Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

UNITÀ RESIDENZIALE GALLEANA

Scheda Opera

  • Vista del complesso
  • Vista dell'edificio a schiera con abitazioni e negozi
  • Vista del complesso
  • Vista del complesso
  • Dettaglio di uno dei fronti
  • Vista del complesso
  • Vista del complesso
  • Comune: Piacenza
  • Denominazione: UNITÀ RESIDENZIALE GALLEANA
  • Indirizzo: Via Giovanni Raineri; Via G. Nasalli Rocca; Via Gian Maria Damiani
  • Data: - 1953
  • Tipologia: Complessi residenziali
  • Autori principali: Giuseppe Vaccaro
Descrizione

Il complesso s’inserisce all’interno della maglia ortogonale di un’area di espansione a sud della città prevista dal piano regolatore.
Il progetto dell’insediamento, è regolato da un principio di unitarietà riconoscibile su scala urbanistica ed edilizia. Circa il primo aspetto, esso sembra fondarsi sull’opposto della regolarità dell’assetto urbano della zona: i corpi edilizi sono curvilinei e disposti secondo un movimento centrifugo e fluido intorno a uno spazio verde centrale. È così annullata ogni vista monodirezionale e rettilinea, in favore di una varietà prospettiche di tipo organico e dinamico. I fronti degli edifici non si possono cogliere interamente al primo sguardo, ma si scoprono percorrendo i percorsi pedonali interni al complesso.
Il progetto è suddiviso in quattro lotti affidati a progettisti differenti (tra gli altri la Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia, Vaccari Giglioli, Legnani e Vignali): scelta ben evidente in alcune parti.
L’edificato prevede la realizzazione di un programma di alloggi per 1600 abitanti, distribuiti in edifici a tre piani con appartamenti di cinque vani, in duplex a schiera con orto di sei-sette vani e di case a tre piani di tre-cinque vani ad alloggio.
I corpi curvilinei affacciati sul grande spazio verde, sono caratterizzati da un fronte ben delimitato dall’orditura strutturale delle travi e dei pilastri, suddiviso in campate in corrispondenza delle quali, in alcuni casi, avvengono delle flessioni nella continuità del piano di facciata, che definiscono il profilo segmentato delle piante. Ancora, alla rottura della scatola volumetrica, contribuiscono i balconi e i corpi dei vani scala. Le residenze sono in gran parte sollevate su un piano rialzato e realizzate secondo una varietà di accostamenti di semplici materiali di finitura: dall’intonaco al mattone faccia a vista, dal cemento a vista, al rivestimento in pietra dei basamenti. Nonostante la varietà, il principio di unitarietà ricercato è sostanzialmente raggiunto. L’unità viene “rotta” solamente dal corpo a torre a pianta stellare che insiste sul parco: questo corpo, per la sua altezza tipologicamente differente dagli altri, presenta un rivestimento in mattoni grezzi che connota in maniera vigorosa l’edificio che presenta profili scanditi segnati da fasce marcapiano, dall’infilata delle apertura e dal terrazzo all’ultimo livello, affiancato al profilo a falde del tetto.
I volumi lungo le vie perimetrali, Caneva e Damiani, seguono una disposizione a corte mentre la restante parte dell’area è occupata al centro da un ampio spazio verde in cui si trova l’asilo nido (progettato dallo stesso Vaccaro), il centro sportivo e il blocco destinato a negozi e servizi, ispirato alle realizzazioni dello stesso architetto per il “treno” del quartiere Barca di Bologna (1957-1962). Questa stecca centrale è caratterizzata da una sequenza di alloggi disposti su due livelli con negozi al piano terra coperti dall’aggetto dei balconi del primo piano la cui soletta, risvolta verso il basso a creare una veletta come motivo formale, si ritrova anche in alcuni balconi delle residenze. Si riconosce qui una volontà espressiva conferita dal virtuosismo strutturale, visibile nell’aggetto del balcone di 2 metri, nei profili a “fiocco” del parapetto della balconata stessa e nel riferimento alle curve isostatiche che ispira il motivo decorativo a mosaico sul fianco dell’edificio.

(Matteo Sintini)

Info
  • Progetto: -
  • Esecuzione: 1952 - 1953
  • Proprietà: Proprietà pubblico-privata
  • Destinazione originaria: complesso residenziale di edilizia economica e popolare
  • Destinazione attuale: complesso residenziale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Giuseppe Vaccaro Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=256940&force=1 SI
  • Strutture: telaio in cemento armato
  • Materiale di facciata: intonaco, mattone faccia a vista, cemento a vista
  • Coperture: a falde e piane in cemento
  • Serramenti: lignei
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Buono
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Il progetto è suddiviso in quattro lotti affidati a progettisti differenti (tra gli altri la Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia, Vaccari Giglioli, Legnani e Vignali): scelta ben evidente in alcune parti.
L’edificato prevede la realizzazione di un programma di alloggi per 1600 abitanti, distribuiti in edifici a tre piani con appartamenti di cinque vani, in duplex a schiera con orto di sei-sette vani e di case a tre piani di tre-cinque vani ad alloggio.
I corpi curvilinei affacciati sul grande spazio verde, sono caratterizzati da un fronte ben delimitato dall’orditura strutturale delle travi e dei pilastri, suddiviso in campate in corrispondenza delle quali, in alcuni casi, avvengono delle flessioni nella continuità del piano di facciata, che definiscono il profilo segmentato delle piante. Ancora, alla rottura della scatola volumetrica, contribuiscono i balconi e i corpi dei vani scala. Le residenze sono in gran parte sollevate su un piano rialzato e realizzate secondo una varietà di accostamenti di semplici materiali di finitura: dall’intonaco al mattone faccia a vista, dal cemento a vista, al rivestimento in pietra dei basamenti. Nonostante la varietà, il principio di unitarietà ricercato è sostanzialmente raggiunto. L’unità viene “rotta” solamente dal corpo a torre a pianta stellare che insiste sul parco: questo corpo, per la sua altezza tipologicamente differente dagli altri, presenta un rivestimento in mattoni grezzi che connota in maniera vigorosa l’edificio che presenta profili scanditi segnati da fasce marcapiano, dall’infilata delle apertura e dal terrazzo all’ultimo livello, affiancato al profilo a falde del tetto.
I volumi lungo le vie perimetrali, Caneva e Damiani, seguono una disposizione a corte mentre la restante parte dell’area è occupata al centro da un ampio spazio verde in cui si trova l’asilo nido (progettato dallo stesso Vaccaro), il centro sportivo e il blocco destinato a negozi e servizi, ispirato alle realizzazioni dello stesso architetto per il “treno” del quartiere Barca di Bologna (1957-1962). Questa stecca centrale è caratterizzata da una sequenza di alloggi disposti su due livelli con negozi al piano terra coperti dall’aggetto dei balconi del primo piano la cui soletta, risvolta verso il basso a creare una veletta come motivo formale, si ritrova anche in alcuni balconi delle residenze. Si riconosce qui una volontà espressiva conferita dal virtuosismo strutturale, visibile nell’aggetto del balcone di 2 metri, nei profili a “fiocco” del parapetto della balconata stessa e nel riferimento alle curve isostatiche che ispira il motivo decorativo a mosaico sul fianco dell’edificio.

(Matteo Sintini)

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Nasce a Bologna città presso cui, nel 1920, si laurea in Ingegneria civile e dove si forma sotto la guida di Attilio Muggia di cui nel 1921 sarà assistente. Nel 1922 si trasferisce a Roma dove lavora presso lo studio di Marcello Piacentini e viene a contatto con Enrico Del Debbio. Nel 1934 ottiene la libera docenza in Architettura Tecnica. 
Fino alla fine della guerra, le sue architetture sono caratterizzate dall’impiego di un linguaggio razionalista, da una parte attento alle ricerche funzionaliste, dall’altro adatto alla cifra monumentale richiesta dal regime. Numerosi sono in questi anni gli incarichi pubblici, che gli permettono di emergere nel panorama nazionale. Tra questi il Palazzo delle Poste di Napoli (1929) e i progetti per i concorsi per il palazzo della Società delle Nazioni a Ginevra (1927 con Broggi e Franzi), e del palazzo delle Corporazioni a Roma (1927, con Piacentini).
A Bologna e in Emilia realizza: i progetti per la cooperativa mutilati e invalidi di guerra e la sede dell’Associazione mutilati, oltre agli interventi nel campo della residenza tra cui si citano in particolare i complessi in via Tanari, in via Vascelli e in piazza di Porta Sant’Isaia. Le opere principali del periodo, e di tutta la sua produzione, rimangono: la sede della facoltà di Ingegneria di Bologna (1935) e la Colonia Agip a Cesenatico (1937),  tra gli esempi migliori dell’interpretazione “autonoma” del linguaggio razionale, in cui si riconoscono una predilezione per la chiarezza volumetrica e distributiva e un sapiente impiego dei materiali. 
Fra il 1944 e il 1950 opera nuovamente a Bologna, prima nello studio di Bruno Parolini e poi in uno studio proprio; nel 1951 si trasferisce definitivamente a Roma. 
In questo secondo periodo della sua produzione architettonica, Vaccaro abbandona  le forme solenni dei suoi progetti degli anni Trenta per dedicarsi ai temi della ricostruzione post-bellica. Si dedica in particolare allo studio dell’architettura funzionale e al problema della "Casa esatta", titolo del volume che raccoglie il lavoro sulla residenza condotto con G.Ponti e A.Libera, autore che collaborerà a lungo con Vaccaro. Partecipa, in questo contesto alla redazione, in Emilia-Romagna, di diversi piani urbanistici per i comuni del ravennate e del ferrarese e alla realizzazione dei quartieri Ina a Piacenza e a Bologna, dove coordina il progetto per il quartiere Barca e Borgo Panigale. Importanti sono i lavori nell’ambito dell’architettura religiosa, tra cui spicca la Chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria (Bologna 1965) in collaborazione con A.Libera, S.Musmeci, P.L. Nervi. La chiesa di San Giovanni Bosco, sempre a Bologna (1968), è uno dei suoi ultimi interventi. È stato membro dell’INU, dell’Accademia Clementina, dell’Accademia fiorentina delle arti e del disegno e dell’Accademia di Parma. 

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  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Giuseppe Vaccaro (Bologna 1896 – Roma 1970) Nasce a Bologna città presso cui, nel 1920, si laurea in Ingegneria civile e dove si forma sotto la guida di Attilio Muggia di cui nel 1921 sarà assistente. Nel 1922 si trasferisce a Roma dove lavora presso lo studio di Marcello Piacentini e viene a contatto con Enrico Del Debbio. Nel 1934 ottiene la libera docenza in Architettura Tecnica. Fino alla fine della guerra, le sue architetture sono caratterizzate dall’impiego di un linguaggio razionalista, da una parte attento alle ricerche funzionaliste, dall’altro adatto alla cifra monumentale richiesta dal regime. Numerosi sono in questi anni gli incarichi pubblici, che gli permettono di emergere nel panorama nazionale. Tra questi il Palazzo delle Poste di Napoli (1929) e i progetti per i concorsi per il palazzo della Società delle Nazioni a Ginevra (1927 con Broggi e Franzi), e del palazzo delle Corporazioni a Roma (1927, con Piacentini). A Bologna e in Emilia realizza: i progetti per la cooperativa mutilati e invalidi di guerra e la sede dell’Associazione mutilati, oltre agli interventi nel campo della residenza tra cui si citano in particolare i complessi in via Tanari, in via Vascelli e in piazza di Porta Sant’Isaia. Le opere principali del periodo, e di tutta la sua produzione, rimangono: la sede della facoltà di Ingegneria di Bologna (1935) e la Colonia Agip a Cesenatico (1937), tra gli esempi migliori dell’interpretazione “autonoma” del linguaggio razionale, in cui si riconoscono una predilezione per la chiarezza volumetrica e distributiva e un sapiente impiego dei materiali. Fra il 1944 e il 1950 opera nuovamente a Bologna, prima nello studio di Bruno Parolini e poi in uno studio proprio; nel 1951 si trasferisce definitivamente a Roma. In questo secondo periodo della sua produzione architettonica, Vaccaro abbandona le forme solenni dei suoi progetti degli anni Trenta per dedicarsi ai temi della ricostruzione post-bellica. Si dedica in particolare allo studio dell’architettura funzionale e al problema della "Casa esatta", titolo del volume che raccoglie il lavoro sulla residenza condotto con G.Ponti e A.Libera, autore che collaborerà a lungo con Vaccaro. Partecipa, in questo contesto alla redazione, in Emilia-Romagna, di diversi piani urbanistici per i comuni del ravennate e del ferrarese e alla realizzazione dei quartieri Ina a Piacenza e a Bologna, dove coordina il progetto per il quartiere Barca e Borgo Panigale. Importanti sono i lavori nell’ambito dell’architettura religiosa, tra cui spicca la Chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria (Bologna 1965) in collaborazione con A.Libera, S.Musmeci, P.L. Nervi. La chiesa di San Giovanni Bosco, sempre a Bologna (1968), è uno dei suoi ultimi interventi. È stato membro dell’INU, dell’Accademia Clementina, dell’Accademia fiorentina delle arti e del disegno e dell’Accademia di Parma.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Abbagnano Lilia 1956 Unità di abitazione a Piacenza L'architettura cronache e storia n. 12 400-407 Si
1957 Quartiere Ina Casa a Piacenza. Unità Galleana Architettura e cantiere n. 12 60-64 Si
Carpenzano Orazio 1996 Opere dal 1942 al '70 Edilizia Popolare n. 243 56-77 Si
Bolognesi Cecilia 2000 Il modernismo mascherato / Modernism by Stealth Domus n. 831 72-79 No
Palmieri Valerio 2002 Progetti e costruzioni per la residenza, in Mulazzani Marco (a cura di), Giuseppe Vaccaro Electa Milano 51-65; 190-197 Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Achille Fabrizio, Fanzini Daniele, Poli Valeria, Raschiani Cesarina 2009 100 anni di case popolari a Piacenza Maggioli Rimini Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista del complesso Vista del complesso R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista dell'edificio a schiera con abitazioni e negozi Vista dell'edificio a schiera con abitazioni e negozi R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del complesso Vista del complesso R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del complesso Vista del complesso R. Vlahov. Courtesy IBC
Dettaglio di uno dei fronti Dettaglio di uno dei fronti R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del complesso Vista del complesso R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del complesso Vista del complesso R. Vlahov. Courtesy IBC

Criteri
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Dizionario biografico degli Italiani - Giuseppe Vaccaro Visualizza
Enciclopedia Treccani - Giuseppe Vaccaro Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/05/2024

Revisori:

Stefano Setti