CASA E APPARTAMENTI D'ATRI
Scheda Opera
- Comune: Faenza
- Denominazione: CASA E APPARTAMENTI D'ATRI
- Indirizzo: Via Luigi Carlo Farini N. 13
- Data: 1962 - 1963
- Tipologia: Complessi residenziali
- Autori principali: Filippo Monti
Descrizione
Il complesso fa parte di una serie di edifici a uso residenziale che Monti realizza nella stessa via, situata appena fuori le mura della città di Faenza, all’interno di un’area frazionata in una serie di lotti prospicenti direttamente la via di scorrimento principale della città. Nonostante l’assenza di un piano, la presenza di diverse opere dello stesso architetto (le case a schiera denominate le Vele e la sua abitazione privata), fa assumere alla via un aspetto unitario, grazie ai caratteri analoghi dell’edificato realizzato dallo stesso autore.
La Casa ad Appartamenti è costituita da sei abitazioni disposte su tre livelli, servite da un unico vano scala. Il piano terra è sostenuto da pilastri, ciò fa si che il volume più vicino al fronte strada appaia sospeso da terra e lo spazio libero sottostante venga utilizzato come spazio di servizio, con funzione di autorimessa e luogo di passaggio.
Il complesso è composto da due parallelepipedi in dialogo tra loro.
Procedendo a partire dall’ingresso: in primo piano si trova un volume compatto in cui si ritagliano solamente due aperture quadrate con infissi montati a filo esterno; leggermente più arretrato, un secondo volume completamente vetrato e appoggiato a terra, crea un angolo retto con il primo.
Il curtain wall di questo secondo blocco, fa da sfondo ai grandi alberi che crescono nelle aree verdi delimitate dai due corpi di fabbrica, sottolineando quel rapporto esterno-interno, natura-costruito, molto caro al progettista e presente in tutte le sue opere. L’edificio occupa in gran parte l’area e si estende fino al confine sul retro, sfruttando la profondità del lotto al fine di ottenere una maggiore spazialità.
Il lavoro sulla plasticità dei volumi, che in altre opere si risolve in forme organiche, è perseguito qui valorizzando il contenuto astratto della geometria dei piani di facciata dei due corpi, messi in contrasto tra loro attraverso l’accentuazione dei diversi trattamenti dei rivestimenti. Al pieno dell’intonaco si contrappone il blocco vetrato, a cui la colorazione blu conferisce un diverso valore di trasparenza, partecipando al gioco dei volumi quasi alla maniera “neoplastica”.
(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)
Info
- Progetto: 1962 - 1962
- Esecuzione: 1963 - 1963
- Committente: Michele D'Atri
- Proprietà: Proprietà privata
- Destinazione originaria: complesso residenziale
- Destinazione attuale: complesso residenziale
Autori
- Strutture: cemento armato
- Materiale di facciata: cemento armato, ferro, vetro, intonaco
- Coperture: piane, metallo
- Serramenti: metallo
- Stato Strutture: Ottimo
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Buono
- Stato Serramenti: Buono
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: 131
- Particella: 852
Note
Filippo Monti (Faenza 1928 - 2015) Diplomato all’Istituto tecnico per Geometri (1947), si dedica inizialmente alla pittura, per poi dedicarsi all’architettura. Si laurea nel 1954 all’Università di Firenze, con Adalberto Libera. Grazie a questa conoscenza si reca a Roma per collaborare al progetto di concorso per il velodromo delle Olimpiadi di Roma del 1960. Dopo questa esperienza ritorna a Faenza, dove partecipa a numerosi concorsi, vincendo nel 1957 il primo premio per la Chiesa di S.Vincenzo de’ Paoli a Bologna. Successivamente si dedica alla progettazione di diverse abitazioni a Forlì e per il piano INA CASA. Nel 1959 partecipa al concorso per il nuovo Piano Regolatore Generale di Faenza con l’amico architetto Arturo Locatelli, presentando idee innovative soprattutto nel campo della viabilità e degli spazi pedonali. Nello stesso anno progetta anche l’Albergo Bellevue a Milano Marittima. Nel 1960 progetta la prima delle sue opere faentine: la casa Alberghi Grossi, dopo la quale continuerà ad operare prevalentemente nel territorio di Faenza e dintorni. In questi anni progetta le prime opere ispirate alla domus pompeiana come la casa Rovelli e l’Asilo Materno di Granarolo Faentino. Tra il 1964 e il 1971 partecipa al Consiglio Direttivo della Sezione Faentina di Italia Nostra e progetta due delle sue opere più significative: il Complesso Residenziale S.Margherita e il Night Club Woodpecker di Milano Marittima. Negli stessi anni progetta inoltre la sua abitazione personale e la seconda casa Porisini. Tra il 1972 ed il 1980 torna ad un’architettura meno segnata dalla componente plastica e progetta il complesso residenziale di Via Ferrari a Faenza, la casa Sassi ed il complesso ad appartamenti “Le Terrazze”. Nel periodo tra il 1981 ed il 1985, progetta solo gli uffici per Ciba Leasing nel 1985. Esce da questa crisi professionale negli anni successivi, grazie agli incarichi pubblici ottenuti tra il 1986 ed il 1995. Progetta a Faenza il Palazzo delle Poste e Telegrafi ed il Nuovo Palazzo delle Esposizioni e si occupa inoltre della ristrutturazione della Camera di Commercio di Ravenna. Tra il 1996 ed il 2004 è segnato dalla prematura scomparsa della figlia. Nel 2005 progetta la casa Boscherini, la casa Gargiulo.
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
---|---|---|---|---|---|---|
Monti Filippo | 1994 | Itinerario delle architetture di Filippo Monti | Polis. Idee e cultura nelle città n. 8 | Faenza | 131 | Si |
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) | 2005 | Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento | Clueb | Bologna | No | |
Bertoni Franco, Rava Davide | 2009 | Filippo Monti Architetto | Valfrido Edizioni | Faenza | No | |
Assirelli Massimo, Cossa Maria Concetta, Castiglioni Franca, Dari Emanuele, Piersanti Claudio | 2010 | Architetture Faenza. Itinerari contemporanei | Edit | Faenza | No |
Allegati
Criteri
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia RomagnaTitolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli
Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 27/01/2023
Revisori:
Setti Stefano 2022