RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA SANTO STEFANO
Scheda Opera
- Comune: Bologna
- Località: Santo Stefano
- Denominazione: RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA SANTO STEFANO
- Indirizzo: Piazza Santo Stefano
- Data: 1989 - 1991
- Tipologia: Spazi pubblici
- Autori principali: Luigi Caccia Dominioni
Descrizione
Chiamato su sollecitazione di Dino Gavina per il quale realizza alcuni oggetti di arredo, l’architetto milanese Luigi Caccia Dominioni affronta inizialmente il progetto della riqualificazione della piazzetta di Santa Maria della Vita, intervento che si estende in seguito anche a piazza Santo Stefano. Mentre il primo non trova realizzazione, nonostante il progetto fosse giunto alla fase esecutiva, il secondo giunge a conclusione. Sfruttando alcuni lavori già in corso per l’adeguamento della rete tecnologica, l’intervento parte dall’eliminazione del precedente spazio del sagrato realizzato nel 1934, che, a causa del suo interramento, interrompe la continuità dell’assetto della piazza. In seguito si procede a un ridisegno della pavimentazione e dell’arredo urbano, basato sull’individuazione delle visuali prospettiche della piazza, connotata dalla caratteristica conformazione ad “imbuto” delle vie Santa Gerusalemme e S.Stefano, così come erano visibili in epoca rinascimentale, prima che i lavori di inizio novecento ne alterassero la percezione. In parallelo, di concerto con l’Ufficio centro storico ed edilizia monumentale del Comune di Bologna, si effettuano una serie di analitiche indagini archeologiche dell’area.
Lo spazio è inteso, dunque, come un invaso, quasi una cavea che sfrutta la concavità e il dislivello del terreno di circa 1,2 m., da piazza della Mercanzia scendendo verso Santo Stefano. La piazza assume pertanto l’aspetto di un catino il cui sprofondamento accentua la percezione delle architetture che lo circondano, in particolare delle monumentali Sette Chiese che fanno da quinta di fondo. La visuale è accompagnata dal disegno della pavimentazione, progettato per sottolineare le molteplici direzionalità visive dello spazio urbano e per restituirne una visione unitaria. I segni dei percorsi di attraversamento sono realizzati in granito grigio chiaro delle cave della Sardegna, così come il sagrato della chiesa, ridisegnato al suolo senza dislivelli, separato solo da sfere metalliche a tracciarne la presenza senza cesure. I grandi campi in essi racchiusi, così come i gradini che superano i dislivelli, sono in acciottolato rosso-ambra proveniente dal Trentino, maggiormente integrato con la realtà materiale del sito, rispetto al porfido originariamente considerato. Alla confluenza delle vie, era prevista la messe in opera di una lente in marmo verde, poi non realizzata. Alla varietà policroma dell’insieme contribuisce, da ultimo, la pavimentazione che corre parallelamente ai portici, realizzata in ciottoli di color grigio-alabastro proveniente da torrenti delle Alpi Apuane.
(Matteo Sintini)
Info
- Progetto: 1989 -
- Esecuzione: 1990 - 1991
- Proprietà: Proprietà pubblica
- Destinazione originaria: piazza pubblica
- Destinazione attuale: piazza pubblica
Autori
Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
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Luigi | Caccia Dominioni | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=21167&RicSez=produttori&RicVM=ricercasemplice&RicFrmRicSemplice=Caccia%20Dominioni%20Luigi | SI |
Ufficio | centro storico ed edilizia monumentale del Comune di Bologna | Direzione lavori | Progetto | NO | ||
Roberto | Scannavini | Direzione lavori | Progetto | NO | ||
Daniele | Vincenzi | Collaboratore | Progetto | NO |
- Materiale di facciata: porfino, granito
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: -
- Particella: -
Note
Luigi Caccia Dominioni (Milano, 1913 - 2016) Vive la sua giovinezza nel cuore del capoluogo lombardo, nella casa di famiglia di piazza Sant'Ambrogio, luogo significativo anche per la sua carriera professionale. Molto legato anche alla Valtellina e alla città di Morbegno di cui il padre è stato sindaco. Nel 1931 si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano dove frequenta i corsi di Moretti e Portaluppi e incontra, anch'essi studenti, i fratelli Castiglioni; Bernasconi che lavora poi per l'Olivetti; Peressuti e Rogers; Zanuso; Renato Castellani e i futuri registi Lattuada e Comencini. Nel 1936 la Laurea in Architettura e apre uno studio professionale con i fratelli Livio e Piergiacomo Castiglioni. Sono questi gli anni delle sue partecipazioni a diverse Triennali - alla VI nel 1936 con la mostra Priorità italiche in arte, alla VII nel 1940 con la presentazione del radioricevitore Phonola a cinque valvole - e ad alcuni importanti concorsi con significative soluzioni innovative. È secondo classificato al concorso per la sistemazione del centro di Fiume nel 1939, vincitore del concorso per la sistemazione del centro di Morbegno nel 1941 e di quello per la scuola di Vimercate nel 1948. Nel 1939 svolge il servizio militare, mentre negli anni 1941-43 è richiamato a partecipare al conflitto mondiale. A seguito del suo rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò è costretto a sospendere l'attività professionale e nel 1943 si rifugia in Svizzera dove resta fino al 1945. Nel 1947 fonda assieme a Ignazio Gardella e all’avvocato Corrado Corradi Dell'Acqua, la Azucena, che produrrà artigianalmente arredi e oggetti di design, tra cui le famose maniglie da lui progettate. Gli anni del dopoguerra vedono l'architetto impegnato in numerosi progetti legati all'edilizia urbana caratterizzati dal rispetto delle esigenze rappresentative della nuova borghesia imprenditoriale lombarda. Tra i progetti più importanti: la casa di famiglia in piazza Sant'Ambrogio, in cui impianta anche il suo studio professionale (1947-50), i condomini di via Nievo (1955), di via Massena (1958-63), di via XX Settembre (1958-64), di piazza Carbonari (1960-61), l'edificio in corso Monforte (1963-64), gli uffici Loro Parisini (1951-57), le cinque sedi per uffici in corso Europa (1953-59, 1963-66), la ristrutturazione interna della Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana (1966) e il raccordo tra la chiesa di San Fedele e la Chase Manhattan Bank di piazza Meda (1969-70). Ancora si ricordano la Chiesa di San Biagio a Monza (1968), le chiese di Arenzano (1968) e di San Giuseppe a Morbegno (1988-1993), i grandi complessi residenziali di Milano San Felice (1967-1975 in collaborazione con Vico Magistretti), i complessi di Garbagnate e di via Mangolfa (1991-1996). Dal 1975 al1982 opera nel Principato di Monaco dove realizza il Parc Saint Roman. Al 1989 risalgono il progetto per la sistemazione di piazza Santo Stefano a Bologna e lo studio per la pedonalizzazione all'interno della Fiera di Milano, la sistemazione di piazza San Babila a Milano, i progetti per la sistemazione di parte del palazzo sede della Banca Popolare di Verona realizzata da Carlo Scarpa e la risistemazione della Facoltà di Agraria a Bologna. L'attività di designer intrapresa già nel '47 prosegue con la progettazione e messa in produzione di un gran numero di pezzi, come la lampada da terra Monachella del 1953 , la poltrona Catilina del 1958, la maniglia Melanzana del 1960, il piccolo mobile Casaccia del 1962, il divano e la poltrona Toro del 1973, per arrivare alla panchina in metallo Monforte e alla maniglia Cristallo del 1986.
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
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Scannavini Roberto | 1991 | La piazza Santo Stefano, da trebbo medioevale a piazza prospettica rinascimentale (libro) | Grafis, Bologna | Si | ||
Gresleri Glauco | 1991 | Ma io vi dico che abbiamo perduto una grande piazza, in Scannavini Roberto, La Piazza S. Stefano. Da trebbo medievale a piazza prospettica rinascimentale | Grafis | Bologna | 37-38 | Si |
Fregna Roberto | 1992 | Piazze: mostre e realizzazioni | Abitare n. 307 | 228-30 | No | |
Rivalta Luca | 1992 | Luigi Caccia Dominioni. Recupero di piazza Santo Stefano a Bologna | Domus n. 742 | 14-16 | Si | |
Caccia Dominioni Luigi, Vincenzi Daniele | 1993 | Origine del progetto, in Scannavini Roberto (a cura di), Piazze e mercati del centro antico di Bologna | Grafis | Bologna | 150-155 | Si |
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) | 2005 | Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento | Clueb | Bologna | No |
Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale. | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo | Url |
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Enciclopedia Treccani - Luigi Caccia Dominioni | Visualizza |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia RomagnaTitolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli
Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 27/02/2025
Revisori:
Stefano Setti