare un personale approccio alle tematiche della modernità e dell’abitazione. Risalgono a questi anni le prime sperimentazioni nel campo dell’arredo e dell’oggetto domestico grazie alle committenze della ditta di ceramiche Richard Ginori, per la quale progetta un rinnovamento della produzione. In questa atmosfera di gusto neoclassico prendono forma le prime prove nel campo dell’architettura tra cui la serie delle cosiddette “case tipiche”, cui significativamente da il nome di “Domus”. Dal 1928 è direttore della rivista “Domus”, fondata nello stesso anno, incarico che mantiene con continuità, ad eccezione della parentesi tra il 1941 e il 1947, in cui dirige “Stile”. Le riviste sono per Ponti organi di diffusione ed elaborazione delle nuove idee nel campo delle arti decorative e dell’arredamento, oltre che dell’architettura. Tramite questo mezzo, il suo pensiero si diffonde tanto da diventare un punto di riferimento per la cultura architettonica nazionale ed internazionale. Con la progettazione della casa “doppia” Rasini ai Bastioni di Porta Venezia, nel 1933, si scioglie il sodalizio con Lancia e prende avvio una nuova fase progettuale accompagnata da una nuova sigla professionale con Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini. Nello stesso anno organizza a Milano la V Triennale. In questo periodo l’incontro con Persico, Donegani e Rudofsky, offre l’occasione per una maturazione ed un’evoluzione del suo lavoro verso una personale linea espressiva: a questo periodo appartiene, ad esempio, il primo palazzo Montecatini (1936), in cui emerge tutta la sua convinzione della necessaria convergenza tra arte e industria. Nel 1952 si associa ad Alberto Rosselli, costituendo lo studio Ponti-Fornaroli-Rosselli (1952-1976): sono questi i decenni di massima notorietà, durante i quali estende la sua attività alla progettazione industriale, dell’arredamento e al design. Mentre nella prima parte della sua attività realizza opere in cui si allontana dai convenzionalismi neoclassici per una personale sperimentazione dell'architettura razionale come l'Istituto di matematica dell'università di Roma (1934) e la facoltà di lettere e il rettorato dell'università di Padova (1934-37), dall’inizio della sua attività presso lo studio Ponti-Rosselli-Fornaroli progetta edifici in ogni parte del mondo, tra cui, le principali, sono l'Istituto italiano di cultura a Stoccolma, il Centro italo-brasiliano a San Paolo, Brasile (1953), il grattacielo Pirelli a Milano (1956-60), l'Auditorium all'ottavo piano del Time and Life Building a New York (1959), gli Uffici per la Philips a Roma (1960), il Pakistan House Hotel a Islamabad (1962), la facciata dei grandi magazzini Shui-Hing a Hongkong (1961-63), le facciate dei grandi magazzini Bijenkorf a Eindhoven (1966-69); il Museo d'arte di Denver (1972). Tra le sue ultime realizzazioni italiane si segnala la cattedrale di Taranto (1964-71).

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Muratore Giorgio, Capuano Alessandra, Garofalo Francesco, Pellegrini Ettore (a cura di) 1988 Italia, Gli ultimi trent'anni Zanichelli Bologna 264 Si
Bertuzzi Giordano 1992 Trasformazioni edilizie e urbanistiche a Modena tra ‘800 e ‘900 Aedes Muratoriana Modena 7-35 Si
Montedoro Laura (a cura di) 2004 La città razionalista. Modelli e frammenti. Urbanistica e architettura a Modena. 1931-1965 RFM Raccolte Fotografiche Modenesi, Modena Modena 56 Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Mazzeri Catia, Bulgarelli Vanni (a cura di) 2013 Città e architetture. Il Novecento a Modena Cosimo Panini Modena 231 Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Settore T.U.Q.E - Comune di Modena prot. 213/63

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista dell'edificio da Piazza Grande Vista dell'edificio da Piazza Grande R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista dell'edificio da Piazza Grande Vista dell'edificio da Piazza Grande R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del lato su via Fancesco Selmi Vista del lato su via Fancesco Selmi R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista laterale del portico Vista laterale del portico R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista dell'edificio all'epoca della realizzazione Vista dell'edificio all'epoca della realizzazione fonte Fondazione Fotografia
Proposta per il fronte dell'edificio poi non realizzato Proposta per il fronte dell'edificio poi non realizzato Archivio Deposito, Modena

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Comune di Modena Visualizza
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Enciclopedia Treccani - Gio Ponti Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Gio Ponti Visualizza
Fondo Archivistico Sistema Museale dell’Università di Parma - Gio Ponti Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 13/03/2024

Revisori:

Stefano Setti