Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

EDIFICIO PER BANCA, UFFICI E RESIDENZA

Scheda Opera

  • Veduta da via Sessi
  • Portico della banca, via Sessi
  • Volume ad uso uffici e residenza
  • Comune: Reggio nell'Emilia
  • Denominazione: EDIFICIO PER BANCA, UFFICI E RESIDENZA
  • Indirizzo: Via Sessi N. 4
  • Data: 1957 - 1963
  • Tipologia: Edifici polifunzionali
  • Autori principali: Carlo Lucci
Descrizione

“Nella sua memoria sul progetto di massima per la commissione edilizia (1958) Lucci documenta il metodo di studio e i criteri che sottendono alla progettazione di tutte le opere. Esemplare approccio d’intervento nei centri storici, realizza un’interpretazione attuale e originale della 'buona architettura quasi casuale' attraverso il linguaggio e i materiali moderni.
Le diverse masse e altezze dei volumi, l'alternarsi di logge e balconi, delle diverse texture delle superfici, l’andamento della copertura, le soluzioni architettoniche del portico realizzano un complesso inusitato volto a 'risolvere molti problemi di natura urbanistica, a dare all’edificio un respiro che i tradizionali allineamenti stradali non potevano conferire, ed infine a non sconnettere un ambiente ben definito e caratterizzato' dall’edilizia minore e dalla mole della chiesa adiacente.
È un edificio planimetricamente frastagliato, perché da percorrere, all’esterno come al suo interno: i corridoi di piano sono trattati come percorsi urbani con un uso dei materiali e dei dettagli dal potente effetto decorativo. Il modulo strutturale quadrato evidente nel salone della banca, costituisce solo una griglia in cui gli ambienti seguono necessità altre. Un profondo ingresso distribuisce i collegamenti verticali dove la scala, sempre illuminata da luce naturale, si ribalta, dove la pianta dell’edificio si sviluppa a T, rispetto agli ascensori per restare baricentrica. Da imposizioni esterne trasformate in occasioni, nascono soluzioni originali quale l’esile struttura metallica del portico, protetta da gambali in graniglia, e il basso corpo avanzato degli uffici. Lo sfalsamento delle aperture e le loro differenze dimensionali e tipologiche, retaggio dell’esperienza con Vender e Asnago, e diversi episodi materici – rivestimento esterno in clinker del corpo alto su via Sessi, mentre, sul retro, mattone e cemento, rinnovati da dettagli minuti, differenziano blocchi di piani – arricchiscono le superfici e ne interrompono l’uniformità”.

(Zamboni, Gandolfi 2011)

Info
  • Progetto: 1957 - 1958
  • Esecuzione: 1960 - 1963
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Edificio per banca, uffici e residenza
  • Destinazione attuale: Edificio per banca, uffici e residenza
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Carlo Lucci Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://panizzi.comune.re.it/Sezione.jsp?titolo=Archivio+di+Carlo+Lucci&idSezione=1024 SI
  • Strutture: telaio in cemento armato
  • Materiale di facciata: formelle ceramiche, pannelli c.a., mattone faccia vista
  • Coperture: a falde, elementi in cotto
  • Serramenti: alluminio
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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Le diverse masse e altezze dei volumi, l'alternarsi di logge e balconi, delle diverse texture delle superfici, l’andamento della copertura, le soluzioni architettoniche del portico realizzano un complesso inusitato volto a 'risolvere molti problemi di natura urbanistica, a dare all’edificio un respiro che i tradizionali allineamenti stradali non potevano conferire, ed infine a non sconnettere un ambiente ben definito e caratterizzato' dall’edilizia minore e dalla mole della chiesa adiacente.
È un edificio planimetricamente frastagliato, perché da percorrere, all’esterno come al suo interno: i corridoi di piano sono trattati come percorsi urbani con un uso dei materiali e dei dettagli dal potente effetto decorativo. Il modulo strutturale quadrato evidente nel salone della banca, costituisce solo una griglia in cui gli ambienti seguono necessità altre. Un profondo ingresso distribuisce i collegamenti verticali dove la scala, sempre illuminata da luce naturale, si ribalta, dove la pianta dell’edificio si sviluppa a T, rispetto agli ascensori per restare baricentrica. Da imposizioni esterne trasformate in occasioni, nascono soluzioni originali quale l’esile struttura metallica del portico, protetta da gambali in graniglia, e il basso corpo avanzato degli uffici. Lo sfalsamento delle aperture e le loro differenze dimensionali e tipologiche, retaggio dell’esperienza con Vender e Asnago, e diversi episodi materici – rivestimento esterno in clinker del corpo alto su via Sessi, mentre, sul retro, mattone e cemento, rinnovati da dettagli minuti, differenziano blocchi di piani – arricchiscono le superfici e ne interrompono l’uniformità”. 

(Zamboni, Gandolfi 2011)

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Carlo Lucci (Firenze, 1911 – Moggio Udinese, 2000)
Nasce a Firenze, dove nel 1935 si laurea alla Scuola superiore di Architettura. Nello stesso anno ottiene a Roma l’abilitazione professionale. Chiamato a combattere in Africa, dopo la fine della guerra di Etiopia è per parecchi mesi ingegnere capo del Municipio di Dessié. Nel 1937 si stabilisce a Roma dove collabora soprattutto con Concezio Petrucci e Adalberto Libera. Nel contempo ha l’incarico a Firenze di addetto alle esercitazioni alla cattedra di Caratteri degli edifici di Raffaello Fagnoni, con cui collabora anche professionalmente. Dopo alcuni mesi in cui ricuce vecchi rapporti professionali, tra gli altri con Vietti e Luccichenti, nel 1946 accetta di stabilirsi definitivamente a Reggio Emilia per occuparsi di prefabbricazione. Proprio in questo periodo entra in contatto, attraverso l’esperienza al QT8, con Piero Bottoni, Paolo Antonio Chessa e Vico Magistretti, lavora per Asnago e Vender, e Rogers pubblica su “Domus” il suo lavoro sulla prefabbricazione.
Dopo aver partecipato al concorso nazionale di selezione, è incaricato di molti interventi in tutta Italia per entrambi i settenni del piano INA-Casa e per la gestione Gescal. Dal 1948 al 1955 ha la cattedra di Costruzioni all’Istituto tecnico per geometri di Reggio Emilia; dal 1954 riprende i contatti con l’Università di Firenze e diventa assistente di Italo Gamberini. Ottiene la libera docenza nel 1963 e la cattedra di Elementi di Architettura e Rilievo dei monumenti dal 1965.
Dal 1974 diviene Direttore dell’Istituto di composizione architettonica e nel 1976 vince il concorso alla cattedra di Composizione architettonica, di cui dopo il 1981 diventa docente fuori ruolo. Nel 1986 lascia la cattedra per raggiunti limiti d’età, ma conserva stretti rapporti con molti colleghi, tra cui Roberto Maestro. La carriera universitaria e l’intensa attività di promozione culturale gli offrono occasione di confronto diretto con Savioli, Ricci, Detti, Quaroni. Dal 1964 diviene membro dell’INU, alle cui attività partecipa attivamente, ma da cui si dimette polemicamente nel 1993. 
È tra i fondatori dell’Ordine degli architetti di Reggio, di cui diviene il primo presidente nel 1982. Svolge un’intensa attività progettuale in tutta Italia e a Reggio; qui collabora con alcuni professionisti locali come Getulio Artoni, Amedeo Magnani, Riccardo Barbieri e Giacomo Torelli. Accompagna la sua carriera universitaria con una ricca produzione pubblicistica e studi che prendono spunto dall’intensa ricerca sui contenuti e le forme dell’architettura che Lucci sempre persegue come docente e come professionista. Numerosi gli articoli sulla sua attività e i suoi progetti pubblicati. In campo professionale spazia dalla progettazione e realizzazione a tutto campo di architetture (abitazioni, scuole, edifici industriali e per lo spettacolo, arredamento e arredi sacri), all’elaborazione di piani urbanistici, alla partecipazione a importanti concorsi di architettura, fino alla prefabbricazione. Lascia una sorta di testamento spirituale nel discorso per l’inaugurazione della nuova chiesa di San Silvestro a Cella di Reggio Emilia, la sua ultima opera iniziata nel 1998, e inaugurata il 9 settembre 2000, il giorno dopo la sua scomparsa avvenuta a Moggio Udinese, dove è sepolto.


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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 125
  • Particella: 157

Note

Internamente ad alcune singole abitazioni sono state apportate nei decenni diverse trasformazioni a livello distributivo e di finiture. Carlo Lucci (Firenze, 1911 – Moggio Udinese, 2000) Nasce a Firenze, dove nel 1935 si laurea alla Scuola superiore di Architettura. Nello stesso anno ottiene a Roma l’abilitazione professionale. Chiamato a combattere in Africa, dopo la fine della guerra di Etiopia è per parecchi mesi ingegnere capo del Municipio di Dessié. Nel 1937 si stabilisce a Roma dove collabora soprattutto con Concezio Petrucci e Adalberto Libera. Nel contempo ha l’incarico a Firenze di addetto alle esercitazioni alla cattedra di Caratteri degli edifici di Raffaello Fagnoni, con cui collabora anche professionalmente. Dopo alcuni mesi in cui ricuce vecchi rapporti professionali, tra gli altri con Vietti e Luccichenti, nel 1946 accetta di stabilirsi definitivamente a Reggio Emilia per occuparsi di prefabbricazione. Proprio in questo periodo entra in contatto, attraverso l’esperienza al QT8, con Piero Bottoni, Paolo Antonio Chessa e Vico Magistretti, lavora per Asnago e Vender, e Rogers pubblica su “Domus” il suo lavoro sulla prefabbricazione. Dopo aver partecipato al concorso nazionale di selezione, è incaricato di molti interventi in tutta Italia per entrambi i settenni del piano INA-Casa e per la gestione Gescal. Dal 1948 al 1955 ha la cattedra di Costruzioni all’Istituto tecnico per geometri di Reggio Emilia; dal 1954 riprende i contatti con l’Università di Firenze e diventa assistente di Italo Gamberini. Ottiene la libera docenza nel 1963 e la cattedra di Elementi di Architettura e Rilievo dei monumenti dal 1965. Dal 1974 diviene Direttore dell’Istituto di composizione architettonica e nel 1976 vince il concorso alla cattedra di Composizione architettonica, di cui dopo il 1981 diventa docente fuori ruolo. Nel 1986 lascia la cattedra per raggiunti limiti d’età, ma conserva stretti rapporti con molti colleghi, tra cui Roberto Maestro. La carriera universitaria e l’intensa attività di promozione culturale gli offrono occasione di confronto diretto con Savioli, Ricci, Detti, Quaroni. Dal 1964 diviene membro dell’INU, alle cui attività partecipa attivamente, ma da cui si dimette polemicamente nel 1993. È tra i fondatori dell’Ordine degli architetti di Reggio, di cui diviene il primo presidente nel 1982. Svolge un’intensa attività progettuale in tutta Italia e a Reggio; qui collabora con alcuni professionisti locali come Getulio Artoni, Amedeo Magnani, Riccardo Barbieri e Giacomo Torelli. Accompagna la sua carriera universitaria con una ricca produzione pubblicistica e studi che prendono spunto dall’intensa ricerca sui contenuti e le forme dell’architettura che Lucci sempre persegue come docente e come professionista. Numerosi gli articoli sulla sua attività e i suoi progetti pubblicati. In campo professionale spazia dalla progettazione e realizzazione a tutto campo di architetture (abitazioni, scuole, edifici industriali e per lo spettacolo, arredamento e arredi sacri), all’elaborazione di piani urbanistici, alla partecipazione a importanti concorsi di architettura, fino alla prefabbricazione. Lascia una sorta di testamento spirituale nel discorso per l’inaugurazione della nuova chiesa di San Silvestro a Cella di Reggio Emilia, la sua ultima opera iniziata nel 1998, e inaugurata il 9 settembre 2000, il giorno dopo la sua scomparsa avvenuta a Moggio Udinese, dove è sepolto.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Viviani 1963 Edifici di Carlo Lucci in Emilia L’Architettura. Cronache e Storia n. 88 662-673 Si
Zanichelli Sergio 1991 Itinerari reggiani di architettura moderna. A guide to modern architecture in Reggio Emilia and province Alinea Firenze 140 Si
Daolio Stefano, Lucci Carlo 1997 Vivere d’architettura 1938-1997 Biblioteca dell'Immagine Pordenone Si
Lucci Carlo 1998 Notizie sull’attività didattica scientifica e culturale ed elenco delle pubblicazioni curriculum di Carlo Lucci, stampato in proprio a Firenze nel 1967, con quattro aggiornamenti, fino al 1998. Firenze Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Zamboni Andrea, Gandolfi Chiara 2011 L’architettura del Novecento a Reggio Emilia Bruno Mondadori Milano 236-37 Si
Zamboni Andrea, Gasparini Laura (a cura di), in collaborazione con Lucci Franco 2012 Carlo Lucci architetto. Un archivio tra professione e ricerca Biblioteca Panizzi Edizioni Reggio Emilia Si
Zamboni Andrea 2014 Per una seconda vita del moderno Domus n. 976 16-19 No

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Carlo Lucci Carlo Lucci Archivio privato / Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia
Archivio Generale del Comune di Reggio Emilia - Comune di Reggio Emilia

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Veduta da via Sessi Veduta da via Sessi R. Vlahov. Courtesy IBC
Portico della banca, via Sessi Portico della banca, via Sessi R. Vlahov. Courtesy IBC
Volume ad uso uffici e residenza Volume ad uso uffici e residenza R. Vlahov. Courtesy IBC

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento:
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico:


Scheda redatta da Zamboni, Gandolfi 2011
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 02/09/2022

Revisori:

Stefano Setti