Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CENTRALE TERMOELETTRICA SADE

Scheda Opera

  • Vista dell'epoca
  • Vista dell'epoca
  • Vista dell'epoca
  • Vista dell'epoca
  • Vista della centrale
  • Vista dell'intero complesso della centrale Teodora
  • Vista del fronte
  • Vista del fianco
  • Vista del fianco
  • Fotogramma dal film di Michelangelo Antonioni
  • Fotogramma dal film di Michelangelo Antonioni
  • Comune: Ravenna
  • Località: Porto Corsini
  • Denominazione: CENTRALE TERMOELETTRICA SADE
  • Indirizzo: Via Baiona
  • Data: - 1960
  • Tipologia: Impianti idrici, elettrici o idroelettrici
  • Autori principali: Ignazio Gardella
Descrizione

La Centrale elettrica è situata all’interno dell’area industriale del porto di Ravenna e si affaccia direttamente sul Canale Candiano. Progettata alla fine degli anni Cinquanta dall’architetto milanese Ignazio Gardella, inizialmente era stata pensata per accogliere la centrale termoelettrica della S.A.D.E. (Società Adriatica Di Elettricità), società elettrica privata che pochi anni dopo è stata, come tutte le altre imprese elettriche sul territorio italiano, nazionalizzata diventando proprietà dell'ENEL.
La centrale è del tipo a quattro caldaie, ognuna di esse dotata di: turbina, alternatore e trasformatore. L’asse della sala macchine si dispone secondo una giacitura parallela al canale assecondando in tal modo l’orientamento degli elementi geografici del territorio. Le quattro torri delle caldaie sono disposte anch’esse verso il canale, mentre i trasformatori e le cabine di distribuzione sono rivolte verso terra. Gardella sceglie di rivestire il grande edificio della sala macchine in mattonelle di klinker con fuga aperta, di un colore bruciato scuro, elemento ricorrente del linguaggio architettonico dell’autore, utilizzato nell’edificio residenziale per gli impiegati della Borsalino ad Alessandria o nel Laboratorio per la Taglieria del Pelo, nella stessa città e per lo stesso committente. L’immagine domestica dell’edificio che ne deriva, sembra essere derivato dalla volontà di mitigare l’impatto nello sviluppo urbano e territoriale della crescita industriale.
Il fronte è scandito verticalmente da un doppio ordine di elementi a lesena, mentre la copertura è realizzata a volta in calcestruzzo armato, piegato in una leggera curvatura.

Nel 2001 l’intero impianto, denominato oggi ENEL Teodora, è stato sottoposto a una trasformazione da centrale a combustione di olio denso, a centrale a turbogas a combustione di metano con ciclo combinato. L’intervento è realizzato dall’architetto Michele De Lucchi, autore anche del progetto di riconversione della Centrale La Casella di Piacenza.
Il nuovo layout della centrale e l’opportunità di liberare, per altri scopi, grosse parti di proprietà a sud e a nord, ha determinato la ridefinizione dell’intera area, attraverso il ricollocamento degli impianti di trattamento dell’acqua, la riorganizzazione della stazione elettrica, l’aggiunta di due generatori di vapore posizionati in senso perpendicolare ai precedenti, il mantenimento in funzione di due sole turbine originali e l’apertura di una larga parte di fronte-strada, su cui affaccia la nuova portineria di accesso allo stabilimento.
Lungo il lato corto della sala macchine, parallela al canale, vengono realizzati altri due generatori di vapore e due edifici per gli alternatori e le turbine. Le due strutture perfettamente gemelle e simmetriche, si ergono in linea con le alte ciminiere e sono realizzate con la stessa filosofia di progetto, gli stessi materiali, gli stessi colori della centrale piacentina.
Le ciminiere sono rivestite per un terzo da anelli in Lexan e, nella parte più bassa, sono abbracciate da una struttura secondaria che riveste il generatore di vapore fino alla sua connessione con l’edificio turbogas.
Metà della sala macchine del progetto di Gardella viene abbattuta, mentre la restante parte è conservata e anche la palazzina uffici originale lascia interamente il posto ad un edificio adeguato alle nuove necessità.
Il nuovo volume degli uffici è realizzato secondo profili ondulati interamente tamponati con pareti vetrate. Alla leggerezza conferita dal rivestimento alle ciminiere si affida l’immagine della fabbrica che comunica l’idea di una qualità dei luoghi del lavoro, in cui è lo spazio dell’uomo a prevalere su quello della macchina.

(Matteo Sintini e Valentina Gili)

Info
  • Progetto: -
  • Esecuzione: 1957 - 1960
  • Tipologia Specifica: Centrale Termoelettrica
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Centrale Termoelettrica
  • Destinazione attuale: Centrale Termoelettrica: Centrale Termoelettrica Enel
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Michele de Lucchi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://accademiasanluca.it/accademici/archivio/de-lucchi NO
Ignazio Gardella Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=60047 SI
  • Strutture: calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: piastrelle klinker
  • Coperture: piana in laterocemento
  • Serramenti: metallici
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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La centrale è del tipo a quattro caldaie, ognuna di esse dotata di: turbina, alternatore e trasformatore. L’asse della sala macchine si dispone secondo una giacitura parallela al canale assecondando in tal modo l’orientamento degli elementi geografici del territorio. Le quattro torri delle caldaie sono disposte anch’esse verso il canale, mentre i trasformatori e le cabine di distribuzione sono rivolte verso terra. Gardella sceglie di rivestire il grande edificio della sala macchine in mattonelle di klinker con fuga aperta, di un colore bruciato scuro, elemento ricorrente del linguaggio architettonico dell’autore,  utilizzato nell’edificio residenziale per gli impiegati della Borsalino ad Alessandria o nel Laboratorio per la Taglieria del Pelo, nella stessa città e per lo stesso committente. L’immagine domestica dell’edificio che ne deriva, sembra essere derivato dalla volontà di mitigare l’impatto nello sviluppo urbano e territoriale della crescita industriale.
Il fronte è scandito verticalmente da un doppio ordine di elementi a lesena, mentre la copertura è realizzata a volta in calcestruzzo armato, piegato in una leggera curvatura.

Nel 2001 l’intero impianto, denominato oggi ENEL Teodora, è stato sottoposto a una trasformazione da centrale a combustione di olio denso, a centrale a turbogas a combustione di metano con ciclo combinato. L’intervento è realizzato dall’architetto Michele De Lucchi, autore anche del progetto di riconversione  della Centrale La Casella di Piacenza.
Il nuovo layout della centrale e l’opportunità di liberare, per altri scopi, grosse parti di proprietà a sud e a nord, ha determinato la ridefinizione dell’intera area, attraverso il ricollocamento degli impianti di trattamento dell’acqua, la riorganizzazione della stazione elettrica, l’aggiunta di due generatori di vapore posizionati in senso perpendicolare ai precedenti, il mantenimento in funzione di due sole turbine originali e l’apertura di una larga parte di fronte-strada, su cui affaccia la nuova portineria di accesso allo stabilimento.
Lungo il lato corto della sala macchine, parallela al canale, vengono realizzati altri due generatori di vapore e due edifici per gli alternatori e le turbine. Le due strutture perfettamente gemelle e simmetriche, si ergono in linea con le alte ciminiere e sono realizzate con la stessa filosofia di progetto, gli stessi materiali, gli stessi colori della centrale piacentina. 
Le ciminiere sono rivestite per un terzo da anelli in Lexan e, nella parte più bassa, sono abbracciate da una struttura secondaria che riveste il generatore di vapore fino alla sua connessione con l’edificio turbogas. 
Metà della sala macchine del progetto di Gardella viene abbattuta, mentre la restante parte è conservata e anche la palazzina uffici originale lascia interamente il posto ad un edificio adeguato alle nuove necessità. 
Il nuovo volume degli uffici è realizzato secondo profili ondulati interamente tamponati con pareti vetrate. Alla leggerezza conferita dal rivestimento alle ciminiere si affida l’immagine della fabbrica che comunica l’idea di una qualità dei luoghi del lavoro, in cui è lo spazio dell’uomo a prevalere su quello della macchina.

(Matteo Sintini e Valentina Gili)

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necessario nel corso degli anni.
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Prima della ristrutturazione affidata a Michele De Lucchi sono stati strappati due mosaici ("Scintilla" e "Combustione") appositamente realizzati nel 1959 dall'artista Mario Deluigi per la centrale di Gardella. I mosaici, visibili in alcuni passaggi del film di Michelangelo Antonioni "Deserto Rosso" (1964), in parte girato all'interno della centrale termoeletrica, attendono oggi una nuova collocazione.

Ignazio Gardella (Milano, 1905 – Oleggio, 1999) 
Si laurea in ingegneria al Politecnico di Milano nel 1928, per poi ottenere quella di Architettura nel 1949 allo IUAV di Venezia. Tra le due guerre lavora a  numerosi concorsi di architettura e diversi progetti realizzati in collaborazione con il padre, Arnaldo Gardella. Alla morte di quest'ultimo, continua a svolgere l’attività professionale, in particolare a Milano ed Alessandria. Negli anni '30 intraprende viaggi in tutta Europa, con lo scopo di conoscere l'architettura moderna dei paesi europei, entrando in contatto diretto con l'ambiente culturale tedesco e scandinavo in particolare. Il conflitto mondiale segna un periodo di transizione nella produzione dell’architetto che, al termine del conflitto, giunge a maturazione mettendo la sua attività al centro del dibattito in Italia e non solo, accreditando Gardella come uno dei protagonisti della cultura architettonico fino al termine della sua carriera. 
Fonda nel 1947 assieme a Luigi Caccia Dominioni e Corrado Corradi Dall'Acqua la ditta “Azucena”, che produce oggetti e mobilio fino al 1970. Importante è inoltre l'attività didattica di Ignazio Gardella, condotta interamente all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia dal 1949 al 1975. E’invitato nel 1985 da Rafael Moneo alla Harvard Graduate School of Design in qualità di Visiting Professor. Nel corso della sua lunga attività è stato insignito di diversi riconoscimenti alla carriera, tra i quali il Premio Olivetti per l'Architettura nel 1955, la Medaglia d'Oro conferita dal Presidente della Repubblica ai benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte nel 1977, e il Leone d'Oro alla carriera alla Biennale di Venezia, nel 1996. Tra i numerosi progetti si citano: Ampliamento della Villa Borletti a Milano (1933-36), Dispensario Antitubercolare di Alessandria (1934-38), Casa Tognella, detta Casa al Parco, a Milano (1946-53), Casa del Viticoltore a Pavia (1947), Case Borsalino ad Alessandria (1952), Casa alle Zattere a Venezia (1953-58), Mensa Olivetti nel complesso industriale di Ivrea (1958), Uffici Alfa Romeo ad Arese (1969), Facoltà di Architettura di Genova (1975-89), Teatro Carlo Felice a Genova (con Aldo Rossi, Bruno Reichlin e Angelo Sibilla, 1981-1990).  
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

La centrale ha subito numerosi cambiamenti all’interno, frutto dell’adeguamento tecnologico necessario nel corso degli anni. A seguito di uno stato di degrado avanzato sono state sostituite, prima dell’intervento di De Lucchi, le piastrelle del rivestimento, snaturandone l’effetto complessivo. Prima della ristrutturazione affidata a Michele De Lucchi sono stati strappati due mosaici ("Scintilla" e "Combustione") appositamente realizzati nel 1959 dall'artista Mario Deluigi per la centrale di Gardella. I mosaici, visibili in alcuni passaggi del film di Michelangelo Antonioni "Deserto Rosso" (1964), in parte girato all'interno della centrale termoeletrica, attendono oggi una nuova collocazione. Ignazio Gardella (Milano, 1905 – Oleggio, 1999) Si laurea in ingegneria al Politecnico di Milano nel 1928, per poi ottenere quella di Architettura nel 1949 allo IUAV di Venezia. Tra le due guerre lavora a numerosi concorsi di architettura e diversi progetti realizzati in collaborazione con il padre, Arnaldo Gardella. Alla morte di quest'ultimo, continua a svolgere l’attività professionale, in particolare a Milano ed Alessandria. Negli anni '30 intraprende viaggi in tutta Europa, con lo scopo di conoscere l'architettura moderna dei paesi europei, entrando in contatto diretto con l'ambiente culturale tedesco e scandinavo in particolare. Il conflitto mondiale segna un periodo di transizione nella produzione dell’architetto che, al termine del conflitto, giunge a maturazione mettendo la sua attività al centro del dibattito in Italia e non solo, accreditando Gardella come uno dei protagonisti della cultura architettonico fino al termine della sua carriera. Fonda nel 1947 assieme a Luigi Caccia Dominioni e Corrado Corradi Dall'Acqua la ditta “Azucena”, che produce oggetti e mobilio fino al 1970. Importante è inoltre l'attività didattica di Ignazio Gardella, condotta interamente all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia dal 1949 al 1975. E’invitato nel 1985 da Rafael Moneo alla Harvard Graduate School of Design in qualità di Visiting Professor. Nel corso della sua lunga attività è stato insignito di diversi riconoscimenti alla carriera, tra i quali il Premio Olivetti per l'Architettura nel 1955, la Medaglia d'Oro conferita dal Presidente della Repubblica ai benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte nel 1977, e il Leone d'Oro alla carriera alla Biennale di Venezia, nel 1996. Tra i numerosi progetti si citano: Ampliamento della Villa Borletti a Milano (1933-36), Dispensario Antitubercolare di Alessandria (1934-38), Casa Tognella, detta Casa al Parco, a Milano (1946-53), Casa del Viticoltore a Pavia (1947), Case Borsalino ad Alessandria (1952), Casa alle Zattere a Venezia (1953-58), Mensa Olivetti nel complesso industriale di Ivrea (1958), Uffici Alfa Romeo ad Arese (1969), Facoltà di Architettura di Genova (1975-89), Teatro Carlo Felice a Genova (con Aldo Rossi, Bruno Reichlin e Angelo Sibilla, 1981-1990).

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Samonà Alberto 1981 Ignazio Gardella e il professionismo italiano Officina Roma Si
Porta Marco (a cura di) 1985 L’architettura di Ignazio Gardella Etas libri Milano Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Mulazzani Marco 2006 Centrale Enel Teodora. Variazioni sul Tema Casabella n. 742 64-69 Si
Mulazzani Marco 2008 Trasformazione industriale e riqualificazione architettonica Io Architetto n.13 8-9 Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Ignazio Gardella Ignazio Gardella CSAC - Università di Parma Centrale termoelettrica SADE, Porto Corsini (Ravenna)

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista dell'epoca Vista dell'epoca Courtesy Studio Gardella
Vista dell'epoca Vista dell'epoca Courtesy Studio Gardella
Vista dell'epoca Vista dell'epoca Courtesy Studio Gardella
Vista dell'epoca Vista dell'epoca Courtesy Studio Gardella
Vista della centrale Vista della centrale Valentina Gili
Vista dell'intero complesso della centrale Teodora Vista dell'intero complesso della centrale Teodora Valentina Gili
Vista del fronte Vista del fronte Valentina Gili
Vista del fianco Vista del fianco Valentina Gili
Vista del fianco Vista del fianco Valentina Gili
Fotogramma dal film di Michelangelo Antonioni Fotogramma dal film di Michelangelo Antonioni "Deserto rosso" (1964) con pittura su piastrelle industriali di Mario Deluigi all'interno della Centrale termoelettrica S.A.D.E.
Fotogramma dal film di Michelangelo Antonioni Fotogramma dal film di Michelangelo Antonioni "Deserto rosso" (1964) con pittura su piastrelle industriali di Mario Deluigi all'interno della Centrale termoelettrica S.A.D.E.

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
CSAC - Università di Parma Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Ignazio Gardella Visualizza
Enciclopedia Treccani - Ignazio Gardella Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Ignazio Gardella Visualizza
Archivio Storico Fondazione Fiera Milano - Ignazio Gardella Visualizza
Sistema Museale dell’Università di Parma - Ignazio Gardella Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Valentina Gili
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 03/05/2024

Revisori:

Setti Stefano 2022