Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

EX SEDE INCISA

Scheda Opera

  • Veduta prospettica dell'interno
  • Veduta dell'interno da una delle scalinate
  • Vista prospettica dell'edificio da viale Conforti
  • Vista del fronte
  • Vista del fronte
  • Vista del vano scala
  • Scorcio del prospetto
  • Dettaglio del prospetto
  • Comune: Parma
  • Denominazione: EX SEDE INCISA
  • Indirizzo: Viale Guido Maria Conforti N. 21
  • Data: - 1968
  • Tipologia: Edifici per uffici
  • Autori principali: Aurelio Cortesi
Descrizione

Situata lungo il torrente Parma, nella zona a sud dello Stradone borbonico in prossimità dell’antico Campo di Marte, la palazzina, destinata agli uffici dei dirigenti e agli spazi di rappresentanza della ditta INCISA, rappresenta al meglio la maniera progettuale dell’autore. Essa infatti dimostra in maniera evidente come i contributi dell’esperienza della cultura milanese del dopoguerra, siano continuamente rinnovabili per effetto dell’influenza dei luoghi. In questo caso, sono i contrafforti del palazzo della Pilotta ad arricchire l’astrattismo di un linguaggio razionalista, comunque presente. Al tempo stesso, la scelta stessa della tipologia della “palazzina” punta all’inserimento omogeneo dell’edificio nel tessuto dell’urbanizzazione puntuale a lotti e casa al centro, sorta nella zona nei primi decenni del XX secolo. Tra queste, lungo lo stesso marciapiede, la residenza privata del proprietario (ing. Corini) realizzata da Franco Albini.
La pianta, suddivisa in tre fasce longitudinali e proporzionata secondo rapporti aurei, è occupata al centro da uno spazio vuoto in cui si trovano le rampe di scale e gli spazi di distribuzione a ballatoio degli ambienti di lavoro, situati nelle parti laterali con affaccio sull’esterno. Questo vuoto si presenta come un taglio nello spazio che “drammatizza” l’ambiente interno attraverso la modulazione della luce e dell’ombra, visibile nel percorso di attraversamento.
Il fronte, rivestito in mattoni con inserti in cemento armato in corrispondenza delle fasce marcapiano, si esprime in un equilibrio di pieni e vuoti dato dal rapporto tra il portico, le logge e le balconate, che rendono “domestica” una composizione di matrice razionalista, ibridazione che appare ancor più significativa se la si pensa applicata a un edificio direzionale. Un ulteriore segno di questa maniera di intendere il linguaggio architettonico, è visibile nella presenza di pilastri tagliati in obliquo, all’interno del rigoroso impaginato del telaio in cemento rivestito, ricordo dell’immagine dei contrafforti del Palazzo antistante. Il volume, infine, è chiuso dall’elemento del cornicione ricurvo, elemento spesso presente nelle opere dell’autore.
(Matteo Sintini)

Info
  • Progetto: - 1956
  • Esecuzione: - 1968
  • Committente: INCISA
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Palazzo per uffici del gruppo dirigente di INCISA
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Aurelio Cortesi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://cortesiarchitetti.com/studio/ SI
  • Strutture: gabbia intelaiata in cemento armato, setti murari a contrafforte
  • Materiale di facciata: mattoni
  • Coperture: copertura piana in latero-cemento
  • Serramenti: metallo, vetro
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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La pianta, suddivisa in tre fasce longitudinali e proporzionata secondo rapporti aurei, è occupata al centro da uno spazio vuoto in cui si trovano le rampe di scale e gli spazi di distribuzione a ballatoio degli ambienti di lavoro, situati nelle parti laterali con affaccio sull’esterno. Questo vuoto si presenta come un taglio nello spazio che “drammatizza” l’ambiente interno attraverso la modulazione della luce e dell’ombra, visibile nel percorso di attraversamento. 
Il fronte, rivestito in mattoni con inserti in cemento armato in corrispondenza delle fasce marcapiano, si esprime in un equilibrio di pieni e vuoti dato dal rapporto tra il portico, le logge e le balconate, che rendono “domestica” una composizione di matrice razionalista, ibridazione che appare ancor più significativa se la si pensa applicata a un edificio direzionale. Un ulteriore segno di questa maniera di intendere il linguaggio architettonico, è visibile nella presenza di pilastri tagliati in obliquo, all’interno del rigoroso impaginato del telaio in cemento rivestito, ricordo dell’immagine dei contrafforti del Palazzo antistante. Il volume, infine, è chiuso dall’elemento del cornicione ricurvo, elemento spesso presente nelle opere dell’autore. 
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A fine lavori Albini si reca a Parma per una visita a casa Corini -il committente- già finita, e ne rileva l’affettuosa lettura di quella matrice culturale che contraddistingue la sua scuola da sempre, pur puntualizzando, nell’edificio, la propensione all’enfatizzazione del partito decorativo in cotto. Proposto dalla Helg. 
Dopo la visita conduco il Maestro all’Incisa e mi soffermo con lui, sulla veduta, in diagonale, dello svolgersi dell’assieme parietale coronato da un cornicione angolare. Albini lo osserva e mi dice, (ed io qui lo dico e l’enfatizzo): “è bellissimo, (virgola), Lello, (virgola) è bellissimo!” (punto esclamativo).
Viganò, da me condotto all’Incisa, quasi per caso, osserva attentamente il medesimo voltatesta all’angolo dell’edificio e sbotta: “io l’avrei fatto in un altro modo”.
Tafuri, dopo la visita alla casa Corini, ove aveva accompagnato una fotografa, osservò il medesimo voltatesta e tacque. Lì, fermo, davanti alla facciata, alla modanatura, al disegno della sagoma, e non disse assolutamente niente.
Guido Canella, che ha visto la costruzione dell’Incisa solo da lontano, aveva anzitempo apprestato con i suoi scritti corsari - redatti a chiarimento della battaglia delle idee generata dai temi delle tradizioni nazionali in architettura- l’orientamento sulle questioni di un revisionismo di cui ho sempre, tenuto conto. E che, a mio avviso ho espresso, anche con le membrature murate dell’Incisa perseguendo i testi, di un Canella ancora studente che scriveva per Casabella  “L’epopea borghese della scuola di Amsterdam”. 
Contributo, questo, che indirizza, il dibattito degli anni cinquanta sull’identità del Moderno, a partire della disputa controversa in corso negli anni sessanta.
(Aurelio Cortesi)

Il Professore Arch. Aurelio Cortesi (Parma 1931-2021), è stato, al Politecnico di Milano, allievo di Ignazio Gardella e poi collaboratore presso il suo studio. Dopo la laurea ha lavorato nello studio di Franco Albini. Dal 1961 al 1965 è stato membro del Centro Studi della rivista Casabella Continuità, diretta da Ernesto Nathan Rogers. Dal 1957 è stato assistente di Lodovico B. di Belgjoioso alla Facoltà di Architettura di Venezia, proseguendo poi la collaborazione al Politecnico di Milano dal 1963, dove è stato docente sino al 1986. Già professore ordinario di composizione architettonica alla Facoltà di Architettura di Firenze e Parma, Aurelio Cortesi ha studio professionale in Parma, ove svolge l’attività di progettista, lavorando, in particolare, nell’Emilia nord occidentale e nel sud della Lombardia. Ha tenuto seminari, conferenze e attività di ricerche in Università Italiane, collegi universitari e Università straniere tra le quali Lubiana, Nancy, Strasburgo, Marsiglia e Lisbona, corsi post-universitari e lezioni ai Dottorati di Ricerca nelle Facoltà di Architetture italiane. L’attività di ricerca e di progettazione si è espressa altresì attraverso mostre ed esposizioni di architettura, tra cui, nel 1983, la partecipazione presso il Musée d’Art Moderne della città di Parigi alla rassegna “L’Ivre de Pierre.
La sua presenza nel dibattito architettonico italiano, si è caratterizzata nell’indicazione di una possibile dimensione architettonica regionale, che attraverso le opere costruite e la presenza in mostre e dibattiti, ha rappresentato il confronto continuamente irrisolto fra tradizione del nuovo e consuetudini delle modernità.
Aurelio Cortesi è ideatore e fondatore della Scuola delle Arti e del Disegno, ove si persegue il “primato del disegno”,Rocca San Vitale di Sala Baganza, Parma, da Novembre 2012.
Il 21 maggio 2012 riceve dal Presidente Giorgio Napolitano, nel corso di una solenne cerimonia al Quirinale, il Premio “Presidente della Repubblica” per l’Architettura, edizione 2011, dedicato alle personalità della cultura, dell’arte e della scienza.

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  • Vincolo: Riconosciuta
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo: Legge 22 aprile 1941, n. 633
  • Altri Provvedimenti: DDG 16/03/2010
  • Foglio Catastale: 545
  • Particella: 2

Note

"Un bel giorno fui incaricato del progetto della Direzione della INCISA condotte e strade, di proprietà di un amico che poneva una sola condizione per l’attribuzione della commessa: ch’io proferissi, in segreto, il nome del più grande architetto italiano (all’uopo consigliai lo studio di Franco Albini) per affidare a lui la progettazione della sua propria casa da ubicarsi, con gli uffici, sullo stesso lato di un viale aristocratico di un insediamento sorto sul Campo di Marte. Ubicazioni atte a consentire, ogni volta, una breve passeggiata fra la casa (di Albini, Helg) e gli uffici (il mio incarico), entrambi disposti sullo stesso marciapiede. È così che, entrambi, (Abini ed io), fummo incaricati di progettazioni che, di per sé, esprimono i temi e i problemi degli anni sessanta del secolo scorso, interpretando, ognuno per sé, quel revisionismo “milanese-lombardo” di cui ancor oggi si parla. A fine lavori Albini si reca a Parma per una visita a casa Corini -il committente- già finita, e ne rileva l’affettuosa lettura di quella matrice culturale che contraddistingue la sua scuola da sempre, pur puntualizzando, nell’edificio, la propensione all’enfatizzazione del partito decorativo in cotto. Proposto dalla Helg. Dopo la visita conduco il Maestro all’Incisa e mi soffermo con lui, sulla veduta, in diagonale, dello svolgersi dell’assieme parietale coronato da un cornicione angolare. Albini lo osserva e mi dice, (ed io qui lo dico e l’enfatizzo): “è bellissimo, (virgola), Lello, (virgola) è bellissimo!” (punto esclamativo). Viganò, da me condotto all’Incisa, quasi per caso, osserva attentamente il medesimo voltatesta all’angolo dell’edificio e sbotta: “io l’avrei fatto in un altro modo”. Tafuri, dopo la visita alla casa Corini, ove aveva accompagnato una fotografa, osservò il medesimo voltatesta e tacque. Lì, fermo, davanti alla facciata, alla modanatura, al disegno della sagoma, e non disse assolutamente niente. Guido Canella, che ha visto la costruzione dell’Incisa solo da lontano, aveva anzitempo apprestato con i suoi scritti corsari - redatti a chiarimento della battaglia delle idee generata dai temi delle tradizioni nazionali in architettura- l’orientamento sulle questioni di un revisionismo di cui ho sempre, tenuto conto. E che, a mio avviso ho espresso, anche con le membrature murate dell’Incisa perseguendo i testi, di un Canella ancora studente che scriveva per Casabella “L’epopea borghese della scuola di Amsterdam”. Contributo, questo, che indirizza, il dibattito degli anni cinquanta sull’identità del Moderno, a partire della disputa controversa in corso negli anni sessanta. (Aurelio Cortesi) Il Professore Arch. Aurelio Cortesi (Parma 1931-2021), è stato, al Politecnico di Milano, allievo di Ignazio Gardella e poi collaboratore presso il suo studio. Dopo la laurea ha lavorato nello studio di Franco Albini. Dal 1961 al 1965 è stato membro del Centro Studi della rivista Casabella Continuità, diretta da Ernesto Nathan Rogers. Dal 1957 è stato assistente di Lodovico B. di Belgjoioso alla Facoltà di Architettura di Venezia, proseguendo poi la collaborazione al Politecnico di Milano dal 1963, dove è stato docente sino al 1986. Già professore ordinario di composizione architettonica alla Facoltà di Architettura di Firenze e Parma, Aurelio Cortesi ha studio professionale in Parma, ove svolge l’attività di progettista, lavorando, in particolare, nell’Emilia nord occidentale e nel sud della Lombardia. Ha tenuto seminari, conferenze e attività di ricerche in Università Italiane, collegi universitari e Università straniere tra le quali Lubiana, Nancy, Strasburgo, Marsiglia e Lisbona, corsi post-universitari e lezioni ai Dottorati di Ricerca nelle Facoltà di Architetture italiane. L’attività di ricerca e di progettazione si è espressa altresì attraverso mostre ed esposizioni di architettura, tra cui, nel 1983, la partecipazione presso il Musée d’Art Moderne della città di Parigi alla rassegna “L’Ivre de Pierre. La sua presenza nel dibattito architettonico italiano, si è caratterizzata nell’indicazione di una possibile dimensione architettonica regionale, che attraverso le opere costruite e la presenza in mostre e dibattiti, ha rappresentato il confronto continuamente irrisolto fra tradizione del nuovo e consuetudini delle modernità. Aurelio Cortesi è ideatore e fondatore della Scuola delle Arti e del Disegno, ove si persegue il “primato del disegno”,Rocca San Vitale di Sala Baganza, Parma, da Novembre 2012. Il 21 maggio 2012 riceve dal Presidente Giorgio Napolitano, nel corso di una solenne cerimonia al Quirinale, il Premio “Presidente della Repubblica” per l’Architettura, edizione 2011, dedicato alle personalità della cultura, dell’arte e della scienza.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Zermani Paolo 1988 L’architettura delle differenze Edizioni Kappa Roma 214-215; 230-231 Si
Quintelli Carlo (a cura di) 1995 A passi tardi e lenti, in La Città del Teatro Abitare Segesta Cataloghi Milano 190-191 Si
Cabassi Antonella 2010 Parma: appello per la palazzina Incisa di Aurelio Cortesi ΆNAΓKH n. 59 Milano 22-27 Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Progetti Aurelio Cortesi Studio Cortesi Architetti, Parma Progetti

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Veduta prospettica dell'interno Veduta prospettica dell'interno Courtesy Studio Cortesi Architetti
Veduta dell'interno da una delle scalinate Veduta dell'interno da una delle scalinate Courtesy Studio Cortesi Architetti
Vista prospettica dell'edificio da viale Conforti Vista prospettica dell'edificio da viale Conforti Courtesy Studio Cortesi Architetti
Vista del fronte Vista del fronte A. Scardova. Courtesy IBC
Vista del fronte Vista del fronte A. Scardova. Courtesy IBC
Vista del vano scala Vista del vano scala Courtesy Studio Cortesi Architetti
Scorcio del prospetto Scorcio del prospetto Courtesy Studio Cortesi Architetti
Dettaglio del prospetto Dettaglio del prospetto Courtesy Studio Cortesi Architetti

Criteri
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 26/03/2024

Revisori:

Stefano Setti