Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

VILLA GINESTRI

Scheda Opera

  • Vista del fronte principale
  • Vista dell'ingresso
  • Vista del fronte principale
  • Vista del retro
  • Vista esterna
  • Vista esterna
  • Vista esterna
  • Planimetria
  • Comune: Rocca San Casciano
  • Denominazione: VILLA GINESTRI
  • Indirizzo: Viale Roma
  • Data: 1969 - 1971
  • Tipologia: Abitazioni unifamiliari
  • Autori principali: Franco Albini, Franca Helg
Descrizione

La villa è situata in un’area posta alle spalle del centro abitato, su un terreno caratterizzato dall’accentuata pendenza e dalla presenza di una fitta piantumazione verso nord e da una sostanziale libertà di visuale e un minore dislivello verso sud.
La casa si adatta a questa conformazione inserendosi senza necessità di eccessivi sbancamenti e con un andamento principalmente orizzontale, tipico dell’edilizia locale rurale e di una certa maniera consolidata dall’autore che imposta la pianta, come in altri esempi, su un vano occupato da una grande scala elicoidale su cui s’innestano i vari ambienti tutti ortogonali ma con giaciture sfalsate.
La differenza di quota è occupata al piano verso nord dal garage, mentre il piano superiore si trova allo stesso livello del piano di campagna sul lato opposto. Qui si sviluppa l’abitazione principale, pensata per ospitare una famiglia numerosa mentre all’ultimo piano si trova un appartamento indipendente con un ampio studio.
I muri esterni sono trattati con mattoni sabbiati a mano e lasciati a vista, mentre la fascia marcapiano e quella di gronda sono in calcestruzzo a vista; il tetto a padiglioni aggentanti è ricoperto da normali tegole e canali di cotto.
Le sistemazioni esterne sono progettate per integrare il costruito con le caratteristiche del terreno disegnando percorsi che si avvalgono di gradini, terrazze e una scala elicoidale in cemento armato che ripropone il motivo curvilineo all’esterno, così come fa la scala di servizio internamente chiusa in un volume cilindrico parzialmente visibile all’esterno, unico elemento che rompe l’ortogonalità volumetrica del complesso.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

Info
  • Progetto: 1969 - 1969
  • Esecuzione: 1970 - 1971
  • Tipologia Specifica: villa
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: villa
  • Destinazione attuale: villa
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Franco Albini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=19452 SI
ing. Collina Progetto strutturale Progetto NO
Franca Helg Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=21153 SI
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: mattoni faccia a vista sabbiati a mano
  • Coperture: a falde, coppi, tegole di laterizio
  • Serramenti: pitch-pine
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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La casa si adatta a questa conformazione inserendosi senza necessità di eccessivi sbancamenti e con un andamento principalmente orizzontale, tipico dell’edilizia locale rurale e di una certa maniera consolidata dall’autore che imposta la pianta, come in altri esempi, su un vano occupato da una grande scala elicoidale su cui s’innestano i vari ambienti tutti ortogonali ma con giaciture sfalsate. 
La differenza di quota è occupata al piano verso nord dal garage, mentre il piano superiore si trova allo stesso livello del piano di campagna sul lato opposto. Qui si sviluppa l’abitazione principale, pensata per ospitare una famiglia numerosa mentre all’ultimo piano si trova un appartamento indipendente con un ampio studio.
I muri esterni sono trattati con mattoni sabbiati a mano e lasciati a vista, mentre la fascia marcapiano e quella di gronda sono in calcestruzzo a vista; il tetto a padiglioni aggentanti è ricoperto da normali tegole e canali di cotto.
Le sistemazioni esterne sono progettate per integrare il costruito con le caratteristiche del terreno disegnando percorsi che si avvalgono di gradini, terrazze e una scala elicoidale in cemento armato che ripropone il motivo curvilineo all’esterno, così come fa la scala di servizio internamente chiusa in un volume cilindrico parzialmente visibile all’esterno, unico elemento che rompe l’ortogonalità volumetrica del complesso.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

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Franca Helg (Milano, 1920-1989) 
Nei primi anni Quaranta, mentre frequenta la Facoltà di Architettura, lavora presso lo studio BBPR. Consegue la laurea nel 1945 e nel medesimo anno inizia l’attività professionale autonoma. Nel 1945-46 partecipa alla fondazione e redazione dei “Quaderni degli studenti della Facoltà di Architettura di Milano”, poi intitolati “Studi d’Architettura”. Nel 1946-47 è membro della Commissione Consultiva per il Nuovo P.R.G. di Milano. Dal 1947 è membro del M.S.A. (Movimento Studi Architettura) a Milano. La sua attività didattica inizia nel 1955 come assistente straordinaria di L. Belgiojoso al corso di “caratteri distributivi degli edifici” presso lo IUAV. Dal 1963 al 1967 è assistente ordinario al corso di “composizione architettonica” al Politecnico di Milano (sempre per L. Belgiojoso). Nel 1967 consegue la libera docenza in Composizione Architettonica. Presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano ottiene il premio di operosità scientifica ed artistica per gli anni accademici 1963-64, 1964-65, 1967-68. Nel 1951 inizia l’associazione in studio con Franco Albini.


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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 33
  • Particella: 3

Note

Franco Albini (Robbiate, 1905 - Milano, 1977) Trascorre nella casa paterna l’infanzia e parte della giovinezza, assorbendo la sensibilità per le opere dell’uomo e della natura della sua terra. Trasferitosi con la famiglia a Milano, frequenta il Politecnico, dove si laurea nel 1929 e inizia l’attività professionale nello studio di Gio Ponti ed Emilio Lancia. Nello stesso anno visita Barcellona, in occasione dell’Esposizione internazionale, raggiungendo Parigi, dove sembra essersi recato nello studio di Le Corbusier. Dopo le prime realizzazioni d’impronta novecentesca nel campo dell’arredamento, una conversazione con Edoardo Persico determina la sua “conversione” al razionalismo e l’avvicinamento al gruppo dei redattori di "Casabella". Nel 1931 apre il primo studio professionale in via Panizza a Milano con Renato Camus e Giancarlo Parlanti; inizia a occuparsi di edilizia popolare partecipando al concorso per il quartiere Baracca a Milano (1932). L’adesione al metodo progettuale di ispirazione gropiusiana si evidenzia nella chiarezza dell’impianto aperto, con i corpi di fabbrica equidistanti e allineati secondo l’asse eliotermico che fa irrompere nel quartiere aria, luce e verde. Nel campo degli allestimenti Albini, chiamato da Pagano, esordisce nel 1933 alla V Triennale di Milano. Nel corso degli anni Trenta gli allestimenti e i padiglioni temporanei nelle manifestazioni fieristiche sono le palestre che gli permettono di sperimentare nuove soluzioni, sondando in alcuni casi articolate volumetrie curve e, più spesso, spazi cartesiani ordinati da griglie geometriche, telai metallici e pannelli traslucidi in vetro o tessuto. Nel corso del 1946 dirige insieme a Parlanti la rivista “Casabella Costruzioni”. Nel dopoguerra la gamma degli interessi professionali si amplia anche in relazione alle opportunità offerte dalla Ricostruzione. Nell’insegnamento trasmette gli stessi principi che fondano il suo lavoro di architetto: la necessità di un’analisi approfondita dei problemi e di un continuo controllo e giustificazione delle proprie scelte. Franca Helg (Milano, 1920-1989) Nei primi anni Quaranta, mentre frequenta la Facoltà di Architettura, lavora presso lo studio BBPR. Consegue la laurea nel 1945 e nel medesimo anno inizia l’attività professionale autonoma. Nel 1945-46 partecipa alla fondazione e redazione dei “Quaderni degli studenti della Facoltà di Architettura di Milano”, poi intitolati “Studi d’Architettura”. Nel 1946-47 è membro della Commissione Consultiva per il Nuovo P.R.G. di Milano. Dal 1947 è membro del M.S.A. (Movimento Studi Architettura) a Milano. La sua attività didattica inizia nel 1955 come assistente straordinaria di L. Belgiojoso al corso di “caratteri distributivi degli edifici” presso lo IUAV. Dal 1963 al 1967 è assistente ordinario al corso di “composizione architettonica” al Politecnico di Milano (sempre per L. Belgiojoso). Nel 1967 consegue la libera docenza in Composizione Architettonica. Presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano ottiene il premio di operosità scientifica ed artistica per gli anni accademici 1963-64, 1964-65, 1967-68. Nel 1951 inizia l’associazione in studio con Franco Albini.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1981 Orientamenti moderni nell'edilizia. Case unifamiliari Over edizioni Milano Si
Tramonti Ulisse 1997 Itinerari di Architettura Moderna. Forlì, Cesena, Predappio Alinea Firenze 177; 325-326 Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Franco Albini Franco Albini, Franca Helg Fondazione Franco Albini, Milano

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista del fronte principale Vista del fronte principale M. Sintini
Vista dell'ingresso Vista dell'ingresso M. Sintini
Vista del fronte principale Vista del fronte principale M. Sintini
Vista del retro Vista del retro M. Sintini
Vista esterna Vista esterna Courtesy Fondazione Franco Albini, Milano
Vista esterna Vista esterna Courtesy Fondazione Franco Albini, Milano
Vista esterna Vista esterna Courtesy Fondazione Franco Albini, Milano
Planimetria Planimetria Courtesy Fondazione Franco Albini, Milano

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Enciclopedia Treccani - Franca Helg Visualizza
Fondazione Franco Albini Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Franco Albini Visualizza
Enciclopedia Treccani - Franco Albini Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 02/04/2024

Revisori:

Setti Stefano 2022