Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

GALLERIA COMUNALE D’ARTE MODERNA

Scheda Opera

  • Particolare degli interni
  • Vista prospettica della facciata
  • Vista del prospetto est, piano terra
  • Vista prospettica del piano terra
  • Particolare della scultura di Arnaldo Pomodoro e Mimmo Palladino collocata nel giardino antistante la Galleria
  • Vista del prospetto frontale da piazza della Costituzione
  • Comune: Bologna
  • Località: San Donato
  • Denominazione: GALLERIA COMUNALE D’ARTE MODERNA
  • Indirizzo: Piazza della Costituzione N. 3
  • Data: 1965 - 1975
  • Tipologia: Musei e Aree archeologiche
  • Autori principali: Leone Pancaldi
Descrizione

La Galleria Comunale d’arte Moderna nasce nel Fiera District come dotazione di attività destinate alla cultura e al tempo libero, a “supporto” delle aree espositive.
L’intero complesso si affaccia su piazza della Costituzione dialogando con il Palazzo dei Congressi a cui è collegata tramite un braccio vetrato.
L’edificio si organizza su pianta quadrata, configurandosi come un blocco chiuso ed introverso sviluppato su tre livelli d’altezza. Un atrio al piano terra, posto immediatamente dopo la biglietteria, distribuisce i corpi scale per accedere ai piani superiori. Segue la biblioteca, superata la quale si accede a due spazi: il primo, "aperto" al centro, costituisce un’area per mostre, il secondo è chiuso verso la parete perimetrale ed è pensato per ospitare conferenze e proiezioni. Lo spazio viene concluso da un ambiente per i seminari, che si trova alle spalle delle due aree funzionali centrali.
Il primo e il secondo piano, pur ospitando rispettivamente le esposizioni temporanee e quelle permanenti, sono organizzati con una logica comune ad entrambi. Alla pittura sono dedicati tre lati della pianta, la scultura occupa l’intero lato d’ingresso nel primo piano, mentre al piano terra, divide lo spazio con un’area destinata alla grafica. Al secondo piano, in corrispondenza del braccio vetrato al piano terra, si collocano gli uffici e la segreteria.
Gli spazi espositivi sono suddivisi da una serie di pareti disposte perpendicolarmente ai quattro lati dell’edificio. Quest’ultime ricoprono un ruolo funzionale ma fungono anche da schermatura dei pilastri della struttura portante. Al centro della pianta quadrata si apre una foratura attorno a cui si genera uno spazio a ballatoio che mette in continuità visiva ogni piano.
La scomposizione volumetrica visibile esternamente rispecchia l’assetto spaziale interno. Il volume mantiene il suo assetto quadrato ma le pareti si spezzano in più punti, creando un gioco di aperture e di volumi, di volta in volta diversamente aggettanti. Il piano terra è leggermente interrato e viene bucato da parte a parte da grandi vetrate che verso l’interno affacciano sul giardino che gira tutto attorno all’edificio, animato dalle sculture di Mimmo Palladino e Arnaldo Pomodoro.
Il gioco di volumi prosegue ai livelli superiori, dove i piani delle esposizioni sono circondati da aggetti che generano due ampie balconate con le quali si intende nascondere parzialmente il fronte dell’edificio. Dietro ad essi si aprono due ampie vetrate che vengono opportunamente schermate dai raggi solari attraverso brise soleil.
Per illuminare il grande vuoto centrale, una lama di luce si apre tra il ballatoio e il quadrato al centro di ogni piano.
Il calcestruzzo armato della struttura e delle pareti perimetrali viene lasciato a vista. La monotonia del colore grigio del materiale è rotta dai giochi di volume della struttura ma anche da dislivelli creati sulla superficie dei muri e dalle venature del legno della casseratura impresse sui prospetti.
Una grande copertura reticolare sorregge il tetto che si presenta come elemento indipendente, staccato dalle pareti perimetrali: ne consegue che le grandi aperture nelle due pareti opposte risultino libere, permettendo ad una maggior quantità di luce di filtrare all’interno. Le vetrate sono leggermente inclinate per non riflettere la luce solare e proteggere così gli spazi espositivi. La copertura a spiovente conclude uno sviluppo volumetrico di ispirazione wrightiana: l’andamento del volume predilige l’orizzontalità ed è associato alla scelta di linee rette e squadrate.
(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

Info
  • Progetto: 1965 - 1969
  • Esecuzione: 1970 - 1975
  • Committente: Società Finanziaria Fiere di Bologna
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: Galleria d’Arte
  • Destinazione attuale: in disuso
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Francesco Fantoni Direzione lavori Progetto NO
Guido Gaddi Direzione lavori Esecuzione NO
Leone Pancaldi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=93267 SI
  • Strutture: struttura intelaiata in calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: calcestruzzo armato, ferro, vetro
  • Coperture: tetto a falde in calcestruzzo con travatura reticolare in acciaio
  • Serramenti: ferro, vetro
  • Stato Strutture: Mediocre
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Mediocre
  • Stato Serramenti: Mediocre

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L’intero complesso si affaccia su piazza della Costituzione dialogando con il Palazzo dei Congressi a cui è collegata tramite un braccio vetrato.
L’edificio si organizza su pianta quadrata, configurandosi come un blocco chiuso ed introverso sviluppato su tre livelli d’altezza. Un atrio al piano terra, posto immediatamente dopo la biglietteria, distribuisce i corpi scale per accedere ai piani superiori. Segue la biblioteca, superata la quale si accede a due spazi: il primo, "aperto" al centro, costituisce un’area per mostre, il secondo è chiuso verso la parete perimetrale ed è pensato per ospitare conferenze e proiezioni. Lo spazio viene concluso da un ambiente per i seminari, che si trova alle spalle delle due aree funzionali centrali.
Il primo e il secondo piano, pur ospitando rispettivamente le esposizioni temporanee e quelle permanenti, sono organizzati con una logica comune ad entrambi. Alla pittura sono dedicati tre lati della pianta, la scultura occupa l’intero lato d’ingresso nel primo piano, mentre al piano terra, divide lo spazio con un’area destinata alla grafica. Al secondo piano, in corrispondenza del braccio vetrato al piano terra, si collocano gli uffici e la segreteria.
Gli spazi espositivi sono suddivisi da una serie di pareti disposte perpendicolarmente ai quattro lati dell’edificio. Quest’ultime ricoprono un ruolo funzionale ma fungono anche da schermatura dei pilastri della struttura portante. Al centro della pianta quadrata si apre una foratura attorno a cui si genera uno spazio a ballatoio che mette in continuità visiva ogni piano.
La scomposizione volumetrica visibile esternamente rispecchia l’assetto spaziale interno. Il volume mantiene il suo assetto quadrato ma le pareti si spezzano in più punti, creando un gioco di aperture e di volumi, di volta in volta diversamente aggettanti. Il piano terra è leggermente interrato e viene bucato da parte a parte da grandi vetrate che verso l’interno affacciano sul giardino che gira tutto attorno all’edificio, animato dalle sculture di Mimmo Palladino e Arnaldo Pomodoro.
Il gioco di volumi prosegue ai livelli superiori, dove i piani delle esposizioni sono circondati da aggetti che generano due ampie balconate con le quali si intende nascondere parzialmente il fronte dell’edificio. Dietro ad essi si aprono due ampie vetrate che vengono opportunamente schermate dai raggi solari attraverso brise soleil. 
Per illuminare il grande vuoto centrale, una lama di luce si apre tra il ballatoio e il quadrato al centro di ogni piano.
Il calcestruzzo armato della struttura e delle pareti perimetrali viene lasciato a vista. La monotonia del colore grigio del materiale è rotta dai giochi di volume della struttura ma anche da dislivelli creati sulla superficie dei muri e dalle venature del legno della casseratura impresse sui prospetti.
Una grande copertura reticolare sorregge il tetto che si presenta come elemento indipendente, staccato dalle pareti perimetrali: ne consegue che le grandi aperture nelle due pareti opposte risultino libere, permettendo ad una maggior quantità di luce di filtrare all’interno. Le vetrate sono leggermente inclinate per non riflettere la luce solare e proteggere così gli spazi espositivi. La copertura a spiovente conclude uno sviluppo volumetrico di ispirazione wrightiana: l’andamento del volume predilige l’orizzontalità ed è associato alla scelta di linee rette e squadrate.
(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

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La GAM è in attesa di riapertura. L’ultima mostra tenutasi nell’edificio risale al 2005, ad opera di Christopher Williams, che presenta un progetto in cui il layout della mostra viene collegato alla cornice architettonica della Galleria stessa, che ospita il lavoro dell’artista. 
Il patrimonio della GAM è stato trasferito al museo di arte moderna MAMbo, in via Don Minzoni n. 14.

Leone Pancaldi (Bologna1915-1996)
Diplomato all'Accademia di Belle Arti di Bologna, si laurea in Architettura presso l'Università di Firenze. Imprigionato in un campo di concentramento dal 1943 al 1945, viene a contatto con alcuni intellettuali con cui condivide la stessa tragica esperienza, grazie ai quali riscopre la cultura europea, accostandosi in particolare all’Esistenzialismo. 
Diviene architetto nel 1954, notevolmente influenzato dall’architettura organica di Wright e dall’interpretazione fornita da questo del Funzionalismo e Razionalismo; ha l’occasione inoltre, a partire dalle considerazioni sull’opera del maestro americano, di perseguire quell’integrazione tra arte e architettura che sarà costante in tutta la sua carriera. Tra il 1965 e il 1970 vive una stagione di profondo rinnovamento e di importanti stimoli progettuali che lo vedono impegnato in incarichi di rilievo. 
Pancaldi ha saputo reinterpretare in maniera critica la concezione degli spazi museali e architettonici degli anni Cinquanta e Sessanta grazie al dialogo costante con l'universo della pittura e la grande influenza sul suo lavoro del rapporto con gli artisti del periodo informale.
La Galleria d’Arte Moderna di Bologna è la sua opera più importante. Tra i suoi lavori si ricordano anche l'ampliamento della Pinacoteca Nazionale di Bologna (1955-1965), gli allestimenti per i Musei Archeologici di Parma e Bologna (1964), la sede della Regione Emilia-Romagna a Bologna (1971) e numerosi altri edifici pubblici e privati.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 121
  • Particella: 29

Note

Nel 1975, con il progetto per il Palazzo dei Congressi, Melchiorre Bega progetta anche il braccio vetrato d’ingresso che collega l’edificio da lui ideato alla Galleria d’Arte Moderna. La GAM è in attesa di riapertura. L’ultima mostra tenutasi nell’edificio risale al 2005, ad opera di Christopher Williams, che presenta un progetto in cui il layout della mostra viene collegato alla cornice architettonica della Galleria stessa, che ospita il lavoro dell’artista. Il patrimonio della GAM è stato trasferito al museo di arte moderna MAMbo, in via Don Minzoni n. 14. Leone Pancaldi (Bologna1915-1996) Diplomato all'Accademia di Belle Arti di Bologna, si laurea in Architettura presso l'Università di Firenze. Imprigionato in un campo di concentramento dal 1943 al 1945, viene a contatto con alcuni intellettuali con cui condivide la stessa tragica esperienza, grazie ai quali riscopre la cultura europea, accostandosi in particolare all’Esistenzialismo. Diviene architetto nel 1954, notevolmente influenzato dall’architettura organica di Wright e dall’interpretazione fornita da questo del Funzionalismo e Razionalismo; ha l’occasione inoltre, a partire dalle considerazioni sull’opera del maestro americano, di perseguire quell’integrazione tra arte e architettura che sarà costante in tutta la sua carriera. Tra il 1965 e il 1970 vive una stagione di profondo rinnovamento e di importanti stimoli progettuali che lo vedono impegnato in incarichi di rilievo. Pancaldi ha saputo reinterpretare in maniera critica la concezione degli spazi museali e architettonici degli anni Cinquanta e Sessanta grazie al dialogo costante con l'universo della pittura e la grande influenza sul suo lavoro del rapporto con gli artisti del periodo informale. La Galleria d’Arte Moderna di Bologna è la sua opera più importante. Tra i suoi lavori si ricordano anche l'ampliamento della Pinacoteca Nazionale di Bologna (1955-1965), gli allestimenti per i Musei Archeologici di Parma e Bologna (1964), la sede della Regione Emilia-Romagna a Bologna (1971) e numerosi altri edifici pubblici e privati.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Aspetti della cultura artistica a Bologna. 1946-1996 Iterarte n. 44 No
Gnudi Cesare (a cura di) 1975 Leone Pancaldi Grafis Bologna No
1975 Bologna 1965, Bologna 1975. La Finanziaria Fiere per lo sviluppo della città Finanziaria Fiere Bologna 88-91 No
Ricci Leonardo 1976 Galleria d’Arte Moderna di Bologna L’Architettura. Cronache e storia n. 246 702-715 Si
Ricci Leonardo 1976 Galleria d'Arte Moderna di Bologna L’Architettura. Cronache e storia n. 246 702-15 Si
Galleria Trimarchi, arte moderna 1978 Leone Pancaldi a le grand verre di Duchamp : 25 maggio-30 giugno 1978 Galleria Trimarchi Bologna No
Moschini Francesco 1984 Officina Ferrarese Domus n. 654 2-9 No
Bernabei Giancarlo, Gresleri Giuliano, Zagnoni Stefano 1984 Bologna moderna. 1860-1980 Pàtron Bologna 242-243 Si
1986 Il futuro fuori porta. Storia del Centro fieristico direzionale di Bologna Finanziaria Fiere di Bologna S.p.A. Bologna No
Muratore Giorgio, Capuano Alessandra, Garofalo Francesco, Pellegrini Ettore 1988 Italia. Gli ultimi trent’anni Zanichelli Bologna 255 Si
1990 I musei di James Stirling Casabella n. 573 35 Si
Locatelli Vittorio 1991 Mostre, concorsi e premi di fine d’anno Abitare n. 302 122-136 Si
Casciani Stefano 1991 Achille Castiglioni, due allestimenti [A Bologna, per esporre dei disegni] Domus n. 723 60-67 No
Cerritelli Claudio 1998 Aspetti della cultura artistica a Bologna. 1946-1996 Iterarte n. 44 13 No
Berti Arnoaldi Francesco 2001 Per la storia del Museo Morandi Amici del Museo Morandi Bologna 6 No
2004 Bologna. Guida di architettura Allemandi Torino 229 No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Emiliani Andrea 2013 Bologna. Cronache dal vivere Minerva Argelato 20 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Particolare degli interni Particolare degli interni G. Morganti 2013
Vista prospettica della facciata Vista prospettica della facciata G. Morganti 2013
Vista del prospetto est, piano terra Vista del prospetto est, piano terra G. Morganti 2013
Vista prospettica del piano terra Vista prospettica del piano terra G. Morganti 2013
Particolare della scultura di Arnaldo Pomodoro e Mimmo Palladino collocata nel giardino antistante la Galleria Particolare della scultura di Arnaldo Pomodoro e Mimmo Palladino collocata nel giardino antistante la Galleria G. Morganti 2013
Vista del prospetto frontale da piazza della Costituzione Vista del prospetto frontale da piazza della Costituzione R. Vlahov. Courtesy IBC

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Margherita Merendino
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 27/02/2025

Revisori:

Stefano Setti