CENTRALE DEI TELEFONI DI STATO
Scheda Opera
- Comune: Bologna
- Località: San Vitale
- Denominazione: CENTRALE DEI TELEFONI DI STATO
- Indirizzo: Via Capo di Lucca N. 34
- Data: - 1974
- Tipologia: Edifici per uffici
- Autori principali: Enzo Zacchiroli
Descrizione
L’area su cui sorge l’edificio si colloca lungo via Capo di Lucca, asse che nel periodo cinque-seicentesco distribuiva l’allora area industriale di Bologna. La Centrale dei telefoni di Stato si trova dunque a dover istituire un imprescindibile confronto con la città storica ed in particolare con il complesso di abitazioni popolari destinate ai mugnai progettate dal Vignola.
Il volume deve configurarsi come uno spazio vuoto, un grande contenitore per ospitare le apparecchiature tecnologiche necessarie al funzionamento delle reti telefoniche. È sul tema dell’involucro pertanto che Zacchiroli sceglie di concentrarsi, superando le limitazioni imposte dalla destinazione d’uso. Il percorso di sicurezza che corre intorno all’edificio diventa, grazie al trattamento in cor-ten, il motivo architettonico che interessa la facciata.
La rete geometrica e ordinata di montanti e traversi che si svolge a partire dalla scala elicoidale sul lato sinistro della facciata, punto di ancoraggio alla struttura di calcestruzzo armato, crea uno spazio laddove serve solamente a proteggere un percorso.
L’edificio si compone di tre volumi: il primo prismatico, ospita l’accesso alla struttura che trova proseguimento nel vano scala. Incastrato tra le due metà del parallelepipedo stretto e alto, esso si avvolge in una spirale elicoidale che conduce ai vari piani del secondo volume, adiacente al primo. Quest’ultimo presenta una forma parimenti prismatica, caratterizzata da uno sviluppo longitudinale piuttosto che altimetrico. Un ultimo volume è collocato sul lato opposto rispetto al primo, fungendo da sostegno al secondo corpo scale che si sviluppa all’esterno della scatola muraria. Quest’ultimo si limita all’altezza della “gabbia” centrale, lasciando proseguire in altezza il corpo in calcestruzzo. La facciata totalmente scandita dalla gabbia metallica in cor-ten prosegue anche sul vano scale esterno, lasciando intravedere il calcestruzzo armato dei setti portanti solo nei lati.
Cromatismi differenti vengono utilizzati per sottolineare funzioni diverse della struttura: l’acciaio marrone che veste la facciata, viene messo in contrasto con il rivestimento metallico della copertura e della spirale delle scale, entrambe verniciate di giallo.
(Matteo Sintini, Margherita Merendino)
Info
- Progetto: -
- Esecuzione: 1968 - 1974
- Committente: Telecomunicazioni azienda di Stato
- Proprietà: Proprietà pubblica
- Destinazione originaria: centrale dei Telefoni di Stato
- Destinazione attuale: sede del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Bologna
Autori
Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
---|---|---|---|---|---|---|
Enzo | Zacchiroli | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | http://www.zacchiroli-architetti.it/chi-siamo/ | SI |
- Strutture: calcestruzzo armato, acciaio cor-ten
- Materiale di facciata: acciaio cor-ten
- Coperture: copertura piana in latero-cemento
- Stato Strutture: Buono
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Buono
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: 189
- Particella: 41
Note
Nell’estate del 2003, a seguito di una variazione di destinazione d’uso, l’edificio diviene la sede del Dipartimento di economia Aziendale dell'Università di Bologna. Enzo Zacchiroli (Bologna 1919-2010) Nel 1951 si laurea in architettura all’Università degli Studi di Firenze e dal 1951 al 1956, svolge l’attività didattica come assistente di Composizione Architettonica nella stessa facoltà. Dal 1956 al 1958 svolge la propria attività nell’ufficio del piano regolatore della città di Bologna. A partire dal 1958 apre uno studio professionale a Bologna e inizia l’attività di libero professionista. Fondamentali si rivelano per lui e per la formazione del suo fare architettura: il lungo apprendistato negli studi professionali bolognesi, che diviene il sostrato della sua preparazione professionale, gli studi universitari e, infine, la «scoperta» di quelli che divengono i suoi maestri: Hans Scharoun, Alvar Aalto e Ernst Gisel. Questi progettisti influenzano notevolmente il suo pensiero e, di conseguenza, anche la sua produzione architettonica. Negli anni 1961, 1964, 1969 riceve i premi regionali IN/ARCH per opere realizzate. Nel 1982 all’Architetto viene assegnato il “Premio Bacchelli” di Italia Nostra per la “qualità delle realizzazioni architettoniche moderne nell’ambiente urbano”. Negli anni 1989 e 1990 è allestita la mostra personale dal titolo “Enzo Zacchiroli Architetto – Progetti e opere” all’Istituto Nazionale di Architettura di Roma, al Palazzo D’Accursio di Bologna e, nel 1992, a Firenze presso la sede dell’Accademia delle Arti e del Disegno.
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
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Pedio Renato | 1981 | Quando un architetto privilegia anzitutto il colloquio: un arco di opere di Enzo Zacchiroli | L’architettura: cronache e storia n. 305 | Roma | 134-140 | Si |
Bernabei Giancarlo, Gresleri Giuliano, Zagnoni Stefano | 1984 | Bologna moderna. 1860-1980 | Pàtron | Bologna | 238 | Si |
Muratore Giorgio, Capuano Alessandra, Garofalo Francesco, Pellegrini Ettore | 1988 | Italia: gli ultimi trent’anni | Zanichelli | Bologna | 255 | Si |
Brunetti Fabrizio, Milani Paolo | 1989 | Enzo Zacchiroli | Alinea | Bologna | Si | |
Signorini Sergio | 2000 | Enzo Zacchiroli: forma e spazio | Electa | Milano | 34 | No |
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) | 2005 | Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento | Clueb | Bologna | No | |
Bacchi Andrea, Forlai Marta (a cura di) | 2019 | Università di Bologna. I luoghi del sapere | Bononia University Press | Bologna | 254 | Si |
Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale. | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia RomagnaTitolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli
Scheda redatta da Matteo Sintini, Margherita Merendino
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 27/02/2025
Revisori:
Stefano Setti