Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

SOPRAELEVAZIONE CASE COMUNALI

Scheda Opera

  • Prospettiva generale dell’edificio su viale Oberdan
  • Angolo dell’edificio, parte destra
  • Prospettiva generale della facciata sul retro
  • Vista del portico su viale Oberdan
  • Vista del portico sul retro
  • Vista del portico sul retro
  • Istituto dei Beni Culturali, Distanza tra i pilastri e la facciata
  • Comune: Cesena
  • Località: Cesena
  • Denominazione: SOPRAELEVAZIONE CASE COMUNALI
  • Indirizzo: Viale Guglielmo Oberdan N. 353
  • Data: 1980 - 1981
  • Tipologia: Complessi residenziali
  • Autori principali: Giuseppe Grossi, Bruno Minardi
Descrizione

L’intervento rappresenta l’esito del concorso bandito dall’Amministrazione Comunale di Cesena nel 1978, per la ristrutturazione e sopraelevazione di due edifici in linea, nell’ambito della legge 457 del 1978 sul recupero edilizio. I due blocchi di lunghezza complessiva di 260 m, situati parallelamente alla prima circonvallazione est della città, fanno parte di un gruppo di case popolari di proprietà comunale edificato nel 1923, all’epoca della costruzione isolato tra città e campagna in seguito poi, negli anni ’60 e ’70, oggetto di un’espansione urbana. Il progetto nasce in un’ipotesi di crescita edilizia controllata intesa come razionalizzazione dell’esistente, visibile anche nello sfruttamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria già presenti.
L’estremo rigore dell’impianto insediativo e tipologico, caratterizzato dal netto allineamento stradale e dalle pertinenze di aree verdi private al piano terra, vengono mantenuti nel nuovo intervento come fattori che permettono di identificare in questo “pezzo di città”, una chiara identità.
Tale valenza urbana determina la scelta di non aggiungere volumetria fuori dal sedime dei blocchi esistenti, ma di mantenerne l’impronta a terra costruendo il nuovo volume sopra il piano di copertura. Il principio di mantenimento del blocco esistente, poi, non impedisce di operare secondo una netta distinzione delle due parti che fa risultare la nuova parte autonoma dal punto di vista figurative, pur riproponendo gli stessi principi formali di quella sottostante. Il fronte principale dell’edificio è scandito da un porticato formato da ampi portali in ferro, utilizzati per non far gravare il peso della parte nuova sulle fondazioni dell’edificio esistente. I pilastri si distanziano in maniera proporzionata dal fronte e creano un portico davanti ai piani del vecchio edificio. La nuova porzione di edificio è realizzata attraverso tamponamenti in cemento armato prefabbricato per garantire una veloce esecuzione a secco della parte aggiunta, sostenuta da profili verticali HE e IPE in acciaio lasciati in vista. La copertura è anch’essa realizzata in pannelli prefabbricati, ed era inizialmente prevista a botte ribassata. La scansione delle aperture in facciata rispecchia nuovamente il rapporto tra il preesistente e l’ampliamento che governa tutto il progetto, mediante l’adozione di finestre in asse con quelle esistenti sottostanti e l’introduzione di una serie di logge intermedie che uniscono le due parti e modulano la grande altezza dell’edificio. Anche la scelta cromatica utilizzati per l’esterno segue i principi progettuali fin qui descritti: per la parte esistente è stato ripristinato (in uno solo dei due corpi), l’originale giallo vivo per le pareti, bianco per gli infissi e terra di siena per le persiane. Il secondo blocco, invece, presenta ai primi due piani una colorazione grigio scura che stacca nettamente con il giallo dei pilastri in metallo. In entrambi gli edifice, invece, la sopraelevazione presenta le ringhiere dipinte di bianco avorio come gli avvolgibili e gli interni delle logge, mentre i tamponamenti sono grigio cemento. I nuovi alloggi presentano una tipologia a duplex permessa dalla possibilità di non introdurre ascensori. Il lavoro sui collegamenti verticali diventa pertanto un altro tema progettuale fondamentale. I vani scala esistenti vengono prolungati dal primo piano al terzo piano, con l’aggiunta di rampe leggere in ferro e lamiera, mentre il quarto livello è collegato internamente ad ogni singolo alloggio.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

Info
  • Progetto: 1980 - 1981
  • Esecuzione: 1981 - 1981
  • Committente: Comune di Cesena
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: edilizia abitativa popolare
  • Destinazione attuale: edilizia abitativa popolare
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Mascia Casadio Collaboratore Progetto NO
Impresa costruttrice Edilsavio, Cesena Direzione lavori Esecuzione NO
Impresa costruttrice Pievequinta, Forlì Direzione lavori Esecuzione NO
Lele Dardozzi Collaboratore Progetto NO
Lele Dardozzi Collaboratore Progetto NO
Giuseppe Grossi Progetto architettonico Progetto SI
Bruno Minardi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://www.brunominardi.it/bruno_minardi.htm?v_lingua=ITA&v_menu_lista=METOP-MET01-PRF01 SI
  • Strutture: telaio metallico, pilastri in acciaio, muratura
  • Materiale di facciata: cemento faccia vista, pannelli in c.a. prefabbricati, pannelli coibentati in c.a. prefabbricati, intonaco
  • Coperture: piana, pannelli prefabbricati
  • Serramenti: legno (parte esistente), acciaio (parte nuova)
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

													Array
(
    [id_opera] => 755
    [codice] => C 14
    [denominazione] => SOPRAELEVAZIONE CASE COMUNALI
    [regione] => Emilia Romagna
    [provincia] => Forli-Cesena
    [comune] => Cesena
    [localita] => Cesena
    [indirizzo] => Viale Guglielmo Oberdan N. 353
    [id_categoria] => 1
    [id_tipologia] => 14
    [tipologia_specifica] => 
    [anno_inizio_progetto] => 1980
    [anno_fine_progetto] => 1981
    [anno_inizio_esecuzione] => 1981
    [anno_fine_esecuzione] => 1981
    [classificazione] => 
    [id_livello_scheda] => 1
    [codice_iccd] => 
    [codice_benitutelati] => 
    [informazioni_architettoniche] => L’intervento rappresenta l’esito del concorso bandito dall’Amministrazione Comunale di Cesena nel 1978, per la ristrutturazione e sopraelevazione di due edifici in linea, nell’ambito della legge 457 del 1978 sul recupero edilizio. I due blocchi di lunghezza complessiva di 260 m, situati parallelamente alla prima circonvallazione est della città, fanno parte di un gruppo di case popolari di proprietà comunale edificato nel 1923, all’epoca della costruzione isolato tra città e campagna in seguito poi, negli anni ’60 e ’70, oggetto di un’espansione urbana. Il progetto nasce in un’ipotesi di crescita edilizia controllata intesa come razionalizzazione dell’esistente, visibile anche nello sfruttamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria già presenti.
L’estremo rigore dell’impianto insediativo e tipologico, caratterizzato dal netto allineamento stradale e dalle pertinenze di aree verdi private al piano terra, vengono mantenuti nel nuovo intervento come fattori che permettono di identificare in questo “pezzo di città”, una chiara identità.
Tale valenza urbana determina la scelta di non aggiungere volumetria fuori dal sedime dei blocchi esistenti, ma di mantenerne l’impronta a terra costruendo il nuovo volume sopra il piano di copertura. Il principio di mantenimento del blocco esistente, poi, non impedisce di operare secondo una netta distinzione delle due parti che fa risultare la nuova parte autonoma dal punto di vista figurative, pur riproponendo gli stessi principi formali di quella sottostante. Il fronte principale dell’edificio è scandito da un porticato formato da ampi portali in ferro, utilizzati per non far gravare il peso della parte nuova sulle fondazioni dell’edificio esistente. I pilastri si distanziano in maniera proporzionata dal fronte e creano un portico davanti ai piani del vecchio edificio. La nuova porzione di edificio è realizzata attraverso tamponamenti in cemento armato prefabbricato per garantire una veloce esecuzione a secco della parte aggiunta, sostenuta da profili verticali HE e IPE in acciaio lasciati in vista. La copertura è anch’essa realizzata in pannelli prefabbricati, ed era inizialmente prevista a botte ribassata. La scansione delle aperture in facciata rispecchia nuovamente il rapporto tra il preesistente e l’ampliamento che governa tutto il progetto, mediante l’adozione di finestre in asse con quelle esistenti sottostanti e l’introduzione di una serie di logge intermedie che uniscono le due parti e modulano la grande altezza dell’edificio. Anche la scelta cromatica utilizzati per l’esterno segue i principi progettuali fin qui descritti: per la parte esistente è stato ripristinato (in uno solo dei due corpi), l’originale giallo vivo per le pareti, bianco per gli infissi e terra di siena per le persiane. Il secondo blocco, invece, presenta ai primi due piani una colorazione grigio scura che stacca nettamente con il giallo dei pilastri in metallo. In entrambi gli edifice, invece, la sopraelevazione presenta le ringhiere dipinte di bianco avorio come gli avvolgibili e gli interni delle logge, mentre i tamponamenti sono grigio cemento.  I nuovi alloggi presentano una tipologia a duplex permessa dalla possibilità di non introdurre ascensori. Il lavoro sui collegamenti verticali diventa pertanto un altro tema progettuale fondamentale. I vani scala esistenti vengono prolungati dal primo piano al terzo piano, con l’aggiunta di rampe leggere in ferro e lamiera, mentre il quarto livello è collegato internamente ad ogni singolo alloggio.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)
    [committente] => Comune di Cesena
    [foglio_catastale] => 111
    [particella] => 33
    [strutture] => telaio metallico, pilastri in acciaio, muratura
    [id_stato_struttura] => 2
    [materiale_facciata] => cemento faccia vista, pannelli in c.a. prefabbricati, pannelli coibentati in c.a. prefabbricati, intonaco
    [id_stato_facciata] => 2
    [coperture] => piana, pannelli prefabbricati
    [id_stato_coperture] => 2
    [serramenti] => legno (parte esistente), acciaio (parte nuova)
    [id_stato_serramenti] => 2
    [destinazione_originaria] => edilizia abitativa popolare
    [destinazione_attuale] => edilizia abitativa popolare
    [trasformazioni] => nessuna
    [id_tipo_proprieta] => 7
    [specifiche_proprieta] => 
    [id_tipo_provvedimento] => 1
    [data_provvedimento] => 
    [riferimento_normativo] => 
    [altri_provvedimenti] => 
    [vincolo] => 0
    [note] => Bruno Minardi (Ravenna 1946)
Si laurea in Architettura a Venezia nel 1971 con G. Fabbri, apre poi uno studio professionale a Ravenna ed è contemporaneamente Professore di Composizione Architettonica alla Facoltà di Architettura Ferrara, svolge l’attività di insegnamento anche presso lo IUAV di Venezia. È stato anche External Examinar all’Architectural Association di Londra. Minardi si è occupato di edilizia scolastica e residenziale, restauro e riuso. Tra i suoi progetti più importanti si ricordano, oltre alla Sopraelevazione delle case comunali a Cesena (1977-1978), la realizzazione della scuola a Marina di Ravenna (1971), il restauro architettonico del Castello Malatestiano di Gatteo (1971-1985) e del complesso di San Francesco a Bagnacavallo (1995-1996), il riutilizzo ad uso abitativo di vecchie aree industriali nel porto di Ravenna (1992-1995). Ha inoltre partecipato a numerosi concorsi nazionali, come quello per la sede dell’autorità portuale di Ravenna nel 1991 o per la riqualificazione del comune di Marina di Ravenna nel 2001, ed internazionali, come il concorso per lo Stadtschloss di Potsdam nel 1996. Di recente ha ricevuto l’incarico per la realizzazione del Museo della Città Contemporanea all’interno dei Magazzini Frigoriferi di San Basilio a Venezia. Nel 1997 esce il volume monografico a lui dedicato con l’introduzione di K. Frampton: Bruno Minardi, London: Academy Editions [Architectural Monographs n. 51]. La sua ricerca si pone nel solco della revisione dei fondamenti del Moderno architettonico. Attraverso lo studio tipologico e il recupero delle valenze estetiche dell’architettura funzionale e del paesaggio industriale, trasmesse da edifici in ferro e lamiera, silos, ponti, macchine portuali e strutture tecniche che conferiscono l’idea di serialità e rigore.  Ancora, il suo interesse si rivolge alla tradizione classica del costruire con riferimento alla cultura architettonica e pittorica italiana. In collaborazione con Grossi, Minardi ha redatto tutti i principali progetti, dal concorso per il teatro di Forlì a quello per la piazza Stamira ad Ancona, oltre a quello per la sistemazione delle Halles a Parigi, alla villa e alla scuola elementare realizzate a Ravenna e a Marina di Ravenna rispettivamente. Per entrambi, ma soprattutto per Minardi, lo strumento essenziale per l’architettura è il disegno e, nelle loro tavole in bianco e nero, è facile rintracciare il punto di incontro tra disegno tecnico e rievocazione-invenzione: sono composizioni in cui sono presenti fatti che vanno dall’analisi di un edificio fino al particolare costruttivo. 
    [denominazione_aggregato] => 
    [latitude] => 44.141076
    [longitude] => 12.252471
    [score] => 3
    [id_user] => 0
    [status] => 1
    [date_add] => 2013-12-31 00:00:00
    [date_upd] => 2024-04-23 08:50:30
    [categoria] => A. Opera di eccellenza
    [tipologia] => Complessi residenziali
    [proprieta] => Proprietà pubblica
    [cat_autori] => Giuseppe Grossi,Bruno Minardi
    [id_regione] => 16
)
1
												
  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 111
  • Particella: 33

Note

Bruno Minardi (Ravenna 1946) Si laurea in Architettura a Venezia nel 1971 con G. Fabbri, apre poi uno studio professionale a Ravenna ed è contemporaneamente Professore di Composizione Architettonica alla Facoltà di Architettura Ferrara, svolge l’attività di insegnamento anche presso lo IUAV di Venezia. È stato anche External Examinar all’Architectural Association di Londra. Minardi si è occupato di edilizia scolastica e residenziale, restauro e riuso. Tra i suoi progetti più importanti si ricordano, oltre alla Sopraelevazione delle case comunali a Cesena (1977-1978), la realizzazione della scuola a Marina di Ravenna (1971), il restauro architettonico del Castello Malatestiano di Gatteo (1971-1985) e del complesso di San Francesco a Bagnacavallo (1995-1996), il riutilizzo ad uso abitativo di vecchie aree industriali nel porto di Ravenna (1992-1995). Ha inoltre partecipato a numerosi concorsi nazionali, come quello per la sede dell’autorità portuale di Ravenna nel 1991 o per la riqualificazione del comune di Marina di Ravenna nel 2001, ed internazionali, come il concorso per lo Stadtschloss di Potsdam nel 1996. Di recente ha ricevuto l’incarico per la realizzazione del Museo della Città Contemporanea all’interno dei Magazzini Frigoriferi di San Basilio a Venezia. Nel 1997 esce il volume monografico a lui dedicato con l’introduzione di K. Frampton: Bruno Minardi, London: Academy Editions [Architectural Monographs n. 51]. La sua ricerca si pone nel solco della revisione dei fondamenti del Moderno architettonico. Attraverso lo studio tipologico e il recupero delle valenze estetiche dell’architettura funzionale e del paesaggio industriale, trasmesse da edifici in ferro e lamiera, silos, ponti, macchine portuali e strutture tecniche che conferiscono l’idea di serialità e rigore. Ancora, il suo interesse si rivolge alla tradizione classica del costruire con riferimento alla cultura architettonica e pittorica italiana. In collaborazione con Grossi, Minardi ha redatto tutti i principali progetti, dal concorso per il teatro di Forlì a quello per la piazza Stamira ad Ancona, oltre a quello per la sistemazione delle Halles a Parigi, alla villa e alla scuola elementare realizzate a Ravenna e a Marina di Ravenna rispettivamente. Per entrambi, ma soprattutto per Minardi, lo strumento essenziale per l’architettura è il disegno e, nelle loro tavole in bianco e nero, è facile rintracciare il punto di incontro tra disegno tecnico e rievocazione-invenzione: sono composizioni in cui sono presenti fatti che vanno dall’analisi di un edificio fino al particolare costruttivo.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Minardi Bruno 1975 Forma della città. Architettura e tipo. Casabella n. 401 20-28 No
Berni Lorenzo 1981 Sopralzo di due case popolari a Cesena Panorama n. 796 21 Si
Minardi Bruno 1981 Elementi, edifici, progetti Kappa Roma 77 No
Minardi Bruno 1981 Ruderi e rottami. Progetti sovrapposti Lotus International n. 32 88-93 Si
Natalini Adolfo 1983 Costruire sopra, case comunali Lotus International n. 37 61-65 Si
Minardi Bruno, Grossi Giuseppe 1983 Costruire sul costruito: la sopraelevazione di due edifici polari a Cesena Titolo “Gran Bazar” n. 4 71-83 Si
Casciato Maristella, Muratore Giorgio (a cura di) 1985 Annali dell'Architettura Italiana Contemporanea Officina Roma 107-110 No
Ordine degli architetti dell'Emilia Romagna 1985 Varianti 'energicamente consapevoli' del progetto delle case comunali di Cesena, in Il mestiere di architetto: la macchia per abitare Ordine degli architetti dell’Emilia Romagna 80-83 No
1985 AA. Annali dell’Architettura Italiana Contemporanea Officina edizioni Roma 107-110 Si
Ordine degli architetti dell'Emilia Romagna 1985 Sopraelevazione delle case comunali a Cesena. Cesena 1979-1981, in Il mestiere di architetto: la macchina per abitare Ordine degli architetti dell’Emilia Romagna 71-79; 84-89 Si
AA.VV. 1985 Cesena: dieci anni di recupero 1975/85 Comune di Cesena Cesena 35-36 Si
Minardi Bruno 1987 Sopraelevazione di due edifici in linea a Cesena Abacus n. 9 41-49 Si
AA.VV. 1991 Via Emilia: Strada/Città Cesena Comune di Cesena Cesena Si
Minardi Bruno, Gambirasio Bruno (a cura di) 1997 Architectural monographs. Bruno Minardi, n.51 Academy editions Londra No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Mulazzani Marco, Polano Sergio (a cura di) 2005 Guida all’architettura italiana del Novecento Milano Electa Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Prospettiva generale dell’edificio su viale Oberdan Prospettiva generale dell’edificio su viale Oberdan R. Vlahov. Courtesy IBC
Angolo dell’edificio, parte destra Angolo dell’edificio, parte destra R. Vlahov. Courtesy IBC
Prospettiva generale della facciata sul retro Prospettiva generale della facciata sul retro R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del portico su viale Oberdan Vista del portico su viale Oberdan R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del portico sul retro Vista del portico sul retro R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del portico sul retro Vista del portico sul retro R. Vlahov. Courtesy IBC
Istituto dei Beni Culturali, Distanza tra i pilastri e la facciata Istituto dei Beni Culturali, Distanza tra i pilastri e la facciata R. Vlahov. Courtesy IBC

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 23/04/2024

Revisori:

Setti Stefano 2022