Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

EDIFICIO PER BANCA, UFFICI E RESIDENZA

Scheda Opera

  • Vista dell'angolo al piano terra
  • Vista dell'angolo ai piani superiori
  • L'inserimento dell'edificio nella preesistenza
  • Vista dal portico della chiesa
  • Vista della cortina sulla piazza
  • Dettaglio del fronte principale
  • Vista del fronte laterale
  • Comune: Correggio
  • Denominazione: EDIFICIO PER BANCA, UFFICI E RESIDENZA
  • Indirizzo: Piazza Garibaldi 2/A
  • Data: 1959 - 1962
  • Tipologia: Edifici polifunzionali
  • Autori principali: Carlo Lucci
Descrizione

“Il volume complessivo dell’edificio è determinato da quello del preesistente albergo ed è allineato in altezza e sul fronte strada agli edifici contigui. La facciata sulla piazza è trattata con l’effetto prevalentemente bidimensionale tipico in Lucci: la struttura in cemento richiama un portico ma è tamponata, il muro è un piano articolato dallo scarto di allineamento delle finestre, ma piccoli sporti, davanzali e cornici, parapetti e pluviali creano un effetto più espressionista. Significativo in tal senso è lo spigolo dell’edificio che, in successione verticale, è tagliato all’incrocio dell’orditura strutturale, decorato con un bassorilievo in bronzo, poi svuotato da una finestra rigirante e infine disegnato dallo sgranarsi dei mattoni.
La relazione non mimetica con gli edifici contigui intonacati è evidenziata dal mattone a vista mentre, lungo la via laterale, realizza l’effetto urbano con l’articolazione dei volumi, logge e terrazzi, differenti quote di copertura e dimensioni delle finestre: su questo corpo, arretrato, emerge un intero muro in cemento che sembra 'sfuggito' ai dinieghi della Soprintendenza, privo tuttavia della raffinatezza dei paramenti che adotterà anni dopo per la canonica di Rio Saliceto. Nell’angolo, l’ingresso alla banca sembra generato dalla rotazione diagonale della struttura portante, la cui maglia geometrica caratterizza lo spazio interno: qui, gambali in graniglia con staffe metalliche sottolineano la rotazione tra il pilastro di facciata e l’orditura interna. Il cemento a vista, le doghe verticali in legno e una scala a chiocciola a pianta esagonale rendono unico l’ambiente. Sul fronte, dalla parte opposta, il telaio in cemento ha una luce minore e il reticolo di travi si infittisce sul corridoio a L d’ingresso ai piani, come una strada modellata dalla luce naturale e dall’effetto di quella artificiale su diversi materiali e volumi. Un unico gruppo di collegamenti verticali, che, come sempre, cercano con l’articolazione in pianta l’illuminazione naturale e la centralità, distribuisce le unità immobiliari collocate a piani sfalsati su pianta a T e conduce ad una grande altana vetrata".

(Zamboni, Gandolfi 2011)

Info
  • Progetto: 1959 - 1960
  • Esecuzione: 1960 - 1962
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Edificio per uffici, banca e residenza
  • Destinazione attuale: Edificio per uffici, banca e residenza
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Carlo Lucci Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://panizzi.comune.re.it/Sezione.jsp?titolo=Archivio+di+Carlo+Lucci&idSezione=1024 SI
  • Strutture: telaio in c.a.
  • Materiale di facciata: laterizio a vista con parti in c.a. a vista
  • Coperture: a falde, elementi in cotto
  • Serramenti: alluminio
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

													Array
(
    [id_opera] => 920
    [codice] => RE 24
    [denominazione] => EDIFICIO PER BANCA, UFFICI E RESIDENZA
    [regione] => Emilia Romagna
    [provincia] => Reggio-Emilia
    [comune] => Correggio
    [localita] => 
    [indirizzo] => Piazza Garibaldi 2/A
    [id_categoria] => 2
    [id_tipologia] => 26
    [tipologia_specifica] => 
    [anno_inizio_progetto] => 1959
    [anno_fine_progetto] => 1960
    [anno_inizio_esecuzione] => 1960
    [anno_fine_esecuzione] => 1962
    [classificazione] => 
    [id_livello_scheda] => 1
    [codice_iccd] => 
    [codice_benitutelati] => 
    [informazioni_architettoniche] => “Il volume complessivo dell’edificio è determinato da quello del preesistente albergo ed è allineato in altezza e sul fronte strada agli edifici contigui. La facciata sulla piazza è trattata con l’effetto prevalentemente bidimensionale tipico in Lucci: la struttura in cemento richiama un portico ma è tamponata, il muro è un piano articolato dallo scarto di allineamento delle finestre, ma piccoli sporti, davanzali e cornici, parapetti e pluviali creano un effetto più espressionista. Significativo in tal senso è lo spigolo dell’edificio che, in successione verticale, è tagliato all’incrocio dell’orditura strutturale, decorato con un bassorilievo in bronzo, poi svuotato da una finestra rigirante e infine disegnato dallo sgranarsi dei mattoni.
La relazione non mimetica con gli edifici contigui intonacati è evidenziata dal mattone a vista mentre, lungo la via laterale, realizza l’effetto urbano con l’articolazione dei volumi, logge e terrazzi, differenti quote di copertura e dimensioni delle finestre: su questo corpo, arretrato, emerge un intero muro in cemento che sembra 'sfuggito' ai dinieghi della Soprintendenza, privo tuttavia della raffinatezza dei paramenti che adotterà anni dopo per la canonica di Rio Saliceto. Nell’angolo, l’ingresso alla banca sembra generato dalla rotazione diagonale della struttura portante, la cui maglia geometrica caratterizza lo spazio interno: qui, gambali in graniglia con staffe metalliche sottolineano la rotazione tra il pilastro di facciata e l’orditura interna. Il cemento a vista, le doghe verticali in legno e una scala a chiocciola a pianta esagonale rendono unico l’ambiente. Sul fronte, dalla parte opposta, il telaio in cemento ha una luce minore e il reticolo di travi si infittisce sul corridoio a L d’ingresso ai piani, come una strada modellata dalla luce naturale e dall’effetto di quella artificiale su diversi materiali e volumi. Un unico gruppo di collegamenti verticali, che, come sempre, cercano con l’articolazione in pianta l’illuminazione naturale e la centralità, distribuisce le unità immobiliari collocate a piani sfalsati su pianta a T e conduce ad una grande altana vetrata". 

(Zamboni, Gandolfi 2011)

    [committente] => 
    [foglio_catastale] => 35
    [particella] => 259
    [strutture] => telaio in c.a.
    [id_stato_struttura] => 2
    [materiale_facciata] => laterizio a vista con parti in c.a. a vista
    [id_stato_facciata] => 2
    [coperture] => a falde, elementi in cotto
    [id_stato_coperture] => 2
    [serramenti] => alluminio
    [id_stato_serramenti] => 2
    [destinazione_originaria] => Edificio per uffici, banca e residenza
    [destinazione_attuale] => Edificio per uffici, banca e residenza
    [trasformazioni] => 
    [id_tipo_proprieta] => 6
    [specifiche_proprieta] => 
    [id_tipo_provvedimento] => 1
    [data_provvedimento] => 
    [riferimento_normativo] => 
    [altri_provvedimenti] => 
    [vincolo] => 0
    [note] => Carlo Lucci (Firenze, 1911 – Moggio Udinese, 2000)
Nasce a Firenze, dove nel 1935 si laurea alla Scuola superiore di Architettura. Nello stesso anno ottiene a Roma l’abilitazione professionale. Chiamato a combattere in Africa, dopo la fine della guerra di Etiopia è per parecchi mesi ingegnere capo del Municipio di Dessié. Nel 1937 si stabilisce a Roma dove collabora soprattutto con Concezio Petrucci e Adalberto Libera. Nel contempo ha l’incarico a Firenze di addetto alle esercitazioni alla cattedra di Caratteri degli edifici di Raffaello Fagnoni, con cui collabora anche professionalmente. Dopo alcuni mesi in cui ricuce vecchi rapporti professionali, tra gli altri con Vietti e Luccichenti, nel 1946 accetta di stabilirsi definitivamente a Reggio Emilia per occuparsi di prefabbricazione. Proprio in questo periodo entra in contatto, attraverso l’esperienza al QT8, con Piero Bottoni, Paolo Antonio Chessa e Vico Magistretti, lavora per Asnago e Vender, e Rogers pubblica su “Domus” il suo lavoro sulla prefabbricazione.
Dopo aver partecipato al concorso nazionale di selezione, è incaricato di molti interventi in tutta Italia per entrambi i settenni del piano INA-Casa e per la gestione Gescal. Dal 1948 al 1955 ha la cattedra di Costruzioni all’Istituto tecnico per geometri di Reggio Emilia; dal 1954 riprende i contatti con l’Università di Firenze e diventa assistente di Italo Gamberini. Ottiene la libera docenza nel 1963 e la cattedra di Elementi di Architettura e Rilievo dei monumenti dal 1965.
Dal 1974 diviene Direttore dell’Istituto di composizione architettonica e nel 1976 vince il concorso alla cattedra di Composizione architettonica, di cui dopo il 1981 diventa docente fuori ruolo. Nel 1986 lascia la cattedra per raggiunti limiti d’età, ma conserva stretti rapporti con molti colleghi, tra cui Roberto Maestro. La carriera universitaria e l’intensa attività di promozione culturale gli offrono occasione di confronto diretto con Savioli, Ricci, Detti, Quaroni. Dal 1964 diviene membro dell’INU, alle cui attività partecipa attivamente, ma da cui si dimette polemicamente nel 1993. 
È tra i fondatori dell’Ordine degli architetti di Reggio, di cui diviene il primo presidente nel 1982. Svolge un’intensa attività progettuale in tutta Italia e a Reggio; qui collabora con alcuni professionisti locali come Getulio Artoni, Amedeo Magnani, Riccardo Barbieri e Giacomo Torelli. Accompagna la sua carriera universitaria con una ricca produzione pubblicistica e studi che prendono spunto dall’intensa ricerca sui contenuti e le forme dell’architettura che Lucci sempre persegue come docente e come professionista. Numerosi gli articoli sulla sua attività e i suoi progetti pubblicati. In campo professionale spazia dalla progettazione e realizzazione a tutto campo di architetture (abitazioni, scuole, edifici industriali e per lo spettacolo, arredamento e arredi sacri), all’elaborazione di piani urbanistici, alla partecipazione a importanti concorsi di architettura, fino alla prefabbricazione. Lascia una sorta di testamento spirituale nel discorso per l’inaugurazione della nuova chiesa di San Silvestro a Cella di Reggio Emilia, la sua ultima opera iniziata nel 1998, e inaugurata il 9 settembre 2000, il giorno dopo la sua scomparsa avvenuta a Moggio Udinese, dove è sepolto.

    [denominazione_aggregato] => 
    [latitude] => 44.772145
    [longitude] => 10.779457
    [score] => 2
    [id_user] => 0
    [status] => 1
    [date_add] => 2013-12-31 00:00:00
    [date_upd] => 2022-09-02 11:02:40
    [categoria] => B. Opera selezionata
    [tipologia] => Edifici polifunzionali
    [proprieta] => Proprietà privata
    [cat_autori] => Carlo Lucci
    [id_regione] => 16
)
1
												
  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 35
  • Particella: 259

Note

Carlo Lucci (Firenze, 1911 – Moggio Udinese, 2000) Nasce a Firenze, dove nel 1935 si laurea alla Scuola superiore di Architettura. Nello stesso anno ottiene a Roma l’abilitazione professionale. Chiamato a combattere in Africa, dopo la fine della guerra di Etiopia è per parecchi mesi ingegnere capo del Municipio di Dessié. Nel 1937 si stabilisce a Roma dove collabora soprattutto con Concezio Petrucci e Adalberto Libera. Nel contempo ha l’incarico a Firenze di addetto alle esercitazioni alla cattedra di Caratteri degli edifici di Raffaello Fagnoni, con cui collabora anche professionalmente. Dopo alcuni mesi in cui ricuce vecchi rapporti professionali, tra gli altri con Vietti e Luccichenti, nel 1946 accetta di stabilirsi definitivamente a Reggio Emilia per occuparsi di prefabbricazione. Proprio in questo periodo entra in contatto, attraverso l’esperienza al QT8, con Piero Bottoni, Paolo Antonio Chessa e Vico Magistretti, lavora per Asnago e Vender, e Rogers pubblica su “Domus” il suo lavoro sulla prefabbricazione. Dopo aver partecipato al concorso nazionale di selezione, è incaricato di molti interventi in tutta Italia per entrambi i settenni del piano INA-Casa e per la gestione Gescal. Dal 1948 al 1955 ha la cattedra di Costruzioni all’Istituto tecnico per geometri di Reggio Emilia; dal 1954 riprende i contatti con l’Università di Firenze e diventa assistente di Italo Gamberini. Ottiene la libera docenza nel 1963 e la cattedra di Elementi di Architettura e Rilievo dei monumenti dal 1965. Dal 1974 diviene Direttore dell’Istituto di composizione architettonica e nel 1976 vince il concorso alla cattedra di Composizione architettonica, di cui dopo il 1981 diventa docente fuori ruolo. Nel 1986 lascia la cattedra per raggiunti limiti d’età, ma conserva stretti rapporti con molti colleghi, tra cui Roberto Maestro. La carriera universitaria e l’intensa attività di promozione culturale gli offrono occasione di confronto diretto con Savioli, Ricci, Detti, Quaroni. Dal 1964 diviene membro dell’INU, alle cui attività partecipa attivamente, ma da cui si dimette polemicamente nel 1993. È tra i fondatori dell’Ordine degli architetti di Reggio, di cui diviene il primo presidente nel 1982. Svolge un’intensa attività progettuale in tutta Italia e a Reggio; qui collabora con alcuni professionisti locali come Getulio Artoni, Amedeo Magnani, Riccardo Barbieri e Giacomo Torelli. Accompagna la sua carriera universitaria con una ricca produzione pubblicistica e studi che prendono spunto dall’intensa ricerca sui contenuti e le forme dell’architettura che Lucci sempre persegue come docente e come professionista. Numerosi gli articoli sulla sua attività e i suoi progetti pubblicati. In campo professionale spazia dalla progettazione e realizzazione a tutto campo di architetture (abitazioni, scuole, edifici industriali e per lo spettacolo, arredamento e arredi sacri), all’elaborazione di piani urbanistici, alla partecipazione a importanti concorsi di architettura, fino alla prefabbricazione. Lascia una sorta di testamento spirituale nel discorso per l’inaugurazione della nuova chiesa di San Silvestro a Cella di Reggio Emilia, la sua ultima opera iniziata nel 1998, e inaugurata il 9 settembre 2000, il giorno dopo la sua scomparsa avvenuta a Moggio Udinese, dove è sepolto.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Viviani Romolo 1963 Edifici di Carlo Lucci in Emilia L’Architettura. Cronache e Storia n. 88 662-673 Si
Daolio Stefano, Carlo Lucci 1997 Vivere d’architettura 1938-1997 Biblioteca dell'immagine Pordenone Si
Lucci Carlo 1998 Notizie sull’attività didattica scientifica e culturale ed elenco delle pubblicazioni, curriculum di Carlo Lucci, stampato in proprio a Firenze nel 1967, con quattro aggiornamenti, fino al 1998 Si
Zamboni Andrea, Gandolfi Chiara (a cura di) 2011 L’architettura del Novecento a Reggio Emilia Bruno Mondadori Milano 238-239 Si
Zamboni Andrea, Gasparini Laura (a cura di) in collaborazione con Lucci Franco 2012 Carlo Lucci architetto. Un archivio tra professione e ricerca Biblioteca Panizzi Reggio Emilia Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Carlo Lucci Carlo Lucci Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista dell'angolo al piano terra Vista dell'angolo al piano terra Matteo Sintini
Vista dell'angolo ai piani superiori Vista dell'angolo ai piani superiori Matteo Sintini
L'inserimento dell'edificio nella preesistenza L'inserimento dell'edificio nella preesistenza Matteo Sintini
Vista dal portico della chiesa Vista dal portico della chiesa Matteo Sintini
Vista della cortina sulla piazza Vista della cortina sulla piazza Matteo Sintini
Dettaglio del fronte principale Dettaglio del fronte principale Matteo Sintini
Vista del fronte laterale Vista del fronte laterale Matteo Sintini

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento:
Titolare della ricerca:
Responsabile scientifico:


Scheda redatta da Zamboni, Gandolfi 2011
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 02/09/2022

Revisori:

Stefano Setti