Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

SCUOLA MATERNA E ASILO NIDO (ORA SEDE DI ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO)

Scheda Opera

  • Pianta coperture
  • Sezione trasversale
  • Particolare facciata
  • Vista esterna
  • Comune: Roma
  • Località: Tor de Cenci
  • Denominazione: SCUOLA MATERNA E ASILO NIDO (ORA SEDE DI ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO)
  • Indirizzo: Via Paolo Renzi N. 55
  • Data: 1967 - 1971
  • Tipologia: Scuole
  • Autori principali: Wolfgang Frankl, Mario Ridolfi
Descrizione

Il 22 settembre 1967 il Comune di Roma bandisce un concorso-appalto per la progettazione e costruzione di otto complessi scolastici a Spinaceto, previsti nel PdZ 167 (bando, II/CD 161) con scadenza per la consegna degli elaborati fissata a tre mesi dopo, il 21 Dicembre. L’Impresa Carchella decide di presentarsi su tutte le aree messe a concorso e si rivolge a Ridolfi, affidandogli l’incarico di progettare i lotti da II a VII, per quattro tipi edilizi: asilo-nido, scuola materna, scuola elementare, scuola media. Ridolfi si trova qui ad affrontare il tema della scuola caratterizzato da una forte complessità di insieme: quindici edifici (nove asili-nido e scuole materne, cinque scuole elementari, una scuola media) variamente articolati e dislocati su una superficie molto vasta in lotti attigui, in un ambiente urbano unitario solo nel disegno planimetrico (il serpentone di Spinaceto, di Moroni e Di Cagno), ma del tutto privo, nel concreto della sua realizzazione, di qualità spaziali omogenee.

La necessità di impostare la progettazione su “criteri tipologici opportunamente ricorrenti” (Istruzioni ministeriali, 26 Marzo 1965, I/CD 161) diventa così il motivo architettonico di fondo per ribaltare una possibile debolezza in un’effettiva forza: l’omogeneità formale dell’intero intervento va contrapposto così “alla immancabile pluralità formale degli edifici residenziali. Il corpus dell’edilizia scolastica costituirà il sottofondo dell’infrastruttura del quartiere, oltre che confermare e riconoscere la presenza di un unico Ente committente e promotore con la sua tradizione culturale” (Relazione al progetto, s.d., XV/CD 161). La progettazione viene dunque impostata da una parte su tipi scolastici ripetibili e sulle parti nucleari di essi che ne sono la caratteristica, dall’altra apportando le opportune varianti “motivate da ragioni compositive o da esigenze ambientali”.

La fase istruttoria è stata molto scrupolosa: ne fanno fede otto gruppi di appunti di Ridolfi densi di notazioni fittissime, in cui si avverte tutta l’ansia di riempire i “vuoti” professionali tipici dell’ultimo periodo romano. I disegni sono nudi e disadorni a fronte della ricchezza di contenuti che esprimono: se da una parte rientrano negli standard di rappresentazione tipici dei concorsi appalto (e rispecchiano le ristrettezze dei tempi di elaborazione), dall’altra mostrano l’estremo controllo di Ridolfi e Frankl degli organismi scolastici, che qui si avvale in scioltezza di un linguaggio architettonico ampiamente sperimentato, eppure arricchito di valenze inedite che si ritrovano nel “ciclo delle Marmore” (la realizzazione di casa Lina era già avvenuta l’anno precedente). Il risultato formale conseguito è volutamente “privo di raffinatezze superficiali; la scelta dei materiali, il loro impiego, la loro giusta posizione contribuiscono a confermare l’onestà del risultato” (relazione di progetto, s.d., XV/CD 161); zoccolature, marcapiani e cornici dei tetti sono lasciati in getto a vista; tutti gli infissi sono metallici, caratterizzati da una persiana avvolgibile esterna contenuta in un cilindro estroflesso a direttrice ellittica “così immaginata per attenuare la forma, altrimenti rigida, posta in controluce” (relazione di progetto, s.d., XV/CD 161); le aperture dei servizi e dei locali igienici sono quadrate disposte sulla diagonale e schermate con del cotto tagliato “a salame” “così che l’acqua di pioggia è spinta all’esterno” (relazione di progetto, s.d., XV/CD 161). Assimilate dal rivestimento in laterizio, dal tetto a falde e dai particolari infissi con veletta ellittica, le due scuole (elementare e materna) propongono un’immagine calda, contrastante con quella del contesto grigio di Spinaceto.

Gli asili-nido e le scuole materne, oggi non utilizzati come tali (un edificio di tre aule per ciascuno dei lotti III, IV, V; sei edifici di tre aule per il lotto VII), sono a blocco compatto di pianta quasi quadrata, raggruppati in un unico corpo di fabbrica composto di due parti, in accoppiamento affiancato o parzialmente sovrapposto per conseguire l’obiettivo di “un organismo compatto nell'insieme, ma ricco nella varietà del dettaglio”. Gli ambienti sono organizzati secondo un patio centrale e tre aule a sud in corrispondenza di un portico. Le coperture sono a tetto, tranne che nell'accoppiamento parzialmente sovrapposto dove la copertura della scuola materna è a terrazzo, sistemata per l’uso dei bambini del nido.

Info
  • Progetto: 1967 - 1967
  • Esecuzione: 1969 - 1971
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: scuola materna e asilo nido
  • Destinazione attuale: sede di associazioni
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Impresa Carchella Impresa esecutrice Esecuzione NO
Wolfgang Frankl Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=40722 SI
Alessandro Libera Collaboratore Progetto NO
Domenico Malagricci Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=40721 NO
Mario Ridolfi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=32832 SI
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: cortina di mattoni, calcestruzzo a faccia vista
  • Coperture: a falde
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Buono

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La necessità di impostare la progettazione su “criteri tipologici opportunamente ricorrenti” (Istruzioni ministeriali, 26 Marzo 1965, I/CD 161) diventa così il motivo architettonico di fondo per ribaltare una possibile debolezza in un’effettiva forza: l’omogeneità formale dell’intero intervento va contrapposto così “alla immancabile pluralità formale degli edifici residenziali. Il corpus dell’edilizia scolastica costituirà il sottofondo dell’infrastruttura del quartiere, oltre che confermare e riconoscere la presenza di un unico Ente committente e promotore con la sua tradizione culturale” (Relazione al progetto, s.d., XV/CD 161). La progettazione viene dunque impostata da una parte su tipi scolastici ripetibili e sulle parti nucleari di essi che ne sono la caratteristica, dall’altra apportando le opportune varianti “motivate da ragioni compositive o da esigenze ambientali”.

La fase istruttoria è stata molto scrupolosa: ne fanno fede otto gruppi di appunti di Ridolfi densi di notazioni fittissime, in cui si avverte tutta l’ansia di riempire i “vuoti” professionali tipici dell’ultimo periodo romano. I disegni sono nudi e disadorni a fronte della ricchezza di contenuti che esprimono: se da una parte rientrano negli standard di rappresentazione tipici dei concorsi appalto (e rispecchiano le ristrettezze dei tempi di elaborazione), dall’altra mostrano l’estremo controllo di Ridolfi e Frankl degli organismi scolastici, che qui si avvale in scioltezza di un linguaggio architettonico ampiamente sperimentato, eppure arricchito di valenze inedite che si ritrovano nel “ciclo delle Marmore” (la realizzazione di casa Lina era già avvenuta l’anno precedente). Il risultato formale conseguito è volutamente “privo di raffinatezze superficiali; la scelta dei materiali, il loro impiego, la loro giusta posizione contribuiscono a confermare l’onestà del risultato” (relazione di progetto, s.d., XV/CD 161); zoccolature, marcapiani e cornici dei tetti sono lasciati in getto a vista; tutti gli infissi sono metallici, caratterizzati da una persiana avvolgibile esterna contenuta in un cilindro estroflesso a direttrice ellittica “così immaginata per attenuare la forma, altrimenti rigida, posta in controluce” (relazione di progetto, s.d., XV/CD 161); le aperture dei servizi e dei locali igienici sono quadrate disposte sulla diagonale e schermate con del cotto tagliato “a salame” “così che l’acqua di pioggia è spinta all’esterno” (relazione di progetto, s.d., XV/CD 161). Assimilate dal rivestimento in laterizio, dal tetto a falde e dai particolari infissi con veletta ellittica, le due scuole (elementare e materna) propongono un’immagine calda, contrastante con quella del contesto grigio di Spinaceto.

Gli asili-nido e le scuole materne, oggi non utilizzati come tali (un edificio di tre aule per ciascuno dei lotti III, IV, V; sei edifici di tre aule per il lotto VII), sono a blocco compatto di pianta quasi quadrata, raggruppati in un unico corpo di fabbrica composto di due parti, in accoppiamento affiancato o parzialmente sovrapposto per conseguire l’obiettivo di “un organismo compatto nell'insieme, ma ricco nella varietà del dettaglio”. Gli ambienti sono organizzati secondo un patio centrale e tre aule a sud in corrispondenza di un portico. Le coperture sono a tetto, tranne che nell'accoppiamento parzialmente sovrapposto dove la copertura della scuola materna è a terrazzo, sistemata per l’uso dei bambini del nido.
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

L'edificio non è mai stato utilizzato come scuola: prevedeva una scuola materna al piano terra e un asilo nido al primo piano. Lasciato in abbandono per una quindicina d'anni, oggi ospita due associazioni di volontariato. E' possibile consultare online alcune foto d'epoca degli edifici sul sito dell'impresa costruttrice: http://www.carchella.it/lavoriincorso.php?id=014&modo=3. Le citazioni sono prese dai documenti conservati presso il Fondo Ridolfi Frankl Malagricci (il codice del progetto è CD161) presso l'Accademia Nazionale di San Luca a Roma.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Cellini Francesco, D'Amato Claudio, Valeriani Enrico (a cura di) 1979 Le Architetture di Ridolfi e Frankl De Luca Roma 92 No
Leschiutta Fausto Ermanno 1985 Linee evolutive dell’edilizia scolastica. Vicende-norme-tipi 1949-1985 Bulzoni Roma 257 No
Impresa di costruzioni Francesco Carchella 1994 Rassegna di lavori realizzati dalla Impresa Carchella Roma No
Palmieri Valerio 1997 Mario Ridolfi. Guida all'architettura Arsenale Venezia 65; Scheda n. 30 No
Cellini Francesco, D'Amato Claudio 2003 Mario Ridolfi all'Accademia di S. Luca Graffiti Roma 368-373 Si
Cellini Francesco, D'Amato Claudio 2005 Le architetture di Ridolfi e Frankl Electa Milano 112-113; 282-283 Si
Portoghesi Paolo 2009 Gli asili di Mario Ridolfi, in Quattrocchi Luca (a cura di), Architetture per l’infanzia Allemandi Torino 177-187 No

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Ridolfi Frankl Malagricci Mario Ridolfi, Wolfgang Frankl Accademia Nazionale di San Luca, Roma Complessi scolastici a Spinaceto, Roma

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Pianta coperture Pianta coperture
Sezione trasversale Sezione trasversale
Particolare facciata Particolare facciata
Vista esterna Vista esterna

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Complessi scolastici a Spinaceto, Roma Visualizza
Fondo Ridolfi-Frankl-Malagricci Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Mario Ridolfi Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Mario Ridolfi Visualizza
Enciclopedia Treccani - Mario Ridolfi Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Direzione Regionale per il Lazio
Titolare della ricerca: Università degli studi di Roma "Sapienza"
Responsabile scientifico: Piero Ostilio Rossi


Scheda redatta da
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 27/02/2025

Revisori:

Alberto Coppo 2021