Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASA CECCARELLI

Scheda Opera

  • Vista dell'edificio
  • Prospetti
  • Comune: Bologna
  • Denominazione: CASA CECCARELLI
  • Indirizzo: Via di Casaglia N. 34
  • Data: 1961 - 1962
  • Tipologia: Abitazioni unifamiliari
  • Autori principali: Giancarlo De Carlo
Descrizione

L’abitazione destinata ad un’unica famiglia, trae gran parte delle sue ragioni formali dalle scelte insediative dell’edificio nel luogo e dall’amichevole dialogo tra il progettista, Giancarlo de Carlo e il cliente, il fisico Marcello Ceccarelli.
Situato in una zona della prima collina bolognese a ridosso di via Saragozza dalla quale parte la strada Casaglia con cui è collegata alla città, il terreno è caratterizzato, all’epoca della costruzione, da una forte pendenza che impone la realizzazione di tre grandi zone terrazzate, ottenute mediante consistenti riporti di terra sostenuti da pareti in cemento armato a vista. Una scala a ponte sostenuta da una trave a ginocchio anch’essa in cemento, analoga a quelle realizzate nel coevo collegio dell’Aquilone di Urbino, supera il dislivello tra i primi due raggiungendo la quota superiore della casa, situata, per espressa volontà del committente, al centro del terreno distante dalla strada di collegamento. Altri percorsi esterni, ricavati lungo il pendio, conducono agli ambienti del piano inferiore direttamente accessibili dall’esterno.
Quest’idea d’integrazione tra natura e costruito ottenuta attraverso i collegamenti e l’adattamento al sito conformato artificialmente, contribuisce, unitamente alla piantumazione di numerose essenze arboree, a generare “un paesaggio nel paesaggio”, che coinvolge anche la distribuzione interna.
Il volume risulta composto per aggregazione di cellule ben distinguibili esternamente, ciascuna ospitante una stanza, composizione che ricorda, seppur a scala minore, analoghe realizzazioni di De Carlo come ad esempio il complesso per vacanze a Bordighera o gli stessi collegi universitari urbinati.
Al piano terra gli ambienti fluiscono l’uno nell’altro grazie ad ampie aperture, comunque distinti per il diverso posizionamento a quote differenti, collegate da un sistema di gradini e pianerottoli con bassi parapetti in mattoni, analoghi a quelli della scala esterna, che consentono di riconoscere alcune similitudini con le organizzazioni spaziali delle piante delle abitazioni di Adolf Loos.
Accanto a questo schema distributivo, alcuni ambienti sono poi collegabili da un secondo, passante, che articola maggiormente la circolazione interna e diventa funzionale a un uso di volta in volta modificabile degli spazi, non essendo attribuita ad essi una funzione specifica (eccezion fatta per la cucina). Lontano da ogni idea di funzionalismo, pur in spazi molto connotati e vincolati, De Carlo consente la libera scelta da parte dell’utente dell’abitazione circa l’utilizzo degli ambienti, adattabili di volta in volta alle esigenze mutevoli della famiglia.
A questo studiato movimento di circolazione interno, contribuisce naturalmente anche la scala centrale che collega i due livelli, punto focale da cui apprezzare contemporaneamente tutta la varietà spaziale. La presenza in ciascuna stanza di angoli separati e raccolti, poi, unitamente alle contenute dimensioni dei vani dettate dalle luci del sistema strutturale a telaio in cemento armato, non nega la possibilità di definire angoli intimi e raccolti accanto alla generale fluidità dello spazio.
Parte fondamentale del dialogo costante tra l’interno e l’esterno, è il dispositivo di aperture che consente di realizzare un’immersione totale nella natura, diversificando e moltiplicando i punti di vista strettamente legati al sistema di percorsi interni sopra descritto.
È a partire da quest’idea, senza ulteriori intenti formali, che avviene nella composizione dei fronti, la ricerca di un aspetto domestico e familiare (riconoscibile in altre opere come l’asilo del centro Svizzero di Rimini, analogo per dimensione e scala) conferito anche dalla scelta del mattone faccia a vista come unico elemento materico qualificante il prospetto, ad eccezione degli inserti in cemento armato a vista visibili nelle finestre e nel basamento.
(Matteo Sintini)

Info
  • Progetto: 1961 - 1962
  • Esecuzione: - 1962
  • Committente: Marcello Ceccarelli
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Residenza unifamiliare
  • Destinazione attuale: Residenza unifamiliare
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Giancarlo De Carlo Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=54790 SI
Luigi Magarelli Collaboratore Progetto NO
  • Strutture: telaio in cemento armato
  • Materiale di facciata: mattoni faccia a vista
  • Coperture: a falde, con manto in coppi
  • Serramenti: lignei
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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Quest’idea d’integrazione tra natura e costruito ottenuta attraverso i collegamenti e l’adattamento al sito conformato artificialmente, contribuisce, unitamente alla piantumazione di numerose essenze arboree, a generare “un paesaggio nel paesaggio”, che coinvolge anche la distribuzione interna.
Il volume risulta composto per aggregazione di cellule ben distinguibili esternamente, ciascuna ospitante una stanza, composizione che ricorda, seppur a scala minore, analoghe realizzazioni di De Carlo come ad esempio il complesso per vacanze a Bordighera o gli stessi collegi universitari urbinati.
Al piano terra gli ambienti fluiscono l’uno nell’altro grazie ad ampie aperture, comunque distinti per il diverso posizionamento a quote differenti, collegate da un sistema di gradini e pianerottoli con bassi parapetti in mattoni, analoghi a quelli della scala esterna, che consentono di riconoscere alcune similitudini con le organizzazioni spaziali delle piante delle abitazioni di Adolf Loos. 
Accanto a questo schema distributivo, alcuni ambienti sono poi collegabili da un secondo, passante, che articola maggiormente la circolazione interna e diventa funzionale a un uso di volta in volta modificabile degli spazi, non essendo attribuita ad essi una funzione specifica (eccezion fatta per la cucina). Lontano da ogni idea di funzionalismo, pur in spazi molto connotati e vincolati, De Carlo consente la libera scelta da parte dell’utente dell’abitazione circa l’utilizzo degli ambienti, adattabili di volta in volta alle esigenze mutevoli della famiglia. 
A questo studiato movimento di circolazione interno, contribuisce naturalmente anche la scala centrale che collega i due livelli, punto focale da cui apprezzare contemporaneamente tutta la varietà spaziale. La presenza in ciascuna stanza di angoli separati e raccolti, poi, unitamente alle contenute dimensioni dei vani dettate dalle luci del sistema strutturale a telaio in cemento armato, non nega la possibilità di definire angoli intimi e raccolti accanto alla generale fluidità dello spazio.
Parte fondamentale del dialogo costante tra l’interno e l’esterno, è il dispositivo di aperture che consente di realizzare un’immersione totale nella natura, diversificando e moltiplicando i punti di vista strettamente legati al sistema di percorsi interni sopra descritto. 
È a partire da quest’idea, senza ulteriori intenti formali, che avviene nella composizione dei fronti, la ricerca di un aspetto domestico e familiare (riconoscibile in altre opere come l’asilo del centro Svizzero di Rimini, analogo per dimensione e scala) conferito anche dalla scelta del mattone faccia a vista come unico elemento materico qualificante il prospetto, ad eccezione degli inserti in cemento armato a vista visibili nelle finestre e nel basamento. 
(Matteo Sintini)

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Nasce a Genova da padre di origine siciliana e madre nata in Cile da genitori piemontesi. Passa i primi anni dell'infanzia tra Genova e Livorno; da Genova, nel 1930, si trasferisce con i nonni paterni a Tunisi, dove frequenta la scuola media e il liceo. 
Nel 1937 torna in Italia all’indomani della guerra, partecipando ai movimenti antifascisti. Si iscrive ai corsi di Ingegneria del Politecnico di Milano dove si laurea nel maggio del 1943; il giorno dopo si iscrive ad Architettura, laurea che otterrà nel 1948 all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia.
Cosmopolita per estrazione familiare, nel Dopoguerra si avvicina ai movimenti anarchici legati alla rivista "Volontà" e "Freedom" e ai circoli letterari degli “amici di Bocca di Magra”, in cui viene a contatto con Elio Vittorini, Italo Calvino, Vittorio Sereni, Giovanni Pintori, Giulio Einaudi, Marguerite Duras, Franco Fortini, Albe Steiner, Carlo Bo, figura importantissima per la sua carriera, in quanto in qualità di rettore dell’Università di Urbino gli affida il progetto per i collegi universitari, lavoro che lo impegna per oltre venti’anni.
Nel 1954 fa parte della redazione di "Casabella Continuità", diretta da Ernesto Rogers, alla quale collabora fino al 1956, quando si dimette per dissensi sulla linea della rivista. Nello stesso anno - insieme a Ludovico Quaroni e Carlo Doglio - organizza per la X Triennale di Milano la Mostra dell'Urbanistica. Partecipa al CIAM del 1959 a Otterloo che decreta la fine del movimento è sarà da quel momento in poi, uno dei principali animatori del Team X.
È chiamato da Giuseppe Samonà allo IUAV di Venezia e insegnerà anche all'MIT, al UCLA, e alla Cornell University. Porta in Italia il dibattito urbanistico e sociale americano, grazie alla collana “Struttura e forma urbana” del Saggiatore. Nel 1968 partecipa alla Giunta della XIV Triennale di Milano (Triennale del Grande Numero), ma la mostra viene occupata il giorno dell'inaugurazione. Nel 1976 fonda l'ILAUD, il Laboratorio Internazionale di Architettura e Urbanistica
Tra le sue opere principali: i progetti per il Piano Regolatore di Urbino (1964), per il Piano Intercomunale Milanese (1965) e il Piano Particolareggiato per il centro di Rimini e borgo San Giuliano (1970-1972). Il quartiere Matteotti a Terni (1969-75), i collegi universitari di Urbino 1962-1983, la Facoltà di Legge (1966-68) e di Magistero (1968-1976) dell’Università di Urbino.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 225
  • Particella: 369

Note

Giancarlo De Carlo (Genova 1919 – Milano 2005). Nasce a Genova da padre di origine siciliana e madre nata in Cile da genitori piemontesi. Passa i primi anni dell'infanzia tra Genova e Livorno; da Genova, nel 1930, si trasferisce con i nonni paterni a Tunisi, dove frequenta la scuola media e il liceo. Nel 1937 torna in Italia all’indomani della guerra, partecipando ai movimenti antifascisti. Si iscrive ai corsi di Ingegneria del Politecnico di Milano dove si laurea nel maggio del 1943; il giorno dopo si iscrive ad Architettura, laurea che otterrà nel 1948 all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Cosmopolita per estrazione familiare, nel Dopoguerra si avvicina ai movimenti anarchici legati alla rivista "Volontà" e "Freedom" e ai circoli letterari degli “amici di Bocca di Magra”, in cui viene a contatto con Elio Vittorini, Italo Calvino, Vittorio Sereni, Giovanni Pintori, Giulio Einaudi, Marguerite Duras, Franco Fortini, Albe Steiner, Carlo Bo, figura importantissima per la sua carriera, in quanto in qualità di rettore dell’Università di Urbino gli affida il progetto per i collegi universitari, lavoro che lo impegna per oltre venti’anni. Nel 1954 fa parte della redazione di "Casabella Continuità", diretta da Ernesto Rogers, alla quale collabora fino al 1956, quando si dimette per dissensi sulla linea della rivista. Nello stesso anno - insieme a Ludovico Quaroni e Carlo Doglio - organizza per la X Triennale di Milano la Mostra dell'Urbanistica. Partecipa al CIAM del 1959 a Otterloo che decreta la fine del movimento è sarà da quel momento in poi, uno dei principali animatori del Team X. È chiamato da Giuseppe Samonà allo IUAV di Venezia e insegnerà anche all'MIT, al UCLA, e alla Cornell University. Porta in Italia il dibattito urbanistico e sociale americano, grazie alla collana “Struttura e forma urbana” del Saggiatore. Nel 1968 partecipa alla Giunta della XIV Triennale di Milano (Triennale del Grande Numero), ma la mostra viene occupata il giorno dell'inaugurazione. Nel 1976 fonda l'ILAUD, il Laboratorio Internazionale di Architettura e Urbanistica Tra le sue opere principali: i progetti per il Piano Regolatore di Urbino (1964), per il Piano Intercomunale Milanese (1965) e il Piano Particolareggiato per il centro di Rimini e borgo San Giuliano (1970-1972). Il quartiere Matteotti a Terni (1969-75), i collegi universitari di Urbino 1962-1983, la Facoltà di Legge (1966-68) e di Magistero (1968-1976) dell’Università di Urbino.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Bernabei Giancarlo, Gresleri Giuliano, Zagnoni Stefano 1984 Bologna Moderna Pàtron Bologna 215 Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Inglese Raffaella 2010 L’archivio progetti di Venezia Disegnarecon (giugno, rivista digitale) 145-146 Si
Ceccarelli Francesco 2019 A House in the Form of a City. Casa Ceccarelli in Bologna (1962-63) Histories of Postwar Architecture n. 5 (rivista digitale) 49–63 Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Giancarlo De Carlo Giancarlo De Carlo Archivio Progetti, IUAV, Venezia

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista dell'edificio Vista dell'edificio
Prospetti Prospetti

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Dizionario biografico degli Italiani - Giancarlo De Carlo Visualizza
Enciclopedia Treccani - Giancarlo De Carlo Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Giancarlo De Carlo Visualizza
MAXXI Patrimonio - Giancarlo De Carlo Visualizza
Archivio progetti Iuav - Giancarlo De Carlo Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 25/03/2024

Revisori:

Stefano Setti

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