Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CENTRO SOCIALE NEL QUARTIERE INA-CASA CAMPANA

Scheda Opera

  • Pianta piano interrato
  • Pianta del piano primo
  • Vista complessiva dell’edificio
  • Vista complessiva dell’edificio
  • Vista dell’ingresso prima della sostituzione dei serramenti
  • Vista dell’ingresso
  • Vista dell’ingresso
  • Vista complessiva dell’edificio
  • Fronte laterale
  • Fronte laterale
  • Vista interna di un’aula
  • Vista dell’atrio interno
  • Comune: Rimini
  • Denominazione: CENTRO SOCIALE NEL QUARTIERE INA-CASA CAMPANA
  • Indirizzo: Via Adeglio Pagliarani N. 2
  • Data: 1956 - 1978
  • Tipologia: Edifici per attività assistenziali e spirituali
  • Autori principali: Sergio Lenci
Descrizione

Il centro sociale nasce come servizio al quartiere INA Casa “Campana”, progettato all’inizio del secondo settennato del piano Fanfani da P. M. Lugli, coordinatore di un gruppo a cui appartiene, tra gli altri, l’architetto romano Sergio Lenci che si occupa della progettazione ed esecuzione dell’edificio. Il centro sociale è situato in posizione baricentrica, all’interno di una delle aree verdi previste nel cuore del complesso residenziale, impostato su una planimetria a ventaglio simmetrica. Il fabbricato rappresenta, come sottolinea A. Samonà, un esempio dell’integrazione casa-servizi perseguita dai quartieri Ina-Casa e non sempre realizzata.
L’edificio occupa una superficie coperta di 700 mq circa. La pianta, distribuita in un piano seminterrato e in due piani fuori terra, è riconducibile approssimativamente ad una forma a croce le cui braccia assumono sempre terminazioni differenti. Il lato nord-ovest presenta un allargamento, mentre quello opposto è delimitato da pareti inclinate che definiscono un diverso rapporto con l’esterno e rompono lo schema generale impostato invece sulla giustapposizione di spazi rettangolari.
L’ingresso è sopraelevato e posizionato in un blocco cilindrico distaccato dal resto. Da questo si accede ad un soggiorno comune, fulcro principale intorno a cui si dispongono a croce gli altri ambienti: le sale per le riunioni di gruppo, il blocco delle attività sportive e ricreative, la sala grande per le riunioni e le rappresentazioni, i servizi amministrativi.
La stessa varietà in pianta è ben visibile anche in alzato. Dall’esterno la composizione appare come una serie di volumi individuali singolarmente e differenziati in funzione delle attività legate agli spazi interni che racchiudono. La destinazione d’uso degli ambienti determina anche la varietà delle bucature che contribuisce all’articolazione compositiva del complesso. L’utilizzo del mattone, poi, da una parte permette l’uniformazione alle scelte formali dell’intero quartiere, dall’altra rappresenta l’elemento unitario che lega insieme la frammentazione volumetrica.

(Matteo Sintini)

Info
  • Progetto: 1956 -
  • Esecuzione: - 1978
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: Centro sociale del quartiere Ina-Casa Campana
  • Destinazione attuale: Scuola d’infanzia il “Glicine”
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Sergio Lenci Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=34008&RicFrmRicSemplice=Lenci%20Sergio&RicVM=ricercasemplice&RicSez=produttori SI
Giovanni Lombardi (Ingegnere - ufficio tecnico IACP, Forlì) Direzione lavori Esecuzione NO
  • Strutture: Cemento armato con tamponamenti in laterizio
  • Materiale di facciata: Mattoni faccia a vista
  • Coperture: Struttura in cemento armato e coppi
  • Serramenti: Metallici, lignei (interni) e pvc
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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L’edificio occupa una superficie coperta di 700 mq circa. La pianta, distribuita in un piano seminterrato e in due piani fuori terra, è riconducibile approssimativamente ad una forma a croce le cui braccia assumono sempre terminazioni differenti. Il lato nord-ovest presenta un allargamento, mentre quello opposto è delimitato da pareti inclinate che definiscono un diverso rapporto con l’esterno e rompono lo schema generale impostato invece sulla giustapposizione di spazi rettangolari. 
L’ingresso è sopraelevato e posizionato in un blocco cilindrico distaccato dal resto. Da questo si accede ad un soggiorno comune, fulcro principale intorno a cui si dispongono a croce gli altri ambienti: le sale per le riunioni di gruppo, il blocco delle attività sportive e ricreative, la sala grande per le riunioni e le rappresentazioni, i servizi amministrativi. 
La stessa varietà in pianta è ben visibile anche in alzato. Dall’esterno la composizione appare come una serie di volumi individuali singolarmente e differenziati in funzione delle attività legate agli spazi interni che racchiudono. La destinazione d’uso degli ambienti determina anche la varietà delle bucature che contribuisce all’articolazione compositiva del complesso. L’utilizzo del mattone, poi, da una parte permette l’uniformazione alle scelte formali dell’intero quartiere, dall’altra rappresenta l’elemento unitario che lega insieme la frammentazione volumetrica.

(Matteo Sintini)

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Laureatosi in Architettura all'Università “La Sapienza” di Roma nel 1950, dal 1995 al 2000 è Presidente del Corso di Laurea in Architettura.  Partecipa ad alcuni degli episodi chiave della cultura architettonica italiana della ricostruzione. Collabora infatti al progetto per il quartiere INA-Casa Tiburtino del 1949-54 (con Ludovico Quaroni, Carlo Aymonino, Mario Ridolfi e altri) e Spine Bianche (con Carlo Aymonino). Attento alle esperienze del brutalismo europeo, in Italia è uno degli architetti che maggiormente, nel passaggio degli anni ’60 e ’70, si confronta apertamente con il tema della grande dimensione e del ruolo sociale dell’architettura. Progetta i palazzi di Giustizia delle città di Lecce e di Brindisi e le Case circondariali di Spoleto, Livorno, Rimini, Roma Rebibbia e il quartiere Gescal a Secondigliano. Vittima di un attacco terroristico, continua ad esercitare la professione. In area emiliano-romagnola ha realizzato l’edificio residenziale a torre a Ravenna nel 1964,  il Centro Sociale in via Campana a Rimini, del 1965 e la Sede della Cooperativa ITER a Lugo di Romagna nel 1974. Nel 1989 ottiene la menzione d'onore al concorso internazionale  per la Nuova Biblioteca Alessandrina in Egitto, Antonino Manzone e Ruggero Lenci Nel 2001 è stato insignito dell’Honorary Fellowship da parte dell’American Institute of Architects.  Il premio InArch all’opera prima e alla carriera è a lui intitolato.  
Nell'anno 1978 iniziano i lavori per la costruzione di un Auditorium di grandi dimensioni in grado di ospitare circa 700 persone, in aggiunta alla struttura originaria che mantiene stile architettonico e scelta materica. Negli anni '90 si aggiunge un tunnel di collegamento, e si procede alla costruzione di nuovi uffici posizionati fra la sede del custode e l'edificio principale. 
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 73
  • Particella: 757

Note

Lenci Sergio (Napoli, 1927- Roma, 2001) Laureatosi in Architettura all'Università “La Sapienza” di Roma nel 1950, dal 1995 al 2000 è Presidente del Corso di Laurea in Architettura. Partecipa ad alcuni degli episodi chiave della cultura architettonica italiana della ricostruzione. Collabora infatti al progetto per il quartiere INA-Casa Tiburtino del 1949-54 (con Ludovico Quaroni, Carlo Aymonino, Mario Ridolfi e altri) e Spine Bianche (con Carlo Aymonino). Attento alle esperienze del brutalismo europeo, in Italia è uno degli architetti che maggiormente, nel passaggio degli anni ’60 e ’70, si confronta apertamente con il tema della grande dimensione e del ruolo sociale dell’architettura. Progetta i palazzi di Giustizia delle città di Lecce e di Brindisi e le Case circondariali di Spoleto, Livorno, Rimini, Roma Rebibbia e il quartiere Gescal a Secondigliano. Vittima di un attacco terroristico, continua ad esercitare la professione. In area emiliano-romagnola ha realizzato l’edificio residenziale a torre a Ravenna nel 1964, il Centro Sociale in via Campana a Rimini, del 1965 e la Sede della Cooperativa ITER a Lugo di Romagna nel 1974. Nel 1989 ottiene la menzione d'onore al concorso internazionale per la Nuova Biblioteca Alessandrina in Egitto, Antonino Manzone e Ruggero Lenci Nel 2001 è stato insignito dell’Honorary Fellowship da parte dell’American Institute of Architects. Il premio InArch all’opera prima e alla carriera è a lui intitolato. Nell'anno 1978 iniziano i lavori per la costruzione di un Auditorium di grandi dimensioni in grado di ospitare circa 700 persone, in aggiunta alla struttura originaria che mantiene stile architettonico e scelta materica. Negli anni '90 si aggiunge un tunnel di collegamento, e si procede alla costruzione di nuovi uffici posizionati fra la sede del custode e l'edificio principale.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Lugli Piero Maria, Lenci Sergio 1960 Unità residenziale di via Campania L'Architettura. Cronache e storia n. 236 32-39 No
Samonà Alberto 1965 Centro sociale nel quartiere di via Campana a Rimini L’Architettura. Cronache e storia n.116 88-95 Si
Portoghesi Paolo (a cura di) 1969 Sergio Lenci (voce in opera enciclopedica), in Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica Istituto Editoriale Romano Roma 364 Si
Zevi Bruno 1976 Nella setta dei brutalisti L’espresso, 7 novembre 135-137 No
Gobbi Giorgio, Sica Paolo 1982 Le città nella storia d’Italia: Rimini Laterza Roma - Bari No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Braghieri Gianni, Trentin Annalisa, Palmieri Andrea (a cura di) 2007 I quartieri e le case. Edilizia sociale in Romagna e nell’Europa del XX sec. Clueb Bologna 76-77 Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Pianta piano interrato Pianta piano interrato Archivio del catasto di Rimini
Pianta del piano primo Pianta del piano primo Archivio del catasto di Rimini
Vista complessiva dell’edificio Vista complessiva dell’edificio Besa Shalari
Vista complessiva dell’edificio Vista complessiva dell’edificio Besa Shalari
Vista dell’ingresso prima della sostituzione dei serramenti Vista dell’ingresso prima della sostituzione dei serramenti Besa Shalari
Vista dell’ingresso Vista dell’ingresso Besa Shalari
Vista dell’ingresso Vista dell’ingresso Besa Shalari
Vista complessiva dell’edificio Vista complessiva dell’edificio Besa Shalari
Fronte laterale Fronte laterale Besa Shalari
Fronte laterale Fronte laterale Besa Shalari
Vista interna di un’aula Vista interna di un’aula Besa Shalari
Vista dell’atrio interno Vista dell’atrio interno Besa Shalari

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
SAN Archivi degli Architetti - Sergio Lenci Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 11/03/2024

Revisori:

Setti Stefano 2022