Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

RESTAURO E ARREDAMENTO DI PALAZZO RENATA DI FRANCIA (RETTORATO UNIVERSITÀ)

Scheda Opera

  • Piante piano terra, ammezzato, primo piano cortile e sezioni  – scala 1:200 (s.d.)
  • Veduta lungo via Savonarola
  • Veduta lungo via Savonarola
  • Veduta lungo via Coramari
  • Veduta del cortile dal portico
  • Veduta del cortile
  • Veduta del cortile
  • Veduta del cortile dal portico
  • Veduta del cortile dal portico
  • Veduta del cortile
  • Veduta del cortile dal portico
  • Comune: Ferrara
  • Denominazione: RESTAURO E ARREDAMENTO DI PALAZZO RENATA DI FRANCIA (RETTORATO UNIVERSITÀ)
  • Indirizzo: Via Savonarola N. 9, Via Coramari
  • Data: 1958 - 1965
  • Tipologia: Interventi di recupero e trasformazione
  • Autori principali: Piero Bottoni
Descrizione

I diversi progetti che Piero Bottoni studiò per l’Università degli Studi di Ferrara riguardano tutti la sistemazione di palazzo di Renata di Francia; elaborati in tempi e per parti del palazzo distinti, essi costituiscono nel loro insieme come un progetto unitario.
Il palazzo di Renata di Francia, è situato in via Savonarola in angolo con via Coramari. Esso, disposto su due livelli, è un esempio della tipologia di palazzo rinascimentale ferrarese: il corpo di fabbrica principale racchiude un cortile di forma quadrata il quale è collegato attraverso una doppia loggia passante, che occupa tutta l’ala settentrionale, con il retrostante giardino cinto da un muro.
Il palazzo è composto anche di un secondo cortile di servizio disposto sul confine orientale che ospitava l’edificio delle scuderie il cui accesso avveniva da via Savonarola.
In occasione del secondo anniversario della morte di Italo Balbo, nel 1942, il conte Vittorio Cini si adoperò affinché la società “Cinque Torri” donasse il complesso al Comune di Ferrara per stabilirvi la nuova sede dell’Ateneo ferrarese allora situata in palazzo del Paradiso.
L’ingegner Giorgio Gandini redasse un progetto per una prima sistemazione nel settembre 1958 a cui si dette immediatamente corso. Il progetto di Gandini prevedeva la collocazione al piano nobile delle Facoltà di Legge, del Seminario di Matematica, degli uffici del Rettorato, dell’amministrazione, dell’aula magna, aule di rappresentanza e per i professori e una sala per le lauree, mentre al piano terra trovavano sistemazione la casa del custode, la segreteria e l’Istituto Giuridico.
Per il fabbricato delle ex scuderie nel secondo cortile era auspicata «una completa demolizione, con ricostruzione integrata all’organica sistemazione dell’Università».
Il primo lotto di lavori progettati da Gandini prevedevano interventi di ordine statico e strutturale come il controllo del tetto, il consolidamento dei soffitti, il rifacimento degli intonaci e la demolizione dei pavimenti.
I lavori proseguiti sotto la guida di Gandini fino al 1959 ed eseguiti dalla ditta Giorgio Melchiorri di Ferrara avevano dunque un carattere di prima sistemazione edilizia ma interessavano anche scelte che sarebbero rimaste nell’immagine del palazzo fino al termine dei lavori come il mantenimento in vista del solaio ligneo della loggia al piano terreno verso il giardino e la ricostruzione della volta dell’aula magna volute entrambe da Buonomo.
Il nuovo Rettore Giovanni Battista Dell’Acqua, succeduto a Olivero nell’ottobre 1959, incaricò però Piero Bottoni di studiare un nuovo progetto di sistemazione del palazzo nonché altri interventi tra cui, nel 1962, il progetto per un nuovo corpo di fabbrica da costruirsi sul sedime delle ex scuderie nel secondo cortile del palazzo (poi non realizzato); a Gandini venne demandata la direzione tecnica della realizzazione del progetto di Bottoni.
Al dicembre 1960 risale l’elaborazione del progetto generale di riforma dell’edificio studiato da Bottoni. In questo progetto, Bottoni prevedeva la chiusura dei tre lati del cortile principale del palazzo a meno di quello verso il giardino. Al piano terreno del palazzo avrebbe trovato spazio la Facoltà di Matematica, la segreteria, il salone di ritrovo per gli studenti, la biblioteca generale, l’Istituto Giuridico, l’Istituto di Mineralogia e i locali tecnici.
Al primo piano di palazzo di Renata di Francia, invece, avrebbe trovato sistemazione una parte dell’Istituto Giuridico, la Facoltà di Giurisprudenza, la sala lauree, l’aula magna, il Rettorato e gli uffici dell’Amministrazione; infine, nell’edificio progettato da Gandini per il secondo cortile, sarebbe stato collocato l’Istituto di Geologia sebbene il progettista facesse intendere che il progetto era da considerare in modo provvisorio.
Il progetto complessivo per il palazzo, presentato il 4 ottobre al Rettore e al Soprintendente in un incontro a casa Romei, fu la traccia – a meno di alcune variazioni – per i lavori che si svolsero successivamente divisi in lotti.
Nel febbraio 1963, Giorgio Gandini, venne sostituito dall’ingegnere Gino Prampolini. L’inaugurazione del palazzo, fissata per il 4 marzo 1963, venne resa solenne dalla presenza del Presidente della Repubblica Antonio Segni. Bottoni continuò a elaborare progetti per parti diverse dell’edificio fino al 1965.

(Matteo Cassani Simonetti)

Info
  • Progetto: 1958 - 1965
  • Esecuzione: 1960 - 1965
  • Tipologia Specifica: Restauro e arredamento
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: palazzo nobiliare
  • Destinazione attuale: Rettorato dell’Università degli studi di Ferrara
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Piero Bottoni Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=19465 SI
Giorgio Gandini Progetto architettonico Progetto NO
Giorgio Gandini Direzione lavori Esecuzione NO
G. Govoni Progetto strutturale Esecuzione NO
Eligio Mari Progetto strutturale Esecuzione NO
Giorgio Melchiorri Impresa esecutrice Esecuzione NO
  • Strutture: muratura continua, cemento armato
  • Materiale di facciata: intonaco
  • Coperture: a falde in latero-cemento e legno
  • Serramenti: legno, ferro
  • Stato Strutture: Cattivo
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Cattivo
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Il palazzo è composto anche di un secondo cortile di servizio disposto sul confine orientale che ospitava l’edificio delle scuderie il cui accesso avveniva da via Savonarola.
In occasione del secondo anniversario della morte di Italo Balbo, nel 1942, il conte Vittorio Cini si adoperò affinché la società “Cinque Torri” donasse il complesso al Comune di Ferrara per stabilirvi la nuova sede dell’Ateneo ferrarese allora situata in palazzo del Paradiso.
L’ingegner Giorgio Gandini redasse un progetto per una prima sistemazione nel settembre 1958 a cui si dette immediatamente corso. Il progetto di Gandini prevedeva la collocazione al piano nobile delle Facoltà di Legge, del Seminario di Matematica, degli uffici del Rettorato, dell’amministrazione, dell’aula magna, aule di rappresentanza e per i professori e una sala per le lauree, mentre al piano terra trovavano sistemazione la casa del custode, la segreteria e l’Istituto Giuridico.
Per il fabbricato delle ex scuderie nel secondo cortile era auspicata «una completa demolizione, con ricostruzione integrata all’organica sistemazione dell’Università».
Il primo lotto di lavori progettati da Gandini prevedevano interventi di ordine statico e strutturale come il controllo del tetto, il consolidamento dei soffitti, il rifacimento degli intonaci e la demolizione dei pavimenti. 
I lavori proseguiti sotto la guida di Gandini fino al 1959 ed eseguiti dalla ditta Giorgio Melchiorri di Ferrara avevano dunque un carattere di prima sistemazione edilizia ma interessavano anche scelte che sarebbero rimaste nell’immagine del palazzo fino al termine dei lavori come il mantenimento in vista del solaio ligneo della loggia al piano terreno verso il giardino e la ricostruzione della volta dell’aula magna volute entrambe da Buonomo.
Il nuovo Rettore Giovanni Battista Dell’Acqua, succeduto a Olivero nell’ottobre 1959, incaricò però Piero Bottoni di studiare un nuovo progetto di sistemazione del palazzo nonché altri interventi tra cui, nel 1962, il progetto per un nuovo corpo di fabbrica da costruirsi sul sedime delle ex scuderie nel secondo cortile del palazzo (poi non realizzato); a Gandini venne demandata la direzione tecnica della realizzazione del progetto di Bottoni.
Al dicembre 1960 risale l’elaborazione del progetto generale di riforma dell’edificio studiato da Bottoni. In questo progetto, Bottoni prevedeva la chiusura dei tre lati del cortile principale del palazzo a meno di quello verso il giardino. Al piano terreno del palazzo avrebbe trovato spazio la Facoltà di Matematica, la segreteria, il salone di ritrovo per gli studenti, la biblioteca generale, l’Istituto Giuridico, l’Istituto di Mineralogia e i locali tecnici.
Al primo piano di palazzo di Renata di Francia, invece, avrebbe trovato sistemazione una parte dell’Istituto Giuridico, la Facoltà di Giurisprudenza, la sala lauree, l’aula magna, il Rettorato e gli uffici dell’Amministrazione; infine, nell’edificio progettato da Gandini per il secondo cortile, sarebbe stato collocato l’Istituto di Geologia sebbene il progettista facesse intendere che il progetto era da considerare in modo provvisorio.
Il progetto complessivo per il palazzo, presentato il 4 ottobre al Rettore e al Soprintendente in un incontro a casa Romei, fu la traccia – a meno di alcune variazioni – per i lavori che si svolsero successivamente divisi in lotti. 
Nel febbraio 1963, Giorgio Gandini, venne sostituito dall’ingegnere Gino Prampolini. L’inaugurazione del palazzo, fissata per il 4 marzo 1963, venne resa solenne dalla presenza del Presidente della Repubblica Antonio Segni. Bottoni continuò a elaborare progetti per parti diverse dell’edificio fino al 1965.

(Matteo Cassani Simonetti)


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È tra i protagonisti del Razionalismo, come della sua revisione critica. Dal 1929 al 1949 è delegato italiano ai Congressi Internazionali di Architettura Moderna; nel 1933 prende parte alla redazione della Carta di Atene, il manifesto dell'urbanistica razionalista. Nello stesso anno è tra i promotori della rivista "Quadrante".
Dopo la guerra è membro della direzione di "Metron" ed è tra i fondatori del Movimento Studi Architettura.
Dal 1949 al 1956 fa parte del comitato direttivo di "Urbanistica". Nel 1945-46 è consultore nazionale della Camera dei deputati e dal 1956 al 1964 consigliere comunale a Milano.
Già assistente di Giovanni Muzio al Politecnico di Milano - da cui era stato allontanato per motivi politici nel 1927 e nel 1937 -, solo nel 1951 può tenervi un corso di Urbanistica come libero docente. Vi tornerà nel 1964 come incaricato di Allestimento e museografia. Nel frattempo, dal 1954 al 1965, insegna Tecnica urbanistica alla facoltà di Ingegneria di Trieste. Dal 1967 è ordinario di Urbanistica al Politecnico di Milano fino al 1971, quando viene sospeso, con tutto il Consiglio della facoltà di Architettura, dal ministro Misasi, contrario alla sperimentazione didattica.
Oltre a molti arredamenti e oggetti di design, realizza importanti architetture, prima del 1945, a Milano, Livorno, Reggio E., Imola, Napoli, Bologna, Lecco, Massa e Valera Fratta e, dopo la guerra, a Milano, Sesto Calende, Storo, Ferrara, Bologna, Capri e Sesto S. Giovanni. Tra le due guerre partecipa a numerosi concorsi di urbanistica e disegno urbano riguardanti Genova, Verona, Milano, Piacenza, Como, Bologna e Roma. È tra gli autori di due piani che hanno segnato la storia dell'urbanistica italiana: il Piano della Valle d'Aosta, promosso da Adriano Olivetti nel 1936, e il Piano A.R.(Architetti Riuniti) del 1944-45.
Nel dopoguerra, come Commissario Straordinario della Triennale, promuove e progetta il Quartiere sperimentale QT8. Altri progetti urbanistici interessano, oltre a Milano, Vignola, Modena, Mantova, S. Gimignano, Brescia, Sesto S. Giovanni, Siena, Breuil, Ferrara, Marina di Pisa, Verbania e Sanremo.
Muore nel 1973 senza aver potuto riprendere l'insegnamento.
(da http://www.archiviobottoni.polimi.it)
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 386
  • Particella: 425

Note

Piero Bottoni nasce nel 1903 a Milano dove si laurea in architettura nel 1926. Di formazione complessa (Brera e Politecnico), coltiva vasti interessi progettuali - architettura, urbanistica, restauro, allestimento, design e arredamento - in un intenso rapporto con le altre arti. È tra i protagonisti del Razionalismo, come della sua revisione critica. Dal 1929 al 1949 è delegato italiano ai Congressi Internazionali di Architettura Moderna; nel 1933 prende parte alla redazione della Carta di Atene, il manifesto dell'urbanistica razionalista. Nello stesso anno è tra i promotori della rivista "Quadrante". Dopo la guerra è membro della direzione di "Metron" ed è tra i fondatori del Movimento Studi Architettura. Dal 1949 al 1956 fa parte del comitato direttivo di "Urbanistica". Nel 1945-46 è consultore nazionale della Camera dei deputati e dal 1956 al 1964 consigliere comunale a Milano. Già assistente di Giovanni Muzio al Politecnico di Milano - da cui era stato allontanato per motivi politici nel 1927 e nel 1937 -, solo nel 1951 può tenervi un corso di Urbanistica come libero docente. Vi tornerà nel 1964 come incaricato di Allestimento e museografia. Nel frattempo, dal 1954 al 1965, insegna Tecnica urbanistica alla facoltà di Ingegneria di Trieste. Dal 1967 è ordinario di Urbanistica al Politecnico di Milano fino al 1971, quando viene sospeso, con tutto il Consiglio della facoltà di Architettura, dal ministro Misasi, contrario alla sperimentazione didattica. Oltre a molti arredamenti e oggetti di design, realizza importanti architetture, prima del 1945, a Milano, Livorno, Reggio E., Imola, Napoli, Bologna, Lecco, Massa e Valera Fratta e, dopo la guerra, a Milano, Sesto Calende, Storo, Ferrara, Bologna, Capri e Sesto S. Giovanni. Tra le due guerre partecipa a numerosi concorsi di urbanistica e disegno urbano riguardanti Genova, Verona, Milano, Piacenza, Como, Bologna e Roma. È tra gli autori di due piani che hanno segnato la storia dell'urbanistica italiana: il Piano della Valle d'Aosta, promosso da Adriano Olivetti nel 1936, e il Piano A.R.(Architetti Riuniti) del 1944-45. Nel dopoguerra, come Commissario Straordinario della Triennale, promuove e progetta il Quartiere sperimentale QT8. Altri progetti urbanistici interessano, oltre a Milano, Vignola, Modena, Mantova, S. Gimignano, Brescia, Sesto S. Giovanni, Siena, Breuil, Ferrara, Marina di Pisa, Verbania e Sanremo. Muore nel 1973 senza aver potuto riprendere l'insegnamento. (da http://www.archiviobottoni.polimi.it)

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Bottoni Piero 1963 Problemi della moderna composizione architettonica negli ambienti storici e nel restauro dei monumenti Copisteria L'ideale Milano No
Cerruti Marisa 1964 La nuova Università degli Studi di Ferrara nel palazzo Estense di Renata di Francia L’architettura. Cronache e storia n. 106 248-252 Si
Meneghetti Lodovico 1990 Ristrutturazione e restauro del Palazzo di Renata di Francia nuova sede dell’Università, a Ferrara, 1960-64, in Consonni Giancarlo, Meneghetti Lodovico, Tonon Graziella (a cura di), Piero Bottoni: opera completa Fabbri Milano 391-393 Si
Olivato Loredana (a cura di) 1997 Il palazzo di Renata di Francia Corbo Ferrara No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Cassani Simonetti Matteo 2015 Restauri ferraresi di Piero Bottoni (1953 - 1965) Rassegna di architettura e urbanistica n. 145 93-96 No
Cassani Simonetti Matteo 2016 Architettura moderna e centri antichi: Piero Bottoni e Ferrara (1932-1971) Bononia University Press Bologna No

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Piero Bottoni Piero Bottoni DAStU, Politecnico di Milano
Archivio di Deposito del Comune di Ferrara Piero Bottoni Comune di Ferrara Progetti: piante, assonometrie, sezioni, prospetti

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Piante piano terra, ammezzato, primo piano cortile e sezioni  – scala 1:200 (s.d.) Piante piano terra, ammezzato, primo piano cortile e sezioni – scala 1:200 (s.d.) Archivio di Deposito del Comune di Ferrara
Veduta lungo via Savonarola Veduta lungo via Savonarola R. Vlahov. Courtesy IBC
Veduta lungo via Savonarola Veduta lungo via Savonarola R. Vlahov. Courtesy IBC
Veduta lungo via Coramari Veduta lungo via Coramari M. Cassani Simonetti
Veduta del cortile dal portico Veduta del cortile dal portico M. Cassani Simonetti
Veduta del cortile Veduta del cortile M. Cassani Simonetti
Veduta del cortile Veduta del cortile M. Cassani Simonetti
Veduta del cortile dal portico Veduta del cortile dal portico M. Cassani Simonetti
Veduta del cortile dal portico Veduta del cortile dal portico M. Cassani Simonetti
Veduta del cortile Veduta del cortile M. Cassani Simonetti
Veduta del cortile dal portico Veduta del cortile dal portico M. Cassani Simonetti

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Archivio Piero Bottoni, Politecnico di Milano Visualizza
Enciclopedia Treccani - Piero Bottoni Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Cassani Simonetti
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 22/03/2024

Revisori:

Stefano Setti