Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

AMPLIAMENTO DEL CIMITERO DI SAN CATALDO

Scheda Opera

  • Vista di uno dei portici
  • Vista del complesso
  • Vista degli spazi interni
  • Vista del complesso
  • Dettaglio del volume dell'ossario
  • Vista da uno dei portici
  • Vista del portico
  • Vista delle cappelle laterali
  • Vista del portico
  • Vista delle cappelle laterali
  • Comune: Modena
  • Denominazione: AMPLIAMENTO DEL CIMITERO DI SAN CATALDO
  • Indirizzo: Strada Cimitero S. Cataldo
  • Data: 1971 - 1983
  • Tipologia: Cimiteri
  • Autori principali: Aldo Rossi
Descrizione

"San Cataldo è la prima struttura cimiteriale di Modena ad essere costruita extra moenia. Il progetto si deve a Cesare Costa (suoi anche l’attuale palazzo della Prefettura di Modena, 1844-46 e il teatro R. Valli di Reggio Emilia, 1852-57) e la costruzione si protrae dal 1858 al 1876. L’impianto semplice e funzionale del Costa, a recinto rettangolare su più livelli, colonnato all’interno e cieco all’esterno, è senza dubbio una delle fonti d’ispirazione del progetto vincitore del concorso per l’ampliamento indetto dal Comune di Modena nel 1971. Aldo Rossi concepisce infatti una sorta di 'città dei morti' composta da diverse forme geometriche elementari. La tipica predilezione rossiana per l’impianto planimetrico “osteologico” si esprime nell’asse centrale di spina, su cui si allineano i principali volumi del complesso: il cubo contenente il sacrario dei caduti in guerra, una struttura a cielo aperto color mattone aperta da semplici bucature quadrate senza serramenti; la torre tronco conica al di sotto della quale si trova la 'fossa comune', chiaro richiamo alla memoria 'industriale', tema prediletto da Rossi; gli ossari disposti in una successione regolare inscritta in un triangolo. Questo asse monumentale baricentrico è racchiuso all’interno di un recinto formato dai volumi contenenti su vari livelli i loculi. Tali volumi, dal caratteristico tetto a due falde metalliche verniciate in azzurro, poggiano su una serie di setti in calcestruzzo armato a vista, sorta di reinterpretazione postmoderna del classico colonnato dell’originario fabbricato di Costa. A tutt’oggi il progetto di Rossi non è stato ancora completamente realizzato: mancano ancora la torre tronco-conica e parte del recinto.

(Federico Ferrari in Mazzeri, Bulgarelli 2013)

Info
  • Progetto: 1971 - 1972
  • Esecuzione: 1978 - 1983
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: Cimitero
  • Destinazione attuale: Cimitero
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Gianni Braghieri Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=256761&force=1 NO
Aldo Rossi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=55323 SI
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: intonaco
  • Coperture: a falde in laterocemento
  • Serramenti: metallici
  • Stato Strutture: Mediocre
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  • Stato Coperture: Mediocre
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(Federico Ferrari in Mazzeri, Bulgarelli 2013) 

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Dopo essersi laureato al Politecnico di Milano nel 1959 con Piero Portaluppi, Aldo Rossi si distingue inizialmente come teorico, collaborando con la rivista "Casabella-Continuità" e pubblicando nel 1966 il celebre "L’architettura della città". Dopo aver
lavorato negli studi di Ignazio Gardella e Marco Zanuso, il primo incarico professionale importante arriva nel 1967, quando Carlo Aymonino lo chiama per il progetto Monte Amiata nel quartiere Gallaratese a Milano. Nel 1971 vince il concorso per l’ampliamento del cimitero di San Cataldo a Modena. Fra le sue opere principali: la scuola elementare di Fagnano Olona (1972), Il Teatro del Mondo per la Biennale di Venezia (1979), l’isolato al n°10 di Friedrichstrasse a Berlino (1981), il Palazzo Hotel a Fukuoka (1986), la ricostruzione del Teatro Carlo Felice a Genova con Ignazio Gardella (1992). Nel 1990 vince, primo italiano nella storia, il prestigioso Pritzker Prize per l’architettura.

Gianni Braghieri (Villa d’Adda 1945)
Architetto, si laurea nel 1970 al Politecnico di Milano. Dallo stesso anno fino al 1986 è partner di Aldo Rossi, con il quale firma numerosi progetti e concorsi, pubblicati nelle più importanti riviste e presentati in mostre internazionali quali la Triennale di Milano e la Biennale di Venezia.
Tra questi si ricorda: la casa a Borgoticino (1973), la casa dello studente di Trieste (1974), il palazzo della Regione di Trieste (1974),
la casa dello studente di Chieti (1975) e il Centro Torri a Parma (1985/88). Della sua produzione architettonica autonoma, si cita
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Aldo Rossi (Milano 1931-1997) Dopo essersi laureato al Politecnico di Milano nel 1959 con Piero Portaluppi, Aldo Rossi si distingue inizialmente come teorico, collaborando con la rivista "Casabella-Continuità" e pubblicando nel 1966 il celebre "L’architettura della città". Dopo aver lavorato negli studi di Ignazio Gardella e Marco Zanuso, il primo incarico professionale importante arriva nel 1967, quando Carlo Aymonino lo chiama per il progetto Monte Amiata nel quartiere Gallaratese a Milano. Nel 1971 vince il concorso per l’ampliamento del cimitero di San Cataldo a Modena. Fra le sue opere principali: la scuola elementare di Fagnano Olona (1972), Il Teatro del Mondo per la Biennale di Venezia (1979), l’isolato al n°10 di Friedrichstrasse a Berlino (1981), il Palazzo Hotel a Fukuoka (1986), la ricostruzione del Teatro Carlo Felice a Genova con Ignazio Gardella (1992). Nel 1990 vince, primo italiano nella storia, il prestigioso Pritzker Prize per l’architettura. Gianni Braghieri (Villa d’Adda 1945) Architetto, si laurea nel 1970 al Politecnico di Milano. Dallo stesso anno fino al 1986 è partner di Aldo Rossi, con il quale firma numerosi progetti e concorsi, pubblicati nelle più importanti riviste e presentati in mostre internazionali quali la Triennale di Milano e la Biennale di Venezia. Tra questi si ricorda: la casa a Borgoticino (1973), la casa dello studente di Trieste (1974), il palazzo della Regione di Trieste (1974), la casa dello studente di Chieti (1975) e il Centro Torri a Parma (1985/88). Della sua produzione architettonica autonoma, si cita la stazione S. Cristoforo a Milano. A Modena oltre all’ampliamento del cimitero S. Cataldo è autore del progetto di trasformazione del quadrante Nord (2002).

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Raggi Franco 1972 Poesia contro retorica, il concorso per il nuovo Cimitero di Modena Casabella n. 372 20-26 Si
Portoghesi Paolo 1972 Città dei vivi e città dei morti Controspazio n. 10 Si
Branzi Andrea 1973 Si scoprono le tombe Casabella n. 383 10-11 Si
Gresleri Giuliano 1973 E le ossa di Etienne Boullée si voltarono nella tomba ovvero così si muore a Modena Parametro n. 15 40-41 Si
1979 Cimitero di Modena, progetto, 1979, Aldo Rossi e Gianni Braghieri Lotus International n. 25 62-65 Si
Johnson Eugene J. 1982 What Remains of Man-Aldo Rossi's Modena Cemetery Journal of the Society of Architectural Historians n.1 38-54 Si
1982 Aldo Rossi: Modena cemetery, 1971 and 1977 Architectural design n. 52 Si
Savi Vittorio 1983 Il cimitero aldorossiano. Traccia di racconto critico Lotus International n. 38 30-35 Si
1984 Aldo Rossi. Architetture padane. Testi di Aldo Rossi, fotografie di Luigi Ghirri Edizione Panini Modena No
Muratore Giorgio, Capuano Alessandra, Garofalo Francesco, Pellegrini Ettore (a cura di) 1988 Italia. Gli ultimi trent'anni Zanichelli Bologna 265 Si
Braghieri Gianni (a cura di) 1989 Aldo Rossi Zanichelli Bologna 44-51 Si
Ferlenga Alberto (a cura di) 1992 Aldo Rossi. Architetture 1959-1987 Electa Milano 54-68 Si
Ferlenga Alberto 1996 Aldo Rossi. Opera completa (1993-1996) Electa Milano 54-68 Si
Brandolisio Marco, Da Pozzo Giovanni, Scheurer Massimo, Tadini Michele 1998 Aldo Rossi in Italia settentrionale Domus n. 805 (itinerario Domus n. 146) 103-110 No
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Lopes, Diogo Seixas 2015 Melancholy and architecture on Aldo Rossi Park books Zürich No
Donelli Andrea 2017 Con Aldo Rossi nell'infinito dettagliare Clean Napoli No
Lampariello Beatrice 2017 Aldo Rossi e le forme del razionalismo esaltato. Dai progetti scolastici alla "città analoga", 1950-1973 Quodlibet Macerata No
Dal Co Francesco 2018 Restituzione virtuale di una icona. Il cimitero di San Cataldo a Modena di Aldo Rossi e Gianni Braghieri Casabella n. 890 3-7 Si
Ghirardo Diane 2019 Aldo Rossi and the spirit of architecture Yale University Press New Haven; London No
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Ferlenga Alberto (a cura di) 2021 Aldo Rossi. I miei progetti raccontati Electa Milano 50-55 Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Aldo Rossi fonds Aldo Rossi CCA Canadian Centre for Architecture, Montréal
Aldo Rossi Archive Aldo Rossi DAM Deutsches Architekturmuseum
Fondo Aldo Rossi Aldo Rossi MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista di uno dei portici Vista di uno dei portici R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del complesso Vista del complesso R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista degli spazi interni Vista degli spazi interni R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del complesso Vista del complesso R. Vlahov. Courtesy IBC
Dettaglio del volume dell'ossario Dettaglio del volume dell'ossario R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista da uno dei portici Vista da uno dei portici R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del portico Vista del portico R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista delle cappelle laterali Vista delle cappelle laterali R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del portico Vista del portico R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista delle cappelle laterali Vista delle cappelle laterali R. Vlahov. Courtesy IBC

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
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Enciclopedia Treccani - Aldo Rossi Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Federico Ferrari
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 15/05/2024

Revisori:

Setti Stefano 2021