Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

VILLA BERTAZZONI

Scheda Opera

  • Vista del fronte principale
  • Vista del fronte principale
  • Dettaglio del fronte principale
  • Vista della loggia sul retro
  • Comune: Guastalla
  • Denominazione: VILLA BERTAZZONI
  • Indirizzo: Via Maldotti N. 2 (Via Circonvallazione)
  • Data: 1949 - 1953
  • Tipologia: Abitazioni unifamiliari
  • Autori principali: Carlo Lucci
Descrizione

“In questa villa a due piani, realizzata in un grande lotto irregolare per un industriale illuminato, troviamo le tracce della formazione di Lucci nel razionalismo sentito come atteggiamento di fronte alla verità costruttiva.
Il volume del parallelepipedo, che si espande ad L nella zona servizi sul retro, viene scavato dai profondi vuoti del portico a tutta altezza, col frangisole ritagliato nella copertura piana, e delle logge che richiamano con i nitidi contorni la lezione di Terragni. Il piano sottile di una lunga pensilina segna la zona d’ingresso e vi si incastra, la superficie scura dei muri esterni viene ritagliata dagli infissi bianchi, declinati con ritmi e forme in cui si riconosce l’esito felice della pratica elaborata di fianco ad Asnago e Vender. Al piano terra la distribuzione interna ruota sull’atrio aperto sul portico sud, mentre si accede ai locali di servizio da un ingresso indipendente. Al primo livello gli ambienti di soggiorno sono disposti a quadrato attorno all’unica rampa di scale, e da qui le camere si estendono allineate in batteria verso nord. L’arredo è l’indispensabile articolazione degli spazi domestici, insieme alle porte scorrevoli, al camino, alle finiture e agli elementi tecnologici integrati. Lucci trasferisce nel disegno razionale e nella modellazione ergonomica dei mobili, lo studio delle esperienze tedesche e la sua pratica quasi ventennale. Prodotti su disegno artigianalmente dal mobilificio Fantoni e premiati alla mostra dell’artigianato di Firenze nel 1953, benché siano stati concepiti per la costruzione industriale in serie sono rimasti pezzi unici. Alcuni, la scrivania a sei gambe, la cassettiera a parete e la lampada sospesa a un braccio metallico, hanno quasi un sapore costruttivista. Ogni problema funzionale è risolto da Lucci con una precisa soluzione formale, negli arredi come nell’architettura: le poltrone non sono sedie più comode ma sedute da conversazione, avvolgenti e di dimensioni contenute, o da riposo con sedile e spalliera continui.”

(Zamboni, Gandolfi 2011)

Info
  • Progetto: 1949 - 1950
  • Esecuzione: 1951 - 1953
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: abitazione privata
  • Destinazione attuale: abitazione privata
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Carlo Lucci Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://panizzi.comune.re.it/Sezione.jsp?titolo=Archivio+di+Carlo+Lucci&idSezione=1024 SI
  • Strutture: telaio in cemento armato
  • Materiale di facciata: intonaco
  • Coperture: piane
  • Serramenti: ferrofinestra
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Mediocre

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(Zamboni, Gandolfi 2011)

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Dopo aver partecipato al concorso nazionale di selezione, è incaricato di molti interventi in tutta Italia per entrambi i settenni del piano INA-Casa e per la gestione Gescal. Dal 1948 al 1955 ha la cattedra di Costruzioni all’Istituto tecnico per geometri di Reggio Emilia; dal 1954 riprende i contatti con l’Università di Firenze e diventa assistente di Italo Gamberini. Ottiene la libera docenza nel 1963 e la cattedra di Elementi di Architettura e Rilievo dei monumenti dal 1965.
Dal 1974 diviene Direttore dell’Istituto di composizione architettonica e nel 1976 vince il concorso alla cattedra di Composizione architettonica, di cui dopo il 1981 diventa docente fuori ruolo. Nel 1986 lascia la cattedra per raggiunti limiti d’età, ma conserva stretti rapporti con molti colleghi, tra cui Roberto Maestro. La carriera universitaria e l’intensa attività di promozione culturale gli offrono occasione di confronto diretto con Savioli, Ricci, Detti, Quaroni. Dal 1964 diviene membro dell’INU, alle cui attività partecipa attivamente, ma da cui si dimette polemicamente nel 1993. 
È tra i fondatori dell’Ordine degli architetti di Reggio, di cui diviene il primo presidente nel 1982. Svolge un’intensa attività progettuale in tutta Italia e a Reggio; qui collabora con alcuni professionisti locali come Getulio Artoni, Amedeo Magnani, Riccardo Barbieri e Giacomo Torelli. Accompagna la sua carriera universitaria con una ricca produzione pubblicistica e studi che prendono spunto dall’intensa ricerca sui contenuti e le forme dell’architettura che Lucci sempre persegue come docente e come professionista. Numerosi gli articoli sulla sua attività e i suoi progetti pubblicati. In campo professionale spazia dalla progettazione e realizzazione a tutto campo di architetture (abitazioni, scuole, edifici industriali e per lo spettacolo, arredamento e arredi sacri), all’elaborazione di piani urbanistici, alla partecipazione a importanti concorsi di architettura, fino alla prefabbricazione. Lascia una sorta di testamento spirituale nel discorso per l’inaugurazione della nuova chiesa di San Silvestro a Cella di Reggio Emilia, la sua ultima opera iniziata nel 1998, e inaugurata il 9 settembre 2000, il giorno dopo la sua scomparsa avvenuta a Moggio Udinese, dove è sepolto.

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Carlo Lucci (Firenze, 1911 – Moggio Udinese, 2000) Nasce a Firenze, dove nel 1935 si laurea alla Scuola superiore di Architettura. Nello stesso anno ottiene a Roma l’abilitazione professionale. Chiamato a combattere in Africa, dopo la fine della guerra di Etiopia è per parecchi mesi ingegnere capo del Municipio di Dessié. Nel 1937 si stabilisce a Roma dove collabora soprattutto con Concezio Petrucci e Adalberto Libera. Nel contempo ha l’incarico a Firenze di addetto alle esercitazioni alla cattedra di Caratteri degli edifici di Raffaello Fagnoni, con cui collabora anche professionalmente. Dopo alcuni mesi in cui ricuce vecchi rapporti professionali, tra gli altri con Vietti e Luccichenti, nel 1946 accetta di stabilirsi definitivamente a Reggio Emilia per occuparsi di prefabbricazione. Proprio in questo periodo entra in contatto, attraverso l’esperienza al QT8 (Milano), con Piero Bottoni, Paolo Antonio Chessa e Vico Magistretti, lavora per Asnago e Vender, e Rogers pubblica su “Domus” il suo lavoro sulla prefabbricazione. Dopo aver partecipato al concorso nazionale di selezione, è incaricato di molti interventi in tutta Italia per entrambi i settenni del piano INA-Casa e per la gestione Gescal. Dal 1948 al 1955 ha la cattedra di Costruzioni all’Istituto tecnico per geometri di Reggio Emilia; dal 1954 riprende i contatti con l’Università di Firenze e diventa assistente di Italo Gamberini. Ottiene la libera docenza nel 1963 e la cattedra di Elementi di Architettura e Rilievo dei monumenti dal 1965. Dal 1974 diviene Direttore dell’Istituto di composizione architettonica e nel 1976 vince il concorso alla cattedra di Composizione architettonica, di cui dopo il 1981 diventa docente fuori ruolo. Nel 1986 lascia la cattedra per raggiunti limiti d’età, ma conserva stretti rapporti con molti colleghi, tra cui Roberto Maestro. La carriera universitaria e l’intensa attività di promozione culturale gli offrono occasione di confronto diretto con Savioli, Ricci, Detti, Quaroni. Dal 1964 diviene membro dell’INU, alle cui attività partecipa attivamente, ma da cui si dimette polemicamente nel 1993. È tra i fondatori dell’Ordine degli architetti di Reggio, di cui diviene il primo presidente nel 1982. Svolge un’intensa attività progettuale in tutta Italia e a Reggio; qui collabora con alcuni professionisti locali come Getulio Artoni, Amedeo Magnani, Riccardo Barbieri e Giacomo Torelli. Accompagna la sua carriera universitaria con una ricca produzione pubblicistica e studi che prendono spunto dall’intensa ricerca sui contenuti e le forme dell’architettura che Lucci sempre persegue come docente e come professionista. Numerosi gli articoli sulla sua attività e i suoi progetti pubblicati. In campo professionale spazia dalla progettazione e realizzazione a tutto campo di architetture (abitazioni, scuole, edifici industriali e per lo spettacolo, arredamento e arredi sacri), all’elaborazione di piani urbanistici, alla partecipazione a importanti concorsi di architettura, fino alla prefabbricazione. Lascia una sorta di testamento spirituale nel discorso per l’inaugurazione della nuova chiesa di San Silvestro a Cella di Reggio Emilia, la sua ultima opera iniziata nel 1998, e inaugurata il 9 settembre 2000, il giorno dopo la sua scomparsa avvenuta a Moggio Udinese, dove è sepolto.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1955 Particolari di architettura e l'arredamenti dell'Arch. Carlo Lucci Vitrum n. 63 No
Viviani Romolo 1963 Edifici di Carlo Lucci in Emilia L’Architettura. Cronache e Storia n. 88 662-673 No
Daolio Stefano 1997 Carlo Lucci. Vivere d'architettura 1938-1997 Biblioteca dell'Immagine Pordenone No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Zamboni Andrea, Gandolfi Chiara (a cura di) 2011 L’architettura del Novecento a Reggio Emilia Bruno Mondadori Milano 184-185 Si
Zamboni Andrea, Gasparini Laura (a cura di) in collaborazione con Lucci Franco 2012 Carlo Lucci architetto Un archivio tra professione e ricerca Biblioteca Panizzi Edizioni Reggio Emilia Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Carlo Lucci Carlo Lucci Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista del fronte principale Vista del fronte principale Matteo Sintini
Vista del fronte principale Vista del fronte principale Matteo Sintini
Dettaglio del fronte principale Dettaglio del fronte principale Matteo Sintini
Vista della loggia sul retro Vista della loggia sul retro Matteo Sintini

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento:
Titolare della ricerca:
Responsabile scientifico:


Scheda redatta da Zamboni, Gandolfi 2011
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 02/09/2022

Revisori:

Stefano Setti